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Autore: AliceGerini    07/06/2020    0 recensioni
L’amore è un’arma molto potente.
Ma anche l’odio non scherza.
C’era una persona che il Professore non aveva previsto. E se non l’aveva prevista lui, come avremmo potuto farlo noi?
Genere: Azione, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Berlino, Il professore, Nuovo personaggio, Palermo, Tokyo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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FIRENZE, 8 ANNI PRIMA
 
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«Ma che cazzo?!» sbotto guardando l’arma e subito dopo il monaco: «È scarica!»
Sorride divertito, sotto la luce della luna sembra un leone che ha finalmente raggiunto la preda, pronto per sbranarla: «Prima ti presenti al monastero come turista per due giorni di fila e poi cerchi di uccidermi? Sei prevedibile.»
Al diavolo! Per la frustrazione gli tiro addosso l’arma ma lui la schiva semplicemente spostandosi di lato.
«Anche questo era prevedibile.»
Riparto alla carica cercando di non pensare al dolore, adesso sono veramente incazzata.
Come osa prendersi gioco di me in questo modo? E perché cavolo continua a sorridere come un coglione? Perché non contraccambia i miei attacchi ma si limita a schivarli o a pararli?
Alla fine ottengo una reazione, il monaco mi afferra il polso destro e senza troppi complimenti mi rigira così che la mia schiena finisca sul suo petto, la mia testa finisce sulla sua spalla e per un istante il suo pungente profumo aggredisce le narici fino a stordirmi.
«Che razza di monaco sei, tu?» chiedo digrignando i denti, cercando di divincolarmi ma la presa adesso è veramente troppo stretta e io sono fisicamente stanca.
«Non lo sono.» dice avvicinando le labbra al mio orecchio, la mano sinistra scivola sul mio petto fino ad arrivare alla croce di San Giovanni Battista, il monaco la alza così che entrambi possiamo guardarla: «Bellissima, non trovi?» chiede sussurrando.
…Ha una bella voce.
«Non avrei cercato di rubarla, altrimenti.»
«Ti capisco, ma ci sono oggetti che devono rimanere al loro posto.»
Alzo gli occhi al cielo: «Risparmiami la predica.»
«La bellezza della storia e della cultura deve rimanere sempre alla portata di tutti, non è giusto che solo pochi possano goderne.»
«Oh ma per favore!» sbotto provando a muovermi ma sono ancora immobilizzata dalla sua presa e il suo maledetto profumo mi sta distraendo come non vorrei: «L’arte è destinata a morire.» ribatto: «Tanto vale che se la goda chi la merita.»
«L’arte non morirà mai fin quando ci sarà anche solo una persona a continuare a fare ciò che lo appassiona.» mette giù la croce lentamente fin quando la sua mano sinistra non si ferma sul mio ventre. Mi sta…Abbracciando?
«Tu avresti chiesto a Michelangelo di smettere di scolpire il suo David?»
No.
A rispondere sono i miei occhi che si abbassano lentamente e il corpo che smette di lottare.
Sentendo che mi sto arrendendo, anche il monaco allenta la presa fin quando non la lascia del tutto.
E sotto al suo sguardo ora stranamente dolce, faccio una cosa che in anni di attività non ho mai fatto: cedo il mio agognato bottino.
Tolgo la croce dal collo e gliela restituisco.
In silenzio mi accompagna alla porta di ingresso facendomi uscire, prima che possa oltrepassare la soglia lo sento ridere piano: «Ti aspetto domani mattina per il giro turistico.»
Come risposta alzo il dito medio mentre mi incammino verso il sentiero.
Eppure, nonostante sia andata peggio di come sperato, non riesco a smettere di sorridere.
   
 
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