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Autore: wittyy_name    07/06/2020    3 recensioni
Lance e i suoi amici sono da anni frequentatori assidui dell’Altea Dance Studio. Non solo per i corsi, ma anche per trovarsi, allenarsi e passare il tempo con altre persone che amano ballare. Partecipano ogni anno all’audizione per rappresentare Altea alle regionali di ballo. Lance tenta sempre l’audizione da solista, ma quest’anno non ce l’ha fatta a partecipare e la sua unica possibilità è andata in fumo. Lo stesso accade al suo ignaro rivale, Keith.
*
Per fortuna, Shiro ha un piano geniale: convincere Lance e Keith a fare un’audizione di coppia.
*
Con un po’ di convincimento, e molto impegno, quei due potrebbero riuscirci e andare alle regionali… oppure rovinare tutto.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Allura, Kogane Keith, McClain Lance, Takashi Shirogane
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Riassunto del capitolo:

“Rilassati.” Disse sottovoce.

“Sono rilassato.” Sibilò Lance di rimando.

“Posso sentire quanto sei teso, idiota.” L’altro rimase in silenzio per un momento, quindi Keith continuò con voce più dolce. "Ce la puoi fare, Lance. Quindi rilassati.”

“Grazie.”


 

Note dell’autrice: Ed eccoci arrivati alla Seconda Parte del “Montaggio del Bonding™”! I video per i balli che ci hanno ispirat* sono nelle note in fondo, come al solito. Buona lettura!

Note della traduttrice [DanceLikeAnHippogriff]: Eccoci tornate con l'ultimo capitolo disponibile per questa sessione estiva! Con il prossimo raggiungeremo praticamente la metà di questo progetto e siamo davvero contente del lavoro che abbiamo fatto fin'ora. Come sempre, un ringraziamento speciale va alla mia beta, CrispyGarden, per l'impegno e la passione che ci mette nel bacchettarmi gli errori, e a voi lettori e ai vostri dolcissimi commenti, che ci danno la carica per tradurre al meglio <3 Buona lettura!

Se scalpitate dalla voglia di leggere un'altra klance, date un'occhiata alla traduzione di Operation: Time Out fatta da andreanighteye. Non ve ne pentirete!


 

[ MERCOLEDÌ ]

Chat di gruppo: “BBQ di famiglia – Menù del giorno: Lance arrosto”

uptown hunk: ragazzi potete piantarla di urlare?
uptown hunk: era divertente le prime volte ma ora stanca abbastanza in fretta
coo coo motherfuckers: davvero riusciamo a malapena a sentire la nostra musica
coo coo motherfuckers: se non la smettete vi stacco la musica del tutto
I-Mustache-u4ur-Soul: Ah già, a questo proposito, Pidge, Hunk, vi volevo parlare del fatto che manomettiate l’impianto elettrico e l’attrezzatura della scuola
coo coo motherfuckers: mi appello al Quinto Emendamento
uptown hunk: -fischietta con fare innocente-
Need-A-Hand: Tornando al discorso iniziale di Hunk e Pidge, sono d’accordo con loro
LLunarGoddess: vi sentiamo perfino dal secondo piano
Need-A-Hand: Non costringeteci a salire
coo coo motherfuckers: oooo papà in missione
uptown hunk: e quindi allura sarebbe la mamma?
vive la lance: pidge!
coo coo motherfuckers: che ho fatto?
vive la lance: potresti PER FAVORE dire a KEITH che può FIDARSI DI ME per fargli fare un flip?
coo coo motherfuckers: keith
coo coo motherfuckers: non puoi assolutamente fidarti di lance quando si tratta di flip
vive la lance: PIDGE!
last resort: grazie pidge
coo coo motherfuckers: quando vuoi amico
vive la lance: pidge non ci posso credere
vive la lance: trADIMENTO
coo coo motherfuckers: dico solo le cose come stanno
vive la lance: aNTIPATICO
vive la lance: ci si può assolutamente fidare di me
uptown hunk: hanno ragione amico
vive la lance: hunk! D:
uptown hunk: non ti sei mai esercitato prima nei flip
uptown hunk: le audizioni sono tra meno di una settimana
uptown hunk: in tutta coscienza, non posso consigliarveli
coo coo motherfuckers: e poi hai dei noodle per braccia
vive la lance: non è vERO!
vive la lance: RIESCO A FARE LA VERTICALE!
I-Mustache-u4ur-Soul: Lance ha ragione, ci vuole una forza considerevole per sostenere in modo stabile il proprio peso
uptown hunk: okay ma è diverso dal sostenere il peso di qualcun’altro
I-Mustache-u4ur-Soul: Anche questo è vero
I-Mustache-u4ur-Soul: Per non parlare delle braccia a spaghetto di Lance
vive la lance: LE MIE BRACCIA NON SONO DEI NOODLE
Need-A-Hand: Discutibile
Need-A-Hand: Come si possono definire delle “braccia a noodle”?
coo coo motherfuckers: piccoli e magri bastoncini con pelle
coo coo motherfuckers: che si agitano e ondeggiano molto
LLunarGoddess: sembra l’immagine sputata di Lance
vive la lance: babe faccio sollevamento pesi
vive la lance: ti sollevo come uno di quei pesi quando vuoi
LLunarGoddess: ma davvero?
coo coo motherfuckers: HA
uptown hunk: HA
Need-A-Hand: Hahaha
I-Mustache-u4ur-Soul: Sei proprio un simpaticone, Lance
vive la lance: perché non c’è mai nessuno dalla mia parte?
last resort: non ci piace stare dalla parte dei perdenti
vive la lance: scuSAMI??
last resort: ti distruggerà
vive la lance: ma davvero? e come faresti a saperlo TU?
Need-A-Hand: L’ha battuto a una gara di plank la scorsa settimana
last resort: HA BARATO
LLunarGoddess: B) se non sai accettare la sconfitta, esci dalla palestra
LLunarGoddess: Ho vinto lealmente
last resort: hai barato e lo sai
LLunarGoddess: e come avrei barato, Keith? hmmm? :)
Need-A-Hand: Già, Keith, perché non ce lo dici
last resort: no
last resort: fottetevi
vive la lance: scommetto che ha vinto perché keith fa schifo
vive la lance: fai almeno sollevamento pesi amico?
last resort: sì
vive la lance: oh
uptown hunk: non per distrarvi né niente, ma vorrei ritornare al fatto che lance non dovrebbe provare a far fare un flip a keith
uptown hunk: voglio dire, sono abbastanza preoccupato dal fatto che ci proverà
uptown hunk: e non dovresti farlo per niente lance
Need-A-Hand: Sono d’accordo, è troppo tardi per aggiungere una cosa del genere alla vostra esibizione
Need-A-Hand: Forse la prossima volta
I-Mustache-u4ur-Soul: Vi prego di non sanguinare sui pavimenti delle sale prova, li ho appena fatti lucidare
I-Mustache-u4ur-Soul: Nuova regola della scuola: se sanguini, pulisci. Niente eccezioni né scuse
vive la lance: perché nessuno crede mai in me??
coo coo motherfuckers: dobbiamo forse ricordarti le “braccia a spaghetto”?
coo coo motherfuckers: e poi keith è grassoccio
last resort: antipatico
Need-A-Hand: Era un bambino paffutissimo
last resort: SHIRO
coo coo motherfuckers: già mi ricordo quei tempi
coo coo motherfuckers: il piccolo bambino paffuttino keith con una pelle bruttissima e le guanciotte e dei capelli che nessun pettine poteva domare
last resort: fottetevi
LLunarGoddess: awww sembra carino :)
LLunarGoddess: voglio una foto
I-Mustache-u4ur-Soul: Mi aggrego
last resort: no
last resort: lance vuole che sappiate che sta facendo verticali per dimostrarvi la sua forza
coo coo motherfuckers: fallo cadere
uptown hunk: fallo cadere
Need-A-Hand: Keith, non farlo cadere
I-Mustache-u4ur-Soul: Vi prego di non fargli del male, si deprimerà per settimane se si perde un’altra possibilità di fare le audizioni
I-Mustache-u4ur-Soul: C’è un limite alla depressione che il mio ufficio può contenere
vive la lance: KEITH MI HA FATTO CADERE!
coo coo motherfuckers: ottimo
uptown hunk: ve l’avevo detto
Need-A-Hand: sigh
vive la lance: E SONO D’ACCORDO CON ALLURA
vive la lance: VOGLIO VEDERE LE FOTO DI KEITH PAFFUTO DA BAMBINO
vive la lance: DATEMI MATERIALE PER RICATTARLO
Need-A-Hand: Io ho di sicuro delle foto :)
vive la lance: SHIRO
vive la lance: AMICO MIO
vive la lance: ESCILE
Need-A-Hand: Ma certo
last resort: shiro
last resort: pensa a quello che stai per fare
Need-A-Hand: L’ho fatto
Need-A-Hand: Ho pensato a come imbarazzarti sia il mio dovere di fratello
last resort: è un gioco a cui si può giocare in due
last resort: posso procurami delle foto anch’io
Need-A-Hand: …
Need-A-Hand: Capisco
vive la lance: maledizione
LLunarGoddess: Keith
LLunarGoddess: ti chiedo umilmente delle foto di Shiro da teenager
vive la lance: oh cazzo sì anch’io
vive la lance: keith mi ha detto che avevi un’acne terribile e l’APPARECCHIO e un taGLIO A SCODELLA
LLunarGoddess: oh mio dio
LLunarGoddess: ti prego, Keith, devo vederle
LLunarGoddess: è estremamente importante
Need-A-Hand: Keith
Need-A-Hand: Perché Lance lo sa?
last resort: stavamo legando
last resort: è scattato qualcosa
Need-A-Hand: mentre parlavate di com’ero alle superiori?
vive la lance: puoi starne certo
vive la lance: e ora voglio le foto
LLunarGoddess: anch’io!
I-Mustache-u4ur-Soul: Assecondato!
I-Mustache-u4ur-Soul: Terzato?
uptown hunk: quartato!
coo coo motherfuckers: oddio quelli erano i bei vecchi tempi
coo coo motherfuckers: anch’io dovrei avere un paio di foto da qualche parte
coo coo motherfuckers: le trovo sicuro nel computer di matt
Need-A-Hand: Non dovreste essere tutti ad allenarvi?
uptown hunk: ummm già, ci terrei a sottolineare il fatto che sì, dovremmo
uptown hunk: le audizioni sono tra un paio di giorni
uptown hunk: e la nostra ora di allenamento è quasi andata per metà
coo coo motherfuckers: ugh va beeeeene
vive la lance: NOIOSI >:(
last resort: lance taci e metti via il telefono
vive la lance: costringimi mullet
vive la lance: a;dlfkjadls;kfjawoei
uptown hunk: uuuuhhhhmmmm
Need-A-Hand: Credete che ce l’abbia fatta?
coo coo motherfuckers: certo, abbiamo sentito le urla di lance
LLunarGoddess: Shiro dovremmo tornare al nostro allenamento anche noi :)
coo coo motherfuckers: già shiro, mamma ti sta chiamando
Need-A-Hand: Volo
coo coo motherfuckers: lol
uptown hunk: awww

***

[ GIOVEDÌ ]

Per Keith, la palestra era la sua unica oasi di salvezza. Ci andava per pensare. Ci andava quando voleva rimanere solo. Ci andava quando voleva allontanarsi da tutto. Quando era lì, poteva riflettere. Prendersi un momento per pensare a cosa lo motivava. Risolvere i suoi problemi mentre il suo corpo era impegnato in attività che non richiedevano l’uso della mente.

Era confortante.

Era rinvigorente.

Era rilassante.

E, tranne quelle volte in cui Shiro e Allura gli ronzavano intorno, il più delle volte si allenava da solo.

Poteva essere… semplicemente se stesso. Senza preoccupazioni. Senza ansie. Non doveva pensare alle audizioni. Non doveva pensare al fatto che lui e Lance avessero ancora molto lavoro da fare, a come la loro coreografia fosse ancora grezza. Non doveva pensare a quanto fosse frustrante lavorare con Lance. Non doveva pensare a Lance, ai suoi stupidi sorrisi e a quanto fosse arrogante e superficiale.

Non doveva pensare a Hunk e a come quel ragazzone fosse così sincero e puro e sicuramente l’essere umano più genuino che avesse mai incontrato.

Non doveva pensare a Pidge e a come non avesse capito quanto gli era mancato nella sua vita e quanto fosse grato di quella seconda possibilità di riavvicinarsi a lui.

Non doveva pensare ad Allura, che diventava sempre meno la partner di ballo di suo fratello e la sua quasi-ragazza e conoscenza casuale, e sempre più una persona con la sua personalità e un’amica nella vita di Keith.

Non doveva pensare a Coran e a come quell’uomo, che aveva sempre considerato solo un istruttore di ballo e il fratello-amico-qualcosa di Allura, fosse lentamente diventato quello strano amico e zio esotico che stava con loro perché voleva bene a tutti loro in maniera genuina e tutti loro provavano lo stesso per lui.

Non doveva pensare a Shiro e a come vedere suo fratello interagire con i suoi amici gli aveva mostrato un suo lato del tutto nuovo che gliel’aveva fatto sentire più vicino che mai.

Lì, in palestra, non doveva pensare al fatto che non si era mai considerato qualcuno che aveva o che avesse mai avuto bisogno di molti amici. Gli era sempre andato bene il fatto che fossero solo lui e Pidge e Shiro. Al diavolo, ad un certo punto aveva considerato perfino Matt un amico. Gli bastavano loro. E quando si erano allontanati lentamente, l’aveva accettato e non aveva sentito il bisogno di riempire quel vuoto. Gli andava bene così. Gli era sempre andato bene non avere una compagnia costante.

Eppure, era stato infilato in un gruppo di amici di cui non aveva mai chiesto di far parte ma che, per qualche motivo, erano decisi a tenerlo con loro.

E la parte più strana di tutte? Gli… piaceva. Loro gli piacevano. Erano buffi e divertenti e… delle brave persone, punto.

E tutto perché aveva deciso di provare ad andare alle regionali con Lance. Lance e la sua risata troppo rumorosa. Lance con quei suoi sorrisini che lo facevano infuriare. Lance e quella sua irritante e persistente vena competitiva. Lance e quel suo tocco drammatico che aggiungeva ovunque. Lance e il modo in cui si ribellava alle istruzioni che gli dava Keith, il modo in cui si lamentava e piagnucolava quando lo correggeva, il modo in cui lo ascoltava sul serio e ci provava a dispetto delle sue proteste. Lance e il modo in cui considerava importante includerlo in quello che faceva. Lance e il modo in cui…

Ma Keith non avrebbe pensato a lui in quel momento. Li aveva avuti troppo in mente di recente, lui e il resto di quel gruppo. Era ancora leggermente spiazzato dalla velocità con cui l’avevano accettato, da come si era quasi insinuato nelle loro vite con facilità, e non si erano neanche fermati a pensarci due volte.

Non avrebbe pensato a nessuna di quelle cose, o a nessuna di quelle persone, perché pensare a loro gli faceva sempre sentire una stretta al petto e un caos di emozioni che erano nuove e accecanti per lui; non credeva di avere i mezzi adatti per affrontarle.

Avrebbe lasciato riposare la sua mente per un paio d’ore, bloccando tutte quelle emozioni urlanti, ignorando tutti quei pensieri fin troppo rumorosi.

Lì, nella palestra, il mondo reale non poteva toccarlo fintantoché fosse rimasto tra quelle mura.

Finché il mondo reale non entrò di botto dalla porta mandando in pezzi la sua pace mentale sotto forma di Lance Mc-fottutissimo-Clain.

“Come va, Hulk Hogan?”

Una mano si calò sulla sua spalla e Keith sobbalzò, chiudendo la porta del suo armadietto con un po’ troppa forza. Girò la testa di scatto, guardando truce il volto ghignante di Lance.

Sollevò un sopracciglio, per niente impressionato, ancora scuro in volto. “Hulk Hogan? Serio?”

Lance ridacchiò, sollevando una spalla, e si allontanò, aprendo un armadietto che si trovava qualche posto più in là di quello di Keith. “Ho solo pensato che, sai, palestra e wrestling sono più o meno la stessa cosa, giusto?”

“Vale come mullet anche se sta diventando calvo?”

“Oh, certo che conta. Anche se è una sfortunata coincidenza. Ma ne dubito. Era famoso ai tempi in cui i mullet spopolavano.” Lanciò la sua borsa nell’armadietto per poi mettersi in equilibrio su un piede solo, sollevando l’altro per sciogliere i lacci delle scarpe.

Ora che lo shock di aver visto Lance proprio si era un po’ attenuato, Keith si prese un momento per guardarlo meglio. Indossava delle sneakers, una maglietta e una felpa col cappuccio, ma non era quello che attirò la sua attenzione. Indossava dei pantaloncini corti, il che, a dirla tutta, non era molto sorprendente perché erano in una palestra e, cavolo, anche Keith indossava dei pantaloncini. Ma i suoi erano attillati e gli arrivavano sopra il ginocchio, neri con un paio di strisce blu. Che cazzo? Perché indossava… dei leggings corti? Mettevano in evidenza la magrezza delle sue cosce e attiravano l’attenzione sui suoi polpacci tonici. Cristo dio, si depilava le gambe?

“Qualcosa non va, campione?” Disse Lance, riscuotendo Keith dal gioco di sguardi con le sue gambe.

Keith scollò lo sguardo e lo portò sugli occhi di Lance che, a dirla tutta, non erano poi tanto più in alto. Si era abbassato per slacciarsi le scarpe. Lo sguardo truce di Keith ritornò a piena potenza e lo fissò tentando di scacciare il calore che sentiva strisciargli su per il collo. “Cosa ci fai qui?”

Si fermò e sbatté le palpebre, poi le sue labbra si arricciarono lentamente in un sorrisino. “Beh, al momento mi sto togliendo le scarpe.”

“Lance.” Disse Keith atono, sollevando una mano per premersi il ponte del naso e abbracciandosi la vita con l’altro braccio. Chiuse gli occhi un momento. “Sai cosa intendo.”

Ridacchiò. “Scusa, amico, non ho potuto resistere.”

“Sul serio, però.” Keith lasciò cadere la mano, riaprendo gli occhi. Lance si era tolto una scarpa, lanciandola nell’armadietto per poi sfilarsi anche il calzino. Poi si mise sull’altra gamba. “Che cosa ci fai qui? Non ti ho mai visto e, se devo essere sincero, non mi sembri tipo da palestra.”

Lance si fermò, sollevando lo sguardo e assottigliando gli occhi, sospettoso. Le sue labbra si strinsero nel più piccolo dei bronci. “Questa conversazione mi suona stranamente familiare.” Keith ricambiò il suo sguardo e sollevò un sopracciglio, incapace di nascondere il movimento delle sue labbra di fronte alla comica espressione indagatrice di Lance. Lance lo puntò con il dito, assottigliando gli occhi. “Lei, signore, deve smetterla di sottovalutarmi.” Disse, cercando di essere serio, ma non riuscì a nascondere il suo sorriso. Così, chinò il capo e si tolse l’altra scarpa, lanciandola nell’armadietto insieme al calzino. Quando si rimise in piedi, appoggiò le mani sui fianchi. “E poi, ci sono un sacco di cose che non sai di me.”

“Tipo che di depili le gambe.” Disse Keith, cercando di mantenere un tono conversazionale, e indicò i polpacci di Lance. Merda, non era sicuro del perché l’avesse detto. Era solo che non riusciva a smettere di guardarli e di pensarci perché, ma che cazzo, Lance? Quindi tanto valeva spostare l’attenzione su quello in modo che avesse un motivo per guardarli, no? Sì, ottima trovata, Keith. Attira l’attenzione sul fatto che lo stai fissando come un ebete come se non avessi mai visto delle gambe prima d’ora, geniale.
Sulle prime, Lance sembrò sorpreso e il suo sorriso svanì; sbatté le palpebre, confuso. Poi abbassò lo sguardo, come se avesse visto le sue gambe per la prima volta. Mosse addirittura le dita dei piedi. Cioè. Poi sollevò lo sguardo, tenendo la testa inclinata di lato, e ghignò imbarazzato. Sollevò una mano per grattarsi la guancia. “Giàààà, ho iniziato quando facevo nuoto alle superiori. Non è che dovessimo farlo e non credo che, tipo, servisse a qualcosa, ma l’avevano fatto tutti in squadra prima di una gara per una scommessa e mi era piaciuto, quindi ho continuato.”

Keith non sapeva proprio cosa dire. Quindi emise un grugnito evasivo e riuscì a scollare lo sguardo dalle sue gambe, riportandolo sul suo volto. “Non sapevo che avevi fatto nuoto.”

“Come ti ho detto, ci sono un sacco di cose che non sai su di me.” Disse, accompagnando le sue parole con un occhiolino. Keith strinse ancora di più le labbra, mantenendo il volto più inespressivo possibile. Quando non ottenne risposta, Lance tossì, grattandosi la nuca. “Comunque, ecco perché sono qui. Un po’ di tempo fa avevo accennato al fatto che mi mancava il nuoto e Allura mi aveva detto che questo posto aveva una bella piscina. Quindi ho pensato di venire a darci un’occhiata.”

Ah. Ecco spiegati i pantaloncini. Era un costume da bagno. Avrebbe dovuto capirlo.

E poi Lance si afferrò il bordo della maglia e Keith si girò sui talloni. Nono. Non avrebbe assistito.

“Tu cosa fai?” Sentì la voce di Lance che gli domandava da dietro la spalla.

Non si girò. Si limitò a scrollare le spalle, agitando un braccio con fare vago. “Il solito.”

“Okay, beh, allora ci si vede più tardi, immagino.”

“A dopo.”

Adesso, se avesse davvero fatto il solito, si sarebbe subito avviato verso la pista coperta. Probabilmente. Di solito lo faceva. Ma quando arrivò in cima alle scale, si sorprese a girare a sinistra invece che a destra. E, per qualche motivo, senza pensarci, finì nella stanza dei pesi.

Ed era sicuro all’85% che non avesse niente a che fare con il fatto che la stanza dei pesi aveva una vetrata a muro che dava sulla piscina.

Okay, forse ne era sicuro al 70% che non ci avesse niente a che fare.

60?

45.

Era curioso, va bene? Che gliene facessero una colpa. Aveva appena scoperto che la sua pigna in culo, il suo rivale ma non troppo, il suo partner di ballo e il suo circa nuovo amico nuotava, ed era curioso. Keith non riusciva a nuotare manco morto. Inoltre, se conosceva bene Lance e Allura come era abbastanza sicuro di conoscerli, avrebbero finito per fare una qualche sorta di gara. E non vedeva l’ora di vedere Allura battere Lance sonoramente.

A dirla tutta, avrebbe dovuto aspettarsi di vedere Shiro lì. Era difficile non notarlo. Un sacco di ragazzi che bazzicavano la stanza dei pesi erano grossi, ma suo fratello non era semplicemente grosso, era… forte. Sia di corpo che di presenza. C’era qualcosa in lui che lo rendeva visibile, ed era sicuro che sarebbe stato uguale anche se non avesse avuto quel ciuffo di capelli bianchi e un braccio prostetico. Era in piedi nel lato opposto della stanza con un paio di manubri in mano. Li sollevava, ma sembrava poco convinto.

Con un piccolo sorrisino sulle labbra, Keith attraversò la stanza, strisciando al fianco del fratello. “Ti godi il panorama?”

Shiro sobbalzò, lasciando cadere i pesi per la sorpresa. Fecero entrambi un salto indietro per evitare di schiacciarsi le dita dei piedi. A quel suono, si udì un sibilo del responsabile dall’altra parte della stanza e Shiro sollevò una mano, mormorando delle scuse. Le sue guance erano rossissime. Keith continuò a ghignare, incrociando le braccia al petto.

“Keith.” Disse atono, quasi a mo’ di ammonimento, ma pieno di un’esasperazione profonda che poteva venire solo dal conoscere qualcuno per anni.

“Che fai, fratellino?”

“Non dovresti, sai, correre?”

“Non posso venire a trovare il mio caro fratello maggiore?” Shiro si limitò a scoccargli un’occhiataccia, incrociando le braccia al petto imitando la posa di Keith. Non si disturbò a raccogliere i pesi. “Cosa stavi guardando?” Gli chiese, aggiungendo una punta di innocenza alla sua voce. Si girò, facendo un passo verso la vetrata a muro. “Ah, sì, così va bene.”

Come sospettava: Allura era seduta a bordo piscina, le mani dietro di lei, inclinata all’indietro, scalciando pigramente in acqua. Indossava un costume intero bianco, blu e rosa. I suoi capelli erano arrotolati chissà come in uno stretto e basso chignon, anche se parecchie ciocche ricadevano incorniciandole il volto.

Quando Keith si voltò per guardare suo fratello, il suo ghigno poteva essere descritto solo come “di merda”.

“Non farlo.”

“Che cosa?”

“Lo sai.”

“Illuminami.”

“So perfettamente che cosa stai per dire.” Shiro sollevò il mento di poco, guardandolo truce dall’alto. Keith doveva ammetterlo, era una posa alquanto intimidatoria. Sfortunatamente per lui, non attaccava. Non quando lo conosceva abbastanza da sapere quanto fosse imbarazzato dietro a quella facciata. “Non farlo.”

Keith inclinò la testa di lato. “Che cosa starei per dire, esattamente?”

“Beh…” La scenetta di Shiro andò all’aria. Inclinò la testa all’indietro, lontano da Keith, e i suoi occhi saettarono dal soffitto al muro al pavimento. Mosse una mano con fare vago. “Sai…”

“No che non lo so.”

Sospirò, premendosi il ponte del naso. Scosse la testa. “Sono troppo stanco per questa cosa.”

Keith sentì il suo ghigno allargarsi, anche se di poco. Dovette soffocare una risata. “No, stai solo invecchiando.”

Shiro aprì gli occhi, la mano ancora sul volto. Aveva le guance tinte di rosa mentre lo guardava storto. “A furia di avere a che fare con il tuo comportamento da bambino di cinque anni? Sì, hai ragione.”

Con qualche difficoltà, Keith ricacciò indietro la sua risata. Sospirò, scuotendo la testa, e si costrinse a far sparire il suo ghigno. “Okay, facciamo un patto.” Guardo Shiro negli occhi, serio. Shiro sollevò un sopracciglio. “Smetterò di prenderti in giro come se avessi cinque anni…”

“Grazie.”

“Se smetterai di comportarti come se ne avessi dodici con le tue cotte.” Sentì il suo ghigno tornare e sollevargli gli angoli della bocca.

“Keith!” Sbottò Shiro, assottigliando le labbra e diventando rosso in volto.

“Che c’è? Vuoi dirmi che non hai una cotta? Perché non ti crederei se me lo dicessi.”

Shiro lo fissò intensamente, mortificato e imbarazzato in dodici modi diversi. Keith continuò a ghignare.

Shiro sospirò di nuovo, scuotendo la testa. “Perché sei così?” Distolse lo sguardo, i suoi occhi che vagavano di nuovo lungo la vetrata a muro. Stava sicuramente guardando Allura. Keith non si curò di guardare a sua volta, intento a godersi l’imbarazzo di suo fratello.

“In qualità di tuo fratello minore…” Qualcosa cambiò nell’espressione di Shiro. Fu impercettibile, ma abbastanza da incuriosire Keith. Si sorprese a guardare la vetrata, verso la piscina. “Ho votato la mia vita a-” I suoi occhi si posarono su Lance, che stava camminando verso la piscina, e le parole appassirono e gli morirono sulla lingua.

Era alto. Era sempre stato alto. Keith sapeva che era alto e slanciato. Ma, per qualche motivo, in quel momento, se ne ricordò nuovamente. Il suo costume da bagno era attillato e, senza maglietta, Keith poteva vedere il profilo del suo corpo. Da quando cazzo aveva delle spalle così larghe? Di solito le sue braccia e le sue gambe non sembravano di certo così definite. E Keith era sicurissimo che la sua vita non era mai stata così sottile. Porca merda, chi era lui e che cosa ne aveva fatto di Lance?
Mentre lo guardava, Lance allungò le braccia sopra la testa; i muscoli della schiena si tesero, muovendosi sotto la sua pelle abbronzata, e Keith sentì qualcosa seccarsi dentro di lui. Ma. Che cazzo. C’era di sbagliato in lui. Si trattava di Lance. Il Lance irritante e dalla bocca larga. Quel pezzo di merda che lo irritava e lo faceva imbestialire a ogni buona occasione.

“-a, uh…” Keith tentò di continuare la frase. Era rimasto in silenzio abbastanza a lungo da averla resa strana. La sua voce era più alta di quello che si era aspettato e si interruppe per schiarirsi la voce. Sperò con tutto se stesso che Shiro non se ne fosse accorto.

Ma, ovviamente, l’universo lo odiava quindi sì, se ne accorse.

“A cosa?” Chiese Shiro con curiosità. Keith non lo guardava, ma poteva vedere con la coda dell’occhio che Shiro lo stava fissando e poi che seguiva il suo sguardo e… “Oh. Oh.” E maledizione, aveva la stessa vocina di merda che aveva usato lui qualche momento fa. Merda.

“Non farlo.” Disse Keith, atono.

“Che cosa?” Shiro quasi trillò. Stava mangiando la foglia. Keith si rifiutò di guardarlo. Poteva sentire quel calore rivelatorio strisciargli lungo il collo.

“Qualunque cosa tu stia per dire, non dirla e basta.”

Shiro rise, alzando le mani. “Va bene, va bene.” E Keith emise un piccolo sospiro di sollievo. Al suo posto non si sarebbe fatto indietro così facilmente, ma era felice del fatto che Shiro fosse diverso. Non aveva cattiveria in lui…

“Quindi, Lance…”

Keith gemette, schiaffandosi una mano sul volto. Scosse la testa. “Shiro, non è come pensi…”

“Come la penso, caro fratellino?”

“So che cosa stai pensando, Shiro. E non è così.” Disse con fermezza.

Lui canticchiò. “Ma davvero?”

“Non ti reggerò il gioco.”

“Me ne vuoi parlare?”

“Tu vuoi parlare di Allura?”

Ci fu una breve pausa e poi: “Touché.”

“Tregua?”

“Per ora.”

E poi rimasero in piedi, in silenzio. Un benedetto, teso e imbarazzante silenzio mentre entrambi si rifiutavano di guardare l’altro. Shiro non si mosse per raccogliere i suoi pesi e Keith non si curò di andare a prenderne un paio. Rimasero a guardare Lance che si tuffava nella piscina, appallottolato a bomba prima di colpire l’acqua. Allura sollevò le braccia, riparandosi il volto, investita in pieno dall’ondata. Rise e Lance ritornò a galla, sorridendole. Nuotò fino a dov’era seduta e incrociò le braccia sul bordo della piscina, vicino a lei. Keith non sapeva di cosa stessero parlando e non gli importava per niente. Era troppo intento a fissare le spalle e la schiena di Lance ammollo nell’acqua…

“Ehi, ragazzi!”

Keith sobbalzò al tocco pesante di una mano sulla sua spalla. Girò la testa di scatto, il volto contorto in dio solo sapeva cosa, fissando Hunk con orrore. Dall’altra parte di Hunk, vide che anche Shiro era in una posizione simile.

“Hunk!” Riuscì a dire Keith, anche se la sua voce era strozzata.

“Uh, che cosa ci fai qui?” Gli domandò Shiro, riprendendosi poco dopo con molto più controllo di sé.

Hunk rivolse un sorrisone ad entrambi, del tutto ignaro del fatto che quei due stessero guardando Lance e Allura a bordo piscina. All’improvviso, Keith si rese conto di quanto fosse stato fottutamente inquietante e quell’illuminazione gli mozzò il respiro. Aveva le orecchie a fuoco.

Hunk scrollò le spalle. “Sono qui con Lance. Aveva detto che voleva fare un giro e nuotare con Allura e mi aveva chiesto se volevo accompagnarlo. In ogni caso, volevo già cercarmi una nuova palestra. Pidge non pesa così tanto, ma prepararsi non fa mai male, sapete.”

Keith gli rivolse un debole sorriso, cercando di ignorare il calore che sentiva sul volto. Erano in una palestra, però. Hunk non aveva idea di quanto fossero stati lì. Forse potevano darne la colpa allo sforzo, no?

“Ti mostro la palestra molto volentieri, Hunk.” Disse Shiro, e fanculo a lui per riuscire a sembrare così calmo. Come se non fosse stato appena colto sul fatto a sbirciare come un maniaco.

Hunk gli rivolse un sorriso. “Fantastico, Shiro. Che cos’avete fatto finora? Quando sono arrivato stavate guardando giù-” Fece un passo avanti, guardando verso il basso con curiosità, verso la piscina, e… “Oh, ehi! Quelli sono Lance e Allura!” Si rallegrò di colpo, apparentemente ignaro di come Keith e Shiro si fossero irrigiditi dietro di lui. “Sanno che siete qui?”

“Uhh, no, noi, uh-” Shiro balbettò, cercando le parole giuste.

“Li abbiamo appena visti.” Completò Keith, con voce leggermente squillante ma comunque calma. Si scambiò uno sguardo con Shiro, le labbra serrate, un tacito accordo tra di loro.

“Già, avevo notato Allura lì sotto quando è arrivato Keith. Poi è uscito anche Lance. Non credo che ci abbiano visti.” Disse Shiro, del tutto in sé. Era vero al 100% e, quando lo disse, non suonò affatto inquietante.

“Huh, beh, salutiamoli.” E prima che potesse fare qualcosa per fermarlo, Hunk fece un passo avanti e batté con forza le nocche sul vetro, ignorando le occhiate che gli rivolsero le persone nella stanza dei pesi quando disse ad alta voce: “Lance! Laaaance! Alluraaaa! Ehi, ragazzi!”

Con orrore, Keith vide entrambi sollevare lo sguardo e sorridere quando Hunk li salutò con la mano. Risposero al saluto e Keith distolse lo sguardo, assottigliando le labbra e sperando con tutto se stesso che il rossore sul suo volto non si vedesse da laggiù. Cazzo, non riusciva neanche a incontrare lo sguardo di Lance quando si sentiva a quel modo. Porca merda, c’era qualcosa di sbagliato in lui.

Si congedò e si diresse verso lo scaffale dei pesi, afferrandone un paio. Quando tornò dagli altri due, li trovò che guardavano ancora verso la piscina. Shiro non sembrava più così rosso, stava addirittura sorridendo. “Che succede?” Chiese, mettendosi di fianco a Hunk.

Hunk incrociò le braccia al petto e lo guardò con un sorriso sulle labbra. “Sembra che stiano per fare una sorta di gara. Guarda.”

Keith guardò e, come previsto, vide Lance e Allura in piedi a bordo piscina di fronte a due corsie vuote che erano state separate dal resto con dei galleggianti. Facevano allungamenti e chiacchieravano, e Keith riconobbe quei sorrisini. I sorrisini di entrambi. Quei sorrisini strafottenti e pieni di sicurezza. Anche se Hunk non gliel’avesse detto, avrebbe capito subito che cosa stava succedendo.

Continuarono a guardarli. I due si prepararono davanti alle loro rispettive corsie, rimanendo sul bordo e piegandosi per mettersi in posizione. Avevano entrambi una buona tecnica e Keith osservò Allura perché era molto più facile fissare lei.

“Chi pensi che vincerà?” Chiese Hunk.

Shiro fece un sorrisino. Keith fece un verso di scherno. “Allura.” Dissero nello stesso momento. Hunk piegò la testa all’indietro e rise.

Keith non era sicuro di chi gli avrebbe fatto il conto alla rovescia, ma vide che Allura piegava la testa per dire qualcosa a Lance, che sciolse subito la posizione per mettersi dritto in piedi, muovendo le braccia, per dire qualcosa che non riuscirono a sentire. Sembrava mortificato. E poi Allura si tuffò, entrando perfettamente in acqua con grazia. L’urlo di Lance rimbombò per la stanza di sotto prima che il ragazzo si tuffasse dopo di lei.

Nuotarono fino alla fine della lunga piscina per poi tornare indietro. Allura toccò per prima la sponda per girarsi, ma Lance le stava dietro. Però, per quanto fendesse l’acqua con precisione non riuscì a ridurre la distanza che li separava. Allura toccò l’altra sponda della piscina urlando un whoop e puntando una mano verso il cielo, sorridendo a Lance quando arrivò anche lui. Sembrava furioso. Le disse qualcosa mentre si issava fuori dall’acqua per sedersi a bordo piscina. Fece scattare la testa verso l’alto per guardarli e gesticolò con foga verso Allura, che rimaneva a galla, innocente. La sua voce venne attutita dal vetro, ma riecheggiò abbastanza per poter capire le sue parole: “Ha barato!”

Keith rise.

***

[ VENERDÌ ]

Chat di gruppo: “BBQ di famiglia- Menù del giorno: Lance arrosto”

last resort: qualunque cosa stia per scrivere nella chat, ignoratelo
vive la lance: SHIRO HO UN’UMILE RICHIESTA DA FARTI
vive la lance: keith fottiti
vive la lance: è una cosa tra me e shiro
uptown hunk: uuuh ehi amici
uptown hunk: che succede?
vive la lance: HUNK
vive la lance: amico vecchio mio
vive la lance: di a keith di chiudere quella sua boccaccia
uptown hunk: okay scusa amico ma non lo farò :/
last resort: grazie hunk
uptown hunk: ma figurati amico :)
vive la lance: okay ignorerò il tuo tradimento per perseguire la mia missione
vive la lance: SHIRO CI SEI???
LLunarGoddess: aspetta, gli dico di guardare il telefono
last resort: ALLURA NO
vive la lance: allura sei un angelo
LLunarGoddess: :)
Need-A-Hand: Ci sono
Need-A-Hand: Cosa c’è, Lance?
last resort: ma che cazzo
Need-A-Hand: Keith, modera i termini
last resort: ma che mazzo
Need-A-Hand: >:(
vive la lance: SHIRO HO UNA RICHIESTA DA FARTI
last resort: shiro se mi hai mai voluto bene lo ignorerai
coo coo motherfuckers: se lance ti chiede di umiliare keith, io ti direi di farlo
last resort: pidge starai dalla mia parte questa volta, te lo dico
coo coo motherfuckers: cosa? perché?
coo coo motherfuckers: oh dio che cosa vuole fare quell’idiota?
vive la lance: SHIRO VOGLIO VEDERE UNA FOTO DI KEITH E PIDGE ALLE SUPERIORI
uptown hunk: :O
LLunarGoddess: !!!
coo coo motherfuckers: oh merda no
last resort: ecco perché ti ho detto che starai dalla mia parte
vive la lance: SHIRO INVIAMI UNA FOTO DEI GEMELLI EMO
coo coo motherfuckers: shiro non ci provare
last resort: shiro ti disconosco
Need-A-Hand: Sono abbastanza sicuro che tu non possa farlo, Keith
last resort: guardami
vive la lance: hunk aiutami!
vive la lance: anche tu vuoi vedere le foto di questo disastro vero??
uptown hunk: Io…
uptown hunk: per questa volta mi tiro fuori
vive la lance: hunk! D:
vive la lance: amico
uptown hunk: scusa amico ma posso vivere anche senza
uptown hunk: e non sono disposto a subire le conseguenze per essermi messo di mezzo
uptown hunk: pidge sa dove dormi
coo coo motherfuckers: hunk sa cosa c’è in ballo
vive la lance: boo puttanella
vive la lance: allura sta dalla mia vero? coran?
LLunarGoddess: ma certo >:)
LLunarGoddess: mi piacerebbe vedere delle loro foto alle superiori, scommetto che sono adorabili
coo coo motherfuckers: senza offesa ma fanculo, allura
last resort: sapevo che eri malvagia
I-Mustache-u4ur-Soul: A cosa servono gli amici se non per guardare il passato sotto una luce di divertimento?
I-Mustache-u4ur-Soul: Io dico di vedere le foto!
I-Mustache-u4ur-Soul: Sono certo che tutti beneficeremmo di una buona risata con lo stress delle audizioni che impende su di noi
I-Mustache-u4ur-Soul: O su di voi, com’è il caso
I-Mustache-u4ur-Soul: Al momento sono felicemente privo di ogni stress B{D
I-Mustache-u4ur-Soul: Ma penso che le foto sarebbero divertenti
vive la lance: è esattamente quello che penso!
vive la lance: facci vedere le foto shiro!
vive la lance: è tuo dovere in quanto fratello!
Need-A-Hand: Per quanto vorrei darti ragione, Lance
Need-A-Hand: E per quanto adori ogni occasione per imbarazzare Keith
last resort: ti odio
coo coo motherfuckers: shiro pensaci bene
Need-A-Hand: Devo dirvi di no
coo coo motherfuckers: grazie a dio
vive la lance: che coSA??
vive la lance: shIRO PERCHE??
Need-A-Hand: Abbiamo già detto che sia io che Keith abbiamo foto con cui ricattarci
Need-A-Hand: Non credo che ne valga la pensa, considerate le foto che invierebbe per vendicarsi
vive la lance: e se ti prometto che non le guardo???
LLunarGoddess: io non posso promettertelo
I-Mustache-u4ur-Soul: Nemmeno io
uptown hunk: vale anche per me
vive la lance: ragazzi per favore
vive la lance: sto cercando di negoziare qui
Need-A-Hand: Scusa, Lance, niente negoziati
last resort: puoi rimanere mio fratello per ora
coo coo motherfuckers: hai preso una saggia decisione
vive la lance: che palle fANCULO questo maLATO CICLO DI RICATTI

 

 

Chat di gruppo: “BBQ di famiglia- Menù del giorno: Lance arrosto”

vive la lance ha rinominato la conversazione “BBQ di famiglia – Menù del giorno: Gemelli emo fritti”

uptown hunk: ti dirò
uptown hunk: sembra un pessimo menù
coo coo motherfuckers: che cazzo sarebbe
vive la lance: SONO TORNATO E PORTO DONI
coo coo motherfuckers: …
coo coo motherfuckers: sarà bene che non significhi quello che penso che sia
vive la lance: allacciate le cinture bambini
vive la lance: sarà un viaggio movimentato B)
last resort: lance
last resort: che cazzo stai facendo

vive la lance ha inviato un’immagine
vive la lance ha inviato un’immagine
vive la lance ha inviato un’immagine

vive la lance: B)
uptown hunk: omg
LLunarGoddess: oooomg!!
last resort: oh, mio dio
last resort: ti spezzo le rotule
coo coo motherfuckers: DOVE CAZZO LE HAI TROVATE
LLunarGoddess: siete così CARINI!!
coo coo motherfuckers: allura
coo coo motherfuckers: ti voglio bene
coo coo motherfuckers: ma non esiterò a farti fuori
LLunarGoddess: fatti sotto piccoletto B)
LLunarGoddess: sei adorabile
coo coo motherfuckers: OH MIO DIO
uptown hunk: ti prego pidge non uccidermi
uptown hunk: ma allura ha ragione
vive la lance: GUARDATE QUEI DUE ADORABILI STRONZI EMO
vive la lance: PIDGE HA I CAPELLI NERI
vive la lance: CON LE MÈCHE VERDI
vive la lance: KEITH HA UN CIUFFO ROSSO DA STRONZO
vive la lance: rimane pur sempre un mullet :/
last resort: fottiti lance
coo coo motherfuckers: Ti ammazzo, maledetto pezzo di pane molliccio
I-Mustache-u4ur-Soul: Ma che fantastica immagine di giovinezza! Mi ricorda dei miei tempi alle superiori
I-Mustache-u4ur-Soul: Una volta ho provato a tingermi i baffi
I-Mustache-u4ur-Soul: Non è andata a finire bene
LLunarGoddess: per niente
vive la lance: sto piangendo lacrime di gioia
vive la lance: è una benedizione
coo coo motherfuckers: ti picchio con un cancello
coo coo motherfuckers: da dove CAZZO saresti riuscito a tirare fuori quelle foto?
last resort: shiro maledetto
last resort: sei fin troppo silenzioso
Need-A-Hand: Sto solo cercando di capire come Lance abbia fatto a ottenerle da me
Need-A-Hand: Non gliele ho passate io, lo giuro
last resort: sto mandando un messaggio a mamma per farmi mandare le tue foto più imbarazzanti
Need-A-Hand: Keith, ti prego
Need-A-Hand: Non sono stato io
Need-A-Hand: Avevamo un patto e non l’ho infranto
coo coo motherfuckers: shiro, maledetta ciotola di cereali stantii
coo coo motherfuckers: subirai la mia vendetta
Need-A-Hand: Non sono stato io!
vive la lance: per quanto voglia vedere anche le foto di shiro
vive la lance: sento di dovervi dire che non è stato lui
coo coo motherfuckers: E ALLORA COME????
vive la lance: tuo fratello amico
coo coo motherfuckers: MATT???
coo coo motherfuckers: lo uccido
Need-A-Hand: Pidge, rimaniamo calmi
coo coo motherfuckers: scusami, ma non riesco a sentirti sotto al suono del tradimento di mio fratello
uptown hunk: pidge sembri lance
vive la lance: questo è il giorno più bello della mia vita
last resort: stai zitto lance
last resort: eliminale subito
vive la lance: costringimi mullet boy ;P
last resort: ti spezzo le rotule
vive la lance: keith ho bisogno delle mie rotule per ballare :(
vive la lance: mi ferisci
last resort: non ancora
last resort: ma lo farò
vive la lance: farai
vive la lance: a pezzi la mia vita? ;)
last resort: ….
last resort: cosa
vive la lance: Is this your last resort?
last resort: oh mio dio
vive la lance: suffocation?
vive la lance: no breathing?
last resort: smettila
last resort: ho creato questo username anni fa okay?
last resort: non lo uso mai questo stupido programma
last resort: fottiti
vive la lance: ahahahahaha
vive la lance: non puoi sfuggire al tuo passato keith
vive la lance: giusto per seminare un altro po’ di Zizzania™
vive la lance: è stato pidge a dirmi da dove viene il tuo username
last resort: PIDGE MA CHE CAZZO
coo coo motherfuckers: non posso parlare ora keith
coo coo motherfuckers: sono in linea col mio carissimo fratello
vive la lance: keith da teenager emo era tutto quello che speravo di ottenere
vive la lance: finalmente mi sento VIVO

last resort ha cambiato il suo username in fuck off

vive la lance: AHAHAHAHA
Need-A-Hand: Keith
fuck off: non dire “keith” a me shiro
coo coo motherfuckers: questa è FOLLIA
coo coo motherfuckers: non posso neanche VENDICARMI perché matt non è per niente imbarazzato del suo passato da teenager goffo e impacciato
coo coo motherfuckers: ma come CAZZO è possibile
Need-A-Hand: A dirla tutta, non è cambiato molto negli anni
coo coo motherfuckers: cioè
coo coo motherfuckers: vero
coo coo motherfuckers: ma dovrebbe ancora esserne imbarazzato di norma
coo coo motherfuckers: sono offeso
vive la lance: oh! A proposito di matt
vive la lance: mi ha mandato anche questa

vive la lance ha inviato un’immagine

coo coo motherfuckers: TOGLILA SUBITO, SEI UN MAGLIONE LURIDO E MALEDETTAMENTE PRURIGGINOSO
vive la lance: mai nella vita pidge
vive la lance: la vendetta è dolce
LLunarGoddess: awwwWWWW!!!
LLunarGoddess: adorabile :)
uptown hunk: aww dormono ABBRACCIATI
coo coo motherfuckers: HUNK TI NASCONDO TUTTI I TUOI ATTREZZI DA CUCINA PREFERITI
I-Mustache-u4ur-Soul: Decisamente adorabile!
Need-A-Hand: … È bellina
Need-A-Hand: È una delle mie preferite

fuck off ha inviato un’immagine

Need-A-Hand: Keith! PERCHÉ? Non ho inviato io quelle foto a Lance!
uptown hunk: :O !!!!
uptown hunk: fantastico
vive la lance: SHIRO DA TEENAGER IMPACCIATO!!!
vive la lance: QUESTO È IL GIORNO PIÙ BELLO DELLA MIA VITA
I-Mustache-u4ur-Soul: Che giovinotto ben piantato!
LLunarGoddess: è…
LLunarGoddess: la cosa più bella che abbia mai visto :’)
Need-A-Hand: Allura, per favore, no
LLunarGoddess: no cosa? ;)
Need-A-Hand: Uuuuugh, Keith, perché?
fuck off: se soffro devi soffrire anche tu
vive la lance: questo è Il Meglio™
vive la lance: sono morto e finito in paradiso??
uptown hunk: Sento… di dover bilanciare la situazione
vive la lance: …
vive la lance: hunk di che stai parlando?
uptown hunk: scusa amico ma se non placo pidge temo quello che potrebbe fare
vive la lance: huuuuuunk
uptown hunk: :/
coo coo motherfuckers: fallo, hunk
fuck off: fallo
LLunarGoddess: per favore
Need-A-Hand: Fallo
I-Mustache-u4ur-Soul: Sei in minoranza, Lance
vive la lance: NO!

uptown hunk ha inviato un’immagine

vive la lance: NON GUARDATELA
vive la lance: DISTOGLIETE LO SGUARDO
coo coo motherfuckers: dolce dolcissima giustizia
fuck off: … wow
vive la lance: CHIUDI QUELLA TUA BOCCACCIA DA ZOCCOLA RAGAZZINO EMO
fuck off: mi sento improvvisamente meglio
vive la lance FOTTITIIIII
Need-A-Hand: E tu che prendevi in giro ME per l’apparecchio e l’acne
vive la lance: ERA PRIMA CHE INIZIASSI CON LA MIA ROUTINE DI IGIENE PERSONALE OKAY???
LLunarGoddess: Lance, sei adorabile
vive la lance: fotti allura
coo coo motherfuckers: fotti
I-Mustache-u4ur-Soul: Fotti!
uptown hunk: fotti :o
fuck off: fatti sotto e fotti tu allura
Need-A-Hand: Preferirei che non lo facesse
fuck off: Ne sono certo
Need-A-Hand: …
Need-A-Hand: Fottiti, Keith
vive la lance: hunk amico te la sei cercata
uptown hunk: sì me lo immaginavo :/
uptown hunk: non ti posso biasimare

vive la lance ha inviato un’immagine

uptown hunk: sigh
uptown hunk: dovevi proprio scegliere quella?
vive la lance: non sono per niente dispiaciuto amico
coo coo motherfuckers: okay ma hunk da teenager è DAVVERO adorabile
coo coo motherfuckers: cioè è tipo un angelo pre-pubescente?
coo coo motherfuckers: non riesco neanche a prenderlo in giro
fuck off: sono d’accordo con pidge
fuck off: ritorniamo a prendere in giro lance
vive la lance: EHI!
I-Mustache-u4ur-Soul: Posso offrirti un diversivo, Lance

I-Mustache-u4ur-Soul has sent an image

LLunarGoddess: CORAN!
I-Mustache-u4ur-Soul: Ammirate! Una giovane Allura! Non è carina?
uptown hunk: awww!!!
coo coo motherfuckers: hA!
vive la lance: coran sei il mio eroe
Need-A-Hand: Oh mio dio
Need-A-Hand: È
Need-A-Hand: Così carina
LLunarGoddess: esco da questa chat
coo coo motherfuckers: qualche problema principessa? prendi in giro ma non sopporti quando ti prendono in giro?
LLunarGoddess: un regalo di addio

LLunarGoddess ha inviato un’immagine

vive la lance: …
vive la lance: coran ma ci sei NATO con quei baffi???
I-Mustache-u4ur-Soul: È un dono B)
uptown hunk: è davvero impressionante
uptown hunk: eri un giovinotto ben piantato, coran
I-Mustache-u4ur-Soul: Oh, ma grazie, Hunk ^_^
coo coo motherfuckers: è… qualcosa di spaventoso
coo coo motherfuckers: quei baffi sono immortali
Need-A-Hand: Coran sembra quasi lo stesso di adesso
coo coo motherfuckers: già non è giusto
LLunarGoddess: che ne dite di questa

LLunarGoddess ha inviato un’immagine

coo coo motherfuckers: AAAAH!!!!!
uptown hunk: WHOAAA NO NONONO
fuck off: merda
Need-A-Hand: Wooow
vive la lance: RIMETTIGLI I BAFFI RIMETTIGLIELI CHE STREGONERIA È MAI QUESTA
I-Mustache-u4ur-Soul: D:< !!!
LLunarGoddess: B)
fuck off: perché siete così?
vive la lance: perché gli amici fanno condividere agli amici la loro sofferenza
coo coo motherfuckers: è un dato di fatto
uptown hunk: la verità
vive la lance: B) fattene una ragione mullet prepubescente
fuck off: vi odio tutti
vive la lance: aw keith ci vuole bene ;)
Need-A-Hand: aww <3
uptown hunk: awww :’)
LLunarGoddess: awwww :P
I-Mustache-u4ur-Soul: awwwww 8D
coo coo motherfuckers: awwwwww ( ͡° ͜ʖ ͡°)
fuck off: andate
fuck off: a
fuck off: FANCULO

***

[ SABATO ]

“Keeeeith, sono esausto!” Si lamentò Lance, appoggiando pesantemente un braccio sulle spalle di Keith e appoggiandosi a lui con tutto il suo peso. Odiò il fatto che l’altro non si destabilizzò neanche un po’. Si limitò a spostare leggermente i piedi per bilanciarsi.

“Lance, levati di dosso.” Disse con gentilezza. La sua voce era calma, ma le sue guance avevano una debole nota di colore. Che poi, poteva anche solo essere perché avevano ripetuto la loro routine di ballo una cosa come un centinaio di volte in un’ora. Ugh.

“Nooooo, sono esausto. Mi hai consumato. Cavolo, Keith, non ti hanno mai detto che allenarsi troppo fa male?”

“No.”

“Beh, è quello che succede!” Sbuffò Lance, passandogli entrambe le braccia attorno alle spalle. Keith lo ignorò, preferendo scrollare lo schermo del suo telefono. Lance vide che stava controllando i messaggi della loro chat di gruppo. “Se ti alleni troppo, finisce che lo impari a memoria e quando devi esibirti, se sbagli anche solo una cosa ti inceppi ed è difficile ripigliarti! Ecco perché non dovresti, tipo, scriverti un discorso per intero. Ti prepari dei punti e poi improvvisi.”

Keith sbuffò col naso. “Non mi piace molto improvvisare.”

“Già, ma non mi dire.” Lance alzò gli occhi al cielo, cascando mollemente sulle spalle di Keith.

Keith cercò di scrollarselo di dosso, ma Lance non si mosse. “Lance, levati.”

“No! Sono stanco! E dolorante! Le mie gambe sono di gelatina! Abbi un po’ di pietà, Keith!”

“Smettila di fare il drammatico.”

“Non posso, amico. Ce l’ho nel sangue.” Keith sbuffò e cercò di districarsi ancora una volta, ma Lance non glielo lasciò fare. Gli avvolse le braccia attorno al collo e lo avvinghiò con una gamba.

Keith grugnì, cercando di allontanargli la gamba, ma Lance era persistente. “Che cazzo stai facendo?”

“Keith, portami in spallaaaa.”

“E perché diavolo dovrei mai farlo?”

“Perché mi hai fatto sgobbare fino a spaccarmi le ossa, Keith! Non vuoi che inciampi sulle mie gambe stanche e cada giù per le scale, vero? Darci dentro non vuol dire mica che devo finire in ospedale!”

“Prendi l’ascensore.”

“Sei crudele. Pidge l’hai portato in spalla però!”

“Pidge è decisamente più piccolo di te.”

Lance emise un verso di scherno. “Che c’è? Pensavo che facessi sollevamento pesi, amico. Sono troppo pesante per te? Cioè, lo capisco se non ce la fai-”

“Oh mio dio, Lance, taci e basta.” Sembrava esasperato, ma non arrabbiato. Si premette il ponte del naso e sospirò, scuotendo la testa. Era un gesto che Lance aveva capito essere il suo modo di accettare la sconfitta con eleganza. “Okay, ma tu mi porti il borsone.”

Lance lanciò un urletto di gioia di cui non si imbarazzò neanche un po’, e si allontanò in fretta da Keith per afferrare le loro borse. Se ne mise una per spalla e si affrettò a ritornare da lui, che lo aspettava in piedi con il peso su un’anca e le braccia incrociate al petto, guardandolo con un sopracciglio inarcato. Per quanto si sforzasse, sempre che lo stesse facendo, non riusciva a nascondere il divertimento che traspariva dal suo volto. Lance gli rivolse un grande sorriso, facendogli cenno di girarsi con fare impaziente.

Keith alzò gli occhi al cielo e fece come gli era stato chiesto, allargando le gambe per bilanciare il peso, e si abbassò leggermente, tenendo le braccia aperte ai lati. Lance non perse tempo e gli saltò in groppa, avvolgendo le sue lunghe braccia e gambe attorno a lui. Keith grugnì, rimettendosi dritto, e passò le mani sotto le ginocchia di Lance, esitante. Fece qualche saltello per sistemare il peso di Lance.

“Cazzo, ma perché sei così pesante?”

“Sono tutti muscoli, amico. Guarda questi cannoni qua.” Lasciò la presa con un braccio per mostrargli i muscoli, ma Keith fece una rapida piroetta, facendogli perdere l’equilibrio. Lance si lasciò sfuggire un piccolo gridolino di cui si vergognò un poco e si abbarbicò nuovamente a lui. “Um, antipatico. E dire che ti avevo riservato un posto in prima fila per la parata dei cannoni.”

Keith ridacchiò. “Se avessi voluto guardare delle Nerf sarei andato da Walmart.”

“Ah ah, molto divertente.” Disse Lance, arido. Poi raddrizzò la schiena e indicò la porta, dicendo con fare molto più entusiasta. “Al galoppo, Mullet! Andiamo!”

Keith non provò neanche a nascondere la sua tenera e breve risata. Era terribilmente adorabile. Il che non era una cosa stana da pensare perché un sacco di amici di Lance avevano una risata adorabile. Prendi Hunk, ad esempio! La sua risata era la migliore! E quando Pidge si lasciava andare sul serio, emetteva risatine acute e brevi, il che era divertentissimo e adorabile insieme.

“Serio? È questo il meglio che sai fare’”

Lance fece un verso di scherno fingendosi offeso, e Keith lo portò oltre la porta; nel mentre, Lance si allungò per spegnere le luci. “Beh, non è che possa chiamarti Silver adesso, no? Non c’è niente in te che ricordi l’argento. A parte la tua pelle slavata del cavolo, forse. Avrei volentieri fatto riferimento ad altri cavalli, ma Black Beauty mi sembrava troppo un complimento. Ho degli standard, sai com’è.”

“Hai degli standard? Per poco non mi facevi credere il contrario.”

“Come ti permetti?!”

“Ammettilo, Lance. Hai bisogno di nuovo materiale. Se continui a chiamarmi Mullet, inizierò a pensare che i miei capelli ti piacciano sul serio.”

Lance boccheggiò indignato, facendo una scenata solo per il gusto di farla. E probabilmente perché sapeva che avrebbe potuto far ridere Keith di nuovo. “Ma per fa-voooore, Keith. Questo nido di ratti qui?” Sollevò una mano per scompigliargli i capelli. Avrebbe… ignorato quanto erano morbidi, cioè wow, che balsamo usava quel ragazzo? Keith abbassò la testa per schivarlo, ma non c’era modo di sfuggirgli. Lance rise. “I tuoi capelli sono terribili e dovresti sentirti in colpa per loro.”

“Se li taglio, il tuo repertorio di insulti diminuirebbe di molto. Chissà, forse inizierai a chiamarmi per nome.”

Lance si fece pensieroso, considerando l’idea. “Hai ragione. Tienili così. Non voglio che la mia ricerca sulle celebrità con i mullet sia stata invano.”

Poté quasi sentire il rumore di Keith che alzava gli occhi al cielo. Arrivarono all’ascensore e Keith fece un cenno verso il pulsante. “Premilo.”

“L’ascensore? Serio?” Disse, ma premette comunque il bottone. L’apparecchiatura si mise in moto con un ronzio. Non avevano preso l’ascensore neanche una volta da quando avevano iniziato quel loro fallimento di rivalità. E, anche da quando erano diventati partner di ballo, continuavano a prendere le scale. Era una sorta di regola non detta.

“Non scenderò le scale portando il tuo culone.”

“Pfff certo, fai la pappamolle se preferisci.”

Le porte si aprirono con un “ding”, Keith entrò e Lance premette il bottone per il piano terra. Mentre le porte si chiudevano, Lance si sentì assalire da uno strano senso di… reclusione. Non era mai stato claustrofobico e non aveva mai avuto problemi con gli ascensori. Ma c’era un che di infinitamente più privato nell’essere intrappolato dentro una piccola scatola di metallo piuttosto che rimanere solo nella lunga e rimbombante tromba delle scale. Il silenziò che seguì era soffocante, lasciandolo con la mente vuota a eccezion fatta per il pensiero di avere un ragazzo vagamente attraente in mezzo alle gambe… E okay, ammetteva che era uno strano modo di vederla.

“Ehi, Keith.” Disse per rompere il silenzio.

“Sì?” C’era un che di illeggibile nella sua voce. O forse Lance se l’era solo immaginato. Ma continuò comunque, dicendo l’unica cosa a cui poté pensare.

Forse perché era la cosa che continuava a turbarlo più di tutte.

“Sei nervoso?” Gli chiese, e la voce gli uscì più flebile del previsto.

Gli ci volle un momento prima di rispondere. “Nervoso per cosa?”

Lance emise uno sbuffo sorpreso. “Keith, non fare il superiore!” Disse, tirandogli un leggero schiaffo sul lato della testa. Poi, con fare leggermente più scontroso, aggiunse: “Sai cosa intendo…”

“No, non sono nervoso.” Disse, mentre l’ascensore continuava la sua discesa. “Tu?”

“Beh, sì.” Non vedeva perché negarlo. Soprattutto perché Keith non poteva vederlo in faccia in quel momento. “È tipo… una cosa molto importante per me. Voglio davvero tanto andare alle regionali. E abbiamo avuto la metà del tempo rispetto a tutti gli altri per prepararci. E non abbiamo mai ballato insieme. E ci sono, tipo, un milione e cinque cose che potrebbero andare storto. Cosa facciamo se qualcuno si rompe un braccio di nuovo? O se io mi rompo un braccio? O se mi ammalo? O se vado in tilt e mi dimentico tutto? Oh mio dio, mi strozzerò, non è vero? Finirò davvero per strozzarmi-”

Il suo discorso sconnesso e pieno di panico venne interrotto da Keith, che fece un passo indietro, spingendolo con la schiena contro la parete dell’ascensore. Si appoggiò a lui con tutto il suo peso, facendogli uscire l’aria dai polmoni. Inclinò la testa all’indietro contro il petto di Lance, e il ragazzo si beccò il suo mullet in bocca. Lance sputacchiò, scostando la testa per togliersi i suoi capelli dalle labbra.

“Non ti strozzerai.” Disse Keith, e fanculo a lui per essere così calmo. Perché era Lance l’unico a essere nel panico?

“Ma come fai a saperloooo?” Si lamentò Lance.

Keith scrollò le spalle da sotto le braccia dell’altro. “Lo so e basta.”

“Keeeeith.”

Keith sospirò. “Senti, quante volte abbiamo provato la nostra coreografia?”

“Un sacco.”

“E quante volte ti ho corretto fino a quando non sei riuscito a fare le mosse perfettamente?”

“Fin troppe!”

“E ti ha aiutato a migliorare?”

“Forse…”

“E ti fidi di come balli?”

“Per la maggior parte sì…”

“E chi è bravo a cavarsela anche quando fa una cazzata?”

“…Io?”

“E chi crede in te dicendo che ce la puoi fare?”

“Uh, Shiro?”

“Letteralmente chiunque tranne te, quindi vuoi calmarti? Andremo alla grande.”

Lance gemette a dispetto del calore che sentiva propagarsi nel petto. “Come puoi essere così… calmo?”

Keith scrollò nuovamente le spalle. “Abbiamo ripetuto quella routine a sufficienza, ora è tutta memoria muscolare.”

“Ballare è molto più di avere memoria muscolare, sai.”

Keith scrollò nuovamente le spalle. Ogni volta che lo faceva, le sue spalle strofinavano contro il petto di Lance. Non gli piacque il fatto di averlo notato. “Mi ha portato fino a qui e sarà quello che ci aiuterà a passare le audizioni.”

Lance emise un verso indignato. “Certo che sei proprio uno sbruffone.”

“Già, e dovresti esserlo anche tu.”

L’ascensore si aprì con un “ding” e Keith si sollevò dal muro. Incespicò in avanti per un attimo prima di riprendersi, poi si incamminò lungo il corridoio. A quell’ora era quasi deserto. I corsi di ballo non erano ancora iniziati, quindi le uniche persone che c’erano erano quelli come loro. Più i tipi che si allenavano da soli. Un paio di persone gli rifilarono delle occhiate incuriosite al loro passaggio, ma Keith non se ne curò. Ogni volta che lo guardavano negli occhi, Lance gli faceva l’occhiolino e il gesto della pistola. Era un asso quando si trattava di far distogliere lo sguardo agli altri per primi.

“Ehi, Keith?”

“Sì?”

“Grazie… Per il discorsetto motivazionale e tutto.”

“Non abituartici.”

“Non ci penserei neanche.”

Quando arrivarono all’ingresso principale, Pidge e Hunk erano già lì ad aspettarli. Coran era in piedi sulla porta del suo ufficio, appoggiato con fare noncurante sullo stipite mentre parlava con loro. Quando Keith e Lance girarono l’angolo, la conversazione si interruppe e tutti si voltarono a guardarli con diverse espressioni di stupore e sorpresa.

Keith fece ancora qualche passo verso di loro, mentre Lance ghignò e sollevò una mano. “Ciao, ragazzi- Keith!

Keith si girò di scatto, facendo perno sul tallone, e lasciò andare le gambe di Lance, che si staccarono dai suoi fianchi nella piroetta. Lance non si era tenuto a lui con forza e venne prontamente scaraventato per terra, atterrando sul culo.

“Keith!” Ripeté, dando il meglio con il suo tono offeso mentre gli lanciava un’occhiataccia, massaggiandosi il culo.
Dietro di lui, Pidge stava ridacchiando e Coran pure. Perfino Hunk stava ridendo e Lance si sentì terribilmente tradito.

“Consegna speciale.” Annunciò Keith, indicando Lance con una mano.

“Io non firmo per questa roba. Possiamo rimandarlo indietro?” Disse Pidge.

Lance lo guardò a bocca aperta. “Ma che stronzo.”
Ma Keith rise piano sottovoce, piegandosi per raccogliere il suo borsone, e Lance non riuscì a essere troppo arrabbiato con lui. Maledetto Keith.

“Ci vediamo domani, ragazzi.” Disse, salutandoli con un piccolo cenno con due dita, e si girò, incamminandosi verso il corridoio. Nelle ultime settimane, Lance aveva imparato che Keith parcheggiava sempre sul retro.

Mentre lo guardava allontanarsi, si ricordò di una cosa e si affrettò a rimettersi in piedi per corrergli dietro. “Keith! Aspetta!”

Keith si fermò dopo aver girato l’angolo e si voltò a guardarlo. “Che c’è?”

Lance inchiodò di fronte a lui, ghignando. “Hai presente il tuo plaid rosso?”

“Uh, sì?” Sembrava confuso in almeno circa dodici modi diversi.

“Mettilo domani.”

“Cosa?”

“Mettilo domani. Con maglia e pantaloni neri.”

Keith inarcò un sopracciglio. “Perché?”

Lance si limitò a ghignare. “Fidati di me.”

***

[ DOMENICA ]

Keith arrivò alla scuola di ballo quasi un’ora prima dell’inizio delle audizioni.

A dispetto di quello che aveva detto a Lance, era un po’ nervoso. Non gli capitava spesso di esibirsi di fronte a un pubblico, o a chiunque altro per quello che valeva, quindi era solo… non era abituato a quel tipo di attesa. In tutta onestà, era la parte peggiore. Dover… aspettare e basta. Sapeva che una volta messo piede lì dentro, sarebbe stato meglio. Quando avrebbero iniziato a ballare, sarebbe stato meglio. Quando sarebbe finita, sarebbe stato meglio. Ma ogni cosa che precedeva quel momento lo teneva sulle spine.

Aveva continuato a camminare per il suo appartamento, senza riuscire a fare niente o semplicemente senza… calmarsi, quindi aveva deciso che non gli importava di niente ed era andato alla scuola in anticipo.

Si fece dare una chiave da Coran e si rintanò in una stanza vuota, ripassando la loro routine un paio di volte. La sua memoria muscolare era impeccabile. Come sempre. Certo, avevano cambiato un po’ quella coreografia per adattarla a due persone. E sì, avevano aggiunto una serie di cose. Ma quel ballo era sempre stato suo. Aveva avuto molto più tempo per prepararsi. E, dopotutto, quello era il suo elemento. Memorizzare una coreografia come quella… era la sua specialità.

Lance, invece…

Non era che non fosse bravo, era solo che non era la sua cosa. Keith l’aveva capito quando aveva accettato di ballare con lui. Anche quando ci provava, anche se ascoltava le sue direttive e copiava le sue mosse, Keith poteva comunque sentire il suo sforzo per contenere il suo bisogno di improvvisare. Di ballare a modo suo. Keith poteva quasi sentirlo lottare contro quella coreografia, nonostante la sua determinazione a volerla imparare. Non era… nella sua natura e basta. Keith lo vedeva che aveva voglia di imparare, ma perdeva facilmente la concentrazione e Keith doveva costantemente riportarlo su quello che stavano facendo.

Quindi, l’aveva ammazzato di esercizio. L’aveva corretto senza pietà. Gliel’aveva fatta ripetere passo per passo, fermandolo per potergli sistemare il braccio lì, spingergli un po’ la gamba verso l’esterno là, fargli curvare un po’ di più il torso. Si era assicurato che ogni singola posa di Lance fosse perfetta, che le eseguisse proprio al momento giusto sul beat giusto.

Lance si era lamentato. Porca merda se si era lamentato. Aveva fatto i capricci e gli aveva tenuto il muso, ma aveva fatto tutto quello che gli veniva chiesto. Non si era mai arreso e aveva lasciato che Keith gli facesse le pulci su tutto.
Keith non sapeva se Lance aveva capito quanto tutto quello l’aveva aiutato a migliorare. Era un bravo ballerino. Quello era palese. E tutta quell’attenzione ai dettagli, facendogli ripetere le mosse ancora e ancora fino a quando non erano perfettamente in sincrono… l’aveva aiutato. Gli aveva inculcato la coreografia nella sua memoria muscolare senza che quell’idiota se ne accorgesse. Lance sapeva quelle mosse. Conosceva quella fottuta routine come il palmo della sua mano. Keith ne era certo. In tutta onestà, aveva completa fiducia in lui.

La vera domanda era: Lance sarebbe andato in palla a tal punto da non fidarsi del suo corpo per fare quello che Keith gli aveva insegnato?

Keith non sapeva dare una risposta a quella domanda, ma arrivati a quel punto non c’era niente che potesse fare. Aveva fatto del suo meglio per incoraggiarlo a parole il giorno prima ed era stato stranissimo. Non era abituato a essere… quel tipo di persona. Quello di solito era il ruolo di Shiro. Comunque, Lance era il suo partner. Cercare di calmarlo e di fargli credere in se stesso era il minimo che potesse fare.
Ora tutto quello che poteva fare era concentrarsi su di sé per assicurarsi che lui facesse quello che doveva fare e… pregare qualunque entità che l’avrebbe ascoltato che Lance riuscisse a farcela.

Aveva ormai ripetuto la sua routine parecchie volte, facendo delle lunghe pause tra una prova e l’altra per scrollare il telefono e distrarsi, quando ricevette un messaggio. Poi due. Poi tre. Rimase a guardare mentre il suo telefono si intasava.

vive la lance: amico! Dove sei??
vive la lance: noisiamo qui
vive la lance: io hunk e pidge
vive la lance: volevo arrivare una cosa come un’ora prima o due o tre ma QUALCUNO pensava che fosse esagerato??
vive la lance: che cattivi
vive la lance: ho passato la notte con loro perché volevano assicurarsi che arrivassi in tempo
vive la lance: non che abbia dormito chissà che
vive la lance: anche se hunk mi ha fatto la tisana della buonanotte
vive la lance: mi ha fatto solo pisciare un sacco
vive la lance: penso che al momento il mio flusso sanguigno sia per il 50% caffè??
vive la lance: è un male??
vive la lance: troppo tardi
vive la lance: in ogni caso amico dove sei??
vive la lance: non dirmi che te ne sei dimenticato
vive la lance: o che seiin ritardo
vive la lance: o che mihai abbandonato
vive la lance: o che hai fatto un incidente e sei in ospedale
vive la lance: tiprendo a calci in culo keith kogane giurò che lo faccio
vive la lance: keith
vive la lance: keith
vive la lance: keith
fuck off: e che cazzo lance BASTA
vive la lance: eccoti!
vive la lance: beh più o meno
vive la lance: dove sei?
vive la lance: fisicamente intendo
vive la lance: e sarà meglio che la risposta sia “ci sono quasi”
fuck off: sono qui
fuck off: alla scuola
vive la lance: cosa davvero?
fuck off: sono qui da un’ora
fuck off: al piano di sopra, ora scendo
vive la lance: sei arrivato prima?
fuck off: sì
vive la lance: oh
vive la lance: bene
fuck off: è importante anche per me lance non voglio mandare tutto a puttane
vive la lance: lo so lo so
vive la lance: sono solo nervoso
fuck off: lo so
fuck off: ma andrà bene
vive la lance: puoi starne certo
vive la lance: cerca solo di far bene la tua parte fenomeno
vive la lance: comunque ti sei ricordato di metterti il tuo plaid rosso vero?
fuck off: sì?
vive la lance: bene ;)

Keith si rimise il telefono in tasca mentre scendeva le scale e si avviò verso il salone principale. Le audizioni si tenevano nella stanza 1°, una delle più grandi del piano terra. Controllò rapidamente che ore erano; mancavano dieci minuti allo scoccare dell’ora, l’orario programmato per l’inizio. Tutti fluivano dentro la stanza tranne Lance, appoggiato al muro fuori dalla porta col piede appoggiato al muro e le mani in tasca.

Sollevò lo sguardo mentre Keith gli si avvicinava, e il suo volto si aprì in un grande sorriso.

“Mi prendi in giro.” Disse Keith, aggrottando le sopracciglia e incrociando le braccia al petto.

Lance non aveva bisogno di una spiegazione per sapere di cosa stava parlando. Si staccò dal muro e allargò le braccia. “Cosa ne pensi?” Incrociò le caviglie e si esibì in una piroetta fluida.

Keith inarcò un sopracciglio. “Penso che sei un idiota.”

“Aww, non fare così, Keith. Stiamo bene!”

“Sai che sono solo delle audizioni, vero? Non ci giudicano per l’aspetto. Solo per come balliamo.”
“Beh, , ma apprezzeranno il nostro sforzo in più. Non capiranno mai che avevamo solo due settimane per prepararci.”

“Non penso che si faranno ingannare da degli abiti coordinati.” Rispose Keith, impassibile. “Tutti i giudici ci hanno visto iscriverci alle audizioni in singolo.”

Lance si limitò a scrollare le spalle e posò le mani sui fianchi. Il suo sorriso si tramutò in qualcosa di più simile a un sorrisino. “Dai, si tratta solo di far scena. Ufficialmente l’apparenza potrà anche non contare, ma salteremo sicuramente all’occhio.”

“Spero per un buon motivo.”

Lance fece un verso scettico e si avvicinò, passandogli un braccio attorno alle spalle. “Abbi un po’ di fiducia in me, Keith, amico, vecchio mio. Abbiamo questo fantastico gioco di dualità nel nostro ballo, no? E ora quel concetto viene rafforzato dalla nostra stupenda tenuta casual di fuoco e ghiaccio.” Disse, dondolando le sopracciglia e tirando le estremità del suo plaid sbottonato.

Assomigliava quasi in tutto e per tutto a quello di Keith, tranne per il fatto che era blu invece che rosso. Lo portavano entrambi aperto con una maglia nera sotto, e avevano arrotolato le maniche fino ai gomiti. Entrambi indossavano dei jeans neri. Il modo in cui il nero e il blu facevano risaltare il tono di pelle di Lance, mettendo in evidenza i suoi avambracci ben definiti… merda, ma da dove l’aveva tirato fuori? Non era giusto che la metà del tempo si vestisse come un barbone e l’altra come uno stronzo e stesse sempre e comunque bene. Che rabbia.

Keith alzò gli occhi al cielo. “Fuoco e ghiaccio, huh?”

“Già, fa figo, vero?” Lance sorrise e Keith gli rivolse uno sguardo di sbieco. Si rifiutò di voltare la testa del tutto. Erano già fin troppo vicini così com’erano. Gli rivolse uno sguardo piatto, ma sentì un sorriso tirargli le labbra. “Tu sei il fuoco perché sei Mr. Testa Calda. Io, ovviamente, sono il ghiaccio per il mio sangue freddo.” Sollevò il mento, sistemandosi il colletto.

Keith sbuffò col naso.

La stanza era affollata. Molto più affollata di quando si erano tenute le audizioni in singolo. Ma immaginò che ce lo si dovesse aspettare dato che tutti si presentavano in coppia. In ogni caso, la sua ansia nel trovarsi in uno spazio così affollato, circondato dal suono di tutte quelle voci, non era troppa. Non quando aveva ancora il braccio di Lance sulla spalla che lo guidava attraverso la stanza verso Pidge e Hunk, appoggiati al muro con Shiro e Allura.

Hunk e Lance si scambiarono un pugnetto. Shiro appoggiò una mano sulla spalla di Keith con fare incoraggiante. Pidge alzò i pollici. Allura gli rivolse un sorriso raggiante e li salutò con la mano. Keith e Lance si sistemarono vicino a loro e… era confortante averli lì. Lo aiutava a rilassarsi dato che i suoi nervi sfrigolavano ancora per l’anticipazione. Era facile ignorare la stanza che continuava a riempirsi quando era così appicciato alla bolla di familiarità dei suoi amici più stretti.

Quando scoccò l’ora, Coran apparve improvvisamente nella stanza, senza tardare neanche di un secondo. Salutò tutti e iniziò il suo discorso preparato, più o meno come aveva fatto alle audizioni in singolo. Quando ebbe finito, fece un inchino fin troppo formale in un modo che ricordava quasi Lance e si spostò di lato, verso il tavolo dei giudici.

L’ordine seguito era quello di iscrizione. Il che, sfortunatamente, significava che Keith e Lance erano ultimi. Quando venne data la notizia, Keith sospirò. Odiava esibirsi per ultimo. Avrebbe preferito andare per primo piuttosto che rimanere seduto lì e ribollire nell’attesa.

Al rumore del suo sospiro, e a quella che poteva solo presumere essere un’espressione acida sul volto, Lance si sporse verso di lui e sussurrò: “Ehi, non ti preoccupare, andremo alla grande.”

Keith si iscurì, ingobbendo leggermente le spalle, e si lasciò scivolare verso il basso lungo il muro. “Non sono preoccupato.” Borbottò. “È solo che non mi piace andare per ultimo.”

Lance sbuffò piano col naso, toccandogli la spalla con la sua. “Ma che dici? Andare per ultimi è il meglio. La prima cosa che si ricordano è l’ultima che vedono, sai? Gli rimarremo talmente impressi che dovranno darci uno di quei posti.”

Keith sollevò lo sguardo, sentendo la sua espressione addolcirsi quando incontrò il sorrisino sicuro di sé di Lance. “Certo che sei proprio uno sbruffone.”

“Non eri tu che mi avevi detto di esserlo?”

Keith si limitò a sorridere.

La lista dei partecipanti era più lunga di quello che Keith si era aspettato. O forse era il tempo che scorreva più lento quando guardava gli latri ballare? Non ne era sicuro. Alcuni dei loro avversari erano bravi, ma altri avrebbero potuto migliorare di molto. Li osservò tutti con occhio critico, ma non per giudicarli. Si limitava a guardare la loro coreografia, curioso di vedere che cosa si fossero inventati. La metà del tempo non guardava neanche che cosa stavano facendo, ma piuttosto che cosa avrebbero potuto fare in potenza, se solo avessero cambiato qualcosa nei loro balli.

Alle sue spalle, Lance era un fascio di nervi. Poteva anche aver fatto il gradasso con la storia di andare per ultimo, ma Keith vedeva che aveva i nervi a pezzi. Era senza pace. Con la coda dell’occhio lo vide tamburellarsi la braccia con le dita, dondolandosi senza posa sui piedi. Guardava gli altri ballerini con educata attenzione ma, durante le pause, i suoi occhi guizzavano ovunque, le labbra strette. Non parlava nemmeno, che era la cosa che preoccupava Keith più di tutte.

Keith non credeva di essere così nervoso, ma Lance stava facendo un cazzo di buon lavoro per farlo sentire agitato.

La tensione si distese un poco quando venne il turno di Hunk e Pidge. Lance si tirò su a sedere, incrociando le gambe e sporgendosi in avanti, rapito. Mentre i due collegavano il telefono di Pidge e si mettevano in posizione al centro della stanza, fianco a fianco, Lance si sporse verso Keith, dandogli un colpetto con il gomito.

“Li ho aiutati io con questa.”

Keith gli rivolse uno sguardo, incuriosito. “Pensavo che non ti piacesse coreografare canzoni.”

“Infatti.” Sbuffò Lance, alzando gli occhi al cielo. “Lo vedo più come un…” Gesticolò con la mano con fare vago. “Aiutarli a trovare la giusta sintonia? Farli passare da un set di mosse all’altro? Li aiuto con i cambi e roba simile.” Guardò Keith con la coda dell’occhio, rivolgendogli un sorriso malizioso e facendogli l’occhiolino. “Stupito?”

Quello fu il turno di Keith di alzare gli occhi al cielo, ma aveva sulle labbra un sorriso bonario. “Vedremo.”

Pidge e Hunk si esibirono in una stretta di mano complicata con un sacco di pugnetti e di sventolamento di dita prima di girarsi verso il pubblico, sorridenti, mentre partiva la musica.

Iniziarono col battere i piedi a ritmo, sciogliendo i polsi. Poi, Hunk si mosse rapidamente, girando sui talloni e stendendo il braccio sopra la testa di Pidge, indicandolo. Rimase immobile e Pidge si esibì in una serie di mosse a ritmo, mosse che richiedevano una grande energia, a cui aggiunse quel suo piccolo tocco in più. Poi si spostò, girando sui talloni, e indicò Hunk per poi bloccarsi in posizione. Hunk si mosse subito, eseguendo la sua serie di mosse in pieno stile Hunk.

Poi, all’improvviso, fecero tutta una serie di pose, una per ogni beat, mantenendole solo per una frazione di secondo prima di cambiarle. La prima posa la fecero insieme, ma le altre erano diverse. Eppure, stavano bene nell’insieme. Ogni posa, per quanto diversa, si inseriva in un insieme, in una cornice che durava solo mezzo secondo prima di cambiare.

Le pose si trasformarono in danze separate, ma comunque allo stesso ritmo. Poi, batterono le mani e indicarono l’altro.

Andarono a vanti così. Prima con mosse separate e poi insieme, ma perfino quando si esibivano nelle loro mosse, ci stavano così tanto che Keith non ebbe niente da ridire. Si completavano a vicenda, dandosi il cinque e fingendo di prendersi a pugni, costringendo l’altro a cambiare mossa. E quando sembrava che stessero per iniziare a ballare ognuno per conto proprio, si sincronizzavano subito per alcuni beat. Separati, ma insieme. Sempre insieme.

Keith notò come riuscivano a compensare la loro differenza di corporatura. Invece di fare l’intero ballo fianco a fianco, come facevano molte altre coppie, erano sempre in movimento. Stavano nel loro, completando le mosse e l’energia dell’altro. Si girarono, ritrovandosi schiena contro schiena, e fecero a turno per rimanere al centro dell’attenzione per poi girarsi e mostrare l’altro. Si misero in modo che Pidge fosse quello davanti, dato che comunque non c’era modo che questi potesse bloccare Hunk alla vista.

 Quello stile di ballo era molto più energico di quello di Pidge, da quello che Keith ne sapeva, ma era anche consapevole del fatto che Pidge era decisamente in grado di sostenere quel ritmo. Avevano inserito anche molti dei gesti ampi tipici dello stile di Hunk, ma c’erano anche delle mosse eleganti e secche che venivano chiaramente da Pidge. A un certo punto, la musica rallentò e i ballerini con essa, muovendosi con il fluido controllo di cui Pidge era un maestro. A dirla tutta, Keith fu sorpreso da quanto bene Hunk riuscisse ad eseguirle, ma immaginò che ballasse con Pidge da molto, quindi era più che normale che avesse assorbito un paio di cose.

I loro movimenti si fecero rigidi, il loro corpo molleggiava a ogni piccolo passo come se si muovessero sulle idrauliche. Poteva quasi sentire il vapore e lo scricchiolio del metallo in ogni loro movimento. E sebbene entrambi si muovessero per conto loro, senza sincronizzarsi con l’altro, il tutto stava bene insieme. Come due ingranaggi, uno piccolo e uno grande, che si muovevano in maniera indipendente, ma insieme.

Terminarono in piedi, rigidi, con una mano verso l’alto, poi si piegarono lentamente in avanti, abbassando le braccia sul petto a mo’ di inchino.

Il pubblico applaudì ed esultò come aveva fatto con le esibizioni precedenti, ma a Keith piacque credere che il loro tifo fosse più entusiasta del solito. Forse, pensò, c’entrava il fatto che Lance stava praticamente urlando di fianco a lui.

Non molto tempo dopo, venne il turno di Shiro e Allura.

Quando chiamarono i loro nomi e la folla li vide alzarsi in piedi, si sollevò un mormorio concitato. Shiro e Allura erano leggendari lì ad Altea. Erano decisamente il miglior duo che c’era lì dentro e nessuno aveva mai provato a dimostrare il contrario. Arrivati a quel punto, le audizioni erano nient’altro che una formalità per loro. Si sapeva che sarebbero passati, ma tutti erano felici di poterli comunque ammirare.

Di sicuro, a Keith piaceva guardarli ballare. Riuscivano a trasmettere una sinergia emotiva e fisica pazzesca con il ballo, ed era semplicemente incredibile. Guardare quei due, vedere come il ballo aveva aiutato Shiro a ritornare se stesso dopo aver perso il braccio… era stato il motivo principale che aveva spinto Keith a ballare.

Collegarono il telefono di Allura e selezionarono la canzone, mettendola in pausa, e lo lasciarono a Coran, prendendo posto sul lato della stanza. Keith non sapeva se fosse stato intenzionale o meno, ma poteva giurare che tutti nella stanza fossero indietreggiati di almeno un metro, allargando così la pista da ballo dal loro lato. Era risaputo che quei due sfruttavano molto il loro spazio.

Si posizionarono schiena contro schiena e, quando la musica iniziò, Keith poté giurare che l’intera stanza aveva trattenuto il fiato. Perlomeno, lui l’aveva fatto.

La musica era lenta e commovente. Si esibirono in una serie di pose, completamente indipendenti l’uno dall’altra, ma collegate tra loro in maniera sottile. Poi, quando iniziò la parte cantata, si riunirono, facendo un affondo con un passo lungo ed esagerato. Sembrava che la mano di Shiro stesse guidando Allura. Poi si separarono con un passo, piegandosi all’indietro, voltandosi, raddrizzando nuovamente la schiena. La sua mano fu in quella di lui, e fece un salto aggraziato per ritornare in posizione. Si unirono nuovamente per poi cadere a terra, supini, l’uno di fianco all’altra, ma guardando in direzioni opposte.

Allura si alzò in un ponte e Shiro passò sotto di lei, rotolando, e infilò la testa sotto le caviglie di lei, sollevando la testa e le gambe di lei con essa, dandole una spinta decisa in modo che potesse sfruttarla per portare le gambe verso di lei. Poi, si alzò di scatto, con le gambe di lei avvolte attorno al collo. Lei si gettò immediatamente a terra, in ginocchio, e lo trascinò giù con lei. La musica si fece più intensa ed entrambi rotolarono per poi saltare in piedi, esibendosi in una serie di mosse correlate.

La loro sinergia era elettrica. Ballavano in un modo che era emotivo a livello fisico, raccontando una storia. Invece di ballare seguendo la canzone, sembrava che fosse il brano a fare loro da sfondo per la loro esibizione. Si completavano l’un l’altra, i loro arti erano morbidi ma controllati. Allura non esitava mai quando Shiro la sollevava o la faceva volare. Keith poteva vedere la sua completa fiducia in lui, una fiducia che si era guadagnato dopo anni di allenamenti insieme, e per poco non gli mozzò il fiato. Dal modo in cui ballavano insieme, dalla loro scioltezza, era facile dimenticare che suo fratello aveva una protesi. Gli accorgimenti che avevano escogitato per compensare l’assenza del suo braccio era discreti, si notavano a malapena.

Il modo in cui ballavano era molto naturale. I capelli di Allura ricadevano liberi a ogni suo movimento, coprendole il volto e le spalle, ma non facevano altro che sottolineare l’emotività della loro storia. I loro volti erano rilassati, i loro occhi solo per l’altro. Era come se si fossero completamente dimenticati che si stavano esibendo di fronte a un pubblico. Come se esistessero solo l’uno per l’altra. Come se il pubblico fosse di troppo in un momento così privato.

 E quella era un tipo di sinergia, un tipo di tensione e adorazione che non si poteva fingere.

Porca di quella merda, suo fratello era cieco come un pipistrello. “Siamo solo partner di ballo” ‘sto cazzo.

Quando la musica svanì, ci fu un momento di silenzio che nessuno osò rompere. Poi, Shiro e Allura sollevarono lo sguardo, sostituendo la loro espressione lacrimevole di poco prima con dei sorrisi radiosi. Qualcuno applaudì e poi, all’improvviso, rimbombò uno scroscio di applausi. Shiro si massaggiò la nuca, sorridendo timido al pubblico e Allura gli prese la mano, guidandolo in un grazioso inchino.

“Wow…” Esalò Lance di fianco a lui.

“Già.” Perché non c’era molto altro da dire.

Poi, fu come se Lance si fosse ridestato dall’incantesimo che li aveva avvolti. Si appoggiò all’indietro su una mano, abbandonando la testa di lato, e chiuse gli occhi a mezz’asta, facendo un sorrisino. “Non sarà facile, ma li possiamo battere.”

Keith gli rivolse uno sguardo incredulo, sollevando un sopracciglio. “Batterli? Abbiamo visto la stessa esibizione, vero? Non siamo neanche lontanamente vicini al loro livello.”
Lance fece un verso di scherno e si sporse per dare un colpetto alla spalla di Keith con la sua. “Andiamo, Keithy boy, la sicurezza è fondamentale. È tempo che quella vecchia strega di tuo fratello affondi. Bisogna fare spazio alla nuova generazione, no?”

Keith sbuffò col naso per trattenere una risata. “Shiro sarebbe una vecchia strega e Allura no?”

“Pfff, che? Certo che no! Ma l’hai vista? Anche se avesse 10.000 anni sarebbe comunque bellissima.”

Keith fece un verso di assenso perché non poteva dire molto per contraddirlo.

Dopo quell’esibizione, il tempo sembrò scorrere in uno strano flusso limitato. Ci volle un’eternità prima che chiamassero i loro nomi ma, quando accadde, sembrò che il tempo fosse passato in un batter d’occhio. Keith sollevò la testa di scatto, sentendo il cuore battere all’impazzata e un picco di adrenalina scorrergli nelle vene. Lance gli rivolse un ghigno e gli afferrò la mano, tirandolo in piedi. “Andiamo, testa calda!”

Si fecero strada tra la massa di ballerini seduti, tutti ansiosi di andarsene ora che avevano finito, ma ancora lì per cortesia. Keith diede il suo telefono a Coran con la canzone già impostata. L’uomo gli rivolse un sorriso, arricciandosi pigramente un baffo. Nei suoi occhi c’era uno strano luccichio di quello che Keith pensò fosse divertimento, e disse: “Buona fortuna, ragazzi.”

Keith gli rivolse un piccolo sorriso e un cenno del capo, raggiungendo Lance che era già in piedi al centro della pista, muovendo le braccia avanti e indietro mentre si dondolava sui talloni.

“Pronto?”

“E tu?”

“Pfff, posso fare questa stronzata, davvero. Cerca solo di starmi dietro, mullet man.” Gli scoccò un sorrisino e un occhiolino prima di dargli la schiena.

Keith si avvicinò e appoggiò la schiena a quella dell’altro, prendendo le braccia dell’altro.

“Rilassati.” Disse sottovoce.

“Sono rilassato.” Sibilò Lance di rimando.

“Posso sentire quanto sei teso, idiota.” L’altro rimase in silenzio per un momento, quindi Keith continuò con voce più dolce. “Ce la puoi fare, Lance. Quindi rilassati.”

“Grazie.”

Non ebbero più tempo di parlare perché Coran fece partire Could di Elderbrook.

Non appena partì la musica si immobilizzarono entrambi, concentrati. Keith sentì la musica strisciargli sottopelle, muovendo i fili della sua memoria muscolare. Non doveva pensare. Era solo un’altra prova. L’ennesima volta che ballavano quella canzone. La conosceva, sapeva che ce la poteva fare. L’ansia e il nervoso che avevano montato durante l’attesa uscirono da lui a fiumi, lasciandolo concentrato al massimo. Nonostante l’adrenalina che gli scorreva nelle vene si sentiva inquietantemente calmo.

Quando iniziò la parte cantata, si piegarono entrambi su un fianco per poi fare uno scatto in avanti, sciogliendo le braccia. Poi si piegarono all’indietro, intersecando nuovamente le braccia con quelle dell’altro. Sollevarono una gamba, piegandola al ginocchio, e abbassarono il loro peso, molleggiando leggermente per trovare l’equilibrio. Mantennero la posa per un paio di secondi prima di muoversi con rapidità. Appoggiarono il piede a terra, sciogliendo le braccia e sollevandole verso l’alto. Le tennero ferme, ruotando la testa verso il pubblico e muovendo anche i polsi con le mani chiuse a pugno. Poi, a ritmo, si esibirono in una serie di pose: Lance si sporse in avanti mentre Keith si piegava all’indietro, poi fu Keith quello a sporgersi in avanti e Lance quello a piegarsi all’indietro, e si dondolavano avanti e indietro facendo gesti con le mani.

Dopo una battuta di silenzio, calciarono in fuori la gamba. Poi si girarono, ballando l’uno intorno all’altro, sempre di schiena anche se facevano passi o piroettavano, calciando e girando. Si fermarono dopo una breve giravolta, schiena contro schiena. Si esibirono in una serie di mosse, gesticolando con braccia e gambe. E anche se Lance gli dava le spalle, Keith sapeva che erano perfettamente a tempo. Lo poteva sentire. Quando Lance ci si metteva, si poteva fidare del fatto che si sarebbero sincronizzati. Era un’abilità pazzesca che Keith apprezzava.

Si unirono, Keith girato verso il pubblico e Lance di schiena. Tenevano una mano l’uno sulla spalla dell’altro, la mano libera sul fianco. Poi, Keith sollevò la mano dalla spalla di Lance, facendogli fare una giravolta.

Non appena entrambi ebbero il pubblico di fronte, mossero subito i piedi a ritmo. Keith non si concentrò sulle persone che aveva davanti. Si concentrò sul suo corpo, sui suoi movimenti e su Lance, che era alle sue spalle. I movimenti erano veloci uniti ad altri più lenti per variare. Inserirono molti gesti con le mani, piccoli movimenti con i piedi e poi saltarono, lenti e controllati, atterrando sul ginocchio destro con la gamba sinistra estesa e le braccia allargate in diagonale.

Si rimisero in piedi poco a poco, fecero una giravolta e poi Keith si bloccò mentre Lance continuava a ballare, esibendosi in una serie di mosse veloce che Keith era abbastanza sicuro stesse improvvisando. Cambiavano ogni volta. Keith contò il tempo e poi fu Lance quello a bloccarsi e Keith quello a muoversi. Ad essere sinceri, quei momenti di scambio nel ballo non erano parte della visione iniziale che si era fatto Keith. Ma Lance aveva insistito e lui si era arreso, ma solo perché avevano solo due settimane di tempo per prepararsi e quelli sarebbero stati solo dei momenti in cui non avrebbero dovuto coordinarsi.

Finito il turno di Keith, ripresero a ballare insieme con movimenti piccoli e veloci ed altri ampi e lenti, scuotendo le anche e muovendo il corpo con fare sinuoso. Si abbassarono fino a terra, eseguendo un paio di pose con le gambe, sostenendosi sulle braccia, per poi riportare i piedi sotto di loro, saltando in piedi.

Il resto del ballo passò in un lampo. Keith non pensava, agiva e basta. Ci furono un paio di volte in cui Lance incespicò palesemente nella coreografia, ma si riprese in fretta. Riuscì a improvvisare un paio di passi in un modo che sembrasse naturale e poi si riattaccò con Keith. Keith gli rivolse un paio di sguardi, ma Lance non lo stava guardando. Il suo volto era fermo in una rara espressione concentrata.

Terminarono il ballo quasi come lo avevano iniziato: schiena contro schiena. Si esibirono in una serie di pose diverse per poi agganciarsi con le braccia l’uno all’altro e fermarsi sulle note finali.

Rimasero fermi per un momento e poi il pubblico iniziò ad applaudire. Poté sentire distintamente Pidge, Hunk e Allura tra tutti gli altri. Si sganciarono, distanziandosi. Keith guardò verso i loro amici e venne quasi preso in contropiede dalle loro espressioni. Hunk sembrava estatico, seduto con la schiena dritta mentre applaudiva forte e urlava. Pidge era in piedi di fianco a lui con le mani sulle spalle dell’amico, saltellando su e giù con un ghigno. Il sorriso di Allura le attraversava il volto e si era sporta in avanti per applaudirli forte, potandosi una mano vicino alla bocca per incoraggiarli. Quando incontrò gli occhi di Keith, gli fece l’occhiolino. Shiro era vicino a lei, applaudendo con un sorriso ed era quasi raggiante con quella sua espressione da fratello orgoglioso. Anche Coran sorrideva e gli batté la mano sulla spalla per poi andare a recuperare il suo telefono.

Prese un colpo quando sentì un braccio cingergli le spalle all’improvviso, forzandolo a guardare il pubblico. Lance si inchinò, costringendolo a fare altrettanto. Quando Keith gli rivolse uno sguardo di sbieco, vide che stava sorridendo con occhi spiritati e i capelli scompigliati. Aveva le guance arrossate e aveva un po’ di fiatone. Sembrava davvero tanto felice.

Keith sentì qualcosa risvegliarsi in lui e no, non andava bene. Doveva per forza trattarsi dell’euforia del ballo, soprattutto dopo un’esibizione di fronte a una folla. Non avrebbe accettato un’altra spiegazione.

“Non montarti la testa.” Disse Keith, perché non riusciva a costringersi a incoraggiare il sorriso di Lance in quel momento. Non era pronto per affrontarlo. “Ti ho visto sbagliare un sacco di cose.”

Lance boccheggiò rumorosamente, portandosi la mano libera al petto e piegando la testa per guardarlo. Teneva ancora un braccio intorno alle sue spalle. “Non lo farei mai! Keith, come osi insinuare che io non sia stato altro se non perfetto.”

Keith alzò gli occhi al cielo e gli mise una mano in faccia per spingerlo lontano da lui. “Calmati, Beyonce. Sapremo solo domani se ce l’abbiamo fatta.”

Lance incespicò all’indietro di un passo. “Aww, Keith, pensi che balli come Beyonce. Che carino.” Chiocciò.

Keith si voltò e si incamminò verso i loro amici, facendogli il dito medio da dietro la spalla. Sentì Lance ridacchiare alle sue spalle.

***

[ LUNEDÌ ]

Keith avrebbe mentito se avesse detto che non era nervoso quando parcheggiò al solito posto quel pomeriggio.

Era una sensazione davvero strana, soprattutto perché non era sicuro di cosa la causasse.

Sarebbe stato stupido pensare che non c’entravano le audizioni. Era ovvio che gli avessero occupato i pensieri. Era di nuovo quella sensazione di attesa. Non gli importava così tanto se ce l’avessero fatta o meno. Sapeva che avevano fatto del loro meglio, e certo, sarebbe stato divertente andare alle regionali, e certo, sarebbe stata una buona cosa per lui probabilmente, ma se non ce l’avevano fatta non ce l’avevano fatta. Non c’era niente che poteva farci.

Ma l’attesa per sapere se ce l’avevano fatta o no gli stava lentamente uccidendo la pace mentale.

E chi stava prendendo in giro, a quel punto voleva anche un po’ andarci alle regionali. Si era quasi abituato all’idea. E certo, va bene, lavorare proprio con Lance ancora un po’ poteva diventare del tutto orribile, ma pensava che i lati positivi avrebbero cancellato quelli negativi. E poi si erano impegnati così tanto. Sarebbe stata una delusione non farcela. Se ne sarebbe fatto una ragione, certo, ma ne sarebbe stato deluso.

Ma per quanto i risultati delle audizioni lo stessero tormentando, non pensava che fossero il solo motivo per cui era nervoso. Non… si sentiva bene e basta. Non aveva dormito molto quella notte. Il suo sonno era stato costellato di sogni movimentati che ricordava a malapena. Il ballo, i suoi amici e il sorriso di Lance. Maledizione, quella cosa stupida lo tormentava e non riusciva bene a capire perché. Non voleva capirlo.

Si tolse il casco e si passò le dita tra i capelli, sentendo l’anticipazione che gli rivoltava lo stomaco. Mise via il casco e si diresse verso la porta della scuola, pensando già a tutte le ragioni per cui non sarebbe stato male non essere passati. Non avrebbe dovuto coreografare qualcosa con Lance. Non avrebbe più avuto niente a che fare con l’atteggiamento strafottente del cazzo di Lance. Non si sarebbe stressato per le regionali. Avrebbe potuto riprendere a coreografare e ballare per divertirsi da solo. Quando aprì la porta per entrare, ebbe la sensazione di sentirsi male.

Cos’aveva che non andava?

Un sussurro di dubbio gli attraversò nella mente, ma rimase lì. Lo cacciò via. Si era già fatto degli amici in tutta quella storia. Alcuni erano amici che già aveva, tanto per cominciare. Non lo avrebbero escluso se non fosse passato alle regionali. Sarebbero rimasti lì e gli avrebbero ancora parlato e sarebbero ancora usciti insieme. Lance gli avrebbe ancora rotto le scatole a volte, no? Non pensava che la sua stupida concezione di rivalità tra loro gli avrebbe permesso di scaricarlo in tronco.

Il corridoio principale era vuoto, ma sentì del chiacchiericcio provenire dal salone principale dove si trovava la bacheca. Dove sarebbero stati esposti i risultati. Ascoltò con attenzione mentre si avvicinava, cercando di distinguere delle voci a lui familiari.

Girò l’angolo e si fermò. C’era una grande folla nel salone principale e la maggior parte si concentrava attorno alla bacheca. Coran parlava con Allura e Shiro che, notò Keith, stavano molto vicini l’uno all’altra. Della serie, più vicini che potevano senza toccarsi. E che cazzo, suo fratello era snervante. Pidge e Lance erano di fianco a loro e parlavano animatamente con un sacco di facce e gesti con le mani. Anche Hunk era lì e sorrideva, ascoltandoli.

Fu lui il primo a vedere Keith. Sollevò lo sguardo e il suo sorriso si fece più grande, facendogli un cenno. Keith sollevò una mano per salutarlo proprio quando Lance si irrigidì, drizzando la schiena e voltandosi. Incontrò lo sguardo di Keith e il suo volto si aprì nel sorriso più grande che Keith avesse mai visto in tutta la sua vita.

“Keith!”

Lance gli fu subito vicino, puntandolo dall’altra parte del salone e stritolandolo in un abbraccio ammacca-costole, sollevandolo e facendolo piroettare. Era stranamente simile a quello che aveva fatto in libreria molti giorni prima. La tensione che sentiva nello stomaco si allentò e sentì una stretta al petto, e oh merda, no. No no no no. Keith non ci stava.

“Porca vacca, Lance.” Riuscì a grugnire Keith quando Lance lo rimise a terra e lo lasciò andare, permettendo ai suoi polmoni strizzati di prendere un respiro tremulo.

“Vieni!” Lance non perse tempo e gli afferrò il braccio, quasi trascinandolo per il salone. Keith incespicò dietro di lui per poi ritrovare l’equilibrio. Lance si fece strada tra la folla fino a raggiungere la bacheca.

“Lance, ma che stai-”

“Guarda.” Disse, lasciando andare il braccio dell’altro per indicare un foglio di carta attaccato alla bacheca. Poi, Keith capì che cosa stava guardando. Sul foglio c’erano due colonne, una con scritto “singolo” e l’altra con scritto “duo”. Lance stava indicando i loro nomi.

Keith ebbe a malapena il tempo di capirlo prima che Lance si girasse per guardarlo con la coda dell’occhio. Aveva gli occhi a mezz’asta e le labbra arricciate in un piccolo sorrisino, sicuro di sé. Praticamente trasudava sicurezza e, anche se non ribolliva più di felicità, quel sentimento era ancora lì. Si era placato in qualcosa di più pacato, più sincero, più genuino. Lo poteva vedere nelle rughette intorno agli occhi, nel modo in cui le sue iridi blu scintillavano, nella curva del suo sorriso e nel suo accennato rossore sulle guance.

“Ce l’abbiamo fatta.” Disse, con una voce stranamente bassa tra tutto quel chiacchiericcio e quelle urla entusiaste che li circondavano. Ma Keith lo sentì forte e chiaro. “Siamo una grande squadra.”

Con uno strano senso di distacco, Keith sentì più cose nello stesso momento. Il suo volto era in fiamme e il calore gli strisciava lungo il collo fino alle orecchie. Il petto era stretto in una morsa e sembrava che non riuscisse a prendere niente più di un tremulo respiro. Il cuore ebbe un fremito nel petto per poi iniziare a battere fin troppo forte per compensare. Uno strano brivido di shock gli percorse il corpo dal petto fino alle dita dei piedi.

E fu con quello strano senso di distacco che Keith comprese tre cose.

Uno: nessuna di quelle reazioni aveva a che fare con il fatto che erano passati alle regionali.

Due: Lance Mc-fottutissimo-Clain era assolutamente e indiscutibilmente stupendo.

Tre: lui, Keith Kogane, era decisamente e inevitabilmente fottuto.


 

Note dell'autrice: Reference per i balli:

Audizione di Hunk e Pidge: Scream - Usher
Audizione di Shiro e Allura: Let It Go - James Bay
Audizione di Lance e Keith: Could - Elderbrook

(NB: queste sono semplicemente le canzoni e i balli che pensiamo possano aver fatto e a cui ci siamo ispirat*. Potete immaginarli ballare su qualunque canzone vi piaccia. È questo il bello delle Dance!AU.)

Allacciate le cinture, ragazzi. Questa fic diventerà molto più gay da qui in avanti B)

Piccolo reminder: le tag che controlliamo su Tumblr sono "fic: shut up and dance with me" e "fic: suadwm" se volete urlarci cose.

Aggiornamento: Hanno fatto una fanart dell'imbarazzante foto da teenager condivisa nella chat di gruppo! Ammirate i Gemelli Emo!

PER FAVORE, NON RIPOSTATE I DISEGNI DI QUESTA FIC! Rebloggateli dall’artista in persona QUI.
Il mio Tumblr
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