Ciao!  Faccio parte del Giardino di EFP e mi è stato dato un obbligo ad un gioco, quindi eccomi ad assolverlo (no, non avrei scritto di Rose altrimenti e non mi pare particolarmente comico...)



scrivi una breve storia (scegli tu la lunghezza) comica in cui il protagonista è un personaggio che non sopporti
 
 
Il fatto che Rose viaggiasse con il Dottore da ormai due anni non le aveva ancora del tutto fatta rendere conto che stesse crescendo più velocemente di quanto gli altri credessero. Infatti era difficile far comprendere alle persone che non aveva più diciannove anni come sembravano credere e come il suo documento d’identità dichiarava.
Il Dottore, d’altro canto, non si interessava particolarmente a quei dettagli, non era per cattiveria se lui la considerava una bambina e la vedesse come tale. Probabilmente anche se avesse avuto cinquant’anni gli sarebbe parsa tale. Almeno in confronto a lui era una bambina.
 
Rose era più che determinata a far comprendere al Dottore che non solo era ormai adulta, ma non aspettava che lui, come si aspetta il proprio Principe Azzurro. Per quello quel giorno si mise i migliori vestiti che avesse a sua disposizione, una maglietta aderente con una buona scollatura e dei jeans altrettanto aderenti per attirare la sua attenzione.
Purtroppo era da qualche giorno che non vedeva il Dottore, beh, lo aveva intravisto qualche volta in giro per Londra, anche se era vestito in modo strano e non l’aveva mai salutata. Non era mai venuta a conoscenza che il Dottore amasse il verde e il nero, era convinta che gli piacessero colori più… luminosi, come il marrone e il blu TARDIS, ma non si poteva mai dire con quell’uomo.
Una volta l’aveva persino seguito fino alla porta di quella che non era certo una Cabina Telefonica Blu anni sessanta. Era un po’ sconvolta da questo fatto. Perché non era venuto a trovarla? Probabilmente si era sbagliato indirizzo. Che cosa nascondeva il 221B di Baker Street che lei non avesse?
Quindi si era fatta il piano di andarlo a salutare, così magari l’avrebbe aiutato con qualche caso che sicuramente stava seguendo in quel momento, d’altronde era la sua Companion, no?
Magari l’avrebbe anche vista per quello che era davvero, magari si sarebbero messi insieme e avrebbero vissuto la loro esistenza felici. Sì, sicuramente sarebbe andata così.
Quindi eccola vestirsi e dirigersi a quel determinato indirizzo, non ci voleva poi così tanto, Baker Street era abbastanza facile da raggiungere con qualsiasi mezzo.

Era appena passata l’ora del tea quando giunse a quel particolare indirizzo, era un orario abbastanza giusto per fare visita ad un amico e il Dottore era ben più di un amico per lei. Suonò al campanello e una gentile signora anziana le aprì dicendole di accomodarsi.
- Un altro caso?- Chiese la voce di quello che doveva essere a tutti i costi il Dottore, poco prima di uscire da una porta che, sinceramente, Rose non aveva visto al primo sguardo, rimettendosi a posto la cravatta nera.
Non ci fu risposta, anche perché Rose rimase immobile a fissarlo.
- Dottore?- Chiese, sorridendo. L’uomo si volse a guardarla perplesso, le sopracciglia che si aggrottavano, una mano che scivolava in tasca.
- Lo conosci?- Chiese, continuando a guardarla.
- Dottore, non mi riconosci? Sono Rose, la tua companion!- Chiese, sempre più perplessa.
L’espressione dell’uomo si fece se possibile più dura ed arrabbiata. Per fortuna dalla stessa stanza in cui era appena uscito quello che a conti fatti non era il Dottore uscì un uomo pallido ed alto, dagli occhi azzurri ed intelligenti e i ricci capelli mori che toccò la spalla del primo uomo e si avvicinò al suo orecchio a sussurrargli qualcosa che riuscì a far alleggerire le spalle di quello che Rose era ancora convinta fosse il Dottore.
- Rose Tyler, giusto?- Chiese il moro, osservandola da testa a piedi, come a valutarla. – Immagino che il Dottore non ti abbia ancora detto di noi. Dagli abiti che indossi stavi cercando di far colpo su di lui, magari sperando che ti vedesse più matura di quanto in realtà tu sia, dal rossetto direi che speravi in un appuntamento importante.-
-Ma… ma… voi chi siete?- Domandò Rose ad occhi sgranati.
- Sherlock Holmes, il marito del Dottore, piacere e lui è Barty.- Li presentò entrambi il moro un guizzo negli occhi di un puro divertimento sadico. – …Come ti definiresti?- Chiese poi volgendosi verso l’altro. – Diresti che… fidanzato funzioni bene?-
Barty ghignò, allungandosi a baciare Sherlock sulle labbra, seppur senza davvero staccare gli occhi dalla biondina davanti a loro che avrebbe fatto meglio a sparire in quel preciso momento.

***

Quando due ore dopo il Dottore giunse si domandò come mai suo marito e il suo attuale amante stessero ghignando apertamente davanti a due tazze di tea fissando una macchia sospettosamente rossa sul tappeto e in che modo c’entrasse la telefonata che aveva ricevuto da Rose stessa che lo pregava di non vedersi più.