Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: Biblioteca    07/06/2020    2 recensioni
In un diario, un'anonima protagonista racconta una brutta esperienza.
Perseguitata da incubi e in particolare da un mostro (che appare anche fuori di essi), convinta di non poter trovare conforto nè in famiglia nè con la terapia condotta dal dottor Callisto, si butta tra le braccia di ASIM, un guru del web che ha le sue stesse visioni e che dipinge ossessivamente immagini di quello e altri mostri.
Ma quando il lavoro di "purificazione" inizia, la protagonista capisce che qualcosa non va e inizia a sospettare che forse il mostro e il guru non sono nemici ma alleati.
Nasce così una nuova teoria della cospirazione che sconvolgerà definitivamente il precario equilibrio della ragazza.
(Storia in via di pubblicazione su Wattpad: https://www.wattpad.com/908112403-mostro-7-dicembre-2019)
Genere: Angst, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
7 giugno 2020
Questa mattina mi sono svegliata presto. Ho fatto la doccia e poi mi sono allenata. Ho trovato dei video su youtube di stretching e ho iniziato a farlo ogni mattina, da qualche giorno ormai.
Poi c’era la spesa. Voleva andare mamma ma sono andata io. Non c’era molta fila, né tanta gente dentro.
Ma per la prima volta ho rivisto il Mostro. Era nella zona “prodotti in scatola” in piedi a fissarmi, ancora dotato di naso e bocca, sorridente. Mi ha fatto uno strano cenno con una delle braccia storte. Poi è sparito. Credo che il tutto sia durato una decina di secondi, anche meno. Tempo di apparire e alzare il braccio.
Ho sentito il panico salire ma è stato diverso dal solito.
Mi sono allontanata con calma, senza sentirmi le budella stritolate da dita o il fiato corto.
Mi ero appena allontanata che un rumoraccio è esploso dalla zona dei “prodotti in scatola”: la struttura che reggeva gli scaffali è crollata e meno male che non ero lì; non credo avrebbe potuto uccidermi, ma di sicuro mi avrebbe fatto male.
Sono stata tra gli ultimi a pagare, mentre i cassieri si avviavano alla chiusura “per riparazioni”.
In realtà ho preso praticamente metà della spesa da fare, ma non avevo alcuna voglia di restare lì dopo quanto accaduto. Ho comprato il resto nel pomeriggio.
Poi ho sentito prima Billy (ma non ho voluto parlare di ASIM e per fortuna lui non ha chiesto nulla) e poi Alice.
Ho deciso che domani andrò ad aiutarla a pulire il parco.
 
Quindi alla fine, non è cambiato nulla. O forse no.
Ormai credo che il Mostro sia destinato ad apparirmi ogni volta che qualcosa nella mia vita andrà storto. Sarà un monito per dirmi che qualcosa non va. E credo che sia giusto così. Non è forse questo il vero motivo dell’esistenza del dolore, dell’ansia, dell’angoscia e di tutto il negativo che abbiamo dentro? Un monito, per avvisarci che siamo in pericolo? A volte sarà giustificato, a volte no. Ma finchè ci sarà avremo una possibilità in più di farcela.
Inoltre, mi sono resa conto che ormai ciò che mi spaventa di più di tutta questa storia è davvero solo ASIM. E il fatto che probabilmente non saprò mai quale verità si sia mai celata dietro di lui.
Alla fine la notizia del suo suicidio è stata ripresa anche da qualche giornale più “ufficiale”, sebbene tratta in modo ancora più vago e generico.
Sono arrivati a non mettere il suo nome, ha definirlo “un uomo di quarant’anni, noto su internet con uno pseudonimo, ora introvabile, poiché ha cancellato tutte le pagine a lui appartenenti”. (scrivo leggendo la news sul telefonino)
Le versioni dei soli cinque articoli coincidono: ufficialmente giornalista, con ex-moglie e figlia, morto suicida dopo aver cancellato le sue pagine web e praticamente distrutto quello che aveva in casa. Solo due invece, il principale e un altro, accennano alla scritta sul muro.
Grottesco, ma evidentemente non abbastanza appetitoso per la stampa.
Mi aspettavo di essere chiamata da qualcuno del comando di polizia. Anche perché lui si era vantato di avere i miei dati.
Ma non è successo.
Ho pensato a un suo possibile ritorno all’improvviso ed è questa la cosa che mi spaventa di più.
Ma qualcosa dentro di me, come questa sensazione di sentirmi veramente libera dalla sua sovrapposizione, mi suggerisce che non è così. Non tornerà, o comunque non tornerà per me. E se lo farà, avrò comunque un Mostro al mio fianco.
Credo comunque che mi porterò dietro questa storia per un bel po’. Adesso guardo a tutti i blog di occultismo e spiritualità con un occhio molto più critico. Sento addirittura una forte avversione ora verso queste tematiche.
Sono arrivata, nella mia ricerca di un nuovo psicologo con cui iniziare un percorso, a scartare un paio di dottoresse che mi sembravano molto qualificate proprio perché avevo letto sui loro profili professionali cose inerenti a questi temi: yoga per una, viaggi scamanici per l’altra.
Alla fine ho trovato una persona che mi sembra perfettamente in equilibrio: ha fatto una tesi di dottorato dedicata al lutto e alla percezione della morte nella società.
Credo che non sia una di quelle persone che vuole vederti sorridere a tutti i costi durante la seduta. Ho scritto a Callisto a riguardo. Vedrò che mi risponderà. Sicuramente la terapia inizierà a settembre, e credo sia meglio così. Anche perché voglio prendermi l’estate per chiarirmi le idee.
 
Non so cosa è realmente successo e credo non saprò mai chi fosse realmente ASIM. Se era davvero solo, talmente solo da non avere neanche un Mostro dentro, o se in realtà erano più persone che lo manipolavano con un certo scopo, magari legate proprio al mio e/o ad altri Mostri. O addirittura se tutto questo non sia stato solo un gigantesco brutto sogno.
Le chat di prova ci sono, ma oggigiorno si può falsificare anche una chat. E questo diario di certo non è una prova.
Potrei essermi inventata tutto, direbbero, aver scritto pagine intere in preda chissà a quale follia. Magari solo per farmi notare.
 
Eppure, io continuo a credere che qualcosa in questa storia deve essere vero.
Sicuramente sono stata vera io. Nella mia convinzione a voler lavorare per migliorare e trovare risposte, sicuramente ossessiva, forse un po’ malata, ma coerente fino alla fine. Rileggendo le pagine di questo diario so che da un certo punto di vista non ho nulla di cui farmi perdonare o di cui chiedere scusa: ero sempre presente agli appuntamenti, ho cercato di essere ligia e di fare quanto richiesto.
Dall’altro lato però sono colpevole di molte cose, come il fatto che non ho dato ascolto all’angoscia che mi pervadeva, né reale importanza a ciò che mi circondava. Ho bruciato la possibilità di una buona terapia con Callisto, perché dall’inizio non gli ho detto che non mi piaceva il metodo scelto. Ho rischiato di mandare all’aria per sempre il rapporto con i miei genitori, senza rendermi conto di quanto alla fine io sia sempre stata per loro importante. Hanno sbagliato su tante cose e continueranno, come ho sbagliato io e continuerò. Ma ammetterlo è il primo passo per sperare un giorno di non fare perlomeno errori gravi o irreparabili. E soprattutto ho sbagliato a denigrare sempre i successi ottenuti: ok, la scuola non mi è mai piaciuta, ma almeno alla triennale finita ci sono arrivata. E comunque se continuo a concentrarmi su queste cose e a viverle così male, non saprò mai cosa voglio fare davvero.
 
Alla fine, credo è tutta una questione profondamente personale. Non importa chi sei o dove stai, se stai male con te stesso starai male ovunque. Alla fine, cercare di migliorarsi può diventare qualcosa di profondamente controproducente, perché vorrai sempre di più, sempre di più… fino a cancellare completamente te stesso. Alla fine era quello il nulla che sentivo. La sensazione di cancellarmi.
E comunque, migliore di chi? Ora me lo chiedo. Sono partita che volevo dormire meglio e sono arrivata a non sapere più chi ero.
Forse anche per questo sono riuscita, per la prima volta, a parlare con il Mostro di vendetta e a chiederla senza paura. Proprio perché non ero quello che ero di solito: una persona che manda giù qualsiasi cosa senza fiatare; al massimo si allontana silenziosamente da quello che le fa male.
 
Ma ora non lo voglio fare più.
Ora voglio essere chiara. Voglio avere il coraggio di parlare sinceramente con la mia nuova dottoressa, e dirle davvero come stanno le cose e in caso cambiare di nuovo.
Voglio dire ai miei genitori quello che sento e quello che faccio. Non tenermi tutto dentro e inventare storie.
Voglio uscire con le persone, fregandomene se risulterò odiosa e senza scappare più.
Voglio “vendicarmi” subito di qualunque ingiustizia, invece di conservare rancori tremendi e lunghi.
Voglio addormentarmi, sognare il Mostro e invece di svegliarmi di soprassalto parlare con lui. Anche perché è stato l’unico a darmi delle risposte degne di questo nome.
 
Ci vorrà del tempo.
Mi sento ancora molto spaventata e avvelenata. Anche perché quanto successo non mi è affatto chiaro. E poi c’è da dire che le condizioni in cui riversa il mondo intorno a me sono piuttosto brutte. Non invitano all’apertura.
Ma quando mai, storicamente, il mondo umano non è stato ostile agli umani stessi? Mai. Anche perché tutti gli esseri umani portano con loro dei Mostri. E se li perdono, diventano loro i Mostri. Con queste premesse l’ostilità reciproca è inevitabile.
E forse è proprio non lo abbiamo accettato che viviamo così male sia la solitudine che la socialità.
Stiamo male con i nostri Mostri, stiamo male con quelli degli altri.
 
Non so che succederà adesso.
Non so che farò.
Forse questi buoni propositi non si realizzeranno mai. Forse rimarrò chiusa nelle mie ossessioni (quelle che verranno). Forse continuerò a non trovarmi con il mondo che mi circonda. Forse cercherò un altro maestro e cadrò di nuovo in mani sbagliate. Forse alla fine dirò alla dottoressa quello che vuole sentirsi dire. Forse finirò per non parlare tanto volentieri con mia madre.
Ma finchè sarò qui, avrò ancora la possibilità di fare qualcosa di diverso. Di cambiare direzione. Magari non sarò mai una persona migliore, ma riuscirò a stare meglio di adesso. Pensandoci, “stare” è parzialmente collegato al verbo essere, quindi se starò meglio, forse riuscirò anche ad essere meglio, parlando rispetto a me stessa e non a qualcun altro.
 
Mentre scrivevo quest’ultima frase, il Mostro è comparso di nuovo.
Ci siamo guardati e per la prima volta ho ricambiato il suo sorriso. Mentre lo facevo ho avuto la sensazione della mia faccia che si deformava e diventava spaventosa quanto la sua. Mi sono girata verso lo specchio ed era proprio così.
Sono diventata un Mostro. Un Mostro ghignante, che sente dentro la potenza della sua stessa cattiveria. La stessa sensazione che avevo quando osservavo i numeri dell’epidemia e mi veniva da sorridere. È anche il sentimento provato quando ho letto della morte di ASIM: non sono stata io a spingerlo al suicidio, ma mi sono sentita responsabile e quindi potente e finalmente libera; tutto il male che avevo ricevuto, in qualche modo era stato riportato al legittimo proprietario.
Nel modo più violento possibile; e la cosa mi aveva reso felice all’inverosimile. Tanto che non ero stata neanche in grado di riportare quel sentimento nel mio diario.
 
 
 
Mi sta bene. Va bene così.
Se cercare di essere migliori vuol dire diventare come ASIM, posso anche accontentarmi dell’essere una persona normale pronta a trasformarsi in Mostro quando necessario.
Ora so che posso farlo anch’io.
E non è un potere da sprecare.
È solo grazie al Mostro che ora lo so. Grazie Mostro.
 

 



















 
 
 
 










(Note finali: Cari lettori e lettrici, grazie per essere arrivati fin qui. Qualunque parola rovinerebbe la storia e la sua atmosfera. Mi limito perciò a dirvi che per quanto questo finale possa sembrare tirato, chiedo umilmente scusa e spero che comunque si sia colta l’inquietudine anche in questo finale di tutta la vicenda. Quando ho iniziato a scrivere le pagine del diario, avevo stabilito che la storia avesse solo trenta capitoli e che comunque ho dovuto cambiare molto rispetto a come era stata originariamente pensata per via del lockdown. Anche se devo dire che alla fine è risultata ancora meglio in queste circostanze che in quelle originariamente progettate. Non so se seguirò il formato diario in futuro, ho sempre scritto diari per me e questo è il primo che “condivido”, è un formato di struttura più difficile da gestire, ma sicuramente migliore per l’introspezione; quindi probabilmente mi ricapiterà di usarlo. “Mostro” è iniziato il 7 dicembre del 2019 ed è finito oggi 7 giugno 2020. Grazie per aver letto fino alla fine, spero che la lettura vi abbia entusiasmato tanto quanto io mi sono inquietata nella scrittura. Alla prossima!)
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Biblioteca