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Autore: Leila 95    08/06/2020    0 recensioni
Ovviamente era iniziata come una storiella di poco conto, come un divertimento privo di ogni serietà. Quando avevano iniziato ad uscire insieme, lei e Franz, dubitava seriamente che la loro frequentazione sarebbe durata fino alla fine della settimana, o del mese…poi le settimane insieme hanno iniziato ad accumularsi mentre l’intesa fra di loro si faceva sempre più intensa e profonda. Un’intesa fisica certo – malgrado la timidezza e l’inesperienza di entrambi – ma soprattutto una comunione d’intenti, una crescente fiducia l’uno nell’altra che li aveva portati a raccontarsi i segreti più intimi, a condividere le paure e le angosce che attanagliavano entrambi.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L’AMORE SA DOVE TROVARTI
 
Ovviamente era iniziata come una storiella di poco conto, come un divertimento privo di ogni serietà. Quando avevano iniziato ad uscire insieme, lei e Franz, dubitava seriamente che la loro frequentazione sarebbe durata fino alla fine della settimana, o del mese…poi le settimane insieme hanno iniziato ad accumularsi mentre l’intesa fra di loro si faceva sempre più intensa e profonda. Un’intesa fisica certo – malgrado la timidezza e l’inesperienza di entrambi – ma soprattutto una comunione d’intenti, una crescente fiducia l’uno nell’altra che li aveva portati a raccontarsi i segreti più intimi, a condividere le paure e le angosce che attanagliavano entrambi.
 
Ci era voluto un po’ di tempo prima che lei avesse il coraggio di aprirsi a lui e raccontargli della morte di suo padre, spirato fra le sue braccia. Avevano pianto insieme quella sera, seduti sulla panchina della villa comunale, e lui l’aveva consolata come nessuno era mai stato in grado di fare prima. Malgrado facesse di tutto per negarlo a se stessa e al mondo, lei ne era irrimediabilmente innamorata, e al solo pensiero di perderlo le saliva un’incredibile angoscia.
Sua sorella più volte aveva messo il dito nella piaga, suggerendole di lasciarsi andare ai sentimenti, di non essere sempre così restia e scontrosa al contatto con lui, di proporre qualche volta anche lei qualche attività da fare insieme – tutti questi consigli la mandavano in bestia, perché sarebbe significato ammettere di provare qualcosa di più di una semplice attrazione.
 
Ora erano qui, avvinghiati in un abbraccio stretto, pronti a fare l’amore insieme. Avevano concordato il giorno e l’ora da molto tempo – un pomeriggio in cui il padre di Franz era di turno al bar e in cui la madre avrebbe accompagnato la sorellina alla scuola di danza – per essere certi di avere campo libero in casa. Frances non aveva proposto casa sua, perché vivendo con la nonna non avrebbero mai avuto l’intimità che cercavano – tra l’altro, l’idea di farlo sul suo lettino le faceva ribrezzo.
Il ragazzo allungò le mani sui suoi vestiti – rigorosamente neri come sempre – sul top leggero e sui pantaloncini che mettevano in risalto le gambe snelle, e quasi con devozione iniziò a spogliarla.
Frances era eccitata. La voglia che aveva di lui superava l’imbarazzo per la nudità, la paura che qualcosa potesse andare storto, l’ansia connessa a questo loro primo incontro. Voleva farlo suo, ed essere sua a propria volta, voleva congiungere i loro corpi come era avvenuto per le loro anime. Voleva farlo adesso e, malgrado non volesse mai cedere al romanticismo, non poteva fare a meno di desiderare un momento magico, come ogni ragazza di fronte alla sua prima esperienza. La sensazione delle sue mani sulla pelle nuda era davvero meravigliosa, come anche la passione che lui metteva in ogni bacio che le dava. Inesperto sì, ma certamente non mancava di intraprendenza.
Automaticamente si ritrovarono stesi sul lettino con le lenzuola degli Avengers – nerd che non era altro – e la nuova posizione offriva nuove possibilità all’esplorazione del ragazzo. Qui un giorno ci facciamo l’amore, le aveva detto la prima volta che era stata a casa sua, con un sorriso che tradiva la serietà di quella promessa. Era stato solo un paio di mesi prima.
 
Franz si allontanò un attimo, per poggiare gli occhiali sulla scrivania e per sfilarsi la maglietta, e fu allora che li vide: il corpo della sua ragazza era pieno di segni, di graffi, di tagli – non dappertutto, ovviamente (altrimenti se ne sarebbe di certo accorto prima) ma concentrati in alcune zone, dietro le spalle, sulla pancia, sulla parte superiore della coscia…erano tagli regolari, precisi, fatti da una mano ferma e determinata nella sua intenzione – non graffi dovuti a qualche incidente o caduta. Osservando meglio vide che ve ne erano molti altri, cicatrici di vecchi tagli ormai rimarginati ma rimasti come un promemoria inciso sulla pelle.
“Ma che hai fatto?” chiese spaventato.
Ovviamente Frances non rispose, muta e imbarazzata che qualcuno frugasse nella sua vita e nei suoi problemi. Quante volte in preda all’angoscia, ai sensi di colpa, all’opprimente sensazione di sentirsi inutile e fallita, aveva preso un coltello dal cassetto della cucina e si era inflitta quelle ferite – all’inizio erano un modo perverso di sentirsi meglio, ma con il passare del tempo avevano perso anche quell’effetto ed erano solo sfregi sulla sua pelle.
“Vuoi dirmi cosa sono tutti questi tagli?!” insistette Franz. Non si volle dare per vinto e proseguì, un sussurro all’orecchio di lei: “È da molto tempo che ti fai questo?”
Frances rimaneva muta, sorda ad ogni sua domanda. Non voleva intavolare quella discussione, non voleva parlare delle sue debolezze – non con lui, non in quel momento. Tutto quello che chiedeva era di fare l’amore con lui, una cosa che per troppo tempo aveva desiderato e atteso.
Resosi conto che non avrebbe ottenuto una risposta da lei, Franz la sorprese con la sua tenerezza. Prese ad accarezzare e a baciare ogni ferita, ogni segno sulla sua pelle, anche quelli vecchi e ormai rimarginati, senza smettere mai di guardarla negli occhi. Smise di fare domande, di chiedere i motivi di quei gesti disperati – del resto ora non era così importante: avrebbero parlato a tempo debito, ne era certo, come era certo che quei tagli rappresentavano un disperato bisogno di aiuto e di amore che lui stava tentando di colmare.
Finirono di spogliarsi entrambi, e lui riprese a baciarla, con ardore, sulle labbra, sul collo, spostandole le ciocche di capelli corvini che gli avevano fatto perdere la testa e inebriandosi del profumo della sua pelle. Sentì che tremava fra le sue braccia, forse per paura o forse per la vergogna di essersi metta a nudo con lui – letteralmente e spiritualmente, ma Franz continuò imperterrito a baciarla e ad accarezzarla, ad esplorare il suo corpo meraviglioso cercando di non tradire la sua ansia. Aveva paura anche lui – in fondo, aveva solo diciotto anni e Frances era la sua prima ragazza.
La prese senza dire nulla, guardandola intensamente negli occhi velati dalle lacrime mentre lei soffocava un gemito di dolore. Si amarono con intensità, con trasporto, come solo i giovani sanno fare. Tutto era nuovo, un territorio inesplorato e misterioso, un paradiso di cui avevano appena avuto le chiavi, un vortice di sensazioni mai provate che li portò ben presto ad ansimare e gemere l’uno sulle labbra dell’altra, in un susseguirsi di baci e carezze senza fine. Le disse che l’amava, che era la cosa migliore che gli fosse capitata, ma lei ancora una volta non rispose, lasciando che fossero le sue mani e i suoi baci a parlare per lei.
 
Dopo l’amplesso Franz sentì l’esigenza di andare in bagno, e lì vi rimase alcuni minuti, fissando scorrere l’acqua dal rubinetto mentre la sua mente vagava: avevano finalmente fatto l’amore, e per parte sua era stato bellissimo, ma quei tagli sulla sua pelle non gli concedevano tregua. Perché si maltrattava così? Perché si faceva del male, sfigurando la sua bellezza e maciullandosi l’anima? Ma soprattutto, perché non voleva confidarsi con lui, che l’avrebbe ascoltata senza giudicarla come lei faceva sempre con lui?
Quando ritornò nella cameretta, la trovò a piangere. Dapprima era un pianto sommesso, quasi impercettibile, ma non appena le si stese accanto e la strinse forte a sé, Frances iniziò a singhiozzare disperata, affondando il volto nell’incavo della sua spalla affinché lui non potesse vederla. Mai come in quel momento, si sentiva vulnerabile e fragile: Franz l’aveva vista nuda, aveva toccato tutte le sue ferite, l’aveva sfiorata dove nessuno aveva osato mai. Si fidava del suo ragazzo, ciecamente, eppure non riusciva ancora ad aprirsi completamente con lui, a lasciarsi andare come avrebbe voluto. E così si limitò a piangere fra le sue braccia forti, mentre lui la consolava come poteva, accarezzandole i capelli e bisbigliandole di stare tranquilla, che era tutto a posto.
Dopo un tempo che parve interminabile, Frances parve calmarsi. Smise lentamente di piangere, prese un fazzoletto dal comodino e si asciugò gli occhi ed il naso. Tutto il suo malessere, che teneva gelosamente custodito in un angolo buio del suo cuore, era venuto a galla con quel pianto liberatorio. Un giorno gli avrebbe parlato, gli avrebbe mostrato le angosce che l’attanagliavano, ma intanto se ne stava accoccolata, stretta nel suo abbraccio che non chiedeva nulla.
 
Si rivestirono in silenzio, poi si abbandonarono ad un lungo bacio. L’aria nella stanza odorava ancora di loro, dei loro umori, e sarebbe stato difficile per Franz nascondere a sua madre quanto era appena successo, ma in quel momento non gli importava.
“Ti amo” sussurrò Frances sulle sue labbra, per la prima volta da quando stavano insieme. Quanto le era costato pronunciare quella dichiarazione d’amore, quanto a lungo si era repressa e aveva negato a se stessa di essere ormai legata a lui, anima e corpo.
Senza dire altro lasciò l’appartamento, si mise in macchina e guidò senza fretta verso casa. La sua mente ed il suo cuore però erano rimasti con lui.
 
Franz si sedette sul letto disfatto, sfiorando le lenzuola con le dita. Non era una ragazza facile, lo aveva capito da subito, ma gli piaceva e non ci aveva pensato due volte a chiederle di uscire – del resto, anche lui aveva i suoi fantasmi che ogni tanto tornavano a tormentarlo, malgrado un anno di terapia con la psicologa. Lentamente si era innamorato di lei, e quella che era nata come una frequentazione di poco rilievo era fiorita in un’intensa storia d’amore. Tutto ciò che desiderava era renderla felice, o quantomeno serena, e sperava davvero che quel momento di intimità così profonda fra di loro potesse essere il primo passo per entrambi verso una nuova dimensione della loro relazione, una dimensione in cui non ci sarebbero stati più le angosce del passato a tirarli verso il buio.

 
FINE
 
 
Liberamente ispirata.
   
 
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