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Autore: evelyn80    09/06/2020    4 recensioni
Raccolta di piccole one-shot partecipanti alla Challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Soul_Shine sul forum di EFP.
Vari momenti divertenti con protagonisti Terry Kath e/o Danny Seraphine, la mia BROTP nel fandom dei Chicago.
Il capitolo n° 10, "Invasioni barbariche", partecipa anche alla Challenge "Real life challenge" indetta da ilminipony sul forum di EFP
Il capitolo n° 17, "Disastri enologici", partecipa anche alla sfida "Prompts, our Wires" indetta da Soul Dolmayan sul sito di EFP
Il capitolo n° 19, "Io ce l'ho più grosso", partecipa anche alla Challenge "Let's Hope this Challenge will make this Christmas right" indetta da Asmodeus EFP sul Forum di EFP
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Danny Seraphine, Nuovo personaggio, Terry Kath
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Make me smile'
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Scrapbook


 

 

Los Angeles, settembre 2010


Danny tornò dalla cucina reggendo tra le mani un vassoio con due birre e alcuni tramezzini. Linda e Greta erano andate a fare shopping insieme, lasciando i mariti a farsi compagnia. I due uomini avevano finto di essere contrariati, tanto per salvare le apparenze, ma in realtà erano felicissimi di poter stare un po' da soli a chiacchierare liberamente senza doversi preoccupare di moderare i termini.
Dopo aver posato il vassoio sul tavolino da fumo, il batterista andò nella sua camera e ne tornò con in mano un voluminoso album di fotografie.
«Hai presente la foto che ci hai fatto vedere l'ultima volta che siamo venuti a pranzo da voi?», attaccò a dire, posando il grosso volume di fianco al vassoio e versando le birre in due bicchieri, per poi passarne uno a Terry.
Il chitarrista annuì.
«Beh, mi sono ricordato di avere questo vecchio album nascosto da qualche parte, così ho buttato all'aria tutta la soffitta per trovarlo. Mi ci è voluto un po', perché negli anni Linda e io abbiamo accumulato un sacco di ciarpame, ma alla fine sono riuscito a scovarlo in fondo a un vecchio baule pieno di vestiti tarmati».
Terry sogghignò al pensiero dell'amico con la testa ficcata in fondo al baule, e il suo ghigno si ampliò fino a raggiungere le sue enormi dimensioni equine alla vista delle foto in prima pagina, dopo che Danny ebbe sollevato la copertina ancora piena di polvere.
«Oddio, ma eravamo giovanissimi!», esclamò indicando alcune delle foto. «Qui addirittura non avevamo ancora lasciato Chicago!», aggiunse, alla vista di una vecchia Polaroid dai colori sbiaditi.
Prese un sorso di birra e tornò a contemplare l'album, la testa accostata a quella dell'amico.
«Guarda questa», disse il batterista, indicando un'altra istantanea che ritraeva loro due, Robert, Peter e Lee ammassati su un divanetto.
«Mamma mia, che facce!» rise di nuovo Terry, strizzando gli occhi. «Sembriamo degli avanzi di galera!».
«Già!», concordò Danny unendosi alla sua risata. «E tu ti ricordi perché stavamo facendo tutti e quattro il dito medio in croce?», domandò poi grattandosi la testa. «È da quando l'ho rivista che non faccio altro che pensarci, ma proprio non mi viene in mente che cosa ci passasse per la testa in quel momento».
Il chitarrista corrugò la fronte, concentrandosi, poi scosse il capo. «No... ero troppo ubriaco per potermelo ricordare. Non vedi che espressione avevo? Secondo me mi ero appena scolato qualcosa di molto potente».
Danny scoppiò di nuovo a ridere, rovesciando involontariamente il bicchiere di birra sulla poltrona di velluto nocciola.
«Nooooo, che disastro!», urlò mettendosi le mani sulla testa calva. «Linda mi farà la pelle, per questo, e la userà per ritappezzare la poltrona!».
«Non te la prendere...», commentò Terry stringendosi nelle spalle. «Almeno poi avrai la poltrona di pelle umana».
Il batterista lo fissò per qualche istante, prima di ribattere con un ghigno. «Però dovrai farmi un centrino da mettere sulla spalliera, allora».
«Consideralo già fatto», annuì l'omone prima di dare un morso a un tramezzino, ammiccando all'amico. «Hai qualche preferenza sul disegno?», aggiunse con la bocca piena, sputacchiando briciole a destra e a manca.
Danny sorrise. «Sì, io che suono la batteria. E con i capelli, possibilmente...».

 

Prompt n° 27 - “Ero troppo ubriaco per potermelo ricordare.”

 

Spazio autrice:

Come avrete sicuramente capito, questo capitolo si colloca temporalmente subito dopo il primo, e ad esso si riallaccia direttamente. Avrei voluto pubblicarlo più tardi, ma visto che ormai l'ho scritto e che ho voglia di pubblicare qualcosa, lo metto adesso. Naturalmente devo lasciare alcune piccole spiegazioni se mai qualcuno che non conosce il fandom volesse leggere questa raccolta.
Il titolo del capitolo, “Scrapbook” (che significa letteralmente album in inglese) è anche il titolo di una canzone dei Chicago, scritta da Robert Lamm, presente nel loro album Chicago X.
Il sorriso equino di Terry, di cui parlo spesso, fa riferimento a questa foto:

Non so perché, ma a me ricorda molto un cavallo XD.
Quando Terry dice che in una delle foto non avevano ancora lasciato Chicago, è perché prima di trasferirsi in blocco a Los Angeles i membri dei Chicago, appunto, gravitavano tutti nella zona della città ventosa ed è lì che hanno iniziato a muovere i loro primi passi in campo musicale. Poi James Guercio, il loro produttore, li convinse a spostarsi a Los Angeles, dove avrebbero avuto maggiori possibilità di successo.
Le Polaroid a colori sono state immesse sul mercato nel 1962, quindi nel 1966/67 (periodo in cui i Chicago si sono formati) esistevano già.
Naturalmente la foto che osservano i due amici con attenzione è quella a inizio capitolo. Da sinistra a destra abbiamo: Lee in primo piano; Peter, Robert con gli occhi chiusi; Terry e la sua espressione “intelligente” e Danny.
Terry che fa i centrini è una mia invenzione, caratteristica presente non soltanto in questo AU. Non so se esiste anche in altre parti d'Italia quest'usanza, ma mia mamma ha sempre messo dei grossi centrini sulle spalliere delle poltrone e dei divani.
Danny chiede di essere rappresentato con i capelli perché la sua chioma è sempre stata il suo cruccio: è rimasto calvo da giovanissimo e di questo ha sempre sofferto, tanto che per un periodo ha anche portato il parrucchino.
Spero di avervi strappato un sorriso.

  
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