Mi
vuoi?
Mi
vuoi?
Mi
vuoi?
Me lo chiedo ora, di fronte a te, mentre
leggo nei tuoi occhi accesi di luce quello che non vorrei vederci mai.
Ma è lì, quella pulsione tremenda, che rende
i passi sbagliati così eccitanti…
È lì e ti sfida.
Mi
vuoi?
Mi vuoi?
Quando ti lecchi le labbra mi piacerebbe
sfondare le barriere dei limiti umani , per
accarezzare i tuoi pensieri perversi.
Io sono lì, negli angoli più bui della tua
coscienza, dove nemmeno un tiepido raggio di luna ha il coraggio di entrare.
Ma io lo so, io so
benissimo cosa si nasconde dietro i tuoi occhi così falsamente stanchi.
Io conosco ogni tuo più piccolo desiderio.
È lì, sul tuo viso. Ti vergogni? Lo nascondi?
Non puoi. È così chiaro…
Mi
vuoi?
Mi
vuoi?
Me ne accorgo,
quando il tuo sguardo disattento scende un po’ troppo, percorre le linee
sinuose del mio corpo e si rifugia dove l’unica arma per difendersi è la
fantasia.
So che vorresti toccarmi, con quelle mani
grandi, così bianche, così rozze.
Ma non osi mai.
Ritiri i pensieri e lo sguardo. Come un’onda
del mare, troppo debole, che non sa sciogliere quella sottile barriera del
castello di sabbia e si ritira, affranta, nel silenzio dell’immensità.
Mi
vuoi?
Mi
vuoi?
I silenzi sono troppo lunghi, ormai.
E anche se so cosa pensi, ho bisogno di
parole, di certezze,
Mi volto verso di te. Le nostre mani
intrecciate si stringono in un attimo di lucida follia.
E i tuoi occhi sono
sempre quelli. Che mi sfiorano, mi assaggiano.
Mi desiderando pazzamente.
Parla.
Parla.
Le tue labbra si schiudono e si separano con
uno schiocco, secche, incollate.
Ma non dici nulla.
Ci passi la lingua. Hai sete? Di cosa?
E la fine è vicina. Lo
sento. Troppo.
«Ti amo».
Lo sai che non voglio sentirlo.
L’amore è diverso. L’amore concentra il
desiderio nelle carezze e negli abbracci, nei baci, nella semplice armonia dei
gesti.
Il nostro non è amore.
Noi non siamo amore.
Noi siamo desiderio primordiale.
Il nostro è istinto puro, che sfiora le
soglie della follia. E tu lo sai.
Tu lo
sai.
E allora dimmelo.
Abbassi lo sguardo.
Ti faccio paura? Hai paura?
Le tue labbra si muovono. Ma
non sento.
Cosa? Cos’hai detto?
Un fremito.
«Ti
voglio».
È la fine.
L’ho sentita nell’elettricità. Ora è giunta.
Mi sporgo verso di te. Guardami.
E questo bacio è
diverso. La violenza è nuova. Le pulsioni sono quelle che volevo recuperare
dalla coscienza più oscura di te.
Amami.
Mordimi con il dolore che vuoi provare solo
tu.
Io so che ce l’hai,
dentro di te.
Usami come vuoi, perché io userò
te.
Questa notte non c’è salvezza per noi.
Chiamerai aiuto.
Ma non c’è paradiso, né
inferno.
Solo follia.
Amami, perché io amerò
te.
Mi
vuoi?
Mi
vuoi?
Forse sono io…
…che
voglio Te.
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Spero vi sia
piaciuta.
È nata senza pretese.
Puntava sulla forza delle sensazioni.
Spero in qualche
recensione.
=)
Aki.