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Autore: Ino_Nara    09/06/2020    0 recensioni
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Raccolgo le ultime cose ed esco dall'università, mentre cammino il mio cellulare comincia a squillare.
“Ciao Gaelle, dimmi, hai bisogno di qualcosa?”
“No, no, ma mi sembra di disturbarti… È tutto ok?”
“Si, scusami, è che sono appena uscita dalla facoltà, mi fermo un secondo in un bar e ti richiamo, sai che non mi piace parlare per strada!”
“Ok cara, fai con comodo!”
Mi sistemo meglio la borsa sulla spalla e infilato il cellulare in una delle tasche del cappotto, mi dirigo verso un bar, che si affaccia al bordo della strada. Appena entro vengo investita da un caldo tepore e dall'odore di brioche appena sfornata; nonostante siano le sei di sera il bar è stracolmo di gente. Cerco con lo sguardo un tavolo libero, e appena lo trovo mi ci avvicino, appoggiando la borsa sul tavolino, tirando fuori un libro ed un quaderno che apro davanti a me. Prendo il telefono e richiamo Gaelle mentre comincio a dare una sistemata agli appunti che ho preso durante la mattinata. Nonostante la confusione che viene a crearsi all'interno del bar, trovo estremamente rilassante stare seduta qui, con la schiena attaccata al muro e la visuale aperta a ogni angolo del bar; da qui potrei controllare ogni persona che entra o che esce, ma mi viene più che naturale sconnettere il cervello e pensare solo alla mia amica.
“Ehi cara, eccomi! Ho trovato un bar, scusa ancora per prima.”
“Ma và, lascia perdere, è tutto a posto! Dimmi, piuttosto, sbaglio o oggi torni a casa prima del solito? Non dovresti essere in biblioteca a sistemare le ultime lezioni e studiare già per esami che dovrai dare tra più di tre mesi?”
“Non prendermi in giro, dai! Comunque si, ma oggi avevo bisogno di staccare un po' dalla solita routine, nulla di grave.”
E mentre finisco la frase un ragazzo mi si presenta davanti, chiedendomi se si può sedere al mio tavolo. Alzo lo sguardo e gli faccio un cenno con la testa, mentre avvicino le mie cose a me.
“E dimmi Blanche, perché questo bisogno di staccare dalla routine?”
“No, nulla di che Gaelle, davvero, credo solo di averne avuto bisogno…”
Prendo a picchiare la matita che tengo tra le mani sul bordo del tavolo; lo sconosciuto mi sta fissando, me ne accorgo nonostante io stia tenendo gli occhi fissi sui miei fogli.
“Sicura? Ti sento irrequieta...”
“Si, davvero. Ma tu, piuttosto, di cosa volevi parlarmi?”
“Sinceramente nulla, volevo solo sentire la tua voce, è così tanto che non ti ho fai un giro con noi altri! E pensare che io dovrei essere la tua migliore amica, non ci vediamo da una vita!”
“Insomma, non esagerare dai! Vedrò come fare, ma sono impegnata, lo sai!”
“Impegnata a studiare cara mia, come sempre!”
“Avevi detto che mi avresti supportata, nonostante la scelta di proseguire i miei studi, qualcosa non va ora?”
Mi stavo innervosendo, e di certo il ragazzo che ancora mi fissava sorridendo non aiutava per niente.
“No, non è cambiato assolutamente nulla Blanche, lo sai! Solo, adesso ti propongo questa cosa; domani è sabato giusto? E il sabato le facoltà sono chiuse, vero? Pertanto, domani sera esci con me! Andiamo al compleanno del fratello di Nick, ha detto che ha cercato di contattarti, ma come tuo solito non hai risposto alla sua chiamata. Qualsiasi sia la tua risposta cara, domani passo a prenderti! Ciao bella!”
Gaelle mi attacca il telefono in faccia, senza nemmeno attendere una mia risposta. Sbuffo e lascio cadere la matita sul tavolo, che dopo aver sistemato il cellulare in tasca vado a cercare con la mano, senza ancora distogliere lo sguardo dai miei appunti. Il ragazzo è ancora lì, e io sono riuscita a non affrontare mai il suo sguardo, se non per fargli cenno di sedersi; non so nemmeno che faccia abbia.
Avanzo con la mano a tentoni sul tavolo cominciando a spazientirmi, dove cavolo è andata a finire questa matita? Quando sto per decidermi a guardare sotto il tavolo la mia mano urta qualcosa, deve essere la mano del ragazzo. Ora non ho più nessuna scusa per tenere il capo chino, sono obbligata a guardarlo. Ma poi, cosa vuole questo, che si è seduto qui e non ha detto niente per più di cinque minuti, limitandosi a fissarmi?
Prendo un respiro e tiro su la testa, mi sta porgendo la matita, un sorriso stampato sul viso.
“Cercavi questa?”
Mi è impossibile evitare di arrossire.
“Si, grazie….”
Prendo la matita dalle sue mani e proprio mentre sto per riabbassarmi sui miei appunti mi costringe a tornare con l'attenzione su di lui.
“Piacere Matthieu.”
Vedo quindi che mi porge la mano e gliela afferro.
“Beh, Matthieu, grazie della compagnia ma devo proprio andare.”
Rinuncio al mio attimo di pace e sistemo rapidamente le mie cose, alzandomi dalla panca e raggiungendo l'uscita.
“Ci vediamo!”
“Che faccia tosta quel ragazzo!”
All'improvviso mi trovo faccia a faccia con Elise, una mia compagna.
“Non me ne parlare! Ma tu che ci fai da queste parti?”
“Speravo di trovarti a dire il vero, hai lasciato un quaderno in università e venivo per riportarlo, ma poi ti ho visto dentro quel bar seduta di fronte a quel bel ragazzo, ma non mi pare fosse una cosa voluta. Sembravi arrabbiata, è successo qualcosa?”
“Non ne ho la minima idea Eli, a dire la verità neanche lo conosco quel tipo!”
Elise scoppia a ridere per un momento, poi mi porge il mio quaderno.
“Comunque grazie mille, davvero. Ma come hai fatto a trovare il mio quaderno che non ti ho visto a nessuna lezione oggi? Pensavo fossi malata!”
“No, decisamente no, ero a fare questo.”
Orgogliosa si tocca i capelli; noto in quel momento che li ha drasticamente tagliati.
“Oddio, come ho fatto a non accorgermene?! Ma Elise, cosa hai combinato?!”
“La strega si era stufata di possederne tanti, ho tagliato i capelli e ho fatto un trattamento lisciante per dire addio a quell'orrendo pagliericcio. Che ne dici?”
Fa una piroetta su sé stessa, e i suoi capelli rossi, ora più leggeri e ordinati, ruotano con lei, mostrando ogni sfumatura di quel suo meraviglioso colore naturale.
“Sei una figa, nulla da dire in contrario… Ma mi dispiace come ogni volta, avessi i tuoi capelli non li toglierei mai al mondo!”
“Ma và stupida, sai che ci voleva! Ora devo andare, ma ci vediamo domani al compleanno del fratello di Nick, ok?”
“Certo…”
Mi chiedo perché tutti siano cosi entusiasti di andare a questa fantomatica festa di 'compleanno del fratello di Nick', che peraltro è un epiteto abbastanza lungo, lo avrà un nome, no? Se non altro andrò alla festa solo per saperlo e per scoprire come mai siamo invitati praticamente tutti, ma nessuno conosce il festeggiato.
Mi incammino verso casa, e quando finalmente arrivo mi piazzo sotto la doccia.
Mentre il getto di acqua bollente mi investe e scaccia via ogni mio pensiero, la pace interiore che si è venuta a formare nella mia testa viene brutalmente interrotta; il campanello e successivamente mamma che urla. Pochi attimi dopo mio fratello bussa alla porta del bagno.
“Blanche, muoviti, Nick è venuto a trovarti e mamma l'ha mandato in camera tua.”
Prima ancora che mio fratello abbia richiuso la porta esco dalla doccia, bagnando tutto il pavimento. Mi asciugo rapidamente il corpo, mettendomi in fretta e furia una tuta addosso e raccogliendo i capelli che ancora infradiciati, stanno snocciolando ovunque. Faccio per correre in camera e all'ultimo devio per la cucina.
“Mamma?”
“Dimmi cara, che c'è? Nick ti aspetta su in camera.”
“Appunto, domani sera esco, d'accordo? Non ti devo aiutare con Claire?”
“No tesoro, esci tranquilla, domani io e tuo padre rimaniamo qui con i tuoi fratelli.”
“Perfetto, grazie mamma!”
È prima ancora di finire la frase riprendo a correre su per le scale, direzione: camera mia.
Mi fermo un secondo davanti alla porta, prendo una boccata d'aria e cerco di sistemarmi meglio i capelli; afferro la maniglia ed entro.
Nick è sdraiato sul mio letto, mi sta aspettando ad occhi chiusi. Mi lascio cadere sulla sedia della mia scrivania, girandola poi fino all'estremità del letto.
“Salve, piccola Blanche.”
“Salve, usurpatore di materassi.”
“Credo le sia giunta voce, sua maestà, di essere invitata alla regale festa di diciottesimo compleanno del mio piccolo Sam. Non è richiesta sua conferma, in quanto il numero è già stato registrato tenendola in conto.”
“Smetti di fare il cretino Nick! Ma seriamente, il 'piccolo fratellino' che mi hai sempre tenuto nascosto fa davvero diciotto anni domani sera?”
“Proprio domani!”
“E allora tutta questa segretezza nei suoi confronti? Tu e Josh ormai siete migliori amici, e non ti rifiuti di stare un po' con me nemmeno quando devo badare a Claire.”
“Ma è tutta un'altra cosa, non hai idea di come sia Samuel!”
“E certamente, non me lo hai mai presentato e mai prima di oggi lo hai mai nominato in mia presenza! Comunque dimmi, come mai siamo tutti invitati a questo fantomatico compleanno?”
“È un diciottesimo, no?”
“Quindi baldoria con gente che nemmeno conosce?”
“Mi pare giusto!”
“E allora siete sbandati di famiglia, davvero, non solo tu! Comunque mi tocca venire, Gaelle passa a prendermi anche contro volontà!”
“E fa davvero bene! Allora ci vediamo domani.”
Detto questo si alza, si passa una mano tra i lunghi capelli e mi si avvicina, lasciandomi un leggero bacio a fior di labbra.
“Buonanotte piccola.”
  
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