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Autore: CatherineC94    09/06/2020    0 recensioni
«Sarebbe dovuto essere lui..».
«Lui si, che si è distinto! Un grande mago!».
«Ho sentito dire, da fonti certe, bada bene» disse un ometto tarchiato ad una donna con gli occhiali squadrati e i capelli biondi,« La fonte è mio cugino, Patrick del reparto manutenzione magica, che in realtà ha rifiutato» concluse, guardandosi intorno furtivo.
Lui non se ne curava in effetti; camminava spedito per i corridoi, con la sua lunga veste nera. Quel giorno sarebbe stato il giorno più importante della sua vita e nessuno, nemmeno le malelingue avrebbero potuto intaccare la sua felicità.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Angolo smussato.
 
 
I
«Sarebbe dovuto essere lui..».
«Lui si, che si è distinto! Un grande mago!».
«Ho sentito dire, da fonti certe, bada bene» disse un ometto tarchiato ad una donna con gli occhiali squadrati e i capelli biondi,« La fonte è mio cugino, Patrick del reparto manutenzione magica, che in realtà ha rifiutato» concluse, guardandosi intorno furtivo.
Lui non se ne curava in effetti; camminava spedito per i corridoi, con la sua lunga veste nera. Quel giorno sarebbe stato il giorno più importante della sua vita e nessuno, nemmeno le malelingue avrebbero potuto intaccare la sua felicità. Aveva lavorato sodo, doppi turni, orari massacranti persino sua moglie Agnes lo incontrava di rado a casa; camminava spedito, un po’ tronfio e barcollante. Ogni tanto salutava la gente con un cenno e un gran sorriso, del tipo:” Guardatemi io ce l’ho fatta, e voi potete dire quello che vi pare, ma alla fine dovete fare quello che dico io”; sorrise ancora di più quando arrivò nei pressi dell’ufficio al quinto livello. Era il dipartimento per la cooperazione magica; ah, quanto avrebbe voluto solo entrare, arrogante e sbattere una mano sulla scrivania del buon vecchio Barty e dirgli: «Amico, anche se al campo estivo del ministero tuo figlio ha stracciato il mio a sparaschiocco, che ne dici? Adesso siamo pari?». Eppure continuò diritto per la sua strada; lui era un uomo buono in fondo e se Barty avesse collaborato pacificamente, avrebbe trovato il modo di ringraziarlo. Scese ancora più spedito verso l’atrio, dove un vociare gli fece pregustare il calore perforante e gratificante che solo il successo poteva dare; si diede una sistematina, sospirò ed entrò.
Uno scroscio di applausi lo accolse, e magnanimo alzò le mani in segno di ringraziamento, vide Agnes sorridente come non mai e le fece l’occhiolino; di lato Sarah, la moglie di Barty la guardava distrutta con il marito che bianco come un cencio  stentava un sorriso di circostanza. Immerso in una profonda chiacchierata che sembrava molto interessante a quanto pareva più della sua nomina, Albus Silente, l’uomo  che tutti avevano proposto come  suo sostituto nemmeno si era accorto del suo arrivo; all’improvviso il funzionario preposto si schiarì la voce e disse: « Bene, direi che ci siamo. Benvenuti signori e signore alla cerimonia di insediamento del nuovo Ministro della Magia. Un applauso a Cornelius Caramell!».
I primi mesi furono molto difficili per Cornelius; il ministero si era dimostrato essere un covo di dipendenti indisciplinati e restii al rispetto etto delle regole. Si era ritrovato a dirigere una nave traballante e senza alcuna direzione; a dirla tutta nemmeno lui sapeva come dirigerla. Ebbe un moto di umiltà e chiese aiuto; le questioni spinose erano all’ordine del giorno e aveva sempre avuto il bisogno di un parere esterno. Silente si era dimostrato un consulente saggio e presente, assieme alle grandi famiglie magiche della nazione; era sempre propenso a sentire ciò che il popolo chiedeva a gran voce. La stabilità, l’evoluzione, la pace; ecco, la pace sarebbe stata la sua missione. Avrebbe fatto di tutto per mantenerla e per proteggere ogni mago dalle forze oscure, che però, orgogliosamente ammetteva, da anni erano scomparse dissolte, forse, di fronte ad un ministero saldo e compatto come il suo; Caramell dormiva beatamente la sera, senza preoccupazione alcuna.
Arrivava a casa, posava la sua bombetta sull’appendiabiti comprato nella contea di Brontë anni addietro; cenava sereno, bevendo subito dopo un bel bicchierino della staffa. Agnes lo accoglieva sorridente dicendogli: «Giornata pesante al lavoro, tesoro?»; lui iniziava a raccontare le vicissitudini più salienti e poi chiedeva di Augustus e Letitia, i loro due figli. I fine settimana erano invece riservati alla caccia; le famiglie più in voga della comunità si ritrovavano per passare del tempo insieme; a volte quel tempo diventava fruttuoso.
Cornelius scoprì l’accomodante amicizia dei Malfoy, e di altre avvenenti famiglie che, con i loro fondi sponsorizzavano l’operato del ministero dandogli totale appoggio.
Quel mondo era colorato e ricco di promesse e felicità per Cornelius; poteva affermare senza alcun dubbio che era nato per fare il ministro. Subito dopo aver dato un bacio sulla guancia a sua moglie, ogni giorno, si destreggiava fra gli uffici, fra i contatti utili e in pochi anni aveva creato una formazione compatta che nessuno avrebbe mai potuto scalfire; si ritenne potente ed invincibile. La gente lo amava e lui amava loro; parlava, con giovialità e fiducia attraverso i giornali e loro lo adoravano; non aveva forse il primato come ministro della magia più amato della storia?
 
 
II
 
Gli anni procedettero spediti, e nemmeno si accorse; forse ebbe un sentore quando i suoi figli si sposarono, oppure quando cominciò ad intravedere qualche filo argenteo fra i capelli biondicci. Ma Cornelius andava avanti per la sua strada, con la sua toga nera e la sua aria gioviale ed amichevole. I problemi erano sempre stati molteplici, come quando il figlio dei Potter, tragicamente uccisi dal Colui-che-non-doveva-essere-nominato, aveva iniziato a frequentare Hogwarts; si era dimostrato un ragazzo ribelle in effetti.
Ebbe molti grattacapi; un incantesimo di liberazione e una zia gonfiata; a quel tempo decise di non muovere alcuna accusa. Era sempre stato un grande uomo, buono e generoso e quel ragazzino ne aveva passate parecchie; e poi era fuggito anche quel pazzo criminale, Sirius Black. Cornelius l’aveva capito, dalle sue ispezioni che quel tipo aveva qualche rotella fuori posto; però quella evasione fu il primo segno di cedimento. Col senno di poi avrebbe potuto stabilire che quello fu un indizio su quella che poi sarebbe stata la fine; però gli uomini ignorano i segnali e così fece lui, stupidamente.
L’evasione di Black fu uno smacco per la sua facciata; odiava  non poter passeggiare per i corridoi altezzoso e conscio della sua abilità. Così fece quello che la gente gli chiedeva a gran voce; liberò qualsiasi mezzo in suo possesso per poterlo catturare e c’era quasi riuscito, anche se alla fine si era dimostrato tutto una gran confusione dovuta ad Hogwarts.
Si, Hogwarts si era dimostrata un bel grattacapo assieme a Silente; quell’anno aveva deciso di  affidare la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure a un lupo mannaro. Cornelius l’aveva guardato sbigottito, accentando a suo malgrado; ricordava ancora la smorfia di disappunto di Lucius Malfoy e Theodore Nott durante una sessione di caccia a Blownsbury il sabato seguente.
«Ministro, ho molta fiducia nelle sue capacità. Ma vede, i nostri figli..nelle mani di un mostro del genere..non capisco» aveva detto serafico Lucius bevendo un sorso di vino elfico; Nott aveva annuito serio. Cornelius aveva scosso la testa sbigottito, dicendo:« Silente avrà i suoi buon motivi». Ricordava il loro sguardo; i motivi di Silente non erano molto apprezzati da una porzione della popolazione magica. Ma lui era un buon amico, ed aveva deciso che per questa volta l’avrebbe ascoltato; per non parlare dell’ippogrifo..ah! Quell’anno fu deleterio; la notte, prima di dormire ricordava di avvertire una sorta di presentimento che non lo faceva riposare bene.
E fu così, che l’anno successivo si era messo in testa che avrebbe fatto del suo meglio, il grande botto: la Coppa del Mondo di Quidditch e il Torneo Tremaghi. Fu in quel periodo che si rese conto che forse la sua magnanimità con Silente forse era stata davvero troppa; si era messo in testa strane idee. Bertha era scomparsa era vero; ma lui la conosceva.
Era una strega buona  a nulla e fedifraga e senza alcun dubbio si era persa; poi ciò che successe alla Coppa del Mondo lo lasciò perplesso.
Lucius aveva suggerito, senza mezzi termini che forse qualcuno giocava con quelle situazioni, qualcuno che voleva danneggiarlo; così il sospettò si insinuò nella sua mente, come un serpente nella sua tana. Cornelius da quel momento si rese conto che qualcuno voleva scalzarlo e ne ebbe la prova col torneo; non solo Potter aveva fatto di tutto per prenderne parte, ma alla fine aveva avuto l’ardire di mettere in discussione il suo operato, il suo lavoro.

Aveva detto che l’Oscuro Signore era tornato! Come si può tornare dai morti? Bella storia ed anche buffa, che dava dell’incredibile; l’aveva detto a Dolores, che qualcuno stava meditando di toglierli il posto. E quel qualcuno era solo Silente, l’uomo che aveva creduto suo amico e confidente più degli altri; stava tentando attraverso quel ragazzo snaturato di portargli via ciò che aveva duramente guadagnato.

«Non fa che raccontare fandonie, Agnes. Barty, Diggory tutti incidenti, non me l’aspettavo davvero da un uomo del suo calibro»  bofonchiò una sera a sua moglie mentre ingollava una ricca porzione di pasticcio di carne. Lei lo guardò come folgorata e stizzita convenne: « Silente è sempre stato molto ambizioso, Cornelius. Dovresti far capire chi è il ministro, imponiti. Oggi ho parlato con Dolores, sarà lieta di aiutarti».
Il marito ingoiò un altro boccone e annuì.
«Gli avevo preparato una  torta di melassa, ma sai che ti dico tesoro? Non merita la nostra amicizia» disse ancora più convinta Agnes; Cornelius sorrise rincuorato. Facevano una bella squadra lui ed Agnes; squadra che vince, non si cambia.
 
III

Ciò che fece nei successivi mesi, fu l’oggetto del più severo  esame nei mesi a venire; se solo avesse compreso, se solo avesse guardato al di là del suo naso..
Invece, mise in piedi una campagna contro chiunque avesse la brillante idea di rifiutare ogni suo ordine; la mattina si atteggiava sempre fra gli uffici e la gente era sempre più persuasa della sua propaganda. Sapeva che Silente stava muovendo i fili dietro; aveva anche assunto il figlio di quello strambo di Weasley per poter tenere tutti sotto controllo, ma non ci era riuscito.
Intanto Potter, assieme  a Silente avevano inventato un’altra delle loro stramberie; Dissennatori, nel Surrey! Ah, quella volta Cornelius pensò che il fondo era a pochi passi da quell’uomo che si era professato come grande, ma che invece si stava dimostrando squallido in tutti i campi; usava il ragazzo, non c’era alcun dubbio. L’aveva screditato, l’aveva umiliato; doveva capire chi era il faro per la comunità. Il ministro della magia era il faro, non lui.
Aveva deciso di usare Dolores per tenerli tutti a bada, ma come un tempo Silente aveva abbindolato la sua persona, egli riuscì ad abbindolare tutti i professori di Hogwarts; era come se stessero muovendo guerra alla scuola stessa. Finché non riuscirono ad allontanarlo da lì; la gente era con lui in tutto e per tutto. Poco importava la fuga di massa da Azkaban, quel dannato di Black era senza alcun dubbio il responsabile, e lui, il ministro della magia aveva tutto sotto controllo.

Fino a quella notte.

Era stata una giornata lunga quella e stranamente afosa; ricordava che aveva passato l’intero pomeriggio nella sezione Auror per coordinare la ricerca di Black e del traditore di Silente. Poi aveva deciso di tornare a casa; Agnes gli aveva promesso una cena con i fiocchi e noncurante aveva attraversato i corridoi con un sorriso smagliante e un cumulo di « Vi auguro una buona sera e buon lavoro» di circostanza. Arrivato a casa, aveva seguito la solita routine, baciato sua moglie, consumato la cena; un bicchiere di Brandy e la pipa seduto sulla poltrona.

E poi era scoppiato il pandemonio.

All’improvviso, Dawlish era comparso nel camino di casa sua facendo sobbalzare sua moglie ed il gatto; mentre Cornelius raccoglieva nella sua mente i peggiori epiteti da riservagli, l’uomo in preda al panico gli aveva detto forte e chiaro: «Ministro, ci sono dei disordini al ministero. Si vocifera che Colui-che- non- deve- essere nominato si trovi lì».
A quel punto Caramell cominciò ad inveire; lanciò la pipa sul tavolino del salotto, inforcò la vestaglia da camera e si diresse al ministero con un solo nome in testa; Silente, dannato rompiscatole! Stavolta ti sbatto ad Azkaban senza se e senza ma!.

Cos’è più deludente, accorgersi di aver sbagliato su tutta la linea ed essere stato cieco; oppure di avere perseguitato le persone sbagliate?

Cornelius dopo quella notte, si rese conto che aveva deliberatamente mandato al  collasso anni ed anni di duro lavoro; l’aveva visto, eccome se non l’aveva visto. L’Oscuro Signore era tornato, Black era innocente e morto, e ora lui si trovava in un putiferio. Quella mattina il suo ufficio, che un tempo era il più elegante di tutti era sommerso da lettere minatorie; i suoi dipendenti lo guardavano straniti e lui non sapeva che pesci prendere.
Seduto sulla scrivania, si teneva la testa fra le mani.
« Come ti ho detto qualche ora fa, mi preme il fatto che il nome di Sirius Black sia riabilitato nella comunità» disse una voce alla porta; alzò lo sguardo e riconobbe la lunga  veste da notte blu di Silente.
Era di nuovo leggenda; tutti non parlavano d’altro. Aveva duellato con il Signore Oscuro, un duello epico che l’aveva costretto alla fuga; ancora una volta era un passo avanti a lui.
«Non ho prove che mi dicano che Peter Minus sia vivo» ripose atono, conoscendo la risposta in anticipo; però ciò che vide lo fece stringere di più alla scrivania.
Silente lo guardava con un espressione di furiosa rabbia dicendo: « Ho venti testimoni. Puoi interrogarli ancora una volta, anzi quante volte vuoi».
Caramell sbuffò  vedendolo voltargli le spalle, e quasi piagnucolando gli chiese: « Se tu portassi qui il ragazzo, forse potrei risolvere tutto!».
Nemmeno si voltò, mormorando: «Temo che questo ormai, non sia più possibile. Ma se hai bisogno di me, sai dove trovarmi».
Lo lasciò in quel modo, quasi piagnucolante verso l’esasperazione; Cornelius seppe già cosa stava per accadere e con un impeto di orgoglio decise che non l’avrebbe mai permesso. Così indossò di nuovo la sua veste nera, chiuse la porta del suo ufficio e si diresse fra i corridoi del suo ministero; salutò gli impiegati con il migliore dei suoi sorrisi, ignorando le espressioni sbigottite di tutti.

Arrivò a casa, posò la sua bombetta sul tavolino, baciò sua moglie Agnes che lo guardava apprensiva; quella sera si era davvero superata in cucina, adorava lo stufato di rognone. Lo gustò e si diresse verso la sua poltrona e prese un bicchiere che aveva posato la sera prima; aveva un angolo smussato. Versò il Brandy, guardò di sbieco l’angolo smussato e bevve un sorso. Ecco il suo segreto: bastava ignorarlo quell’angolo scheggiato e niente più; «Tesoro, è arrivata una lettera dal ministero» disse all’improvviso tremante Agnes porgendogli una lettera.

Cornelius la lesse velocemente, e l’accartocciò subito dopo. Doveva aspettarselo dopotutto; la gente chiedeva a gran voce le sue dimissioni. Trattenne a stento un singhiozzo.
Andava tutto bene, si disse, dopotutto non aveva forse  avuto il primato come ministro della magia più amato della storia?




 
 
 
Ok, non so come sia potuta uscire una cosa del genere, davvero. Spero di non aver scritto una boiata enorme, ma sentivo che dovevo scriverla quindi non so che dire! Grazie a chi farà un salto qui lo stesso!.
   
 
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