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Autore: Eternity_Hook    10/06/2020    0 recensioni
Essere amici, gli andava bene vero?
Non ebbe bisogno di pensare troppo a lungo per raggiungere una risposta.
No.
Non gli bastava per niente.
Ma non esserlo era anche peggio.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Haruka Nanase, Nagisa Hazuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Finally

Serie: Free

Ship: Haruka x Nagisa

Genere: Yaoi

Tema: sentimenti

Ratings: verde

Richiesta da: -taerex

Parole: 1054

~Ω~

Per San Valentino era tutto pronto, la scuola era decorata di cuori seminati a destra e manca e il festival degli innamorati era sul punto di iniziare.
C'era una certa eccitazione nell' aria, persone aspettavano con impazienza il suono della campanella per poter dare il prima possibile il proprio regalo a chi erano innamorati.
E tra tutte quelle teste vi era il biondo, incerto, che stringeva, in ansia, il proprio sacchetto con i cioccolatini.
L'idea di darli lo spaventava terribilmente, anche perché non sapeva minimamente che reazione il ragazzo avrebbe avuto.
Buttó fuori un respiro amareggiato, lasciando circolare lo sguardo un po' ovunque, saettando tra le ragazze ed i ragazzi.
Non sapeva proprio come il corvino avrebbe potuto reagire, se forse sarebbe rimasto impassibile nel grado delle sue espressioni facciali o se sarebbe cambiato anche solo nello sguardo per fargli carpire almeno uno straccio di risposta .
Ed in quel caso, sarebbe modificata in negativo o in positivo? 
Si stava illudendo di non risultare ridicolo ai suoi occhi o no?
Non voleva che lo vedesse in tale maniera, di questo era sicuro.
Essere amici, gli andava bene vero? 
Non ebbe bisogno di pensare troppo a lungo per raggiungere una risposta.
No.
Non gli bastava per niente.
Ma non esserlo era anche peggio.
E dopo interminabili istanti in cui la sua mente si era avvolta nei pensieri, il trillare della campanella si accese nelle sue orecchie, facendolo sobbalzare.
Decise istantaneamente che avrebbe tenuto la cioccolata fino al momento pił opportuno.
La domanda perņ era quale fosse questo fantomatico 'attimo'.
Forse non esisteva nemmeno, ma i sentimenti che ribollivano in lui chiedevano di trovare pace.
Una pace dovuta ad una risposta conclusiva.
Entró dunque, tenendo il sacchetto con entrambe le mani, avanzando, lasciando guizzare i propri occhi simili a rubini sulla folla fino ad incontrare, senza averne davvero intenzione, un certo ragazzo di sua conoscenza, affiancato da Makoto.
Trattenne il respiro istantaneamente, sentendo il cuore accellerargli visibilmente.
Lo vide con quella sua aria seria, mentre a sua volta aveva un sacchetto in mano.
Era vero, quasi tutti avevano sacchetti di cioccolatini in mano per darli al ragazzo o alla ragazza che piaceva ma...
Haru lo aveva in mano.
Chi gli piaceva?
A chi voleva darlo?
Gią l'idea che lo dasse a qualcuno, ragazza o ragazzo che fosse, lo faceva sentire in male.
In ogni caso, non voleva assistere quando sarebbe accaduto, non voleva distruggersi pił di quanto non lo fosse a pensarlo con qualcuno.
Non voleva guardarli da lontano.
Gli avrebbe lasciato i cioccolatini sopra al banco, sperando di non essere notato, poi avrebbe cercato la prima aula libera per deprimersi.
Neanche per un attimo gli passó per l'anticamera del cervello che quella persona a cui erano destinati i cioccolatini era lui, forse pił per una dannata sfiducia nel suo aspetto da bambino.

-Non riesco a trovare Nagisa- commentó Haru, continuando a guardarsi attorno.
Aveva provato a cercarlo nella sua classe ma non si era vista neppure l'ombra del pinguino.
Aveva provato a chiedere un po' in giro, ma erano tutti troppo presi a sbaciucchiarsi appassionatamente per fare caso agli altri.
-Nemmeno io lo vedo- rispose il castano affianco a lui con aria concentrata
-Non é che non é venuto a scuola?-
-No, dovrebbe esserci, nessuno si perde San Valentino e se fosse stato ammalato lo avrebbe detto via messaggio- rispose improvvisamente Rei, facendoli girare.
Il blu si sistemó gli occhiali sul naso con un dito.
"Non é che tipo sta cercando la ragazza o il ragazzo che gli piace?" si chiese con un che di  rassegnato Haru, mordendosi il labbro, senza esporre peró a voce tale pensiero.
Aggrottó la fronte, per poi riscuotersi quando la voce di Makoto lo prese alla sprovvista.
-Possiamo andare un attimo in classe?- 
Haru si limitó ad annuire e a seguirlo nella classe con aria funebre.
E cosģ rimase fino ad entrare, notando qualcosa appoggiato al suo banco.

Nagisa aveva le braccia stese sul banco appostato proprio davanti alla cattedra dell' aula di musica, la mano che tamburellava sul banco, le palpebre praticamente socchiuse, mentre l'oscura coltre dei suoi pensieri e delle sue emozioni non pareva diradarsi.
Percepiva dei crampi allo stomaco e gią si chiedeva come avrebbe retto a vedere il corvino il giorno dopo.
E quello dopo.
Ed il dopo ancora.
E cosģ via fino alla probabile fine del liceo.
Sentiva male al petto, ma non voleva piangere.
Si era sempre giudicato un ragazzino solare, tutti lo vedevano come tale.
Non c'era quasi mai un momento in cui davanti ai suoi amici non sorridesse, un po' perché era con loro, un po' perché era bravo a mettere da parte i sentimenti negativi e vedere il lato positivo.
Eppure, stavolta, era tutto il contrario.
Non trovava lati positivi nel sentirsi inferiore a qualcuno che probabilmente aveva fatto innamorare Haru e che, chissą, forse lo ricambiava.
Nel caso in cui non lo ricambiasse, non sapeva cosa si perdeva e l' avrebbe volentieri presa a pugni, anche se, poco ma sicuro, si sarebbe fatto pił male lui a provarci che lui o lei a riceverli.
Non sapeva proprio cosa si perdeva quella persona, anche perché avrebbe desiderato con tutto se stesso di esser guardato in quella maniera, di essere cercato da lui.
Percepķ gli occhi bruciare leggermente e si schiaffó una mano sul volto per impedirsi anche soltanto di lasciarsi andare ad un qualche stupido singhiozzo, lanciando poi un occhiata all' orologio.
Erano passate due ore da quando era iniziato il festival, mancavano soltanto una trentina di minuti prima dell' uscita in giardino.
Tempo in cui chi voleva poteva andarsene o restare ancora.
Sospiró, fissando il pianoforte a coda, prima che un improvvisa apertura di porta lo facesse saltare in aria dallo spavento del suono inatteso.
Ma ció che pił lo sorprese era chi aveva davanti.
Era Haru, i capelli neri scompigliati, l' espressione stanca ma sollevata mentre respirava pesantemente per una probabile corsa, con due sacchetti in mano.
-Fi...finalmente- ansimó - Ti ho cercato per ore-
Nagisa lo guardó confuso, soprattutto quando il corvino appoggió una delle buste che aveva in mano tra le sue.
Al biondo bastó dargli un occhiata per vedere una scatola avvolta da un fiocco con sopra appoggiato un biglietto, scritto in una calligrafia inconfondibile.
-Ha...Haru?-
-Sono per te, li accetti?- fece una pausa -Mi accetti?-



 

   
 
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