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Autore: Rossana_87    10/06/2020    4 recensioni
anno 2020, una rimpatriata delle scuole medie è stata organizzata, Sana e Akito , si rincontrano dopo 20 anni, la loro vita è completamente cambiata, ma il fantasma di quello che sarebbe potuto essere tra di loro riecheggia incessante nelle loro vite, sarà un happy ending?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Fuka Matsui/Funny, Sana Kurata/Rossana Smith, Tsuyoshi Sasaki/Terence | Coppie: Sana/Akito
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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H 17:30 appartamento di Kurata Sana
 
Sono a dir poco emozionata, no nervosa, anzi no ansiosa, no no che dico, lo stomaco mi si sta contorcendo a causa di tutte le emozioni contrastanti, che questa riunione mi sta procurando.
Non ho più visto nessuno dai tempi delle medie, chissà come sono cambiati tutti;
sono passati quanti? Circa 20 anni….
Tsuyoshi, Aya, chissà se sono ancora assieme, un po’ improbabile direi, ma mai dire mai,  Fuka mi fa ancora male pensare a lei, Naozumi, anche se in realtà lui è stato l’unico che bene o male ogni tanto con il mio lavoro ho continuato a vedere, ma il nostro rapporto non era più stato molto amichevole da quando a 21 anni ci siamo lasciati, gli Scimmioni, ormai era quello il nome che attribuivo ai suoi amici…. Oh non prendiamoci in giro l’unico che ho paura di rivedere è lui, Akito, l’ultima volta che lo vidi era con Fuka; a causa loro ho decisio di sparire, di dedicare anima e corpo al mio lavoro, in parte devo ringraziarli, perché ho girato il mondo, conosciuto tantissime persone, con cui ho avuto rapporti più o meno piacevoli, ad alcuni ho concesso la mia mente, il mio corpo, ma il mio cuore finora mai a nessuno.
Il mio pensiero tornava sempre a loro, anzi ammettiamolo su di lui. il mio cuore allora si accartocciava e si richiudeva nuovamente su sé stesso. ogni relazione fino ad oggi era naufragata, a causa sua, della scelta che ha fatto, ha preferito Fuka a me…… il mio pensiero vaga e mi ritrovo imbambolata seduta sul mio letto, davanti lo specchio con solo l’accappatoio addosso…
Ok mi devo calmare, sono passati così tanti anni, adesso abbiamo 32 anni, siamo grandi, adulti e magari sono solo io a non riuscire ad andare avanti, a chiudere quella parentesi, che poi diciamocelo qui, anche se avesse scelto me, quante probabilità ci sarebbero di stare ancora assieme? Pressoché nulle, dopo tutti questi anni, quale coppia resiste insieme all’usura del tempo, quando ci si incontra troppo presto, da piccoli, troppo piccoli.
Devo distrarmi, Devo chiamare l’unica persona che ha vissuto con me questa cosa, che mi conosce e mi accompagna ormai da una vita Rei. Poi penso che non gli farebbe piacere sentir parlare di Akito, allora cambio rapidamente Idea e chiamo Miwaki , un collega, che ormai era diventata la mia migliore amica, gli avevo raccontato tutto una sera, quando presa dallo sconforto dopo un’estenuante giornata di registrazione sul set di un film che giravamo insieme a Londra, mi aveva chiesto se andava tutto bene, non ce la feci a tacere, e gli vomitati tutto il mio stato d’animo, da quella volta non ci eravamo più separate.
Composi il suo numero, che ormai sapevo a memoria, sul display del mio telefono cellulare, avviai la chiamata, il telefono cominciò a squillare, non mi rispose, gli inviai un WhatsApp, continuavo a guardare se quelle 2 spunte, diventavano blu. Maledette spunte blu.
Dovevo parlare con qualcuno, subito, o quantomeno prima di quella stramaledetta riunione di stasera, a cui non so perché ho accettato di partecipare, dopo così tanto tempo poi. Mi ero sempre rifiutata di partecipare, con svariate scuse, promettendo ogni anno che ci sarei stata la volta successiva, loro si trovavano tutti gli anni.
Finalmente il telefono squillò, il display mi preannunciava che si trattava di Miwaki…. Santa Miwaki.
“scusa ma ci stai davvero ancora pensando? Erano anni che non ci pensavi più, almeno 3, e adesso per una stupida rimpatriata stai sclerando?”
“Ciao Miwaki, io sto bene e tu?” non mi aveva nemmeno salutata, era passata subito all’attacco.
“si ciao Sana, dicevamo… ah sì, perché devi andare in sbattimento? Inventati un appuntamento dell’ultimo momento a cui non pio rinunciare, sei un’attrice famosa, non ci sarebbe niente di più normale…”
“no Miwa, basta sono stufa di pensarci, di scappare, voglio mettere un punto, la parola fine a tutto questo, o non riuscirò mai ad andare avanti, mi avvelena l’anima questo pensiero, non riesco ad avere una relazione stabile a causa sua, anche adesso, che proprio non posso permettermelo.”
“oh andiamo Sana, lui capirà, ormai tu sei…”
“no, Miwa, no…” la interruppi “lo devo sapere, voglio sapere se lui mi ha mai pensata, se mi pensa ancora”
Sentì sbuffare al di là del telefono.
“questa situazione Sana, è solo colpa tua, e lo sai, avresti potuto affrontare questa situazione un sacco di volte, avresti potuto alzare il telefono e sentirlo, tanto non ha mai cambiato numero di cellulare, chiedergli…”
“oh andiamo Miwa” gli feci eco “cosa potevo fare? Chiamarlo cosi di punto in bianco dopo anni di silenzi, di nulla cosmico, per chiedergli cosa? Scusa sai, ma ti penso ancora e tu? Oppure ti sogno una sera si e una sera no, anche se nel mio netto c’è un’altra persona? sei seria?”
“ok, stai dando di matto, ma perché per te deve essere o tutto bianco o tutto nero? Puoi semplicemente dirgli, che so, ho trovato delle vecchie foto, in cui c’eri anche tu e mi sei venuto in mente…”
“beh ormai, è tardi, stasera lo vedrò… va beh mi inventerò qualcosa Miwa, grazie”
“dai Sana, non buttarti giù, sono passati così tanti anni, lascialo andare, e dagli meno peso a questa cosa”
“va bene Miwa, metto giù devo preparami, ciao”
“ciao Sana, mi raccomando domani voglio un resoconto dettagliato”
Chiusi la chiamata, e lanciai il cellulare sul letto sorridendo, perché comunque Miwa aveva alleggerito la mia tensione.
Ok, mi guardai allo specchio e mi domandai che idea volessi dare di me agli altri, o meglio che idea volessi dare ad Akito, cosa volevo trasmettergli?
Volevo fargli vedere che non ero mai cambiata? Di essere rimasta sempre la stessa ragazzina semplice, che si faceva sempre trascinare nei sui capricci, come quando lo sfidai a lanciarsi nel vuoto dal tetto della palestra; quando penso ai piccoli gesti tra di noi la malinconia prende spazio nel mio cuore, malinconia che mi assale ogni qual volta apro il freezer e vedo quel suo pupazzo di neve…. Quante volte ho pensato di buttarlo via, di metterlo nel lavandino, per vederlo sciogliere piano e sparire, come vorrei sparisse questa cosa che provo per Akito. E invece è ancora lì, che mi guarda ogni santa volta apro quel maledetto freezer, ma basta adesso voglio andare avanti, me o devo, gli e lo devo.
 
Palestra Hayama
 
AKITO:
Stasera ci sarà la riunione di classe, e finalmente dopo 20 anni Sana si degna di partecipare…
Chi voglio prendere in giro, lei è una di quelle poche persone che voglio rivedere, anche se a dire il vero non l’ho mai persa di vista, per forza, non c’è film o pubblicità che non la mostri in tutta la sua grandezza, bellezza, ha avuto un paio di anni di stop, in cui non la si vedeva molto, ma io so bene il perché, ho continuato ad osservarla sui social… di lei so ancora tutto…. Purtroppo….
“Akito, ci sei?” Tsuyoshi mi risveglia dalla mia trance.
“si scusa, ero sovra pensiero, dimmi, che dicevi?”
“volevo sapere se alla prossima gara a cui parteciperai devo venire con te, o posso stare qui in palestra a sbrigare e organizzare le iscrizioni alle categorie dei ragazzi che alleni”
“ah, è un incontro semplice Tsu, fai come vuoi”
“Akito, è da quando Sana ha comunicato che sarebbe venuta alla riunione che hai il cervello in pappa…dai, pensi davvero di avere qualche possibilità con lei? Avresti dovuto pensarci prima, lo sai che ogni decisione comporta delle conseguenze e tu…”
“si lo so Tsu, non c’è bisogno di rigirare il dito nella piaga… chiudiamo tutto per oggi, e andiamo a prepararci tra 2 ore dobbiamo andare in pizzeria”
“Akito stai scherzando spero, manca ancora un ora e mezza prima di poter chiudere, ma se vuoi sto io qui, tu vai pure non hai la testa per rimanere, chiudo io qui.”
“grazie Tsu, saprò sdebitarmi” mentì, ero sempre io ad approfittare dei sui favori.
Uscì a grandi passi dalla mia palestra, che tanto duramente avevo messo in piedi dopo il tormentato periodo di studi universitari a Tokio, era l’unica cosa positiva che avevo costruito in memoria dei bei vecchi tempi in cui c’era ancora lei al mio fianco, nel suo modo sbilenco di esserci, di sostenermi nell’unica cosa che sapevo fare bene, il karate. Mi ci ero completamente e unicamente dedicato.
Lei questo non lo sa, come non sa che con Fuka è finita nello stesso istante in cui lei ha deciso di partire per l’America, per studiare recitazione e sfondare in quel campo.
Perché Fuka era solo una distrazione, perché sapevo che sarebbe scappata da me, per inseguire i suoi sogni, perché io non volevo tapparle le ali, perché non volevo nemmeno soffrire per la sua assenza, tantomeno morire di gelosia, vedendo ogni singolo attore al suo fianco, rischiando di volerlo gonfiare di botte ogni volta…. Perché… perché… perché…. Un mare di perché.
No, non volevo stare male per lei, ma mi sa che ho fatto un casino, ora sto anche più male del previsto, ora che al suo fianco poteri esserci io….
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Ciao a tutte, sono Rossana(eh sì mi chiamo davvero così)e sono nuova qui, o meglio ho letto molto, ma solo adesso ho deciso di scrivere qualcosa, un po’ per esorcizzare la mia storia che in parte si apre e viene scritta nero su bianco per superare un’esperienza passata sotto le spoglie di Sana e Akito, spero vi piacerà , fatemi sapere che ne pensate a presto con il prossimo capitolo.
Rossana 87
 
 
 
   
 
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