Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: Eternity_Hook    10/06/2020    0 recensioni
Sentiva ancora nella sua testa la sua voce e voleva cancellarla, voleva rimuovere la loro discussione una volta per tutte e non sentire niente, non sentirsi in colpa.
Eppure lui si sentiva maledettamente in colpa, contando che le brutte parole con cui gli aveva risposto erano solo un modo per scappare da tutto il resto.
Scappare da lui.
Scappare dai suoi improvvisi sentimenti.
Scappare da sé stesso.
Genere: Angst, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Caleb/Akio, Jude/Yuuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: Let's play rugby

Serie: Inazuma Eleven

Tipo: normale

Ship: Jude x Caleb

Genere: yaoi

Tema: sport

Ratings: verde

Info: /

Richiesta da: biancasamah

Parole: 1030

~Ω~

Quando Mark se n'era uscito con un improvviso e pieno di entusiasmo -Giochiamo a rugby!- in quel giorno di sciopero scolastico, nessuno dei due presenti nella stanza lo aveva preso sul serio.
Anzi, se bisognava dirla tutta, avevano pensato che fosse soltanto andato in una confusione dovuta alla mancanza di Axel, o almeno così era stato all'inizio, limitandosi  a a guardarsi tra di loro con sufficienza.
Avevano litigato, i due ragazzi in quella stanza, avevano tirato fuori un ennesimo argomento ''stupido'' durante una partita e avevano smesso  di parlarsi l'un l'altro da settimane.
L'opinione dei due, però, in quel momento, quella che diceva che Mark si sarebbe calmato e non avrebbe più tirato fuori il seccante discorso che trattava di 'giocare a rugby', beh... Quella era stata facilmente piegata.
Si erano ricreduti ben presto a vederlo raggiungere la classe quasi deserta con una palla di dimensione sferoidale, facendola scorrere da una mano all'altra, facendola saltellare allegramente. 
-Ci giochiamo davvero?!- chiese seccato e con un tocco di innervosito nella voce il giovane con la rasatura, i capelli castani solcati da un ciuffo bianco che gli finivano sull'occhio sinistro.
-Sì, perché non dovremmo?- rispose felicemente il capitano, sorridendo.
-Tu sei scemo, io sono fatto per il calcio, non di certo per il rugby- ribatté ancora più innervosito Caleb, sbuffando e lanciando un occhiata di conferma al compagno quasi di istinto, per poi realizzare della cosa che aveva fatto e fare una smorfia frustrata, guardando altrove.
Sentiva ancora nella sua testa la sua voce e voleva cancellarla, voleva rimuovere la loro discussione una volta per tutte e non sentire niente, non sentirsi in colpa.
Eppure lui si sentiva maledettamente in colpa, contando che le brutte parole con cui gli aveva risposto erano solo un modo per scappare da tutto il resto.
Scappare da lui.
Scappare dai suoi improvvisi sentimenti.
Scappare da sé stesso.
E mentre pensava questo, vide Jude che rispondeva di punto in bianco  -Tanto vale fare qualcosa- andando in direzione di Mark, lasciandolo indietro.
Lasciandolo indietro con i suoi conflitti interiori.
Prima ancora che se ne rendesse conto, si trovò nel campo da gioco.
Il tragitto era stato completamente cancellato dalla sua mente, eliminato, annullato.
Era lì, con le mani nelle tasche e lo sguardo cacciato sul suolo, ignorando platealmente gli altri due.

-Dovevi passarla a me, non a lui- aveva detto
-Ma lui era più vicino alla porta di te- gli aveva risposto il castano

"Certo, perché tu metti davanti prima di tutto gli altri, io sono solo uno scarto laterale con cui stare nel minimo di tempo rimasto" pensò, mettendosi dove il portiere gli indicava, sentendosi osservato e in contemporanea fuggendo da quello sguardo nascosto dagli occhialini.

-Non è vero! Sei solo tu e il tuo orgoglio che ti ha impedito di passarmela, il tuo cazzo di orgoglio- aveva gridato di tutta risposta per l'ennesima volta.
A quel punto Jude lo aveva guardato confuso e arrabbiato e la situazione era peggiorata.
Se c'era qualche cosa a cui Jude teneva era proprio l'orgoglio... E lui glielo aveva appena macchiato, in un certo senso.
Ed il litigio era davvero peggiorato.
Quanto avevano urlato? Quanto?

Caleb vide la palla venire lanciata in aria e d'istinto si mise a correre per afferrarla.
Ci riuscì facilmente anche se non era nel pieno della sua attenzione, cominciando a correre per raggiungere la linea bianca.
Dopotutto era parecchio difficile giocare a rugby in due e non aveva compagni a cui lanciarla, ma lo diventava ancora di più al sentire Jude che lo seguiva per strappargli la preda dalle mani e per portarla nella sua metà campo per fare punto.
Caleb sentiva i polmoni che gli andavano a fuoco mentre avanzava, il respiro che schizzava fuori e dentro dalle sue labbra ad un ritmo decisamente irregolare e  troppo faticoso per i suoi gusti.
Forse fu per causa maggiore che, dopo varie corse alla ricerca di punti con fortunati risultati, Caleb non vide quel rialzo nel terreno.
E, stupidamente, o così pensato da lui, si trovò a cadere a terra.
L'impatto del terreno non fu così doloroso, ma comunque le lacrime di frustrazione presero a bagnargli le guance mentre vedeva Jude che ancora correva con la palla in mano.
"Non mi noterà mai, sceglie sempre la vittoria per se. Io non sarò mai nulla di importante"
Si costrinse a guardare il verde del campo, sentendo sempre quelle lacrime di rabbia che imperversavano le sue guance.
-Caleb! Tutto okay?-
Non rispose.
Si strofinò la faccia contro le maniche e non rispose, non tanto perché non volesse, ma perché gli sembrava di udire ogni cosa attituita, come se un velo lo dividesse da essa.
Era come udire un tremolio, una esplosione mentale, mentre la visione era sfocata da tutto quello che stava provando .
Eppure, quel tutto si annullò di colpo a sentire nuovamente la voce che lo aveva precedentemente chiamato che si era fatta più vicina e due braccia che lo aiutavano ad alzarsi.
-Caleb, tutto ok?-
-Non ti sei fatto male, vero?-
-Ti duole da qualche parte?-
-Come sei caduto?-
Domande su domande.
Agitazione momentanea sia nel tono che nell'espressione contratta.
Fremiti nelle braccia.
Perché improvvisamente il perfetto Jude apparisse così era un mistero per lui.
Però la cosa gli piaceva, in parte, anche se, cadendo, si era umiliato di brutto.
La cosa gli piaceva perché gli dava attenzione.
Sembrava finalmente che il suo sguardo si fosse puntato su di lui senza andare da altri.
Anche Mark era lì, ma il castano non pareva notarlo.
E Caleb voleva sentirsi così, voleva sentirsi l'unico, per lui.
-Vado a prendere del ghiaccio- commentò il capitano, anche senza che il ragazzo si decidesse ad aprire bocca.
E si trovò a fissarla, la bocca carnosa e morbida di Jude.
Gli capitava più spesso del normale ormai da tempo, anche se prima d'ora non aveva mai voluto rendersene conto per davvero.
-Sto bene- borbottò con tono leggermente roco, tornando a guardare altrove per non sentirsi oppresso dalla paura che, dopo quel breve istante, le attenzioni di Jude sarebbero tornate a sfuggirgli.
Fu forse per questo che, in un istante, improvvisamente, aveva appoggiato le proprie labbra sulle sue, fregandosene di venire rifiutato per il momento.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Eternity_Hook