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Autore: evelyn80    11/06/2020    4 recensioni
Raccolta di piccole one-shot partecipanti alla Challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Soul_Shine sul forum di EFP.
Vari momenti divertenti con protagonisti Terry Kath e/o Danny Seraphine, la mia BROTP nel fandom dei Chicago.
Il capitolo n° 10, "Invasioni barbariche", partecipa anche alla Challenge "Real life challenge" indetta da ilminipony sul forum di EFP
Il capitolo n° 17, "Disastri enologici", partecipa anche alla sfida "Prompts, our Wires" indetta da Soul Dolmayan sul sito di EFP
Il capitolo n° 19, "Io ce l'ho più grosso", partecipa anche alla Challenge "Let's Hope this Challenge will make this Christmas right" indetta da Asmodeus EFP sul Forum di EFP
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Danny Seraphine, Nuovo personaggio, Terry Kath
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Make me smile'
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Inconvenienti spiacevoli

 

 

 

Los Angeles, giugno 1975

 

Il campo da softball era gremito e la folla era in delirio. Nonostante si trattasse di una partita di beneficenza, infatti, il pubblico era accorso in massa per veder giocare i membri dei Chicago, in tenuta ginnica studiata apposta per l'occasione.
La partita procedeva a fasi alterne: le due squadre erano in parità, e benché tutti i giocatori presenti in campo fossero palesemente amatoriali non erano mancate delle buone giocate e qualche fuoricampo.
Venne il turno di Terry come lanciatore e il chitarrista raggiunse il monte di lancio facendo sbattere ripetutamente la palla nel guantone. Danny, che si era autoproclamato suo ricevitore personale, andò a piazzarsi di fronte a lui, subito dietro la casa base.
Ma non appena fu sul punto di lanciare la sua prima palla, seguendo le indicazioni del batterista che continuava ad ammiccare in tutte le direzioni, il suo viso si contrasse in una smorfia di dolore. Portò entrambe le mani all'altezza dell'ombelico, premendosi la pancia.
Il crampo durò solo pochi istanti: passato il dolore Terry si raddrizzò e caricò il braccio destro, ma appena prima di mollare la palla ecco che tornò a piegarsi in due, la bocca contorta e ripiegata verso il basso.
Il battitore avversario, che per la seconda volta si era preparato a colpire, abbassò di nuovo la mazza, fissando sconcertato il ragazzone davanti a lui che aveva preso a girare in tondo sul monte di lancio, le braccia ben strette attorno al ventre. Venne chiesto il time out e Danny accompagnò l'amico alla loro panchina, sorreggendolo a fatica data la differenza di stazza.
Ma, invece di mettersi a sedere, Terry continuò a passeggiare ondeggiando, raddrizzandosi e chinandosi al ritmo delle coliche.
«Ma insomma, si può sapere che cos'hai?», sbottò il batterista all'ennesima giravolta del ragazzone. «E smettila di andare avanti e indietro, mi fai venire il mal di mare!».
«Credo di aver mangiato qualcosa che mi ha fatto male...», biascicò Terry in risposta, contorcendosi per il dolore improvviso e acuto.
«A te?! Ma se hai uno stomaco di ferro e potresti mangiare anche l'amianto che non ti succederebbe nulla!».
«Beh... in realtà non so di preciso cosa fosse... magari era davvero amianto...». Danny lo fissò interrogativamente e il chitarrista continuò, approfittando di un lieve attenuarsi del dolore. «Greta mi ha chiesto di pulire il frigorifero, ieri sera, visto che dice che sono io che lo riempio di schifezze. Così mi sono messo a buttar via le cose scadute fino a che non mi è capitato per le mani un barattolo di plastica con la chiusura ermetica». L'ennesima colica lo interruppe e fu costretto ad attendere che fosse passata prima di poter riprendere a parlare. «L'ho aperto e dentro c'era una massa informe di colore grigiastro. Ma il profumino era proprio niente male... così me la sono sbafata...».
«Cosa?! Ti sei mangiato della roba scaduta da mesi?».
«Da anni, vorrai dire... ahi, che male!». Terry si piegò in due per il dolore e Danny fece l'atto di raggiungerlo per sostenerlo, ma il chitarrista lo fermò con un cenno del braccio. «Mi sa che devo andare al cesso, mi sto cagando addosso!».
Mosse qualche passo in direzione degli spogliatoi, e i suoi movimenti furono accompagnati dal suono di una pernacchia liquida. Subito i suoi pantaloncini bianchi si macchiarono di una sostanza color marrone giallastro all'altezza delle natiche.
«Cazzo! Mi sono aerografato la California nelle mutande!», esclamò ululando.
Danny scoppiò a ridere come un matto. Era ancora preoccupato per l'amico, ma la situazione era talmente assurda che non poteva proprio rimanere serio. Incurante dell'odore e delle lamentele del chitarrista lo accompagnò fino agli spogliatoi.
«Fatti una doccia e cambiati. Se stai meglio magari potrai giocare nell'ultimo inning».


Al termine della partita, Jimmy Guercio chiamò a raccolta i ragazzi per scattare una foto ricordo tutti insieme. Terry si era ripreso piuttosto bene, anche se di tanto in tanto il suo intestino era ancora scosso da rumorosissimi e fetentissimi peti, cui ormai i suoi compagni avevano fatto l'abitudine. Erano tutti pronti per lo scatto, quando ecco ripresentarsene uno particolarmente violento. Il chitarrista tentò di trattenerlo, ma senza successo: gli riuscì soltanto di renderlo un po' più silenzioso del solito.
«Ahhhhh», esclamò soddisfatto subito dopo averlo sganciato, appoggiandosi col mento alla spalla di Peter.


Si rese conto che il fotografo aveva scattato proprio in quel momento solo quando Guercio gli fece avere la sua copia della foto, una settimana dopo. Si premurò subito di nasconderla in fondo a una delle sue scatole con l'occorrente per l'uncinetto. Se Greta l'avesse vista gli avrebbe di sicuro chiesto spiegazioni: per quale motivo stava godendo sulla spalla di Peter, con gran soddisfazione di quest'ultimo?
«No, no, meglio metterla via...», borbottò tra sé. Prima di riporla, però, le diede un'ultima occhiata per poi scoppiare a ridere. «Io mi sarò anche cagato addosso, ma Bobby pare che ci si sia pisciato!».

 

 

Prompt n° 16 - “Smettila di andare avanti e indietro, mi fai venire il mal di mare!”

 

Spazio autrice:

Con questo capitolo siamo tornati indietro nel tempo di parecchi anni, a quando Terry era effettivamente ancora vivo anche nella realtà, ma sono comunque rimasta fedele all'AU che ho creato, mantenendo Greta come sua moglie al posto di Camelia. In “Alive Again”, infatti, lei e il chitarrista dei Chicago si sono sposati il 1° luglio del 1972.
Anche stavolta ho preso l'ispirazione dalla foto che trovate all'inizio del capitolo, e che poi è quella che Terry contempla alla fine della shot: ultimamente sto trovando un sacco di foto dei ragazzoni che fanno letteralmente morire dal ridere (almeno me XD). In questa foto, che li ritrae durante una partita di softball (è l'unica informazione che sono riuscita a trovare, tutto il resto è completamente inventato da me) troviamo, da sinistra a destra: in piedi – James, Danny, Peter dall'aria soddisfatta, Terry in posa equivoca, Walter e Robert, con i pantaloni bagnati all'altezza dell'inguine dando l'impressione che si sia fatto la pipì addosso; in ginocchio – saltando il primo che non so chi sia (probabilmente un qualche collaboratore dei Chicago) abbiamo James Guercio (il loro produttore) e Lee. Anche l'ultimo non so chi sia XD.
Per quanto riguarda le informazioni sul softball, non essendo un'esperta mi sono documentata un pochino su internet, limitandomi comunque a citare solo poche cose tecniche. In particolare: il monte di lancio è il punto da cui il lanciatore tira la palla; la casa base è il punto in cui si trova il battitore; e ogni lanciatore ha il suo ricevitore che, avendo ampia visuale sul campo, con gesti in codice suggerisce al lanciatore quale tipo di tiro effettuare. Gli inning, invece, sono una sorta di “tempi” in cui è suddivisa una partita.
Infine, Terry che mangia di tutto è una sua caratteristica (inventata da me) che si ritrova in quasi tutte le storie che lo vedono come protagonista: adora la cucina messicana, che mangerebbe a tutte le ore, e ha la pessima abitudine di emettere i propri gas corporali di scarico senza preoccuparsi di chi gli sta intorno. (Lo sai che ti voglio bene, Terry, ovunque tu sia!)
Ultima precisazione: l'aerografo esisteva già in quegli anni, quindi l'esclamazione di Terry è plausibile.
Spero davvero di aver fatto sorridere, nonostante la situazione sia piuttosto grottesca.

  
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