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Autore: kuutamo    11/06/2020    0 recensioni
E se Logan avesse un segreto che non ha confessato alla nostra Veronica?
One-shot ambientata in una scena del film Veronica Mars (2014).
Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Logan Echolls, Veronica Mars
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  A long time ago, Veronica Mars

 

Potrei descrivere il vento che in quel preciso istante le scompigliava i capelli carezzandole le guance, o magari le luci dei lampioni che a fasi alterne svelavano i tratti pronunciati del suo viso, oppure perché no, la canzone che era partita in modalità shuffle dalla libreria su iTunes. Tuttavia, seppur avessi trovato le parole più dolci e adeguate per descrivere la visione di lei in quel momento, nessuna sarebbe stata abbastanza perfetta. Almeno non quanto l’unica parola al mondo che mi suggeriva immediatamente la sua immagine, insieme ad una miriade di altre cose: Veronica.

Se ne stava a pochi centimetri da me, innocentemente rannicchiata sul sedile del passeggero durante uno dei rari momenti d’innocuità: si era addormentata da qualche chilometro, distrutta. Non che mi facessi problemi quando era vigile e sveglia, anzi, ma guardarla dormire mi permise di ripercorrere tutti i particolari del suo volto per vedere se combaciavano con il ricordo che avevo di lei. Avrei voluto allungare la mano per scostarle le ciocche ribelli da un lato, così, tanto per convincermi una volta del tutto che era davvero lì, di nuovo a Neptune, di nuovo pronta ad aiutarmi e scagionarmi da un’accusa. Erano passati quasi dieci anni ed era bella come il primo giorno, se non di più. Mentre io, beh, se possibile, ero ancora più incasinato di prima.

Veronica per me era così: quando non era lì attorno mancava come l’aria, mentre quando te la ritrovavi davanti ti mozzava il respiro. Non c’erano mezze misure per me, per noi. Era sempre tutto o niente.

Non lo avevo mai confessato ad anima via, ma avevo scoperto il mio debole per lei molto, molto tempo prima di quel bacio al motel. In un periodo in cui non avrei dovuto avere occhi se non per Lilly, la mia ragazza, ma si sa, sono pur sempre Logan Echolls.

 

Era l’estate prima del terzo anno di liceo, l’estate che cambiò tutto. All’epoca nessuno di noi poteva sospettare che piega assurda avrebbero preso le nostre vite nel vicino futuro: noi quattro, Veronica, Duncan, Lilly e io eravamo solo dei ragazzini spensierati che vivevano nella loro bolla perfetta, o almeno così sembrava. Quando quel pomeriggio andai a casa di Lilly per farle una sorpresa, entrai dal giardino posteriore. Era una giornata molto calda e umida, Lilly e Veronica se ne stavano a crogiolarsi in piscina: in quel momento pensai fosse una buona idea nascondersi dietro una delle siepi di casa Kane e rimanere qualche minuto a spiare la mia ragazza. Ragazze in bikini, piena fase ormonale e un piccolo nuovo piacevole segreto da custodire, un invito a nozze. Dal punto in cui mi nascondevo, potevo udire qualche parola del loro discorso: Lilly non era una ragazza che si piangeva addosso, non aveva bisogno di farlo, ma Veronica era semplicemente più fragile. Aveva appena rotto con Duncan e loro due erano in quella fase imbarazzante quando due persone si lasciano, ma continuano a vedersi a scuola e nella stessa compagnia di amici. Se poi la tua migliore amica è la sorella del tuo ex-ragazzo, allora la situazione si fa parecchio più imbarazzante. Duncan aveva lasciato Veronica, ma nessuno di fatto ne sapeva il motivo, tantomeno lei.

“Lascialo perdere Veronica, insomma, non vale la pena disperarsi per mio fratello” disse Lilly.

“Io non mi sto disperando - rispose lei malinconica - vorrei solo sapere che cosa è successo” guardava dritta davanti a sé un punto indefinito della piscina.

“Sai come sono fatti i ragazzi, si stancano, ma - si mise a sedere allungandosi fino al lettino di Veronica per darle un pizzicotto - il mare è pieno di pesci. E fidati, nessuno saprà resistere alla mia amica bionda e sexy!” aggiunse maliziosa.

Veronica le sorrise genuinamente, la sua migliore amica sapeva sempre come prenderla. Lilly era talmente convincente da farti davvero credere che le cose si sarebbero sistemate.

“Cosa farei senza di te, bionda?”

“Beh, mi inventeresti, ovvio! - rispose con falsa modestia Lilly, poi si alzò in piedi - Entro in casa un momento, ti serve niente?”

“No, grazie”

“Torno subito. Io sto morendo di fame!” disse Lilly allontanandosi.

Una volta entrata in casa, la situazione si era fatta parecchio strana, dal momento che stavo spiando una ragazza che non era la mia. M’interrogai su cosa fare, se starmene lì acquattato nascosto o arretrare con passo felpato e sparire. Un movimento di Veronica catturò il mio sguardo: si era girata sull’altro lato, dando la schiena al sole e si stava slacciando il laccetto della parte superiore del bikini, supposi per prendere il sole senza che rimanessero tracce sulla pelle. Con il viso poggiato nell’incavo del gomito, ora guardava nel vuoto nella mia direzione ancora assorta e pensierosa. A tratti ci guardavamo negli occhi, ma lei questo non poteva saperlo: in quel preciso momento fu come se l’avessi guardata per la prima volta pur avendola avuta sotto al naso per anni. Con gli occhi lucidi e lo sguardo perso nei propri pensieri, sembrava la creatura più fragile e innocente della terra: a quei tempi non era ancora diventata la combattente investigatrice privata che tutti conoscevano, ma credo che neanche allora nessuno avesse visto quel lato di lei. Da quella prospettiva, riuscivo a vedere e distinguere nettamente il suo corpo minuto, la schiena che s’incurvava verso il basso arrivando alla vita, le ciocche di capelli, allora ancora lunghissimi, che la avvolgevano come una protezione verso il mondo esterno. Mi guardò di nuovo, inconsapevole, ed avvertii molto chiaramente un’ombra nei suoi occhi che conoscevo molto bene. Era la stessa che vedevo quando mi guardavo allo specchio, dopo una lite con mio padre, una bruciatura tonda che odorava ancora di carne viva o un nuovo livido sotto la maglietta, lo stesso di quando a bassa voce trovavo il coraggio di uscire dalla mia camera a testa alta, richiudendo tutto ciò che avevo visto in un cassetto infondo infondo, dove custodivo i miei ricordi. Io e  le ombre, cresciuti insieme mano nella mano: il mio modo di stare al mondo era l’unico modo che conoscessi e nessuno riesce a  cambiare il modo in cui sei, neanche chi ti ama.

Mi allontanai restando piegato sulle gambe, occhi lucidi e ginocchia tremanti per quella nuova, inaspettata rivelazione. All’aperto, ma  apparentemente senz’aria e con il battito accelerato. La piccola Veronica e io forse, non eravamo poi così diversi.

Così come non lo eravamo stati dopo che Lilly era morta, arrabbiati con il mondo e in cerca di una qualche giustizia che ci facesse sentire meglio, ognuno a suo modo; oppure mentre montavamo il video in cui la commemoravamo, ci odiavamo senza sapere che in realtà quella distanza rappresentava l’insospettabile pretesto per farci avvicinare, finalmente.

Non le ho detto neanche questo, ovviamente, ma la mia indifferenza era solo un trucco, un bluff per mascherare il fatto che io, da quel giorno in piscina, la guardavo con occhi diversi, quando nessuno osservava, e non avevo il coraggio neanche di confessarlo a me stesso. Sviluppare una cotta segreta per la migliore amica della tua ragazza mentre ci stai ancora insieme e allo stesso tempo accusarla di avere una relazione con un altro? Forse era fin troppo anche per uno come me.

 

Veronica è una meteora, basta incrociare una volta per caso il suo sguardo luminoso per farti intrappolare da quella sua luce naturale e contemplarla per il resto dei tuoi giorni. Che fosse di persona o dalla foto in uno schermo, succedeva e basta. Non dipendeva da quanto la mia forza di volontà fosse forte, né importava quanti chilometri ci dividevano. Veronica era sempre lì, dietro le mie palpebre ogni qualvolta che si chiudevano. E ora era ancora lì, al mio fianco, di nuovo pronta ad impelagarsi in qualcosa più grande di lei pur di salvarmi la pelle. La solita, dolce, bellissima, insostituibile Veronica.

Adesso, mentre tu dormi e non hai il potere di zittire i miei pensieri, vorrei tanto dirti ‘Perché non resti? Non sei stata proprio tu a dire che solo chi resta è davvero coraggioso? Allora dai, Veronica. Resta’.

La guardai ancora, mentre la canzone suonava il suo ultimo ritornello.

 

I wanna get lost with you

It's the only thing I wanna do

 

 

Note:

Flusso di pensieri di Logan ambientato nella scena del film (Veronica Mars, 2014) mentre i due sono in auto e la riporta a casa.

In completo mood Veronica Mars (per la milionesima volta) dopo aver appena finito una maratona di due settimane? Certo che ci scrivo su una one-shot, cavolo.

La canzone è I wanna get lost with you degli Stereophonics.

Grazie a chi leggerà!

  
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