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Autore: light in the shadow    11/06/2020    2 recensioni
Una promessa fatta da bambini, ma mai dimenticata.
degli incontri che cambieranno la vita di Giada.
lavorare con il tanto dispotico ma quando affascinante Hyde, ho imparare a conoscere il trasandato ma simpatico Satoru.
Da che parte andrà il cuore?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Hei Giada, un giorno vorrei diventare una stella che brilla per raggiungere la mia mamma” Mi sorride il ragazzino che ho davanti anche se non riesco a vedere bene il suo volto.
“Si sicuramente lo diventerai, così io potrò vederti splendere” Gli sorrido anche io entusiasta.
“Giada promettimi che non mi lascerai mai” Mi viene vicino.
“Si, te lo prometto…” Annuisco.
“Anzi, quando diventeremo grandi sarai la mia sposa.” Esclama stringendo un pungo sul petto come a voler dare più enfasi alle sue parole.
“È una promessa?” Chiedo con un grande sorriso.
“Certo…” Lo vedo cercare nella busta delle patatine, per poi guardarmi con un sorriso soddisfatto e prendermi la mano.
“Conserva questo…come simbolo della mia promessa.” Mi fa scivolare un anellino attorno al dito.
 
-Sono le 8:30 Sveglia! - La voce metallica della sveglia mi fa tornare alla realtà. Apro gli occhi e guardo il soffitto. “Ho rifatto di nuovo quel sogno, ma possibile che di quel bambino non ricordo né il volto né il nome…” Sposto lo sguardo verso l’orologio e sussulto.
-Oh cavolo, è tardissimo non posso permettermi di fare tardi proprio il giorno del colloquio. -
Corro in bagno per farmi una doccia, mi preparo velocemente e schizzo fuori dall’appartamento.
 
Mi chiamo Giada Takanasci, ho 25 anni e oggi ho un colloquio di lavoro con una delle più famose agenzie di Idol. Vivevo a Okinawa, ma all’età di 5 anni mi sono trasferita a Tokyo con la mia famiglia.
Qui ho iniziato ad appassionarmi al mondo degli idol, tanto da desiderare di lavorare in questo abbiente. In breve tempo giungo davanti al palazzo dell’agenzia.
-Meno male sono arrivata in tempo, oddio speriamo bene. - Osservo il mio riflesso attraverso la porta dell’ingresso. “Dunque…gonna perfetta, camicia e giacca perfette, trucco è ok, bene posso andare!”
Mi dirigo verso la reception, ad accogliermi trovo una donna dai capelli lunghi di un nero corvino, una pelle chiara come la porcellana, occhi verdi, trucco perfetto, il tutto descrivibile in una sola parola, bellissima!
-Ehm salve, ho un appuntamento con la direttrice, mi chiamo Giada Takanasci. - Mi guarda, e mi regala un sorriso scintillante, tanto che mi viene il dubbio che sia un idol anzi che la segretaria.
-Piacere mio, io sono Ayumi Mikami. La direttrice è un attimo impegnata, se vuole, nell’attesa le posso offrire una tazza di the o caffe? -
-Un the, grazie mille. - Mi sorride di nuovo allontanandosi, per poi tornare dopo pochi minuti con una tazza di thè.  
-Grazie. - Le sorrido.
-Di nulla, è un piacere. - Detto questo torna alla sua postazione. Mentre sorseggio il thè, mi guardo attorno. Resto abbagliata dalla bellezza del posto. E non posso far a meno di notare il gruppo di ragazze che esce dall’ascensore. “Oddio quelle sono…quel gruppo emergente…accidenti come si chiamavano…ah sì le “Starlight”! E quella deve essere la loro manager…Oddio!” Mentre sono persa nei miei pensieri una voce richiama la mia attenzione.
-Signorina Takanasci, la direttrice la sta aspettando. Prego mi segua. - Faccio un profondo respiro mentre porto la mano a stringere la collana con l’anellino al collo per darmi coraggio. Ci dirigiamo verso l’ufficio. “Dai, forza e coraggio, puoi farcela!”
Entro e mi dirigo verso la scrivania della direttrice.
-Salve, signorina…Takanasci, piacere di conoscerla sono Mika Natsuki. - Mi porge la mano che stringo.
-Piacere mio, la ringrazio infinitamente per avermi dato quest’occasione. - Mi fa cenno di sedermi.
-Dunque…lei vorrebbe intraprendere la carriera di stagista manager. - Mi guarda un momento.
-Esatto. - Annuisco decisa.
-E sa che è un ruolo molto importante per i nostri futuri idol, hanno bisogno di molto sostegno, ribadisco non è così semplice come sembra. Si sente pronta? -  Mi alzo di scatto e mi inchino dicendo.
-Si sono pronta! Farò tutto ciò che è nelle mie possibilità. Sono sicura che non se ne pentirà. -
“Oddio…forse ho esagerato. Spero di non aver fatto una brutta impressione. Accidenti ma perché sono stata così impulsiva.” Sento una risatina divertita così alzo lo sguardo sulla direttrice e noto che mi guarda divertita annuendo.
-Molto bene, mi piace la tua grinta. Benvenuta nella squadra, conto su di lei signorina Takanasci. - “Non ci posso credere…” La vedo armeggiare vicino al telefono.
-Signorina Mikami può portarmi un contratto da firmare. - Dopo neanche un minuto vedo la segretaria di prima che entra nell’ufficio porgendomi il contratto.
-Firmi lì. - Poi guarda la segretaria -Mikami le dia tutte le informazioni necessarie per quello che deve svolgere, e le segna l’affiancamento con Hyde. - La vedo irrigidirsi appena.
-Ehm signora direttrice, Hyde non è troppo…- Cerca di chiedere.
-No Mikami, è perfetto come inizio per la signorina, sono sicura che sarà in grado di gestirlo alla perfezione. - Risponde risoluta.
-Va bene, provvederò ad avvisare anche lui. - S’inchina per poi rivolgersi a me.
“Non so se devo preoccuparmi…chi diavolo sarà questo Hyde.”
-Prego venga con me signorina Takanasci. - Usciamo dall’ufficio ci dirigiamo alla sua scrivania.
-Ehm Mikami, posso chiederle una cosa? - Chiedo titubante.
-Certo quello che vuoi, ma chiamami Ayumi, abbiamo la stessa età. - Mi sorride gentilmente.
-Va bene. Dunque volevo chiederti, perché mi sei sembrata preoccupata all’idea dell’affiancamento di questo Hyde? - 
-Beh, perché…vediamo come posso spiegartelo…è un tipo problematico. Non è facilmente gestibile, ha un carattere difficile…ma è la stella dell’azienda…- Sospira incrociando le braccia al petto e continua.
-Non so tutti i dettagli, ma si dice che ha una storia molto complessa alle spalle. Tutte le manager che ha avuto hanno abbandonato il loro posto in poco tempo. Si dice inoltre che non si faccia tanti problemi ad allungare le mani…per questo pensavo che non fosse proprio il più adatto come primo incarico. Però se la direttrice pensa che lei può farcela, non ho dubbi che sia così. - Finisce di parlare sorridendomi per rassicurarmi. “In pratica mi ha affibbiato una bella gatta da pelare.”
-Hai altri dubbi? - Scuoto la testa.
-Perfetto Giada allora puoi iniziare lunedì. Ti lascio anche il mio numero così in caso di bisogno puoi contattarmi. - La saluto e mi dirigo all’uscita. Appena metto piede fuori, squilla il telefono e noto che è la mia amica Yuki.
-Ehi Yuki, cosa ti porta a chiamarmi a quest’ora. Non stai al lavoro?” Sento che questa chiamata non promette buone notizie
“Giaduccia…” Esclama con voce tremante dalle lacrime. “Ecco come immaginavo!”
-Cosa è successo Yuki? - La sento tirare su col naso.
“È successo di nuovo…Adam mi ha lasciato! Mi ha detto che si è annoiato con me e che non prova nulla…sono stata solo un passa tempo…” Scoppia di nuovo a piangere. “Cavolo e dire che l’avevo anche avvisata…” Sospiro rassegnata.
-Dove sei? Anzi facciamo così, vai al nostro solito locale sto arrivando! – Prendo un taxi al volo e mi dirigo dalla mia amica. Quando entro nel locale, subito la noto al nostro solito tavolo. Appena mi avvicino, non posso non notare gli occhi ancora rossi dalle lacrime.
-Ehi eccomi. - La saluto.
-Giaduccia…- Si alza e mi salta al collo. L’abbraccio e le accarezzo la testa. Nonostante mi faccia saltare i nervi non posso non essere dispiaciuta quando la vedo così triste. Ci sediamo e ordiniamo qualcosa di forte, che in questo momento servirà molto sia per lei che per me.
-Non vorrei dirtelo…ma te l’avevo detto! - Esclamo mentre le passo un fazzolettino sotto agli occhi per asciugare le lacrime.
-Lo so…ma…ma pensavo che questa volta…fosse quello giusto. -
-Quante volte abbiamo già affrontato questo discorso. Ti trovi sempre ragazzacci. E poi cosa vuoi aspettarti da uno conosciuto in discoteca. - Esclamo esasperata.
-Ma Giada sono troppo fighi. - Cerca di giustificarsi.
-Fighi un corno Yuki…cosa ti trovi adesso, si è presso gioco dei tuoi sentimenti e questo sarebbe figo? Devi cambiare campo, cerca qualcuno più maturo, e magari anche un po' più serio! - Sbuffa incrociando le braccia.
-Ma sono noiosi…ma cos’ho che non va…sono giovane, sono bella, ho un fisico da paura…non chiedo molto, solo una storia con tanta passione…però poi alla fine mi mollano tutti…- Scoppia di nuovo a piangere. “Oddio è tempo sprecato già so che alla fine non ascolterà niente di quello che le dico.”
Continuiamo a parlare e bere, finché alla fine smette di piangere e mi guarda sorridendo.
-Piuttosto Giaduccia, qual è il tuo tipo d’uomo? Ormai ci conosciamo da 5 anni ma non ti ho mai vista con nessuno…non è che hai altre preferenze…- La guardo storta e le do un colpetto dietro la nuca.
-Stupida non lo sono, e poi chi ti dice che non mi sia mai innamorata di nessuno. - Guardo il bicchiere. -E chi è dai racconta…a me lo puoi dire…- Si avvicina con un sorrisetto da bambina curiosa.
-Beh, è una storia lunga, ero bambina e c’era questo ragazzino che mi proteggeva sempre, ma siccome sono passati molti anni, non ricordo più né il nome né il suo volto…- Sospiro per poi riprendere. -L’unica cosa che mi resta è quest’anello e la promessa che quando saremo diventati grandi mi avrebbe sposata. - Accarezzo l’anello con la punta delle dita. Yuki mi guarda perplessa.
-Ma eri una bambina…vuoi farmi credere solo quella volta…- Prende un altro sorso del suo drink poi esclama.
-Lo dobbiamo trovare cosi dovrà mantenere la sua promessa e sposarti! - La guardo perplessa e inizio a ridere. “Ecco i sintomi dell’alcol che iniziano a farsi sentire…ma dai si può essere ubriachi a quest’ora…” Sospiro.
-Va bene, ora è meglio se andiamo a casa, hai bisogno di smaltire questa sbornia. - Mi alzo tirandola per un braccio. Uscite prendiamo un taxi e l’accompagno fino a casa. Per poi tornare alla mia.
Arrivata fuori al condominio noto un camion dei traslochi. “Oh ci saranno nuovi inquilini…speriamo sia gente tranquilla.” Giunta al mio pianerottolo noto molti scatoli vicino alla porta accanto al mio appartamento. “Bene saremo anche vicini di casa…con calma faremo le presentazioni, ora ho bisogno di una doccia e un pasto caldo poi dritta a nanna!” Durante la cena sento molti rumori dall’appartamento vicino, ma preferisco non intervenire per non sembrare invadente.
“Meglio andare a dormire che domani voglio svegliarmi presto per andare a fare un po’ di jogging.”
Mi butto sul letto e chiudo gli occhi. Dopo qualche ora un rumore improvviso mi fa sussultare dal letto svegliandomi.
-Ma che diavolo sta succedendo? - Esclamo preoccupata. Poi un tonfo mi fa scattare dal letto. Esco fuori di casa e subito mi accorgo del ragazzo svenuto a pochi passi dalla mia porta. Mi avvicino per vedere se ha bisogno di aiuto. Lo volto e vedo gli occhiali a terra, che fortunatamente non sembrano essersi rotti, ha una mascherina sul viso e i capelli tutti davanti agli occhi.
-Ehi, tutto bene? - Nessuna risposta, mi avvicino al viso e noto che sta dormendo.  “Ma dai è serio…vabbè almeno non è morto…mi tocca aiutarlo però…” Mi guardo attorno per vedere se passava qualcuno, ma ovviamente a quell’ora di notte chi cavolo vuoi che ci sia in giro… “Ok vediamo un po' mi servono le chiavi…scusami tanto se mi permetto…” Frugo nelle sue tasche per trovare le chiavi e le trovo facilmente. Apro la porta e poi cerco di alzarlo e trascinarlo in casa. “Ma dovevi proprio addormentarti fuori casa e che cavolo.” Non mi perdo di coraggio e lo trascino fino al divano. Cerco di sistemarlo nel migliore dei modi e faccio per andarmene, ma vengo tirata per un braccio e mi trovo stesa su di lui. “Ma che…” Mi abbraccia e nel sonno lo sento sussurrare.
-Che buon profumo…- Arrossisco all’inverosimile e mi libero dalla presa, lancio le chiavi sul tavolino vicino al divano e scappo nel mio appartamento. Una volta chiusa la porta mi ci appoggio con la schiena e porto una mano sul petto a stringere la collana. Sento il cuore che batte impazzito. “Cos’è questa sensazione…non so perché, ma per un momento mi sono sentita bene…” Spalanco gli occhi per ciò che ho pensato.
-Ma scherziamo…è un estraneo…non va affatto bene! - Mi dirigo in bagno per sciacquarmi il viso, mi guardo nello specchio “Tutto questo è assurdo, meglio andare a dormire e non pensarci più…è stato un incidente…nulla di più.” Mi fiondo nel letto mettendo a testa sotto le compete. In poco tempo presa dalla stanchezza della giornata riesco a lasciarmi scivolare nel mondo dei sogni.
 
   
 
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