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Autore: Herm_periwinkle    11/06/2020    1 recensioni
Sono passati diversi anni dalla fine della guerra e i regazzi del team Avatar non hanno avuto più occasione di vedersi, ciascuno preso dalla propria vita. Fino a che la nascita di Moma li porterà a riunirsi. Sono cambiati molto, alcuni sono più felici, altri sono semplicemente insoddisfatti delle proprie vite. Gli equilibri del gruppo, dopo tanto tempo che i loro membri sono stati lontani, sono destinati a cambiare, forse per sempre. Riuscirà Zuko ad affrontare i mutamenti che avverranno? Katara sarà in grado di discernere la verità del suo cuore? O saranno così ciechi da credere che nulla è cambiato?
[Zutara]
Dalla storia:
“Vedo il modo in cui vi guardate.”
Ci fu una pausa lunghissima, infinita. Abbassò lo sguardo colpevole, non sapendo cosa dire. Cosa si poteva dire in una situazione simile? Ogni parola sarebbe suonata sbagliata, una stupida scusa, ipocrita e inopportuna.
“Ti conosco più di chiunque altro e so che tra voi c’è qualcosa. Si vede, è palpabile. Ti chiedo solo di dirmi la verità: vi siete baciati?”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katara, Quasi tutti, Sokka, Zuko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sokka!” urlò Katara correndo incontro al fratello, che la abbracciò di slancio “Mi sei mancato tantissimo!”

“Anche tu, sorellina” le disse lui, stringendola forte. “Non sapevo che sareste arrivati così presto, altrimenti vi avrei preparato un’accoglienza migliore. Non vedo l’ora di farvi conoscere Moma!”

Aang saltò giù da Appa con estrema leggerezza, unendosi all’abbraccio dei due fratelli. “Oh, non riesco a credere che tu l’abbia chiamata davvero così!”

“Beh, mi sembrava l’unica cosa da fare, dato che Momo te lo sei portato via tu. Lo sai che mi hai spezzato il cuore!” disse Sokka con fare melodrammatico, fiondandosi ad accarezzare il piccolo lemure volante che spuntava da dietro la testa di Aang. “Oh, come mi sei mancato amico mio!”

“Mi stai dicendo che l’hai davvero chiamata Moma?” chiese Katara piuttosto perplessa. “Non posso credere che Suki te l’abbia permesso”.

“E infatti non è quello il suo nome” disse Suki, apparendo all’improvviso e dando uno scappellotto affettuoso a Sokka “Si chiama Momoka, è solo tuo fratello che continua ad abbreviare il nome.” Fece un larghissimo sospiro “Non sono riuscita a fare di meglio, non ho mai visto Sokka impuntarsi tanto per qualcosa.”

Katara rise di gusto, suo fratello era incorreggibile “Allora, che cosa aspettate a farmi vedere mia nipote?”

Entrarono nella casa in cui Sokka e Suki vivevano da quando la guerra era finita. Si erano stabiliti nell’isola di Kioshi, così che Suki potesse rimanere a capo delle guerriere, mentre Sokka aveva aperto una scuola dell’Arte della Spada, che in pochi anni era diventata celebre in tutto il paese, accogliendo studenti di tutte le nazioni. Era una bella casa, ampia e accogliente, con un delizioso giardinetto sul retro.

“Ma è bellissima” sussurrò Katara non appena vide la sua nipotina. Aveva gli stessi occhi blu del fratello, ma il colore dei capelli e la forma del viso erano quelli di Suki. Sentì le lacrime farle capolino e bagnarle le guance. “Ciao piccolina” le disse, solleticandole delicatamente le manine cicciotte.

“Vuoi prenderla in braccio?” le chiese Suki, notando la dolcezza con cui lo sguardo di Katara si posava su quel piccolo corpicino. Prese Momoka dalla culla e lasciò che Katara la prendesse.

“Non riesco a credere che tu sia diventato padre. Oh, sarete due genitori meravigliosi”. Suki sorrise vedendo la commozione della sua amica. Era davvero felice di averla di nuovo al suo fianco. “Quanto vi fermerete?”

“Una settimanella, poi dobbiamo riprendere i nostri giri. È davvero difficile risolvere tutte le beghe che si vengono a creare e tentare di ricostruire una comunità di monaci si sta rivelando un’impresa titanica” sospirò “A volte mi chiedo chi me l’abbia fatto fare”

“Questo è il duro lavoro di chi ha salvato il mondo” disse Sokka, annuendo, cercando di rimanere serio mentre solleticava i piedi a sua figlia. “Ah, sei proprio fortunata sai sorellina. Ogni tanto mi piacerebbe tornare a fare tutti i nostri viaggi sull’Appa line”.

“Ma se non fai altro che stare a giocare con Momoka! Hai perfino bocciato la mia idea di andare un fine settimana al lago!” commentò Suki ridendo.

“Beh, mi pare ovvio. Dove lasceresti la bambina se no?”

“Te l’ho detto, potremmo lasciarla ai miei genitori.”

“Non se ne parla! Nessuno mi toglierà mai la mia dolce Moma.” Se la riprese in braccio e cominciò a farle piccole pernacchiette sulla pancia, facendo ridere di gusto la bambina.

“Vuoi prenderla anche tu Aang?”

“No no, vi ringrazio” rispose lui ridendo “Non ci so molto fare con i bambini.”

“Dai, andiamo a cena, ho preparato moltissime cose da mangiare.”

“Devi proprio assaggiare le prugne di mare, Suki ha imparato benissimo a farle. Mi fa sentire ancora come se stessi al polo sud.” Commentò Sokka, schioccando un sonoro bacio sulla guancia della moglie.

La tavola era riccamente apparecchiata, con specialità di tutte e quattro le nazioni. In una ciotola c’erano i fiocchi di fuoco, che Sokka adorava, in un’altra le prugne di mare, la salsa di rana, gli spaghetti alle alghe, verdure grigliate, carne di anatra-tartaruga e una deliziosa torta panna, specialità dei monaci dell’aria, fatta appositamente per Aang, che la notò subito.

“Suki, sei proprio la migliore!”

I quattro amici si avventarono sul cibo, riempendosi le pance fino a scoppiare. “Mi dispiace che Toph e Zuko non siano qui, sarebbe stato bello fare una rimpatriata del Team Avatar” commentò Aang, mentre si grattava stancamente la pancia gonfia per il cibo trangugiato.

Suki e Sokka si lanciarono un’occhiata complice “Già, sarebbe proprio bello.”

“Comunque, a dispetto del fatto che avete una figlia così piccola vi vedo proprio bene. Siete raggianti” commentò Katara, abbracciandoli con uno sguardo pieno di affetto.

Era vero, erano proprio raggianti. Sokka aveva acquisito un’aria molto più matura e consapevole ed erano commoventi gli sguardi amorevoli che dedicava alla figlia. Suki, nonostante la gravidanza, aveva ancora un fisico perfettamente allenato, ma aveva una nuova rotondità che le conferiva una femminilità estremamente affascinante, forse dovuta proprio alla sua maternità.

“Vi abbiamo preparato la camera degli ospiti, spero che riusciate a stare comodi.”

Era una stanza di medie dimensioni con un letto matrimoniale al centro. Non era particolarmente arredata, ma sulle pareti aveva una serie di foto del Team Avatar, sia al completo che non. Katara sentì il cuore riempirsi di nostalgia. Era da tantissimo tempo che non si vedevano tutti insieme, dal matrimonio di Sokka e Suki, che era avvenuto pochi mesi dopo la fine della guerra.

“Grazie davvero per l’ospitalità” disse commossa abbracciando il fratello “Non hai idea di quanto io sia felice di stare qui con voi e con la piccola Momoka”.

“Anche io sono contento sorellina.” Le diede un delicato bacio sulla fronte “Domani sarà una grande giornata, tenetevi in forze. La piccola Moma finalmente giocherà con Momo!” disse Sokka ridendo, lasciando Aang e Katara soli nella stanza.

Si misero a letto, osservando la luna che faceva capolino da dietro la finestra. “Sono davvero una bella famiglia” commentò Katara guardando il cielo.

“Già, e Moma è davvero carina. Secondo me ha il tuo naso sai?” disse Aang abbracciandola.

“Tu dici? A me sembra avere il viso di Suki”

“Sì, ma il naso è il tuo”

Katara sospirò. Si girò verso Aang e gli passò una mano sulla testa liscia. Il tatuaggio sembrava quasi brillare illuminato dalla luce della luna. Posò un bacio delicato sulle sue labbra. “Mi piacerebbe tanto avere un figlio da te, Aang.”

Aang la guardò imbarazzato. Era così bella, stretta attorno a lui. Crescendo Katara era diventata di giorno in giorno più affascinante, con quegli occhi blu che scrutavano fino in fondo all'anima e un sorriso da capogiro. Ma non poteva cedere a quella richiesta, per quanto capisse che lei lo desiderasse. “Sai bene che non è il momento, ne abbiamo già parlato.”

Il viso di Katara si rannuvolò e si girò dall’altro lato. Sapeva che non glielo avrebbe dovuto chiedere, ma non era riuscita a tenere a freno la lingua, come al suo solito. Aang la abbracciò e rimasero in silenzio fino a che non si addormentarono.

 Dopo il rewatch di Avatar uscito su Netflix mi è sembrato d'obbligo
scrivere una fic sul mio adorabile team Avatar. 
Spero vivamente che la storia vi possa piacere,
è un modo come un altro per non abbandonare la mia serie preferita e dargli un continuo,
magari cambiando qualche dettaglio e facendola finire come avrei voluto
finisse fin dall'inizio (chi vuol intendere intenda ahahah).
Fatemi sapere che ne pensate, qualsiasi parere è ben accetto! <3

   
 
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