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Autore: Francesca Akira89    12/05/2005    8 recensioni
Più che una fic è una situazione che mi sta accadendo ultimamente, e ho pensato di sfogarmi così... ^^" Cmq penso che non sia da buttar via, e mi farebbe molto piacere ricevere dei commenti! Mi raccomando, leggetela!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rei Kon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ce la faceva più…

 

 

Non ce la faceva più…

Perché… Perchè tutto gli si era rivoltato contro?...

I suoi amici, il suo lavoro, la sua vita stessa… Il suo ottimismo che tutto alla fine sarebbe andato sempre per il meglio era andato a farsi fottere con tutto il resto, lasciandolo solo nel suo abisso di disperazione…

Se Dio esisteva, voleva dire che evidentemente lo odiava…

Perché?.. Era colpa sua, forse?

…Aveva peccato, commesso qualche azione sporca e ignobile che l’ aveva precluso per sempre dalla Sua benevolenza…? Il suo animo non era certo quello puro e innocente di pochi anni prima, ma anche quando si era ritrovato letteralmente ad insultarLo le cose non gli erano andate così da schifo…

Non era nemmeno colpa sua, alla fine, se era cambiato… Erano stati gli avvenimenti esterni a farlo diventare così, le parti che componevano i meandri più oscuri di quel disgustoso mondo…

Un anno intero nella depressione più nera, poi due a litigare con Dio e con la vita, sempre nervoso, sempre pronto a riprendere in mano gli argomenti che lo gettavano in crisi e poi giù a piangersi addosso, a diventare insopportabile a se stesso e agli altri… Eppure, anche in quei momenti, la sua certezza che tutto alla fine andava come doveva andare era rimasta… Era convinto di avere ancora un posto in Paradiso…

E adesso.. Adesso che si ammazzava di fatica, s’ impegnava fino a farsi venire l’ esaurimento nervoso,  per quanto si sforzasse, qualcosa che andava storto c’era sempre… La sfortuna lo metteva nei guai, malgrado tutto, malgrado gli sforzi che facesse…

Non c’ era più niente da fare… 

Non ce la faceva più a stare al passo con gli allenamenti, tentava in ogni modo di migliorare, ma non ci riusciva… E Hitoshi a lanciargli sguardi di fuoco, ad umiliarlo, a trattarlo come se fosse un perdigiorno, come se il suo destino fosse già segnato, a rinfacciargli le poche ore di riposo che si concedeva per impedirsi di impazzire, anche se neanche quelle funzionavano più, mentre lui tentava disperatamente di recuperare gli ultimi brandelli di vita e speranza che gli erano rimasti…

I suoi “amici” non lo difendevano, non lo capivano… Anzi, non capivano NIENTE… Per loro tutto era a posto, come al solito, come se non stesse succedendo niente… E quando si lamentava di qualcosa lo fissavano stupiti… Ma ce li avevano gli occhi?!

E adesso anche Lai ce l’ aveva con lui… Non perdeva occasione per punzecchiarlo, per dargli dello stupido, per bearsi delle sue sofferenze… Ma perché…?

Era geloso?

Probabilmente.

Ma che colpa ne aveva se la Tigre Bianca aveva scelto lui..? Non lo capiva, Lai, che era insensato prendersela con lui? Non lo capiva quanto il suo atteggiamento lo facesse soffrire, dato che lo considerava quasi come un fratello? C’ era sempre stata quella sottile invidia, tra di loro, ma in quei giorni, per qualche motivo, era diventato ancora più insopportabile…

E Mao con lui era tutta uno zuccherino, non sentiva una parola delle cose orribili e degli insulti che gli diceva, ma le sue risposte invece le sentiva, e lo rimproverava anche! Maledetta lei e tutti gli altri! Era come tutti gli altri!

Non sopportava più loro due, non sopportava più Hitoshi, non sopportava nemmeno le poche persone che ancora si preoccupavano per lui…

Non sopportava più vedere lo sguardo deluso del presidente Daitenji di fronte ai suoi fallimenti…

Forse un motivo valido per morire non ce l’ aveva, c’era gente in condizioni peggiori delle sue, dopotutto…

Ma non aveva neanche un buon motivo per vivere, ormai…

E questo era molto peggio che odiare la vita.

In un momento di disperazione pura, quando Hitoshi lo aveva di nuovo trattato da schifo, di fronte ai suoi insuccessi, l’ aveva minacciato di andarsene…

“Vattene, che staremo tutti meglio!”

Quelle parole di risposta gli riecheggiavano ancora nella mente…

Bene, se ne sarebbe andato.

Per sempre.

Tanto per lui vita o morte era lo stesso…

Gli avrebbe dimostrato che non scherzava; a lui tanto non cambiava nulla…

Ci voleva pochissimo… Il mezzo più semplice e indolore era proprio lì, davanti a lui…

Beh, magari non era proprio il più semplice e indolore, ma era l’ unico che gli andasse di usare… Ed era anche l’unico che gli impedisse di cambiare idea…

Bastava solo passare la gamba sopra la sbarra, salirvi su e poi lasciarsi andare…

Ci voleva così poco… Era così facile…

Ecco…

Era seduto… La ringhiera era un po’ scomoda, così stretta e piatta… Se avesse avuto meno senso dell’ equilibrio probabilmente sarebbe già scivolato di sotto…

Invece lui, forse, avrebbe potuto anche voltarsi e ritornare al sicuro sul balcone

No, non era il momento dei ripensamenti.

Così Hitoshi avrebbe imparato cosa si ottiene parlando a quel modo!

Non che sperasse sul serio che capisse, e che si sentisse in colpa…

Cercò di immaginarsi la reazione sua e degli altri compagni di squadra, quando avessero saputo ciò che era successo…

Probabilmente avrebbero detto che era impazzito, e avrebbero trovato qualcun altro che lo rimpiazzasse nella squadra…

Forse avrebbero litigato su di chi fosse la colpa della sua decisione…

Sorrise leggermente, immaginandosi la scena.

I suoi piedi ondeggiavano nel vuoto al soffio del vento…

Tutto quello gli ricordava quando era piccolo, e si arrampicava sulla testiera del letto e poi si lasciava cadere sul materasso…

Ecco! Sì, quello era perfetto per dimenticare la vaga paura che ancora frenava quel suo ultimo atto…

Chiuse gli occhi.

Ecco che non era più lì, non era più lui…

Era piccolo… Si arrampicava sulla spalliera di legno del lettino, con gli altri bambini che lo guardavano da sotto… Era seduto… Rideva, guardava giù… Si lasciava cadere…

Sentì le sue dita abbandonare il metallo freddo e solido della ringhiera…

Il vuoto…

I capelli che galleggiavano, schiaffeggiandolo…

E il vento in faccia…

 

…Addio.

 

 

Nota dell’ autrice:

 

Chiedo scusa se forse non capirete, perché questa one-shot si riferisce a questioni personali…

Come ho già detto, più che una vera fanfic su Beyblade questi sono più i miei pensieri di quest’ ultimo periodo, che si sta svolgendo in maniera piuttosto difficile per me (ma niente paura! Non ho alcuna intenzione di suicidarmi! ^^””)… Devo dire che adesso che mi sono sfogata sto un po’ meglio… ^__^ (bello sfogo…! Farmi suicidare! ç.ç Nelle tue fic passo sempre per complessato! ndRei) (^^””” nda)

Sono stata un po’ indecisa se utilizzare Rei come al solito, invece che una ragazza, ma purtroppo in Beyblade non ci sono molte femmine; le uniche che conosco un po’ meglio (avendo seguito solo la 1° serie e le ultime puntate della 3°) sono Mao e Hilary, ma entrambe non mi sembrano godere di grande popolarità tra le lettrici, quindi ho pensato che se utilizzavo loro nessuno avrebbe letto la fic… ^^”

Per lo stesso motivo, non ho inserito la fic tra le “Originali” come sarebbe stato più logico…

Beh, spero che, nonostante l’ argomento trattato sia un po’ deprimente, la mia fic vi piaccia!

Perfavore, commentatela!!!! *.* (ß sguardo languido)

Ciao! ^.^

 

 

 

 

 

  
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