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Autore: _Atlas_    11/06/2020    4 recensioni
1997.
Axel, Jake e Jenna vivono i loro vent’anni nella periferia di Mismar, ubriacandosi di concerti, risate e notti al sapore di Lucky Strikes. Ma la loro felicità è destinata a sgretolarsi il giorno in cui Jake viene trovato morto, spingendo gli altri nell’abisso di un’età adulta che non avrebbero mai voluto vivere.
Diciotto anni dopo, Axel è un affermato scrittore di graphic novel che fa ancora i conti col passato e con una storia di cui non riesce a scrivere la fine.
Ma come Dark Sirio ha bisogno del suo epilogo, così anche il passato richiede di essere risolto.
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo II
 
 
 



 
 
«Posso fingere un attacco improvviso di…non so, dissenteria?»
Una mano si adagiò con fermezza sul suo braccio e ancor prima che lo obbligasse a voltarsi, Axel riconobbe la presenza della sua agente a un passo da lui.
«Preferirei che fingessi di tenere alla tua immagine pubblica, almeno per un paio d’ore» gli intimò Loraine. Indossava un elegante tailleur color panna che metteva in risalto i suoi capelli argentati e la sua espressione signorile oscurata da un velo di fastidio.
«Vuoi dire alla tua immagine pubblica?» domandò Axel sollevando un sopracciglio.
«Precisamente» confermò la donna «Perciò niente battutine da liceale, niente citazioni di sitcom datate e…»
«Friends è sempre attuale, Loraine» la interruppe rischiando di strozzarsi con il chewing-gum che stava cercando di nasconderle.
«…e fai sparire quel chewing-gum, per l’amore del cielo» concluse. I suoi occhi nocciola lo squadrarono minacciosi e come sempre Axel ebbe la fugace visione di una madre esasperata per il comportamento del figlio.
«Hai trenta secondi, dopodiché salirai su quel palco e ti comporterai da adulto. Intesi?»
Girò i tacchi senza aspettare risposta e Axel la seguì con lo sguardo fin quando non sparì dietro gli scaffali dedicati ai classici del genere fumettistico. Tra un volume e l’altro intravide i giornalisti in attesa del suo arrivo, con Thompson e McNeill della New Douglas in prima fila con lo sguardo soddisfatto di chi già sapeva in che modo ribaltare la buona riuscita di quella conferenza.
Qualcosa fece scattare il pulsante di emergenza nascosto nell’anticamera della sua testa e all’improvviso  fu come essere torturato da due persone diverse nello stesso momento: una che gli tappava il naso e un’altra che gli riempiva la bocca con cucchiai di sabbia.
Cercò di regolare la respirazione, ma l’applauso che si scatenò nella sala gli ricordò che era il momento di entrare in scena.
 
 
 
*
 
 
 
L’ossigeno riprese a circolargli nei polmoni un po’ alla volta, anche se la sabbia che aveva in bocca adesso si era trasformata in colla, impedendogli di rispondere con scioltezza alle domande del pubblico.
Loraine, seduta al suo fianco davanti a un grande tavolo rettangolare, gli allungò un bicchiere d’acqua che scolò come se non bevesse da anni, ma servì a poco e qualche giornalista decise di approfittarne.
Quando il microfono andò nelle mani di Robert Thompson, Axel serrò d’istinto la mascella.
«Signor Newell, non crede che questo volume contenga scene piuttosto esplicite per il suo pubblico? I ragazzini tendono ad immedesimarsi nei personaggi che amano e non sono sicuro che immedesimarsi in un pluriomicida sia una buona cosa. Qual è la sua opinione?»
«La mia opinione?» prese tempo Axel, versandosi un altro bicchiere d’acqua.
Il giornalista accavallò le gambe e lo squadrò con curiosità, pronto a cogliere ogni sfumatura della sua risposta.
«Uh, io non credo che i ragazzini siano così imbecilli» rispose alzando appena le spalle «A differenza forse di qualche adulto.»
Sentì Loraine sospirare al suo fianco, ma al momento era concentrato a mantenere regolare il suo respiro e a non cadere nella trappola del giornalista.
Quello sembrò soddisfatto della sua risposta, ma portò avanti la discussione.
«Sicuramente il pubblico giovanile apprezzerà questa sua dichiarazione, ma ciò non toglie che Dark Sirio abbia raddoppiato le sue scene di violenza esplicita, per non parlare della presenza di tematiche delicate quali droga, sesso, alcol…Potrebbero vietarlo ai minori di diciotto anni, ci ha mai pensato?»
«Be’, a dire il vero no» ammise Axel, prendendosi qualche momento per riflettere «Ma non è un problema che mi riguarda, ad essere onesti.»
«No?» chiese Thompson sollevando un sopracciglio «Le vendite si dimezzerebbero»
«Saremo pronti a correre questo rischio, nell’eventualità» si intromise Loraine, che aveva previsto un attacco simile da parte della New Douglas.
Axel gliene fu grato, anche perché aveva perso di nuovo il controllo sul respiro e si sentiva la testa leggera.
«Signor Newell» intervenne a quel punto Clark McNeill, a cui il collega aveva passato il microfono «C’è una questione che da diverso tempo mi preme chiarire: ormai sono diciotto anni che seguiamo le avventure di Damon Rivera – o Dark Sirio, come è più noto – e il suo desiderio di vendetta è diventato insaziabile. Perciò mi chiedo, arriveremo mai a un epilogo o siamo destinati a rincorrere una giustizia utopica?»
La colla nella bocca di Axel divenne cemento e per lunghi istanti non sembrò in grado di reagire. Rimase fermò a riflettere sul significato di quelle parole e sulle sfumature che soltanto lui in quella sala era in grado di cogliere e che erano oscure persino a chi gli aveva appena rivolto la domanda.Provò a deglutire, ma era come se un nodo invisibile gli si fosse piantato in gola.
Loraine doveva aver colto parte del problema, perché gli sembrò che lo stesse guardando preoccupata con la coda dell’occhio.
«Vuoi rispondere?»
«Sì…sì, tranquilla» mentì, riuscendo persino a sorridere. Si schiarì la voce e si avvicinò al proprio microfono.
«Credo…sì, Dark Sirio avrà senza’altro un epilogo, ma ecco…è difficile dire quando questo accadrà» rispose con voce graffiata, come se le corde vocali faticassero a fargli pronunciare quelle parole.
«Me ne rendo conto,» valutò il giornalista, per nulla pentito di averlo messo in difficoltà e quasi lieto di poterlo fare ancora «ma vendicare la morte di una persona è una soluzione narrativa che può durare un paio d’anni, non di più. Il suo eroe invece sembra quasi ossessionato dal suo obiettivo, come se fosse una questione tra se stesso e il suo alter ego, e non più una legata all’assassinio del suo amico. Mi sbaglio?»
Le vertigini avevano assalito Axel molto prima che il giornalista finisse la sua domanda, facendo ondeggiare gli scaffali e le pareti della libreria e sdoppiando i volti delle persone che adesso lo guardavano sconcertate.
«Si sente bene?»
«Signor Newell?»
Qualcuno gli sfiorò il braccio, ma lui lo ritrasse come se si fosse scottato.
«Axel?»
 
 
 
L’acqua ghiacciata lo riportò alla realtà senza però fargli ricordare come diavolo ci fosse arrivato nelle toilettes della Barnes&Noble. Continuò a sciacquarsi la pelle accaldata del viso riprendendo poco a poco a respirare, una routine semplice ma funzionale che aveva acquisito col tempo. Acqua fredda e respiri profondi, e prima o poi il panico sarebbe svanito.
Quando sollevò il viso per guardarsi allo specchio, i suoi occhi incrociarono la figura esile di Loraine, alle sue spalle, con le braccia conserte e un’espressione a metà tra il preoccupato e il nervoso.
«Stai meglio?»
La carta assorbente gli asciugò solo parte del viso, poi finì dritta nel cestino dell’immondizia.
«Sto meglio, sì. Torniamo dagli sciacalli?»
Loraine gli bloccò la via di fuga prima che raggiungesse la porta e lo guardò severa.
«Dimmi che prendi ancora le medicine.»
Le sue parole gli provocarono una debole fitta al centro del petto che si costrinse ad ignorare.
«Prendo ancora le medicine» la accontentò con voce piatta, ma conscio che non se la sarebbe bevuta.
«Axel, si tratta della tua carriera, nonché della tua vita. Lo capisci questo?»
«Lo capisco, ma ad essere sincero non so se m’importa. Ora possiamo andare? Devo finire di rovinare la mia carriera, nonché la mia vita» disse acido, cercando di superarla. La donna però lo fermò di nuovo e stavolta c’era un’ombra di rabbia a scurirle il volto.
«Sta’ a sentire, Axel, non mi interessa della tua vita privata, ma la mia carriera dipende anche da te e se non intendi collaborare sarò davvero costretta a tagliarmi fuori. Siamo intesi?»
«Non posso controllare i miei attacchi di panico» le rispose a quel punto con foga «soprattutto se ci sono Cip e Ciop a pungolarmi l’inconscio con un taglierino!»
«La New Douglas ti attacca da anni! Ormai dovresti saperlo che il loro obiettivo è affondare la tua immagine e ogni volta sembra che tu voglia aiutarli a farlo.»
Axel si strofinò gli occhi con i polpastrelli cercando mentalmente una via di fuga. Non la trovò, e alla fine si arrese.
«Ho dormito male, stanotte. Si può dire che non abbia dormito affatto e sì, forse dovrei prendere seriamente la faccenda degli attacchi di panico e farmi prescrivere dei medicinali più…funzionali.»
«Basterebbe prenderli, Axel. E magari parlare con qual-»
«Per favore no.» la bloccò all’istante, «Non dirlo. Non parlerò con uno psicologo,  né con uno psicoterapeuta o un guru della meditazione. Prenderò le medicine del buon umore e cercherò di trattarti meglio, dopodiché infiocchetterò un epilogo per la New Douglas e mi dedicherò alle illustrazioni per bambini. Che ne pensi?»
«Della tua salute mentale o del tuo sarcasmo inappropriato?»
Loraine cercò di mantenere la sua espressione severa, ma ad Axel non sfuggì il lieve sorriso che le inclinò appena le labbra verso l’alto. Suo malgrado sorrise anche lui.
 
  
*
 
 
Una luce grigiastra lo accolse non appena varcò la soglia di casa. Le vetrate che affacciavano sulla Madison erano decorate con minuscole gocce di pioggia e di tanto in tanto riflettevano il bagliore di qualche fulmine di un temporale in avvicinamento.
Per un momento pensò di essere stato trasportato in una vignetta di Dark Sirio, o forse erano solo i postumi delle conferenza stampa più disastrosa della sua vita e dello scarso entusiasmo generale per ciò che aveva presentato.
Quel giornalista della New Douglas aveva ragione, Dark Sirio aveva bisogno di un epilogo; lui, invece, aveva bisogno di ricalibrare la sua vita e darle di nuovo un senso, o quel buco nero nel quale era sprofondato lo avrebbe spinto ancora più a fondo, risucchiandolo per sempre nel labirinto oscuro dalla sua mente.
Il materasso accolse i muscoli stanchi del suo corpo non appena vi si buttò sopra a peso morto. Era esausto, e l’idea di passare altre due settimane saltando da una libreria all’altra per incontrare altri giornalisti, fotografi e per lo più giovani in attesa di una sua firma gli faceva contorcere lo stomaco, soprattutto dopo la sua perfomance di quel mattino.
I giornalisti della New Douglas erano rimasti sconcertati quando si era ripresentato in sala, stordito e pallido come un cencio, probabilmente annotandosi di riportare anche quell’ episodio tra una critica e l’altra del loro prossimo articolo. La cosa non avrebbe stupito Axel, che era ormai abituato al trattamento che riservava per lui quella testata giornalistica e in particolare Thompson e McNeill; agli esordi della sua carriera lo avevano osannato come avrebbero fatto con un ragazzo prodigio, mentre adesso si divertivano a scrivere pettegolezzi sul suo rapporto con Loraine Armstrong, tutto ciò aggiunto ovviamente alle critiche feroci e spesso poco argomentate su ciò che negli anni lo aveva affermato come uno dei fumettisti più amati dal pubblico.
Smise di rimuginare su quelle questioni solo quando si rese conto di avere lo sguardo incollato al soffitto da almeno venti minuti. Si sarebbe dovuto alzare, farsi una doccia e dormire, soprattutto dormire, invece rimase lì, fermo, a rimuginare ancora.
L’eco dell’ambulanza gli risuonò ancora nella testa e non sapeva se era reale - mentre sfrecciava veloce lungo la Madison - o frutto della sua immaginazione vulnerabile.
 
 
 
 ______
 
 
 
 
 
NdA
Buonasera a tutti :)
Riesco ad aggiornare con puntualità con un capitolo ancora di stallo ma che contiene già molte allusioni a ciò che verrà affrontato più avanti; un passo alla volta e presto vi troverete nel cuore della storia (già dal prossimo capitolo ci saranno richiami più evidenti al passato di Axel).
 
Ringrazio tantissimo chi finora è passato di qui, chi per leggere e chi per commentare: non mi aspettavo di ricevere recensioni e sapere che abbiate speso del tempo per darmi la vostra opinione è per me un grande incentivo per continuare a scrivere, quindi grazie grazie grazie <3
Uno spupazzamento virtuale come sempre va alla mia beta _Lightning_ (se amate Star Wars e l’universo Marvel passate assolutamente dal suo profilo, è un ordine).
 
Un saluto affettuoso e al prossimo aggiornamento!
 
_Atlas_
   
 
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