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Autore: _Son Hikaru    12/06/2020    1 recensioni
Eccomi tornata finalmente con una nuova KyouTen, spero che possa piacervi
Dal testo:
“Ehi non ne hai scattate abbastanza?” gli chiese d’improvviso spezzando il silenzio nel quale erano caduti dopo che si erano fermati
“Mmm… no, non sono ancora soddisfatto” gli rispose Arion senza neppure degnarsi di rivolgergli uno sguardo
“Gli allenamenti sono iniziati da un pezzo!” gli fece presente Victor esibendosi nell’ennesimo sbuffo irritato “Dico hai dimenticato che domani abbiamo una partita?” gli ringhiò contro d’improvviso afferrandolo per il cappuccio del cappotto e tirandolo malamente verso di sé.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matsukaze Tenma, Tsurugi Kyousuke
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Margherita
 
Victor si strinse sbuffando nel cappotto, lanciando poi un’occhiataccia ad Arion che inginocchiato a terra a qualche passo da lui era intento a scattare l’ennesima foto all’ennesima margherita che incontravano lungo il loro cammino.
Nel fotografare una margherita che aveva avuto la forza e il coraggio di sbocciare in pieno inverno, in mezzo al gelo lasciato dall’ultima nevicata, quella avvenuta appena una settimana prima, non c’era nulla di male, anzi, anche lui lo aveva fatto qualche volta, mosso dalla gioia di vedere qualcosa di così allegro e colorato nel mezzo del grigiore invernale, ma come al solito Arion esagerava e portava ogni cosa al suo limite estremo rendendola fastidiosa oltre che terribilmente irritante. In più, come se non bastasse, a causa di tutte quelle pause erano in un ritardo assurdo per gli allenamenti pomeridiani con la squadra, e dire che il giorno dopo avevano anche una partita in programma!
“Ehi non ne hai scattate abbastanza?” gli chiese d’improvviso spezzando il silenzio nel quale erano caduti dopo che si erano fermati
“Mmm… no, non sono ancora soddisfatto” gli rispose Arion senza neppure degnarsi di rivolgergli uno sguardo
“Gli allenamenti sono iniziati da un pezzo!” gli fece presente Victor esibendosi nell’ennesimo sbuffo irritato “Dico hai dimenticato che domani abbiamo una partita?” gli ringhiò contro d’improvviso afferrandolo per il cappuccio del cappotto e tirandolo malamente verso di sé. Colto alla sprovvista, troppo concentrato su quello che in realtà avrebbe voluto che fosse il suo ultimo scatto per riuscire a capire quello che stava succedendo e agire di conseguenza, Arion si ritrovò a terra, con la schiena gelida a causa della neve, senza quasi rendersene conto.
“S – si può sapere che diamine ti è preso?!” strepitò Arion una volta ripresosi dallo stupore e dallo spavento che gli aveva provocato la violenza del gesto di Victor.
“Che è preso a me?” ripeté Victor guardandolo accigliato, come se fosse sul punto di scoppiare in una crisi di nervi “Che è preso a te casomai!” gli disse lasciando andare la presa sul suo cappuccio “Non fai altro che parlare di calcio, di quanto lo ami come sport e poi d’improvviso, proprio quando sei diventato il capitano inizi a saltare gli allenamenti, a fregartene come se il calcio per te non contasse più nulla!” gli urlò ancora contro Victor indietreggiando di qualche passo per lasciargli un po’ di spazio per rialzarsi e scuotersi la neve e la terra di dosso.
Arion non rispose e non si alzò, tutto quello che fece fu mordersi il labbro inferiore col fare di chi stava cercando disperatamente di trattenersi e non esplodere.
“Non è così…” si costrinse a dire poi distogliendo lo sguardo da quello di Victor per spostarlo a terra, sulla neve sulla quale era caduto. Aveva freddo, stava gelando eppure, nonostante quello ancora non se la sentiva di rialzarsi e affrontare Victor faccia a faccia.
“Ah no?” gli fece Victor con un fare che aveva dell’ironico e dell’isterico assieme “Cosa credi, che non mi sia accorto che c’è qualcosa che non va? Che ogni scusa è buona per saltare gli allenamenti o arrivare in ritardo? Cos’è non vuoi più giocare? È tutto qui l’amore che dicevi di provare per il calcio?!” Victor avrebbe voluto dirgli altro, rimproverarlo ancora per il poco impegno che stava dimostrando come capitano della squadra, ma le parole gli morirono in gola, soffocate da un’esclamazione di stupore quando d’improvviso Arion gli si lanciò addosso sferrandogli un pugno in pieno volto.
“Che ne sai tu?” gli ringhiò contro Arion ansimante per il freddo e la fatica “Chi sei per giudicarmi in questo modo?!”  urlò ancora in preda alla rabbia
“Chi sono?” ripeté Victor assottigliando lo sguardo furioso “Sono tuo amico, ecco chi sono diamine!” urlò ancora mentre in preda alla rabbia lo afferrava per la giacca spingendolo con violenza contro un albero lì vicino.
“Se lo fossi davvero riusciresti a capire!” ribatté Arion afferrandolo di rimando per la sciarpa con la stessa rabbia e violenza
“Potrei capirti se solo ti decidessi ad aprirti con me idiota!” gli sputò contro Victor strattonandolo con forza come a volerlo far rinsavire, puntando con decisione lo sguardo nel suo.
“Non è da te tenerti tutto dentro” gli disse ancora “Parlami, sfogati, non allontanarmi nel momento del bisogno, non me, ti prego…” terminò poi con la voce rauca e tutta tremante per il freddo mentre piano allentava la presa sulla sua giacca come se fosse stato colto da un’improvvisa stanchezza e non avesse più le forze per trattenerlo.
Profondamente scosso dalle sue parole, per un po’ Arion non fu in grado di fare altro se non ricambiare con fare un po’ vacuo, come se in realtà non stesse guardando davvero lui, il suo sguardo. Non era questo che voleva, allontanarlo o farlo sentire indesiderato non era mai stato il suo obbiettivo, semplicemente si sentiva così strano, così arrabbiato con tutto e tutti che non aveva davvero idea di cosa dire, di come sfogarsi. Dentro di sé, nella solitudine dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti, era tutto perfettamente chiaro, sapeva la ragione della sua rabbia e di quella strana agitazione che lo prendeva di tanto in tanto, ma spiegarlo, parlarne con qualcuno che non fosse la sua mente era diverso, e a lui sembrava di non conoscere le parole adatte per farlo.
“Io non…”  non so come spiegarlo, questo avrebbe voluto dire Arion, ma le parole gli morirono in gola, sostituite da un singhiozzo strozzato e malamente trattenuto quando improvvisamente si rese conto di non star più guardando Victor, ma il gambo spezzato, piegato in due sotto al peso della propria scarpa, della margherita alla quale aveva scattato foto fino a qualche minuto prima.
Inevitabilmente, forse per il dispiacere di aver distrutto in quel modo tanto violento qualcosa di così gioioso, e forse anche per lo stress a cui lo stava sottoponendo quella lite improvvisa con Victor, Arion scoppiò a piangere, e a nulla servì concentrarsi su qualcosa di diverso per riuscire a smettere.
Un po’ spaesato, perché certo dopo tutta quella rabbia non si sarebbe mai aspettato di vederlo scoppiare a piangere, Victor lo accompagnò ad una delle panchine sparse per il parco, gli diede un fazzoletto per asciugare le lacrime, e aspettò con pazienza la fine di quell’improvvisa crisi di pianto. In realtà, se proprio doveva essere sincero, si sentiva responsabile di quel pianto; in fondo era stato lui con la sua insistenza a farlo esplodere.
“Mi dispiace…” gli disse d’improvviso Victor spezzando con la propria voce il silenzio che era calato fra di loro e attirando su di sé l’attenzione di Arion “Non era mia intenzione assillarti o risultarti pesante, è che sono preoccupato per te” gli disse rivolgendogli uno sguardo colpevole “Sei così strano ultimamente…” aggiunse poi lasciandosi sfuggire l’ennesimo sospiro.
“Non è colpa tua… non devi scusarti…” gli rispose Arion con la voce flebile e tutta tremante per il pianto che ancora non accennava a terminare “La colpa è mia che non riesco a spiegare a parole quello che mi prende, scusami” continuò lanciandogli una rapida occhiata, quasi avesse paura di fissare troppo a lungo lo sguardo su di lui.
“Lo capisco” gli rispose Victor carezzandogli piano la guancia e asciugando con le dita le lacrime che ancora la rigavano “Forse però, parlarne con qualcuno ti aiuterà a liberarti e ti sentirai meglio, lo sai che con me puoi fare tutti i giri di parole che vuoi, ci sono abituato ormai” aggiunse lasciandosi scappare una risatina divertita che, per fortuna, aiutò a sciogliere la tensione che si era creata fra loro dopo la lite.
“Non so da dove partire…” sospirò Arion “Ho così tanti pensieri che mi ronzano per la testa…” disse lasciandosi scivolare con fare stanco sulla panchina “Beh, qualcosa lo avrai intuito da solo, centra tutto con il calcio…” riprese dopo essere rimasto in silenzio a riflettere per una buona manciata di minuti.
“Eviti gli allenamenti con la squadra come fossero il compito di matematica” gli diede corda Victor
“Per come stanno andando le cose ultimamente preferirei affrontare dieci compiti di matematica piuttosto che gli allenamenti” rispose Arion con l’ennesimo sospiro “ma non è come credi tu, non ho improvvisamente perso il mio interesse per il calcio, quello c’è sempre, è solo che ultimamente non riesco più a sentirmi soddisfatto, è come se all’improvviso fosse cambiato qualcosa nel modo in cui gioco”
“Dici?” gli fece Victor guardandolo un po’ sorpreso “A me sembri il solito”
“Lo so” sospirò ancora Arion arricciando le labbra con fare un po’ scocciato “Ho provato a parlarne con il mister qualche giorno fa, gli ho chiesto se avesse qualche appunto da farmi ma lui mi ha risposto sorridendo che no, andava tutto bene e che avrei dovuto continuare così” spiegò poi
“Allora forse è davvero così” gli disse Victor
“Forse…” rispose Arion col fare di chi non era poi così convinto “Eppure io mi sento così teso, ogni volta che mi viene passato il pallone sento il mio cuore fermarsi per l’agitazione. È come se all’improvviso avessi dimenticato il modo corretto di giocare, come se avessi paura di sbagliare con le mie azioni” riuscì a dire, e in effetti, proprio come aveva detto Victor, pronunciare ad alta voce quelle parole, far sapere a qualcuno quello che provava, lo fece sentire improvvisamente leggero, anche se ovviamente non bastava certo questo a cancellare o risolvere il suo problema.
“A me sembra che tu ti senta sotto pressione” gli disse Victor “In fondo ora sei tu il capitano, la squadra si affida a te per vincere, è normale che tu abbia paura” continuò poi
“E credi che prima o poi riuscirò ad abituarmi? Che riuscirò a sentirmi di nuovo rilassato sul campo?” gli chiese Arion guardandolo con gli occhi lucidi, pronti a scoppiare di nuovo a piangere in qualsiasi momento.
Victor gli sorrise intenerito “Certo, è solo questione di tempo” gli disse “Chiunque al tuo posto si sarebbe sentito così” lo rassicurò poi dandogli una leggera scompigliata ai capelli “Ma non dimenticare che in squadra oltre a te ci sono altri undici giocatori, il risultato della partita dipende dalle azioni di tutti” gli sorrise in fine. E sperava davvero di averlo aiutato almeno un poco a liberarsi di quel senso di oppressione che gli dava essere diventato a tutti gli effetti il capitano della squadra.
“Hai ragione” gli disse Arion dopo essere rimasto a lungo con lo sguardo rivolto al cielo grigio e che sembrava di nuovo pronto per una nuova nevicata.
“Ora che ne ho parlato con te mi sento stupido e arrogante ad aver pensato che l’esito di una partita dipendesse esclusivamente da me” aggiunse rivolgendogli finalmente lo sguardo e regalandogli un timido sorriso colmo di gratitudine
“Non hai motivo di sentirti così, te l’ho detto chiunque al tuo posto avrebbe avuto paura” gli rispose Victor ricambiando il suo sorriso.
“Forse hai ragione” convenne Arion “Grazie per avermi ascoltato e avermi dato dei consigli” aggiunse poi ridacchiando imbarazzato mentre allungava la mano verso la sua per afferrarla e stringerla con delicatezza, quasi a volerla riscaldare.
“N – non devi ringraziarmi… l’ho fatto con piacere, in fondo tu mi ascolti sempre quando ho un problema, sarebbe villano da parte mia non fare lo stesso per te” rispose Victor arrossendo vistosamente per l’imbarazzo della naturalezza con cui Arion era solito azzerare la distanza fra di loro. Erano fidanzati già da qualche mese, eppure lui ancora faticava ad abituarsi alle sue piccole manifestazioni d’affetto, in particolare se erano all’aperto, in luoghi pubblici come il parco.
Arion ridacchiò divertito iniziando a giocherellare con le dita della sua mano “Sapevo che l’avresti detto, sei un timidone” aggiunse poi mentre portandosi con naturalezza la sua mano davanti al viso vi posava sopra un delicato bacio.
“Ma io mi sentivo così in pena, così oppresso, come se fossi finito in una piccola stanza buia e priva di aria, che non posso non ringraziarti… le tue parole, la comprensione che mi hai dimostrato, mi hanno aperto gli occhi e mi hanno mostrato un modo diverso di vedere la questione, è un po’ come se avessi ricucito lo strappo che si era creato nel mio cuore” gli disse ancora sorridendogli con gentilezza e lasciando finalmente la presa sulla sua mano.
Fu in quel momento, quando rientrò in possesso della sua mano, che Victor si rese conto di avere qualcosa attorno al dito.
“Ma questa!” esclamò guardandolo perplesso e meravigliato allo stesso tempo
Arion annuì divertito ed intenerito al tempo stesso “Esatto” disse “È la margherita che stavo fotografando… l’avevo calpestata durante la nostra lite ma l’ho aggiustata, proprio come hai fatto tu con me” gli sorrise poi.
“Grazie” gli sorrise Victor ammirando incantato il piccolo cerchietto di fili d’erba che gli stringeva l’anulare “È meraviglioso” aggiunse poi stringendosi infreddolito nelle spalle. Anche Arion, notò d’improvviso Victor, stava tremando, e molto più forte di lui. Ovvio, si disse fra sé e se, era caduto nella neve in fondo, e a quel pensiero, anche se di sicuro lui non avrebbe mai pensato di rinfacciarglielo, Victor non riuscì a trattenersi dal sentirsi in colpa. In fondo se era caduto bagnandosi tutto era stata solo colpa sua e della violenza con la quale lo aveva attirato a sé.
“Vieni, andiamo a casa” gli disse allora alzandosi in piedi e porgendogli la mano perché l’afferrasse
“Non andiamo agli allenamenti?” gli chiese Arion guardandolo un po’ confuso
Victor scosse la testa “No” gli disse “Gli allenamenti sono iniziati da un pezzo e tu rischi di ammalarti con quei vestiti fradici addosso”
“Ma no, non c’è bisogno che ti preoccupi tanto” gli rispose subito Arion “Ho portato la tuta con me, se ci fermiamo in un bar mi basta andare in bagno e…” ma le parole gli morirono in gola, soffocate dallo stupore del piccolo bacio che Victor gli posò sulle labbra
“Non se ne parla” gli disse Victor rosso in volto come non mai per l’imbarazzo, mentre piano faceva scontrare la propria fronte con la sua stringendolo poi in un timido abbraccio “A casa mia sono sicuro che saprò come riscaldarti meglio” aggiunse, e il piccolo sorriso malizioso che gli rivolse prima di prendere a camminare mandò completamente in tilt il povero Arion. Certo non poteva preferire l’abbraccio della sua tuta da ginnastica a quello del suo Victor, e poi, se proprio doveva essere sincero, non aveva poi così tanta voglia di allenarsi quel pomeriggio.
 
 
Angolo autrice <3
 
Ehm ehm *si schiarisce la voce con un colpetto di tosse*
Ok, non scrivo nell’angolino da una vita, non ho davvero idea di cosa dire se non che scrivere questa storia è stato peggio di un parto! Ho scritto la bozza il 28 gennaio, ma non è che ne andassi così tanto fiera, era una cosina molto semplice ma non mi riusciva davvero di pubblicarla, non la sentivo finita. Da quel giorno ho provato e riprovato un milione di volte a sistemarla ma non ci riuscivo, poi, il 10 di questo mese mi è venuta un’ispirazione improvvisa ed ecco che finalmente sono riuscita a tornare a lavorare su questa one shot!
La lite all’inizio non era in programma, doveva svolgersi tutto nella calma più totale, ma ehi, lo sapete anche voi che l’ispirazione fa quello che vuole, io ho seguito le emozioni del momento U.U e comunque era una vita che aspettavo di riuscire a scrivere una lite fra questi due! Non riesco a credere che mi sia uscita così bene, di solito io lavoro su cose mooolto più fluffose quindi sono al settimo cielo per questa one shot. Spero che non vi dispiaccia il mio Arion un po’ spaventato e tormentato. Io credo che abbia avuto paura nel diventare il capitano della squadra, e poi, dai, lo dice anche Victor che dopo che è diventato il capitano qualcosa è cambiato nel modo di giocare di Arion, è come se si trattenesse U.U
Beh, ovviamente Victor non poteva che essere supportivo con lui, anche se all’inizio è stato un po’ cattivello, mannaggia a te Victor, ma cosa mi combini eh? Far cadere in quel modo Arion.
E il pugno? Oh quello a dire il vero non me lo aspettavo neppure io, è arrivato, ma a mio parere ci sta ehehe, dai una lite fra ragazzi senza qualche cazzotto non vale neppure la pena di essere descritta ahaha
Ok dai la pianto di straparlare o va a finire che vi spavento e non commentate. Giuro che non mordo e che accetto qualsiasi tipo di critica purché sia fatta con tatto, che ho un cuoricino e potrei restarci male se siete troppo brutali nell’esprimere il vostro parere, lo sapete che le critiche costruttive aiutano sempre U.U
Ok detto questo spero che la storia vi sia piaciuta e che vi abbia strappato un sorriso. Ringrazio con tutto il cuore chi leggerà fino alla fine, aggiungerà alle seguite, ricordate o preferite, e chi commenterà (mi raccomando non siate timidi)
Un bacio
Hika<3
  
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