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Autore: Pandora1997    13/06/2020    1 recensioni
Oggi si racconta di una leggenda, la storia di una orafa sublime in grado di creare gioielli viventi.
Si racconta che nonostante la sua bravura fosse un po’ pazza, e che il suo compagno di viaggio fosse una gallina con cui conversava tutto il tempo senza mai risposta.
Si dice che la sua fama fosse così grande che anche il re dei demoni venne a sapere della sua esistenza, e emerso dai suoi regni oscuri le propose un patto.
Forgia per me gioielli infiniti così belli da sembrare vivi e io ti farò vivere in eterno nel regno delle fiamme nere.
C’è chi sostiene sia vero ed è quella la ragione per cui è sparita, altri più realistici pensano sia stata derubata ed uccisa in un vicolo.
Beh questo non si saprà mai.
A meno che...
Genere: Comico, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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P'arthit era una bambina molto vivace ma cagionevole di salute. Era costretta nella sua villa ma questo non la fermava dal divertirsi : bambole, le pietre del padre, pastelli colorati erano alcune delle cose con cui poteva giocare.
Però ogni tanto si immaginava di correre fuori all'aperto, tuffarsi e nuotare in laghi argentati, incontrare nuove persone e mangiare cibi strani. Sperava di vivere le stesse avventure di suo  padre che le racconta sempre un aneddoto sui suoi viaggi la sera prima di metterla a letto, con la promessa che un giorno lei sarebbe andata con lui.
Purtroppo la malattia era veramente infida, la povera si stancava cosi facilmente che una semplice corsa la faceva quasi svenire, e non parliamo di sollevare pesi! Spesso a letto l'unico passatempo era vagare con la mente e per questo era sempre distratta, a vivere infinite realtà dove era un pesce rosso, un uccellino, un folletto oppure la casa all'improvviso era fatta di dolci, o il pavimento era di fuoco.
Suo padre si preoccupava perchè la piccola era sempre distratta, si incantava a metà discorso e spesso parlava a personaggi immaginari.
Per il suo ottavo compleanno le permisero di sedersi sul portico per respirare un po’ di aria fresca, un evento coì semplice per una persona normale, per la piccola era come un miracolo. 
Lasciata un attimo sola dal padre e dai servi indaffarati con i preparativi della festa P’arthit si ritrovò tutta sola.
All’improvviso ci fu uno sbuffo di fumo e davanti al portico ecco apparire una gallina alta quasi un metro dagli occhi del colore del fuoco. Questa saltellò davanti alla bambina che non si scompose nemmeno un po': non aveva mai letto dell'animale ne tantomeno l'aveva visto, quindi per lei era semplicemente frutto della sua immaginazione.
 
Quindi non si impressionò neppure quando la creatura si mise a parlare:
 
-Hei piccola, non ti faccio paura?-
 
P'arthit rispose con un sorrisone ignorando la domanda completamente:
 
-Sei arrivato giusto in tempo! Mi stavo annoiando tutta sola. Raccontami qualche storia.-
 
 
Il demone abbastanza spiazzato dalla sua noncuranza non poteva sapere che la bambina non sapeva nulla del mondo magico e delle sue creature, nonostante vivesse a nella capitale dell’Imperium magico. Il padre molto apprensivo sapeva che se le avesse menzionato tutte le fantasticherie dell’Imperium non sarebbe mai riuscito a tenerla in casa, quindi le lasciava credere che quello che si immaginava fosse la cosa più magica al mondo.
La gallina parlante in realtà era un demone inferiore, un liderc, conosciuto per la sua ingordigia di oro e pepite. Il demone sapeva bene di chi era quella casa, un gioielliere famosissimo ed era ormai qualche mese che cercava il modo di intrufolarsi e rubare tutto l'oro. Ma la casa era incredibilmente protetta, cosa che lo faceva eccitare ancora di più pensando ai preziosi al suo interno. Poco sapeva che tutte quelle magie e sigilli di protezione erano per la bambina davanti a lui.
Quindi alla vista di una piccola umana sul portico, perfetta per essere manipolata e cadere nel suo tranello si ritenne un demone fortunato, anche se gliene era toccata una un po’ matta.
 
-Senti umana, che ne dici di fare un patto? Io ti darò la cosa che vuoi di più ma bada bene posso faro solo una volta. In cambio devi solo portarmi tutte le pietre preziose che sono in casa.-
 
Alle parole della gallina a P'arthit luccicarono gli occhi :
 
-Davvero qualsiasi cosa?-
 
-Davvero!- rispose il demone.
 
Ovviamente era una bugia. I poteri del demone erano estremamente limitati. In oltre il patto era a svantaggio del liderc : aveva l’obbligo di avverare il desiderio o provarci fino alla morte senza possibilità di sfuggire.
Ma il demone contava sul fatto di soddisfare uno stupido desiderio come una coppa di gelato magico e scappare appena mangiato tutto quell'oro succulento e pietre varie per non vederla mai più.
 
La piccola P'arthit camminò lentamente verso lo studio del padre anche se in realtà voleva correre e saltare nonostante la sua malattia. Sapeva già cosa avrebbe chiesto alla strana creatura e questo le dava energia per salire le scale e aprire la porta.
Acchiappò tutte le pietre più preziose e rifece la strada al contrario ormai affannata.
Il demone aspettava e aspettava e ricco di impazienza si disse che la piccola lo aveva fregato rintanandosi nel cerchio magico della casa.
Ma eccola sulla soglia con il vestito davanti tirato chiaramente appesantito, e alla vista il liderc cominciò a saltellare eccitato :
 
- Eccoti eccoti! Sbrigati scendi dal portico, li non posso venire.-
 
La piccola sembrò esitare un attimo prima di chiedere :
 
- Se ti darò queste pietre prometti di fare ”quella cosa” ?-
 
L’altro spazientito si mise a gracchiare :
 
- SI SI SI! –
 
Le porse la sua aluccia candida e le disse di strappare una piuma e poi pungersi con essa.
P'arthit lo fece e in un men che non si dica era fatta. Il contratto si era formato senza problemi ed era il momento di esprimere il desiderio :
 
- Ecco--- Io vorrei guarire e viaggiare per tutto il mondo come mio padre!-
 
E nel mentre rovesciò le pietre alle zampe del demone che con orrore vide tanti sassi da spiaggia colorati e agghindati ma nemmeno l’ombra di una pepita, ne di un misero topazio.
Per non parlare del desiderio era difficilissimo! Di certo il demone non se lo aspettava convinto che gli stupidi umani da piccoli volessero solo dolci, giocattoli o cianfrusaglie simili.
In preda all’agitazione la forma del demone cambiò per tornare al suo aspetto di umanoide dai cornetti sporgenti, canini affilati e pelle bianca cadaverica. Si agitava e inveiva davanti alla piccola che per fortuna non capiva gli spergiuri detti dalla creatura…
 
- Maledetta! E questa sarebbe roba preziosa? Sai che me ne faccio della ricchezza spirituale? Me la ficco su p-
Adesso mi toccherà aiutarla….. e se rimane malata per tutta la sua misera vita? BLOCCATO QUI! Per dei stupidi ciottoli…ARGH GRRRRR per tutte le tette dei demoni capra, maledetto il padre d tutte le orge!-
 
Così andò avanti per un po’ finchè la piccola non si schiarì la gola:
 
-Quindi adesso mi devi curare, vero?-
 
IL demone lanciò un ultimo urlo frustrato al vento come se la sua vita era finita, ed in effetti un po era cosi.
 
 
Il poveraccio divenne l’infermiera personale della piccola. Viaggiava con pezze bagnate, impacchi, infusi tenuti alla giusta temperatura dal suo soffio malefico e pian piano infondeva a piccole dosi la sua magia nella piccola, organo per organo, fibre muscolare per fibra muscolare come a sostenerla e darle forza.
Non era una vera e propria cura, aveva effetti collaterali ed era illegale sia nel mondo umano che in quello demoniaco. Per questo motivo si tenne invisibile agli occhi degli umani della casa.
La stupida però continuava a parargli anche davanti ai servitori ed il padre. La prima volta gli era quasi venuto un infarto al suo secondo cuore ma be presto aveva capito che la ragazzina era svitata molto più di quanto pensasse e parlare ad esseri invisibili era “normale” per lei. La presenza del liderc rimase quindi ben nascosta in bella vista scambiato per l’ennesimo amico immaginario. Il demone però non si era dato per vinto ed ogni tanto metteva in atto un tentativo di assassinio. Purtroppo per lui essendo il contratto dedicato alla guarigione dell’umana tutti i suoi piani fallivano o gli si torcevano contro.
 
E così dieci anni passarono.
 
P'arthit quell’estate dei suoi diciotto anni prese una febbre tremenda, nessuno riusciva a capire cos’era ne tantomeno a curarla. Rimase in quello stato febbricitante per tre mesi, farfugliando di galline e occhi rossi come il fuoco.
Ma come se un angelo le fosse stato accanto piano piano migliorò, la febbre si abbassò e per la prima volta dopo essere scesa dal letto riusciva a correre, saltare e rotolare. Prendendo a pieni polmoni aria si mise a cantare a squarciagola, cosa che non aveva mai potuto fare.
La famiglia disse che era un miracolo ma in realtà era l’opposto. Il demone c’era riuscito. Con l’ultima scarica di infida aura era riuscito a modificare per sempre il corpo di P'arthit.
 
Il demone sentì il cerchio del contratto attorno al suo primo cuore sciogliersi. Ovviamente quella sensazione tremenda di tristezza era solo un effetto collaterale. Non era per niente legata al fatto che adesso con il legame sciolto il demone sarebbe andato via. O almeno era quello che diceva a se stesso.
Il demone, mentre raccoglieva le sue cose, delle pergamena e i suoi abiti facendoli sparire in qualche substrato dello spazio sentì arrivare dei passi che conosceva bene ma stavolta suonavano più decisi, più forti.
 
-Bene – disse - adesso che sono libero da quella strega dovrei rubarle tutto l’oro.. maledetta!-
 
P'arthit lo trovo così, chinato mentre rimuginava e la spergiurava, nell’angolo della soffitta dove si era voluto stabilire tutti quegli anni.
Rassicurata dai suoi soliti borbottii la ragazza si fece coraggio per parlare :
 
-Rasmael, volevo dirti grazie per tutto. So che non è stato facile e mi avresti voluta morta ma… senza di te probabilmente lo sarei stata davvero. Io ti devo la mia vita e la mia felicità.
Ora che il contratto è terminato e io sono guarita immagino andrai via.-
 
Sul viso della ragazza scendevano lacrime come una cascata. Non voleva che il demone se ne andasse ma sapeva bene che la sua vita in quella casa era stata un inferno, una gabbia. Erano diventati amici o così sperava P’arthit ed il pensiero di non vederlo mai più la straziava.
 
-Sappi solo che mi mancherai e che ti vogli-
 
Ma il demone la interruppe con un grugnito e senza guardarla :
 
-Non… non è terminato. Ti ricordi le esatte parole?-
 
La ragazza rimase interdetta, si ricordava che il patto aveva come clausola la sua guarigione, cos’altro c’era?
 
-“vorrei guarire e viaggiare per il mondo”- disse il demone -A quanto pare siamo destinati a torturarci a vicenda per molto ancora.-
 
P'arthit sorrise il sorriso più grande e luminoso dei suoi diciotto anni e cercando di mascherare il sollievo dalla sua voce rispose stizzita al suo compagno:
 
-Questo è certo, visto che quando viaggeremo dovrò vendere i gioielli di mio padre per tutto l’Imperium e non ti lascerò mangiare neanche una pietruzza!-
 
-MALEDETTA STEGA!-
 
 
Con la sua salute migliorata i suoi genitori accettarono la sua proposta di avvicinarsi al lavoro di famiglia e di iniziare vendendo i gioielli prodotti dal padre ormai troppo anziano per viaggiare.
Era il suo diciannovesimo anno di età quando lasciò la sua casa, ma non era preoccupata perche al suo fianco c’era il demone ad accompagnarla.
P'arthit si rivelò molto molto brava a parlare e dal un gusto artistico impeccabile. Dopo l’apprendistato imparò anche a forgiare gioielli ed in pochi anni imparò a piegare i metalli a suo piacimento. Le composizioni che creava erano richieste in tutto l’Imperium, superando la fama di quelle di suo padre.
Ormai adulta era talmente richiesta che i suoi viaggi la portavano oltre i confini dell’Imperium, finchè un giorno sparì. Non si sa dove ne il perché ma il suo corpo non fu mai ritrovato. Neppure il suo carretto dove trasportava la merce e gli strumenti di lavoro.
 
Oggigiorno si racconta di una leggenda, la storia di una orafa sublime in grado di creare gioielli viventi.
Si racconta che nonostante la sua bravura fosse un po’ pazza, e che il suo compagno di viaggio fosse una gallina con cui conversava tutto il tempo senza mai risposta.
Si dice che la sua fama fosse così grande che anche il re dei demoni venne a sapere della sua esistenza, ed emerso dai suoi regni oscuri le propose un patto :
 
“Forgia per me gioielli infiniti così belli da sembrare vivi e io ti farò vivere in eterno nel regno delle fiamme nere.”
 
C’è chi sostiene sia vero ed è quella la ragione per cui è sparita, altri più realistici pensano sia stata derubata ed uccisa in un vicolo.
Beh questo non si saprà mai.
 
Però se ti capitasse di finire nel regno dei demoni, e ti trovassi nei pressi delle miniere del monte Lordto e prestassi attenzione ai rumori provenienti dalle grotte, al tuo orecchio arriverebbe rimbombando il rumore di due persone che bisticciano animatamente.
 
-Dammi subito quella pepita!-
 
 
-Strega malefica, nemmeno se mi ammazzi di botte con quel piccone. E’ la prima che troviamo in 10 anni così grande e pura. Sembra delizioso…-
 
-Appunto!!! Dobbiamo finire quel serpente alato per Efestus e mi serve per fare gli occhi! Se poi si arrabbia e ti lancia nel dirupo nero???-
 
-Non… non sarebbe molto piacevole.-
 
-Ecco, ora molla l’osso!-
   
 
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