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Autore: hillies    13/06/2020    0 recensioni
-Ragazzi, lei è Elizabeth, mia sorella.
Il primo è un ragazzo biondino dagli occhi scuri.-Lui è Andrew.- ci presenta mio fratello, ed entrambi ci scambiamo un “ciao”.
Quando sposto gli occhi sul secondo ragazzo, sono sorpresa.
-Lui invece è Jack.- dice Harry. Ma le sue presentazioni non servono, io e Jack ci conosciamo già.
-Si lo conosco.- dico, ed Harry sembra sorpreso.
Jack è il migliore amico di mio fratello e lo conosco bene.
Harry mi guarda sorpreso, così spiego: -Non ti ricordi? Avevate iniziato ad uscire poco prima che andassi in collegio, ci conosciamo.- e detto questo, posso chiaramente vedere i pensieri di Harry che si sforza per ricordare.
Intanto Jack mi saluta:-Ehi Lizzie come stai?- domanda.
-Lizzie?- Harry è stranito. Come dargli torto, Jack è l’unico che mi abbia mai chiamata Lizzie.
-Aspettate, voi due vi conoscete?- domanda Andrew.
-Si- rispondo io.
E Jack aggiunge:- Oh si io e Lizzie eravamo…-
-Amici!- esclamo. Il che non è del tutto sbagliato. Eravamo amici. Poi le cose sono andate un po’ oltre. Ma era due anni fa. E soprattutto Harry non ha mai saputo che tra me e il suo migliore amico c’è stato qualcosa, e non lo verrà di di certo a sapere adesso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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CAPITOLO 4
 
Lezione di Filosofia. Il mio compagno di banco mi ha abbandonata. Penso che questa mattina non si sia svegliato in tempo.
Per fortuna c’è Sam che appena entra in classe e mi vede mi raggiunge.
Abbiamo ancora qualche minuto prima che la lezione inizi così chiacchieriamo un po’.
-Allora questa sera facciamo alle 9 da me?- le chiedo, e lei è d’accordo.
-Ascolta, vorrei chiederti una cosa.- esordisce. -So che probabilmente sono un po’ invadente e se vuoi puoi evitare di rispondere, capirò.
-Dimmi pure.- le dico io, e non capisco cosa potrebbe chiedermi da non volermi nemmeno farmi rispondere.
-So che ti ho già chiesto di Smith e anche di Pills e so che non sono affari miei ma…- spero che non cominci anche lei come Oliver ieri, altrimenti giuro che imazzisco. -Che cosa mi dici di Miller?
-Miller?- davvero non capisco, cosa vuole sapere su di me? oh, magari si riferisce ad Harry…
-Si Harry Miller.- appunto.
-Che cosa vuoi sapere?- domando io, pronta a rispondere a tutto, dal colore delle sue mutande preferite a 7 anni al suo numero preferito.
-Tu e lui…?
Io la guardo per un secondo e quando realizzo cosa mi sta chiedendo, quasi voglio vomitare.
-OMMIODDIO NO! Assolutamente no, è mio fratello!- dico poi quasi ridendo, divertita dal fatto che qualcuno possa pensare che io e mio fratello possiamo stare insieme.
-Tuo fratello?- mi domanda Sam, un po’ scioccata.
-Lascia che mi presenti di nuovo. Elizabeth Anne Miller, piacere.- le dico porgendole la mano e ridendo.
-Che figura… sai, frequenti i suoi amici, siete tutti al tavolo insieme in caffetteria, e in più ieri quado ti ho salutata ho visto che andavi verso la sua macchina e lui ti ha perfino aperto la portiera.
Maledetto Harry, il trucco della portiera ha funzionato.
-Oh la portiera, si ecco, Harry… ha perso una scommessa e quindi dovrà farlo per un po’- dico per coprirlo. Non posso certo dire che Harry sta usando sua sorella per rimorchiare. Suonerebbe male, no?
-Scusami davvero…- Sam sembra mortificata, così la rassicuro dicendole che non è successo nulla e che in realtà è stato divertente.
 
Finita la lezione, è ora di pranzo e questa volta cammino da sola verso la caffetteria.
Prendo da mangiare e mi avvicino al tavolo dove è seduto Jack. Lui mi dice che anche oggi mio fratello non ci degnerà della sua presenza a pranzo.
Cerco con lo sguardo Andrew, ma Jack mi dice che ha la febbre.
-Tu non hai idea di cosa mi è successo questa mattina a Filosofia!- esclamo, per poi raccontare prima l’idea malsana di Harry di usare me per rimorchiare, e poi che Sam pensava che noi stessimo insieme.
Jack scoppia a ridere, poi è come se gli venisse un’illuminazione:- Ehi ma non c’è Oliver!
Sembra quasi… felice?
-No, ha mancato entrambe le lezioni questa mattina…- rispondo io.
-Di solito quando manca al mattino è perché ha fatto festa la sera prima. Da quanto ne so io è da un po’ che non ci racconta le sue avventure con… beh le ragazze. Magari questa è stata la notte del nuovo inizio.
Mi metto una mano sulla fronte e comunico a Jack che non avevo bisogno di sentire tutto questo.
Al pomeriggio abbiamo Psicologia insieme, ma prima ne approfittiamo per andare in biblioteca, in modo che io possa portarmi leggermente avanti con lo studio, dto che al momento sono indietro rispetto alla media della mia facoltà.
In biblioteca, anche se più che una biblioteca è un’aula studio con dei libri, Jack mi dà una mano a riguardare i concetti di Letteratura.
Quando usciamo dalla biblioteca/aula studio, ci accorgiamo di essere in super ritardo per la lezione di Psicologia. Abbiamo poco più di un minuto per arrivare in aula o il professore non ci farà entrare, queste sono le sue regole. Dice. O arrivi in orario o non arrivi.
Jack mi prende la mano e iniziamo a correre. Beh lui corre. Io mi sto letteralmente facendo trascinare da lui, ma comunque.
Arriviamo esattamente due secondi prima che il professore entri in aula e mentre lui comincia a spiegare, io e Jack cerchiamo un banco dove sederci e respirare.
Abbiamo il respiro un po’ affannato, ma d’altro canto ci siamo fatti mezza scuola correndo.
-Secondo me siamo fuori forma- dico, dato che per una piccola corsetta sembra che abbiamo corso una maratona.
-Sai cosa dovremmo fare? – suggerisce Jack -Dovremmo andare a correre!
Lo guardo interrogativa e lui continua:- Si, dovremmo andare a correre! Anzi no, meglio! Tu vai a correre, e io ti aspetto a casa mentre mi bevo una birra. Che ne dici?
Io rido e Jack aggiunge:-Ma ti pare che mi metto a correre per divertimento? Io?
In effetti Jack Smith è la persona più pigra che conosca. L’unico sport che abbia davvero praticato è freccette, e solo al bar quando può vincere una birra.
Gli do un piccolo schiaffo sul braccio per prenderlo in giro e rispondo:- Oh è unna bellissima idea, soprattutto la parte della birra. Ecco cosa dovremmo fare! Prenderci una birra.
-Che ne dici di stasera?
-Stasera?
-Sì, per la birra.
Purtroppo devo rifiutare. Stasera ho le ripetizioni con Sam. Ma non voglio deludere Jack, non voglio che pensi che non voglio uscire con lui da sola. Perciò propongo per domani.
Jack accetta e il discorso vira sulle mie ripetizioni di Filosofia e su chi me le darà.
-Samantha, la ragazza con i capelli rossi che studia Archeologia.
E quando gli spiego, sembra che nella sua testa gli si accenda una lampadina.
-E stasera ti darà ripetizioni?- mi chiede Jack e io annuisco. -A casa tua?
-No, in discoteca. Certo a casa mia, dove se no?- rispondo sarcastica e per tutta risposta lui mi fa la linguaccia.
 
Quando usciamo da scuola e troviamo Harry, io e Jack ci salutiamo con un abbraccio e poi succede qualcosa di strano. Harry e Jack iniziano a scambiarsi strani gesti che non comprendo fino in fondo. Capisco solo che Jack chiamerà Harry più tardi, probabilmente per spiegargli qualcosa che io appunto non ho capito.
Harry fa il suo teatrino di aprirmi la portiera della macchina e quando sale anche lui e mette in moto, gli racconto che una mia compagna di corso questa mattina ci aveva creduto e che forse il suo piano che all’inizio sembrava tanto stupido stava funzionando. Forse.
Per tutto il tragitto Harry non dice una parola e una volta arrivati a casa gli chiedo se vada tutto bene. Lui risponde di si ed entrambi ci rintaniamo ognuno nella propria stanza fino all’ora di cena.
In certi momenti mi spavento di quanto io ed Harry siamo “connessi”. Anche quando eravamo a casa con mamma e papà capitava parecchio che ci vestissimo uguali, o volessimo fare le stesse cose che faceva l’altro senza saperlo. E oggi è ricapitato di nuovo. Entrambi abbiamo i pantaloni grigi della tuta e una maglietta a maniche corte bianca. 
-L’abbiamo fatto di nuovo!- esclama Harry quando se ne accorge.
Io rido mentre decido di cucinare una frittata. Nonostante lui sia un anno più grande, perciò dovrebbe prendersi cura della sua sorellina più piccola, si è rifiutato di cucinare perché diceva che quello era compito mio. Certo, io sono nettamente migliore a cucinare, ma alla fine abbiamo trovato un accordo e abbiamo deciso che si fa un giorno a testa. Vedremo quanto durerà questa cosa. Sento che presto Harry troverà una scusa per non cucinare più e allora lì sarò fregata.
Il lato positivo di cucinare, è che non è il tuo turno di lavare i piatti, perciò mentre Harry lava quelle quattro stoviglie che abbiamo sporcato, io comincio a preparare quello che mi servirà per la mia lezione.
-Harry, tra poco arriverà questa ragazza che mi aiuta per Filosofia. Ti prego non disturbarci, ne ho bisogno.- gli dico, e lui sembra accettare senza troppi sforzi e va dritto verso la sua stanza.
Alle nove precise, il campanello suona. Mi alzo e ovviamente alla porta trovo Sam.
La faccio entrare, le offro qualcosa da bere dopodichè ci mettiamo sul tavolo e cominciamo a studiare.
Circa mezz’ora dopo l’arrivo di Sam, Harry fa il suo ingresso in cucina… a petto nudo.
Va verso il frigo, prende una bottiglia d’acqua dalla quale beve a canna, rimette la bottiglia nel frigo e passa davanti a moi.
Una scena raccapricciante, soprattutto perché Sam non ha staccato gli occhi di dosso a mio fratello nemmeno per un secondo.
-Oh, scusate se vi ho interrotte ragazze.- dice Harry, fintamente imbarazzato.
Lo fulmino con lo sguardo:- Figurati Harry, era solo l’unica cosa che ti avevo chiesto di non fare.
Lui però non mi sta ascoltando, è impegnato a fare i sorrisini a Sam.
-Harry, lei è Samantha, Sam, lui è mio fratello Harry che se ne stava andando. Giusto?- bene, ho fatto le presentazioni, ora voglio l’uomo a petto nudo lontano dai miei occhi.
-Piacere di conoscerti, Sam.- dice Harry, passandosi una mano tra i capelli, per poi tornarsene da dove è arrivato.
Guardo Sam. È già tanto che non sta sbavando.
-Tu vivi con tuo fratello?- domanda lei. Annuisco. -Potevi dirmelo, mi sarei vestita meglio!
Ed eccoci qua. Ecco qua il motivo per cui non ho amiche femmine da tanto tempo. Perché stavano tutte dietro ad Harry. Tutte mi “usavano” solo per arrivare a lui.
-Non pensavo avesse anche la tartaruga.- commenta Sam e penso che vomiterò da un momento all’altro.
Se non fosse che Sam si era offerta di aiutarmi sin dal primo giorno, prima ancora che sapesse che Harry ed io siamo fratelli e fino a un minuto fa non sapeva nemmeno che viviamo insieme, l’avrei fatta uscire subito, perché avrei pensato che mi voleva solo usare.
Ma Sam è carina, sembra molto sincera. Forse se lo è meritata di aver visto mio fratello mezzo nudo, alla fine è la sua paga per aiutarmi a studiare. Ok sto delirando.
Ripresa dallo shock, io e Sam continuiamo a studiare e devo dire che mi sta aiutando veramente tanto.
Quando finiamo sono le dieci e mezza. Ci salutiamo e quando salgo in camera, mentre passo davanti alla stanza di mio fratello dico:-Sei un cretino.- riferendomi a lui che fa lo sbruffone senza maglietta.
-Ha funzionato?- chiede dal suo letto e io, mentre sto entrando in camera mia, mi limito a ripetere la parola “cretino” prima di chiudere la porta e andare a dormire.
 
Venerdì, finalmente.
Entro nell’aula di Lettere Moderne e lì trovo Oliver ad aspettarmi.
-Che fine hai fatto ieri?- è la prima cosa che gli dico appena lo vedo. -Non mi abbandonare mai più, chiaro? Letteratura è stata una palla.
-Lo so, lo so. Ora sono qui, tesoro.- scherza lui, e poi mi abbraccia.
È strano, sono in questa scuola da una settimana e sono successe così tante cose.
Se una settimana fa mi avessero detto: “vedi quel tipo con i capelli alla David Tennant e il giubbotto di pelle con le borchie? Ecco, tra una settimana lo abbraccerai perché ti è mancato il tuo compagno di banco” non ci avrei mai creduto.
Eppure eccomi qua, che sto abbracciando Oliver perché mi è mancato. Che strano il mondo a volte.
La giornata procede come al solito. Ancora non c’è traccia di Andrew, a quanto pare ha ancora la febbre, e Harry dopo due giorni finalmente si degna di pranzare di nuovo con noi.
A fine scuola, Jack mi si avvicina e dice:-Allora questa sera birra?
-Certo, mi passi a prendere tu?- chiedo io. Ci diamo appuntamento per le 9 e mezza e ci salutiamo.
Harry entra in macchina e io faccio lo stesso. Mi ci vuole qualche secondo per capire che non i ha aperto la portiera e quando glielo faccio notare aggiungo:-Peccato, stava iniziando a piacermi.
La sua risposta è semplicemente:-Ha funzionato su chi doveva funzionare, non mi servi più.
Prego figurati.
-Ah, questa sera io non ci sono, esco con Oliver.- dice ad un certo punto Harry. -Di solito il giovedì è la nostra serata ma questa settimana abbiamo dovuto posticipare per motivi vari.
Ne parla come se fosse un appuntamento dal parrucchiere.
-Nessun problema, - annuncio io -io esco con Jack.
Nessuna reazione qui. Dovrei preoccuparmi o dovrei esserne felice? Voglio dire, di solito ogni volta che esco con un ragazzo, amico o non, Harry mi fa sempre il terzo grado. Ma forse dato che Jack è il suo migliore amico non c’è bisogno.
A casa, mi butto sul letto senza nemmeno togliere le scarpe. È ancora presto, ho parecchie ore prima che Jack passi a prendermi, così decido di chiudere gli occhi per qualche minuto.
Mi risveglio quando Harry urla:-Liz, puoi andare tu alla porta?
Mi alzo dal letto e scendo le scale, senza rendermi conto di quanto tempo sia passato.
Apro la porta e trovo Oliver, che mi guarda interrogativo:-Ciao Liz, stai… stai bene?
Sono ancora abbastanza addormentata, perciò non dico una parola e lo faccio entrare.
Mentre mi verso un bicchiere d’acqua, cercando di svegliarmi un po’, Harry scende le scale, tutto vestito e profumato. Mi viene un dubbio: quanto ho dormito? Guardo l’orologio: le nove e un quarto.
-Ho dormito tantissimo!- esclamo. Poi mi giro verso Harry: -Non mi hai chiamata per cena?
Harry alza le spalle:- Ci ho provato, ti sei girata dall’altra parte.- a Oliver scappa una risata, e io mi rendo conto che mi devo ancora lavare, vestire e truccare.
Saluto velocemente i due ragazzi e corro sotto la doccia. Il mio vantaggio è che, se conosco anche solo un pochino Jack, sarà sicuramente in ritardo, perciò posso recuperare un po’ di tempo.
Quando il campanello suona, manca un quarto alle 10.
-Sapevo di poter contare sul tuo ritardo!- dico mentre apro la porta a Jack, che si scusa appunto per il ritardo.
Usciamo e ci mettiamo in macchina. È un percorso breve e quando scendo dalla macchina, mi trovo davanti al pub dell’altro giorno, quando siamo usciti tutti insieme.
Entriamo e ci sediamo ad un tavolino. Il locale è molto più pieno rispetto a qualche giorno fa.
-Si, il venerdì e il sabato puoi trovare chiunque. Se cerchi una persona, vieni qui nel week end e la trovi sicuramente.- dice Jack guardandosi intorno. Dopodichè si alza per andare a prendere da bere.
Torna poco dopo con due birre e un sorrisino stampato in faccia:-Per fortuna il barista è mio amico o avrei dovuto aspettare anni per queste birre.- e poi comincia a raccontare di come lui e il barista una volta avessero quasi rotto un dei tavoli del pub per una scommessa.
La serata continua tra ricordi e racconti divertenti, fino a quando i miei occhi non scorgono qualcosa di molto interessante.
-Prima quando hai detto che qui puoi trovare chiunque, non mi aspettavo che fosse davvero così.- dico, indicando un gruppetto indistinto di persone accanto al bancone.
Jack si gira per vedere chi sto indicando e ride. -Si, è il loro posto preferito per rimorchiare.
Vicino al bancone si distinguono chiaramente due figure maschili e due femminili. Le due ragazze, poco vestite per il clima di metà ottobre, sembrano ridere un po’ troppo spesso. I ragazzi, d’altra parte, sembrano molto seri, come se parlassero di vita vissuta.
-Allora è questo che fanno mio fratello e il suo amico quando escono?- chiedo retorica, sempre guardando Harry, Oliver e le due ragazze.
-Sai che io pensavo si ritrovassero a guardare High School Musical? A quanto pare mi sbagliavo…- scherza Jack.
-Smettila, sicuramente il più delle volte anche tu sei vicino a quei due a fare il serio- dico io.
-Quasi. Il più delle volte io sono vicino ad Andrew a fare quelli che non si fila nessuno- dice scherzando, ma credo ci fosse una nota di tristezza nella sua voce.
-In questo caso allora Andrew sarebbe molto fortunato.- e Jack sorride.
-Ho un’idea.- esclamo- Io e le ragazze del mio dormitorio lo facevamo sempre in collegio con i ragazzi. Stai a guardare.- e mi alzo sotto lo sguardo curioso di Jack.
Mi avvicino al bancone, proprio dove Harry e Oliver stanno cercando di fare colpo su quelle povere ochette.
Devo solo decidere chi sarà la mia preda, Harry o Oliver? Deciderò sul momento.
Mentre mi avvicino sempre di più cerco di ripensare a tutto ciò che ho imparato quando facevo teatro in quarta elementare. Mi rendo conto che è tutto inutile e a questo punto sono davanti al gruppo.
Prendo il più vicino, che è Oliver, e comincio il mio show.
-Olly? Olly sei davvero tu?- dico avvicinandomi un po’ di più, facendomi spazio tra le ragazze, che non fanno troppo caso a me.
-Avevi detto che saresti rimasto a casa questa sera!- inizio ad alzare il tono della voce. -Ma io lo sapevo, lo sapevo che mi avevi mentito!
A questo punto ho la piena attenzione delle ragazze. Harry mi guarda con un sorriso, probabilmente sollevato dal fatto che io abbia preso di mira Oliver e non lui.
-Elizabeth, tutto bene?- mi chiede Oliver, che non sta capendo.
-Adesso mi chiami Elizabeth? Che n’è successo di cucciola o crostatina? Ti sei già dimenticato di me? – lo show continua. -Io ti amo e tu sei solo uno stronzo!
Oliver mi guarda interrogativo, le ragazze anche. Oliver sposta poi lo sguardo sulle ragazze e cerca di spiegarsi:-Io davvero non so di cosa stia parlando…
-Non sai di cosa sto parlando?- alzo un po’ la voce ma non troppo. Voglio divertirmi, ma non voglio che l’intero pub senta la mia finta scenata. -Olly tu avevi detto di amarmi!
Il mio sguardo cade sul tavolo dove è seduto Jack, che osserva tutto come si guarda l’ultimo episodio dell’ultima stagione della tua serie preferita.
Le ragazze sono ancora lì, ferme, si vede chiaramente che non hanno la minima idea di come reagire.
Decido di sganciare la bomba:-Avevi detto che mi volevi sposare!- dico cercando di essere il più arrabbiata e triste allo stesso tempo. Per concludere mi giro verso Harry:- E tu che amico sei? Non mi hai detto nulla, io mi fidavo di te!
Dopodichè esco di scena. Esco letteralmente dal locale.
Aspetto un minuto ed ecco Jack uscire:-Le ragazze li hanno bidonati. Entrambi. Avresti dovuto vedere le loro facce!- sembra quasi più eccitato di me. -Sei stata fantastica!- e mi batte il cinque.
Subito dopo dalla porta del pub escono Harry e Oliver. Appena mi vedono, mi vengono incontro ma non sembrano troppo felici.
Io già rido mentre si avvicinano e Harry batte le mani:-Complimenti, quell’anno di teatro in quarta elementare ti è davvero servito. Certo che potevi evitare di mettere in mezzo anche me…
-Non volevo farti sentire escluso- scherzo io, mentre Oliver continua a guardarmi senza dire una parola.
-Non te la sarai mica presa, vero?- gli chiedo, quando mi accorgo che continua a non muovere un muscolo.
-Tesoro, non me la sono presa, sono scioccato. Non pensavo potessi essere un’attrice così brava.- dice finalmente Oliver -Ma ti prego non farlo più, quelle ragazze erano…- e non completa la frase perché mio fratello gli tira uno scappellotto.
-Non davanti a mia sorella.- si limita a dire Harry, che subito dopo si offre di pagare il prossimo giro.
Harry entra e Jack lo segue a ruota. Mi sto avviando anche io verso l’entrata del locale ma Oliver mi ferma, porgendomi qualcosa.
-Te la sei meritata, complimenti.- dice mentre prendo la sigaretta che mi sta offrendo.
-Sai, il tuo giochino potrebbe tornare utile ogni tanto. -esordisce Oliver.
Lo guardo interrogativa, buttando fuori il fumo.
-Nel caso una ragazza indesiderata si avvicini.- gli chiedo di spiegarsi meglio perché ancora non ho capito molto bene cosa intende. – Se per esempio tu sei tranquilla e beata e un ragazzo molesto ti si avvicina, cerchi in tutti i modi di liberartene, giusto?
-Ecco, immagina questa situazione ma per noi maschi. Sarebbe fantastico avere qualcuno che finga di essere la tua ragazza e ti salvi dalle ragazze indesiderate.
Mi sembra un’idea stupida ma allo stesso tempo geniale.
-Quando ti servirà una mano chiama.
-Lo farò. Ma ti prego non chiamarmi mai più Olly. È stato raccapricciante.
-D’accordo… Olly.- dico facendogli un dispetto, e lui mi spinge con la spalla.
Rientriamo poco dopo e al tavolo dove ero seduta prima, ci sono Jack e Harry che ci aspettano.
Mi siedo vicino a Jack e sembra ripetersi la stessa scena di qualche giorno prima. Lui mi si avvicina e sussurra:-Hai fumato di nuovo?
-Può essere.- rispondo io.
-Se ti scopre ti ammazza.- dice Jack alludendo a mio fratello.
-Chi, la ciminiera?- chiedo e Jack ride.
Finita la birra gentilmente offerta da Harry, lui e Oliver decidono che è l’ora di andare a rimorchiare in discoteca.
-Volete venire anche voi?- ci chiede Harry.
-A loro non serve rimorchiare, sono come una vecchia coppia noiosa.- dice Oliver e io lo fulmino con lo sguardo.
-Per quanto mi piacerebbe davvero tanto vedere voi due che ci provate con le ragazzine che vi daranno palo, per questa volta passo.- dico io, e Jack fa lo stesso.
Ci salutiamo e io e Jack ci avviamo verso casa.
In macchina ripenso a questa serata, era da parecchio tempo che non mi divertivo così con qualcuno.
Arrivati davanti casa, Jack si ferma davanti al vialetto. Scambiamo qualche parola riguardo alla serata e a quanto ci siamo divertiti.
Prima di scendere dalla macchina ci diamo un abbraccio. Mi allontano per scendere ma Jack mi prende il viso e si avvicina. Io faccio lo stesso e in pochissimo la distanza tra di noi diventa minima. Restiamo per quello che è un lunghissimo attimo fermi immobili a pochi centimetri di distanza.
Posso sentire il mio cuore battere forte e lui passa il suo pollice sulla mia guancia.
Dopo quell’interminabile secondo finalmente la distanza che c’era scopare e ci baciamo.
È un bacio dolce, dove sembra che gli anni passati separati non siano ma accaduti. Sembra tutto come qualche anno fa, forse un po’ meglio.
Ci stacchiamo e lo guardo negli occhi.
-Allora ciao.- mi dice Jack. -Si, ciao,- lo saluto io, ma anziché scendere dalla macchina, mi avvicino di nuovo a lui e lo ribacio.
  
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