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Autore: AlexSupertramp    15/06/2020    9 recensioni
Dopo aver saputo della relazione tra Hayama e Fuka, Sana decide di sparire e non tornare più a scuola e tutto quello che succede nel manga/anime non accadrà mai, compresa la famosa dichiarazione in TV di Kamura. Dopo quattro anni Akito ritrova una lettera di Sana, la stessa lettera che lei scrive durante le riprese de "La villa dell'acqua".
Cosa c'è scritto e cosa è successo in questi quattro anni? Riusciranno Sana ed Akito a ritrovarsi dopo così tampo tempo?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Akito/Fuka, Naozumi/Sana, Sana/Akito
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Mastermind

Prologo
 
Metà giugno 2003

Carissimo Hayama, come stai?
Sono già passati due mesi dalla mia partenza, ma fra due settimane sarà tutto finito e potrò tornare a casa. Io sto abbastanza bene anche se ho avuto qualche piccola disavventura che poi ti racconterò. Il tempo passa in fretta ma tu mi manchi… 


Scrivere quelle parole le aveva fatto un certo effetto. Era strano ammetterlo e, soprattutto, era strano provarlo, ma lei sentiva la sua mancanza terribilmente. Nonostante ciò iniziare a scrivere quella lettera le aveva dato una gioia infinita, come se quei fogli di carta fossero il capo di un filo invisibile che la collegavano in modo impercettibile all’oggetto posto esattamente alla sua coda. Più che oggetto, sarebbe più corretto dire soggetto.
Si sentiva felice di aver deciso di scrivere quella lettera al suo amico Akito Hayama e davvero non vedeva l’ora di poterla inviare. Tuttavia qualcosa le sfuggiva, non era del tutto convinta di quanto aveva scritto… chissà, forse era troppo poco. Un'altra bozza accartocciata nel cestino della carta.

Caro Hayama,
come stai? È passato un altro giorno di riprese, è andato tutto bene anche se il regista oggi mi ha sgridata. Io ti penso sempre e sapere che ti avrò al mio fianco mi fa affrontare il lavoro con più serenità.  Ti ricordi le foto del signor Tanaka? Se ripenso a queste cose mi viene voglia di essere con voi. Vorrei essere a scuola con tutti i miei amici e soprattutto con te!! Ormai manca poco al mio ritorno e ti assicuro che conto i giorni. Appena arrivo ti telefono, spero che mi riconoscerai perché adesso sono diventata una diva del cinema. 
Ora ti saluto.
Sana.


Dannata indecisione, sembrava che ora tutto quadrasse e che le parole scritte fossero proprio quelle giuste. Aveva quasi sigillato quella busta sulla quale aveva scritto il nome del destinatario, stranamente emozionata. Un nome che si era scoperta a pronunciare nella sua mente più volte di quanto avesse mai fatto da quando lo conosceva.

Per un attimo era stata convinta di aver concluso la sua opera e di essere pronta a consegnare la missiva al suo manager cosi che potesse spedirla in paese, ma si fermò ancora una volta… il cestino della carta era colmo di manoscritti incompiuti.

Caro Akito,
non riesco proprio a finire questa lettera. A dir la verità non ti ho raccontato tutto quello che mi è successo. Ho avuto parecchi problemi a causa di un articolo pieno di falsità in cui si dichiarava che io e Naozumi Kamura ci amiamo. Ho preso un sacco di botte da un gruppo di sue ammiratrici. L’unica cosa che mi consola e mi dà forza è sapere che tu ci sei...


Sì, quello era decisamente ciò che sentiva il bisogno di dirgli. Era strano come, per capirlo, aveva dovuto scrivere numerose bozze chilometriche di quella che aveva creduto più volte essere la versione definitiva del piccolo romanzo. Sentiva la necessità di dirgli che la storia raccontata su lei e Kamura era una menzogna e che lei non aveva nessun fidanzato o amore sbocciato tra ciak e telecamere. Sentiva il bisogno di giustificare le dicerie che circolavano ormai da troppo tempo e chissà lui cosa aveva pensato, non sentendola e non ricevendo nessuna spiegazione.
Normalmente non si era mai posta il problema di spiegare al suo migliore amico quello che c'era dietro le quinte di tante notizie false. Quale poteva essere il problema, allora. Tuttavia ora era diverso. Perché mai, poi, questo non seppe spiegarselo. Sapeva solo che era diverso e che doveva dirgli che era tutto falso e che, nonostante fossero lontani e non parlassero da più di un mese, il solo pensarlo le dava tanta forza e che ormai non riusciva proprio ad immaginare la sua vita senza di lui.
Continuò a scrivere quella lettera per parecchio tempo, senza cancellare nemmeno una singola parola questa volta. Ogni singola lettera corrispondeva alla valanga di pensieri che aveva dentro da un po' di tempo e si sentì nuovamente felice, esattamente come quando aveva iniziato qualche giorno prima.
Era emozionata, contenta e impaziente, imbarazzata ma investita da una strana forma di coraggio che la spinse a piegare il foglio e rimetterlo nella busta, questa volta sigillandola definitivamente.
Fu il signor Maeda ad offrirsi di imbucare la lettera per Sana e fu Sana stessa a dirgli che non era più necessario perché qualsiasi piano, qualsiasi programma, qualsiasi pensiero, qualsiasi sentimento lei avesse provato fino a cinque minuti prima era stato completamente cancellato dalla notizia appena ricevuta proprio dal destinatario della busta. Quasi le venne da ridere al pensiero di quanto avesse desiderato fare quella telefonata e adesso non voleva altro che tornare indietro e lanciare quel cellulare in mezzo alla foresta.
La vita era difficile e il destino era proprio strano, pensò. Si sentiva davvero come all’interno di un vortice, totalmente incapace di muoversi. Per gli amanti della scienza, quello poteva essere un succulento richiamo alla legge di Murphy secondo cui, se qualcosa può andar male – la telefonata in mezzo al bosco – lo farà – la notizia che le aveva dato Hayama. Ma, sempre per quegli amanti della scienza e della legge di Murphy, se qualcosa poteva andare ancora peggio – la lettera per Hayama consegnata a Maeda affinché questi la spedisse – sicuramente sarebbe andato proprio così – Maeda che va in paese e imbuca la lettera, convinto che Sana gli si era opposta solo per non arrecargli disturbo.
Nonostante ci sforziamo di controllare gli eventi, questi andranno da soli e prima ci mettiamo l’anima in pace riguardo la nostra impossibilità di governare i fili dall’alto, prima impariamo a gestire la nostra vita.


*Note d'autrice*

Ciao a tutti, mi chiamo Alex e questa è la prima storia che pubblico in questo Fandom. Erano anni che non entravo in questo sito (infatti avevo un altro account con cui pubblicavo le mie storie ma, essendo passati secoli, non sono più riuscita ad entrare con quello e qualche anno fa ne feci semplicemente un altro). Ultimamente, complice la clausura forzata, ho rispolverato vecchie passioni. Una tra molte è quella verso questo anime che mi ha praticamente fatto compagnia durante tutti i primi anni dell'infanzia e adolescenza. Dunque, detto ciò, vorrei spendere qualche parole riguardo la FF: la storia parte da un punto ben preciso dell'anime, infatti, le parole riportate nei vari tentativi di Sana di scrivere quella lettera ad Akito sono esattamente quelle dell'episodio n. 60, quindi ho deciso di mantenere la stessa atmosfera (per quanto ciò possa essere possibile trascrivendo in prosa una storia raccontata come manga). 
Per quanto riguarda il contenuto di questo primo capitolo, mi sono sempre chiesta cosa sarebbe successo se alla fine quella famosa lettera (il cui contenuto resta ancora un mistero, ma che fa bn sperare in qualcosa di molto profondo) fosse giunta a destinazione e come sarebbe cambiata la storia. Ecco che vi propongo una mia personale visione di questo racconto, sperando che vi piaccia almeno un pò.
Un saluto a tutti,
Alex
   
 
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