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Autore: rosy03    15/06/2020    1 recensioni
*Storia partecipante al Contest "Nati dall'odio" di Valeria.Anatra sul forum di Efp*
Lo Shogun, Orochi Kurozumi, li odia.
Odia il clan Kozuki e, allo stesso tempo, ne ha paura. È da vent’anni che non dorme bene, ha il terrore che quelle nove ombre possano presentarsi da un momento all’altro e reclamare la sua testa.
Ed è per questo che ucciderà l’ultima speranza di Wano. Lo ucciderà e distruggerà il paese dopo averlo fatto soffrire come lui ha sofferto.
Vuole che saggino la paura di venire picchiati, uccisi e gettati in un fiume.
Loro, che erano stati i giustizieri al tempo dei Kozuki, verranno giustiziati senza remore.
+ Attenzione! La storia si rifà al capitolo 982 del manga, se non l’avete letto è SPOILER!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Momonosuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giustiziere

~

 




 
Dannata feccia. Dannato paese.
 

Tanti anni erano passati.
Ma il tempo non aveva mai lavato via completamente il rancore che gli scorreva nelle vene. Se n’era fatta una ragione, lui e tutta la sua famiglia erano state vittima di persecuzioni folli e il motivo di tanto astio nei loro confronti non era neanche più in vita.
Suo nonno aveva fatto uccidere i daimyo per il potere e per questo era stato costretto a commettere harakiri.
Lui avrebbe fatto di peggio. Lui avrebbe conquistato il paese, avrebbe recitato la parte del povero, debole e squattrinato Kurozumi in cerca di redenzione. Una redenzione che non spettava a lui, nossignore.
Lui avrebbe messo in ginocchio la causa della loro disperazione, la causa delle sue lacrime e delle sue grida e delle notti insonni che aveva patito dopo aver visto gli assassini (i Giustizieri) dei suoi genitori gettare i loro cadaveri in un fiume.
Tanti anni erano passati da allora, da quel giorno fatidico, dall’incontro con la vecchia strega, dal momento esatto in cui aveva deciso di mettere la parola fine.
E il tempo aveva soltanto accresciuto la sua sete di vendetta. Una vendetta che avrebbe gettato addosso all’intero paese, addosso ai suoi abitanti come il vero e unico Giustiziere; e addosso al marmocchio che, secondo quella terrificante leggenda, sarebbe arrivato entro i prossimi vent’anni.
Avrebbe fatto scorrere il sangue denso, ferroso e rosso.
Avrebbe fatto dimenticare il significato dei colori e li avrebbe nutriti con il grigio dell’oppressione e della dittatura, li avrebbe fatti perdere nella paura. Li avrebbe uccisi nell’anima se fosse stato necessario.
E poi li avrebbe lasciati a dimenarsi nel nero.

 
Dannati Kozuki. Dannata Wano.
 

L’odio lo stava opprimendo, al punto che faticava a respirare.
Così come lui stava soffocando la popolazione, la rendeva schiava del suo volere e del terrore che questi provavano nei suoi confronti e nei confronti di Kaido, l’Imperatore. Allearsi con un pirata di quel calibro era stata una scelta saggia.
Nessuno osava contraddirlo, nessuno osava ridergli in faccia, nessuno osava ribellarsi.
Non più. Facile, quando si ha alle spalle un uomo tanto forte e minaccioso.
Eppure Orochi aveva una sola cosa che gli premeva fare: ucciderli. Ucciderli tutti. Eliminare dalla faccia della terra quei maledetti Kozuki, il loro unico discendente e i suoi seguaci. I seguaci di Oden. Dell’uomo che gli aveva rovinato la vita. E, più di tutti, quella maledetta donna che gli aveva guastato il sonno per vent’anni!
Sukiyaki, Oden, Toki, Momonosuke... andavano tolti di mezzo una volta per tutte. E lui ce l’aveva quasi fatta, mancava ancora poco. Un altro poco e avrebbe potuto dire addio a quell’odiosa stirpe.
I Kozuki. E con essi, la speranza dei cittadini, colpevoli come e quanto loro.
Quegli stessi cittadini, quegli stessi criminali che per anni avevano perseguitato il clan Kurozumi. La sua vendetta si sarebbe compiuta, avrebbe distrutto il paese.
Perché meritavano una punizione.
E non appena le sue grosse e tozze mani afferrarono con poca delicatezza il collo sottile di Momonosuke, malconcio a causa delle botte, un senso di onnipotenza lo attraversò da capo a piedi. Ghignò, Orochi, ghignò e ignorò l’espressione sorpresa di Black Maria.
Ignorò Kanjuro, ignorò Fukurokujo e ignorò perfino la paura di dover affrontare nuovamente le facce (la rabbia) dei Foderi, che gli faceva tremare le viscere.
– Questo moccioso... è il generale delle forze nemiche! – ruggì, ricolmo di rabbia.
Sì, era lui. Momonosuke Kozuki. L’ultimo da ammazzare.
– Piantate una croce sul palcoscenico! – gridò ai suoi servitori e gli angoli della bocca si piegarono in un sorriso agghiacciante: – Uccidete l’ultimo dei Kozuki! Faremo calare il sipario sulla loro storia, una volta per tutte! –
Il piccolo Momo non ebbe neanche la forza di rabbrividire o di avere paura, venne scaraventato dall’altra parte della stanza con odio. E un attimo prima di essere portato via vide gli occhi del suo Giustiziere, Orochi Kurozumi.
Li vide e si sentì opprimere il cuore. Erano occhi iniettati di sangue, quelli di un mostro e all’interno di quel mare nero stava lentamente affondando.
Momonosuke vide l’odio nudo e puro in quegli occhi. Vide come lo stava manovrando, opprimendo e Orochi sembrava gioirne. Sembrava gioire della distruzione che quel rancore stava portando non solo a lui ma anche a tutto il paese.
Riconobbe l’odio, il piccolo Kozuki, lo riconobbe e solo allora si sentì veramente gelare fin dentro l’anima.
Wano sarebbe sprofondata in quel vortice nero di oscurità, in quel mare di sangue che a breve avrebbe macchiato il tatami, che avrebbe impregnato il paese dei samurai con la sua puzza acre. E gli dispiacque, a Momo.
Gli dispiacque davvero tanto.
 
 
 
 
 






 
# Premessa. Io detesto Orochi con tutto il cuore, davvero, ma è un bel cattivo. È tanto bravo a fare il cattivo che lo appenderei per i piedi e lo trafiggerei di tanto in tanto con dei grossi aculei...!
E, vogliamo parlarne? (Spoiler!) Nell’ultimo capitolo (a cui chiaramente mi rifaccio) come ha anche solo osato pensare di crocifiggere Momonosuke?!

Ovviamente è la prima storia (e forse anche l’unica, boh) che scrivo su Orochi, in occasione del Contest “Nati dall’odio” di Valeria.Anatra sul forum di Efp, spero sia stato di vostro gradimento. Per quanto possa essere gradito un ‘essere’ come Orochi.


Non vedo l’ora che qualcuno lo gonfi come una zampogna!

Ad ogni modo, come prompt ho utilizzato Odio e Oppressione. E come colori, il Rosso, il Grigio e il Nero. Sul finale, quel ‘Gli dispiacque davvero tanto’ è riferito anche al fatto che a Momo dispiace, oltre che per il proprio paese, che Orochi stia sprofondando nell’odio e che stia venendo soggiogato da questo sentimento, come pure (io ipotizzo) gli dispiace che abbia dovuto subire le persecuzioni a causa del clan Kozuki.

Alla prossima ^^

rosy

 
  
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