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Autore: Tisifone1301    16/06/2020    2 recensioni
- TRATTO DAL TESTO -
"Si tratta dell’amore. Lo riconosco, anche se non lo avevo mai provato prima, eccetto che per mia moglie… ovviamente. Ma questo amore è diverso. Non avrei mai immaginato che un demone come me, sarebbe mai riuscito a provare un sentimento tanto puro.
Quando sto con mio figlio, il sangue sulle mie mani non mi brucia più l’anima."
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AVVISO: i personaggi potrebbero risultare OOC
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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AMORE PATERNO
 
 
 
 
 
Un padre è meglio
di cento insegnanti.
Geroge Herbert
 
 
 
 
 
 
Una sola parola odo riecheggiare l’aria quando la serratura scatta e la porta si apre.
- PAPÀ! –
L’acuto grido è seguito da un rumore di passetti, mentre mio figlio si affaccia alla porta, con la frangia scura che gli ricopre il viso luminoso.
Sorridendo, afferro il suo corpicino robusto quando si lancia verso di me.
- Ti sono mancato, Toshio? –
- Tantissimissimo! –
Piega le braccine intorno al mio collo e io respiro profondamente, inebriandomi del suo dolce profumo di bambino. Sebbene Toshio abbia quasi cinque anni, odora ancora di latte, di salute e di innocenza.
Lo abbraccio forte e sento il gelo dentro di me che si scioglie, mentre un soffice calore mi inonda il petto. È doloroso, come essere sommersi nell’acqua calda dopo un congelamento, ma è un tipo di dolore piacevole. Mi fa sentire vivo, come mai in vita mia, riempie il vuoto dentro di me fino a farmi quasi credere di essere pienamente meritevole dell’amore di mio figlio.
- Gli sei mancato, sì. – dice Rin, arrivando nel corridoio. Come sempre, si muove lentamente, quasi senza far rumore. Mi fissa con occhi gioiosi, felice nel rivedermi. Indossa un semplice vestito verde acqua che le fascia in modo armonioso il corpo curvilineo. I lunghi capelli neri, invece, sono legati in un’alta coda di cavallo.
È a dir poco bellissima.
Se ripenso a cosa voleva costringerla suo padre…
La famiglia di Rin è una delle più ricche e potenti di Tokyo. Una famiglia patriarcale e conservatrice. Volevano obbligarla a sposare il figlio di un finanziere, caro amico di suo padre, ma lei rifiutò categoricamente.
È sempre stata indipendente e sempre lo sarà.
Avevamo amici in comune all’università, ma tra di noi si instaurò immediatamente un legame speciale. Per questo non potrò mai dimenticare quando quattro anni fa, si rifugiò nel mio appartamento pregandomi di aiutarla a impedire quelle assurde nozze.
Fu sua l’idea di sposarci, era convinta che se si fosse legata a un altro uomo, o nel mio caso demone, nessuno poteva più obbligarla a un’unione combinata. E io, impulsivamente, accettai. Ricordo che per un momento piombò un silenzio surreale e ci fissammo per un tempo che parve a entrambi lunghissimo. Credo di essere sempre stato innamorato di lei, sin dal primo giorno, e lei di me.
Per la famiglia di Rin sono sempre stato uno straniero, un estraneo strambo e spaventoso. Non riuscivano a capire la decisione della loro unica figlia femmina di sposarmi, condannandola addirittura, ma a Rin non importava.
- E a me siete mancati entrambi. – dico rivolto a mio figlio, che mi si spinge sulle spalle, supplicandomi di liberarlo. Sorridendo, lo metto a terra e mi afferra subito la mano, tirandola a sé.
- Papà, vuoi vedere cosa mi ha fatto la mamma? –
Faccio un segno d’assenso col capo, mentre lui mi indirizza verso il salotto.
Rin ci segue e mi rendo conto che non le ho ancora rivolto la parola. Fermandomi, mi volto e guardo mia moglie.
- Come stai? –
Mi scruta attraverso le sue lunghe e folte ciglia nere.
- Sto bene. Sono felice di rivederti. –
- E io sono felice di rivedere te. –
Non posso dare libero sfogo alle mie passioni, perché nostro figlio ci sta guardando, per cui mi limito a darle un casto bacio sulle labbra.
Lo vedo correre verso una montagna di giocattoli, per poi tornare con un oggetto lungo e colorato. Me lo porge e afferrandolo ed esaminandolo, mi accorgo che è una riproduzione grossolana della spada che mi regalò mio nonno quando avevo qualche anno in più di Toshio.
- Confesso che non è un granché, ma Toshio ha insistito tanto. – mi spiega Rin ridendo, accostandosi a me.
- Inushiro aveva Tessaiga. –
Arcuo un sopracciglio e mia moglie mi chiarisce la questione.
- Kagome ha riprodotto con cartone e colori acrilici Tessaiga. Oggi pomeriggio sono venuti a trovarci e Inushiro non ha fatto altro che vantarsi per tutto il tempo con nostro figlio. Così alla fine ho dovuto duplicare, grazie all’aiuto di Kagome, Bakusaiga. –
Toshio mi mostra con orgoglio tutti i dettagli, mentre osservo il suo volto divertito e soddisfatto. Ha la stessa bellezza di sua madre, lunghi e scompigliati capelli neri, paffute gote rosee e grandi e vispi occhi…comprese le stesse ciglia. Ma ha il medesimo colore ambrato delle mie iridi e Rin stravede per questa sua peculiarità.
- Inushiro ha detto che la sua spada è più forte della mia… Che Tessaiga è la spada più potente. – dice aggrottando la fronte.
- E tu, cosa gli hai risposto? –
- Che non è vero. Bakusaiga è la spada più potente… Così alla fine mi ha sfidato. –
- Tipico di tuo cugino. – gli rispondo placido.
Lo vedo chinare il capo per celarmi quale espressione si è dipinta sul suo viso.
- Ma mi ha… - mormora, congiungendo le mani dietro la schiena.
- Sconfitto? – chiedo io per lui.
- Sì. – biascica in imbarazzo.
Gli poggio la mano aperta sulla sua testolina e lui la solleva di scatto. Vedo i suoi occhioni pieni di lacrime.
- Mi dispiace papà… Non volevo deluderti. – mi dice strofinandosi gli occhi tra un singhiozzo e l’altro.
Mi inginocchio eguagliando la sua altezza.
- Smettila di piangere. – gli dico con tono fermo e lui cessa immediatamente di piagnucolare – Vorrà dire che ci alleneremo costantemente, tutti i giorni. –
Il volto di Toshio si illumina di felicità, poi gira il viso verso sua madre.
- Hai sentito mamma? – urla di gioia.
Rin gli sorride materna.
- Ha il tuo stesso coraggio e la tua tempra. E sono sicura che diventerà forte proprio come suo padre. –
La guardo. Mi osserva così amorevolmente che è quasi come se mi leggesse nel pensiero. Ma non è difficile intuire a cosa sto pensando.
Torno a rivolgere la mia attenzione a mio figlio.
- Toshio, raccogli la tua spada. –
- Sì, papà. –
Durante l’ora successiva, preparo il mio ometto all’arte del combattimento. Gli mostro le varie tecniche di attacco e di difesa, in che modo anticipare le mosse di un nemico e come con un attacco doppio costringere l’avversario alla resa. Dopo la sessione di allenamento, giochiamo con un camion e una dozzina di altri giocattoli, tutte automobili. Toshio è ossessionato dai veicoli, dalle ambulanze alle auto da corsa. Nonostante tutti i giocattoli che gli regalo, gioca solo con quelli che hanno le ruote.
Dopo aver giocato, ceniamo e poi Rin fa il bagnetto a Toshio prima di metterlo a letto. Dopo averlo asciugato e avergli messo il pigiama, lo porto in camera sua e lo adagio delicatamente nel suo lettino di Saetta McQueen.
- Papà, mi leggi una favola? –
Aggrotto la fronte e sento mia moglie ridacchiare alle mie spalle.
- La mamma è più brava in questo genere di cose. –
- Lo so, la mamma non la batte nessuno, ma volevo che questa volta fossi tu a leggermela. –
Prendo il libro sul comodino e, sotto lo sguardo stupito di Rin, inizio a leggere una storia dal suo libro preferito. Si addormenta quasi immediatamente e gli do un bacio sulla fronte liscia, con il cuore che mi si stringe per una forte emozione.
Si tratta dell’amore. Lo riconosco, anche se non lo avevo mai provato prima, eccetto che per mia moglie… ovviamente. Ma questo amore è diverso. Non avrei mai immaginato che un demone come me, sarebbe mai riuscito a provare un sentimento tanto puro.
Quando sto con mio figlio, il sangue sulle mie mani non mi brucia più l’anima. Il demone sanguinario dei secoli passati, ha lasciato il posto a un nuovo demone… più umano, oserei dire. Rin, ma soprattutto Toshio, hanno stravolto la mia esistenza e per me, oggi, non c’è nulla al mondo che abbia lo stesso valore delle loro vite.
Facendo attenzione a non svegliare Toshio, mi alzo ed esco senza fare rumore dalla sua stanza. Rin mi sta già aspettando nella nostra camera, così mi tolgo i vestiti e la raggiungo a letto.
- Mi hai sorpresa, stasera. –
- Se leggere una favola rende felice nostro figlio… -
Rin mi afferra il viso con le sue piccole mani e mi bacia.
- È anche per questo che ti amo, Sesshomaru. Perché ogni giorno mi mostri una nuova parte di te… Riesci sempre a sorprendermi. –
L’attiro a me e unisco nuovamente le nostre labbra, facendo poi l’amore con lei con tutta la dolcezza possibile.
Domani dovrò ripartire a causa del mio lavoro, che mi terrà lontano da loro per due settimane, ma stasera sono felice.
Stasera posso amare ed essere amato.

 
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE
 
Questa ff è un regalo di compleanno per la dolcissima Stardust87.
 
Sono sempre qui, riappaio con questa piccola storia che vede Sesshomaru nelle vesti di padre. So che il sequel lo vede genitore di due gemelle, ma a me piace immaginarlo come papà di un bel maschietto.
Spero che la ff sia stata di vostro gradimento.
Vi saluto e vi abbraccio forte.
 
Tisifone
 
  
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