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Autore: rosy03    17/06/2020    1 recensioni
*Alcune storie partecipano alla Challenge 'Hugs&Kisses' di carlotta.97 sul Forum di EFP*
*Altre storie partecipano alla "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" di Soly Dea sul forum di EFP*
| Raccolta | Flashfic & One Shot |
Racconterò della mirabolante ciurma di Cappello di Paglia e dei suoi stravaganti componenti, seguendo le tracce fornite dalla Challenge in questione: tanti Baci e tanti Abbracci ^^ Momenti fluff, drammatici e comici!
O... in alternativa, utilizzando parole che non hanno un vero e proprio corrispettivo in italiano ^^
P.S. Potrebbe sopraggiungere qualche Law selvatico o, peggio, un utilizzatore a caso del frutto Mera Mera.
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Pirati Heart, Portuguese D. Ace, Trafalgar Law | Coppie: Nami/Zoro, Rufy/Nami
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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*Storia partecipante al Contest “The first time we Slashed” di Soul_Shine sul forum Efp*


 
 
 
Quella Faccia ~
 


 
 
Lo dice spesso eppure questa volta gli sembra difficile trattenersi.
Osserva lo spadaccino alzare un sopracciglio, è abbastanza confuso e lo capisce: è da cinque minuti che lo sta guardando con un pensiero fisso in testa. Si sofferma sulla cicatrice che gli attraversa l’occhio e inevitabilmente si chiede, di nuovo, come se la sia fatta.
E Zoro ricambia lo sguardo in silenzio, i muscoli delle braccia tesi perché il cuocastro lo fissa in maniera strana e gli mette inquietudine. Che gli prende? È malato?
Sicuramente, pensa, assaggiare tutte quelle strane spezie deve avergli fatto male.
Allora Sanji smette di tagliare le carote, si volta del tutto verso di lui e glielo dice senza mezzi termini: – Quella tua brutta faccia da marimo ha davvero bisogno di essere presa a calci –
...eh?

 
 
Chopper infila un fazzoletto arrotolato nella narice destra dello spadaccino con, forse, troppa forza perché se ne lamenta.
– La prossima volta evitate di azzuffarvi in cucina, d’accordo? –
Ha un tono di voce palesemente annoiato, Chopper, e questo è strano. Il medico sospira e alza gli occhi al cielo come fa sempre quando vede i due suoi compagni litigare.
È una renna, è molto più giovane di loro ma ha capito perfettamente la situazione. Zoro si lascia osservare dai suoi occhietti clinici e, dopo aver constato che non ci sia niente di rotto, si chiede cosa stia pensando il dongiovanni dalle sopracciglia a ricciolo.
Intanto, però, il cuoco è appena andato a raccogliere i mandarini con un labbro spaccato e ciò lo rende quasi orgoglioso. Sorride quasi, nell’immaginare quella piccola goccia scarlatta colargli giù fino al mento.
Lascia Chopper nel suo studio e una volta sul ponte si stiracchia verso l’alto, ha proprio voglia di una bella dormita. Zoro è quasi arrivato sulla coffa quando la puzza di tabacco lo coglie del tutto impreparato e si ferma, in bilico sulla rete di corda e guarda in basso, seguendo la colonna di fumo al contrario; lo vede.
Ovviamente è il cuocastro biondo, è l’unico fumatore della ciurma.
Ha un cesto tra le mani e sta cogliendo i mandarini, è l’unico a poterlo fare. E ha una faccia serissima, sfiora delicatamente ogni singolo frutto per accertarsi che sia ben maturo prima di posarlo nella cesta.
Butta fuori il fumo e la puzza lo investe nuovamente; quello lì non sospetta neanche che dal basso lo sta affumicando.
Sicuramente, si dice, è l’unico al mondo a cui piace quella marca di sigarette.
Inspira profondamente e continua a salire. Ignora la sua vocetta fastidiosa adulare quella strega dai capelli rossi e decide che, anziché dormire, si allenerà fino a non sentire più le braccia.
 

 
La cena è squisita oltre ogni dire, com’è logico che sia.
Dopodiché Sanji si dedica alle stoviglie, non appena vede Nico Robin lasciare la sala da pranzo abbozzando un sorriso. Sa già che andrà in biblioteca a prendere un nuovo libro dalla biblioteca a poppa della nave, come sa già che Rufy si stenderà sull’erba a guardare le stelle dato che è una serata perfetta per farlo.
Dalla cucina sente Franky ritirarsi nel suo laboratorio per terminare un lavoro e Chopper augurare la buonanotte a tutti, poi la porta si apre e non ha neanche bisogno di girarsi a guardarlo. Sarà il suo Haki, saranno i passi inconfondibili, ma sa che è lui.
Zoro entra piantando i piedi a terra, prosegue fino al frigo da cui tira fuori la sua adorata bottiglia di sakè, è inutile persuaderlo a lasciar perdere convincendolo che per quella sera ha già bevuto abbastanza. È uno zoticone che sa fare soltanto tre cose: bere, dormire e allenarsi. E poi è una spugna, una botte in più di liquore non gli ha mai fatto male.
Si attacca alla bottiglia, lo spadaccino, e beve un lunghissimo sorso. Non sembra bruciargli in gola, non sembra sentirne l’effetto e poi sospira, soddisfatto.
Sicuramente, immagina, quella marca di sakè deve piacergli davvero un sacco.
Poi il marimo torna sul ponte lasciando la porta socchiusa e Sanji per poco non si ustiona l’incavo del braccio a causa della cenere che cade dalla sigaretta dopo che si è voltato. Dall’oblo non vede più l’ombra del marimo ed è lui, adesso, a sospirare.



Ha aspettato troppo a lungo, ne è consapevole.
Deve avercela solo con se stesso. E ora il cuocastro è chissà dove vestito di bianco, con, probabilmente, la ragazza dei suoi sogni dinanzi a lui e stanno giurandosi amore eterno con la benedizione di un parroco.
Di peggio c’è solo una cosa: immaginarsi la sua brutta faccia da pervertito eccitarsi per un visetto d’angelo. Cos’ha fatto per evitare questo?
Niente. Bravo Zoro. Assolutamente niente.
– Non gliel’hai detto –
Nico Robin appare al suo fianco come un fantasma, gli viene quasi un colpo. Si siede accanto a lui, sulla panca, accavallando le gambe lunghe e snelle e voltando il viso nella sua direzione. Quei suoi occhi così azzurri e così penetranti lo stanno mettendo a disagio.
E come se non bastasse gira il coltello nella piaga, quella maledetta: – Non gliel’hai detto ed è per questo che hai quella faccia –
– Quale faccia? –
Il suo è un ruggito. Un ruggito rabbioso e pieno di frustrazione.
L’archeologa ridacchia senza preoccuparsi di nasconderlo: – Se Rufy non riuscirà a riportarlo da noi... vivrai con il rimpianto di non averglielo mai detto, no? –
Già. Ha ragione. Ma non lo dirà, nossignore.
– Rufy è il nostro capitano. Ci riuscirà se è convinto di farcela –
E dentro, nello stomaco, nel petto, ovunque, Zoro ha i muscoli in tensione e in testa tanti, troppi interrogativi, troppi dubbi. Rufy ce la fa.
Ce la fa sempre. Non è questo il problema.
In quegli anni se è certo di una cosa è che il suo capitano riesce in tutto quello che si prefigge perché ha la determinazione e la forza necessarie. E questo lo sa anche Robin, ovviamente.
Ma se fosse Sanji non voler tornare?
Lei lo vede tendersi come una corda di violino, lo vede chiudere anche l’occhio buono e fingere di non sentire il baccano che proviene dalla grande piazza.
E sorride intenerita, perché l’archeologa ha capito. Nami ha capito. Persino Rufy ha capito e gli ha promesso di andare a riprendere quella testa bacata di un cuoco e riportarlo sulla Sunny dove potranno prendersi a testate e litigare a vita.
– Ti dirò un segreto – dice: – Non è troppo tardi per cambiare le cose –
Zoro, per un attimo, smette di respirare.
 

 
Lo guarda ma questa volta è più difficile.
È difficile perché per un attimo è stato sicuro di farcela, di riuscire a dimenticarli e vivere una vita felice assieme alla donna della sua vita. Invece no, perché la realtà ha bussato prepotentemente nel suo petto e ora vede lo spadaccino che fa finta di dormire con la schiena appoggiata a un albero.
Fa solamente finta perché anche lui non sa bene cosa dire.
Ha indosso un kimono, è ovvio che gli stia bene: è un samurai in fondo.
– Cuoco, la vuoi smettere di fissarmi a quel modo inquietante? Se hai qualcosa da dire dilla –
Sanji corruccia la fronte e stringe le dita attorno al filtro della sigaretta, prima di rispondergli a tono: – Ohi, marimo, non è che sei tu a dovermi dire qualcosa? –
L’ha detto senza pensare ma lo spadaccino sgrana l’unico occhio buono e, gli pare, arrossisce un poco sulle guance. Che gli prende? È impazzito?
Sicuramente, suppone, quelle schifezze che si è mangiato quando non c’ero devono avergli fatto male.
E allora Zoro getta una veloce occhiata alle sue tre spade che ha lasciato di fianco a lui come a poterne trarre la forza, lo guarda in faccia e glielo dice senza mezzi termini: – Quella tua brutta faccia da pirla ha davvero bisogno di essere presa a pugni –
...ah.















# Okay. Okay. Calmiamoci…
Non so cosa sia, non era programmata e, soprattutto, l’ho semplicemente scritta di getto per un Contest e non ho mai provato a creare una Slash, è la prima in assoluto!


Che poi, secondo voi, questa è degna di essere chiamata ‘storia Slash’? Boh ^^

Andiamo con ordine. La parola usata è Backpfeifengesicht: una persona la cui faccia sembra aver bisogno di essere presa a pugni o a schiaffi ^^.
Zoro e Sanji sono gli unici personaggi su cui sono riuscita a elaborare una cosa del genere, forse perché in fondo in fondo sono tenerini insieme *^* e poi ogni tanto mi piace leggere qualcosina su questi due... vabbè, come primo approccio che ne pensate?

Spero non mi linciate voi fan della coppia ^^


rosy
  
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