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Autore: Mary Evans    17/06/2020    0 recensioni
E se Harry avesse avuto una sorella?
E se lui venisse rapito la notte del 31 Ottobre?
E se Elizabeth Potter credesse di essere l’unica bambina sopravvissuta?
Storia scritta a quattro mani da me e fenice cremesi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Susan Pov

 

Stavo facendo colazione. Erano le sette e mezza del mattino. Non mi ero mai svegliata così tardi ma l’agitazione per l’assenza di Harry si era protratta fino a notte fonda e avevo fatto fatica a svegliarmi al mio solito orario. Ormai erano mesi che andavo avanti così.

Gettai uno sguardo alla tavolata di Grifondoro, dove George Weasley si limitava a fissare la sua tazza di caffè come se non la vedesse davvero, invece di bere il suo contenuto.

Il suo gemello lo guardava preoccupato insieme ad Hermione Granger e sua sorella Ginny, e anche Ronald Weasley era angosciato al punto di prestare pochissima attenzione al piatto pieno di cibo che aveva davanti, il che era tutto dire.

Riportai l’attenzione al mio caffè con un’espressione sconsolata, e avevo appena fatto un sorso quando la porta della Sala Grande si spalancò con un tonfo. Tutti ci voltammo verso l’ingresso, e potemmo così assistere all’entrata trionfale di Harry ed Elizabeth mano nella mano, come se nulla fosse.

Come se non fossero spariti per mesi senza lasciare traccia.

Loro si sorridevano, mentre io e gli altri non facevamo altro che fissarli come se non riuscissimo ancora a renderci conto che effettivamente fossero lì, fossero reali.

Mi alzai come in trance, e mentre i Grifondoro si alzarono di colpo per abbracciare i due io raggiunsi Harry, che mi sorrise, felice di vedermi, e gli diedi uno schiaffo talmente forte da farmi male la mano.

Improvvisamente scese il silenzio.

A causa del colpo forte la testa di Harry si era girata, il sorriso congelato sul suo volto, ma io la afferrai subito voltandola verso di me e baciandolo con passione, come quella famosa notte al Ballo del Ceppo. Lui ci mise poco a ricambiare il bacio, e quando ci staccammo per riprendere fiato lo guardai con tutta la serietà del mondo.

«Prova ancora a farmi preoccupare in questo modo, Potter, e avrai da pentirtene per il resto dei tuoi giorni.» gli sibilai a un centimetro dalla faccia, prima di vedere il sorrisetto malizioso sul suo volto ed essere baciata come se non ci fosse un domani.

Poi si staccò e mi guardò con aria perplessa.

«Aspetta un attimo, ma come fai a sapere che il mio vero cognome è Potter?»

Sorrisi divertita.

«Abbiamo molto di cui parlare.» mi limitai a dirgli, prima di rivolgermi ad Elizabeth e abbracciarla con affetto.

«Sei arrivata appena in tempo, Elizabeth, la terza prova inizierà tra due ore circa, credo faresti meglio a prepararti mentalmente a quello che dovrai affrontare.»

Vidi la rossa impallidire e rivolgere uno sguardo impanicato al gemello, prima che io stessa trascinassi entrambi verso il tavolo dei Grifondore, sotto lo sguardo allibito dei membri della famiglia Weasley e della Granger.

Tendevano sempre a sottovalutare troppo i Tassorosso!

 

 

Harry Pov

 

Ero senza parole.

Nel tempo in cui io e Elizabeth eravamo scomparsi era successo davvero di tutto: in primis si era diffusa a macchia d’olio la notizia della mia appartenenza alla famiglia Potter, e solo quello era bastato a creare scompiglio; i miei genitori biologici, James e Lily Potter, avevano avviato un procedimento legale contro colui che supponevano mi avesse rapito quando ero un infante, senza però riuscire a trovare effettivamente quello che, in ogni caso, io reputavo mio padre; inoltre era stata avviata anche una causa contro Albus Silente, colpevole di aver nascosto informazioni finalizzate al mio ritrovamento come unica scusante del bene superiore, qualunque cosa volesse significare.

Insomma, erano successi gran casini da quando eravamo scomparsi mesi prima.

La terza prova sarebbe iniziata tra poco, e se Elizabeth non si fosse presentata sarebbe stata immediatamente squalificata.

Per fortuna in quei mesi nell’altra dimensione avevo avuto tutto il tempo per concludere il suo allenamento, così che era perfettamente preparata a qualsiasi cosa i professori avessero preparato per i campioni tremaghi.

Le spiegazioni di Susan ci erano state date nella Stanza delle Necessità per non essere disturbati da nessuno, e avevamo presto perso il conto del tempo che passava, al punto che quando ci rendemmo conto che mancavano dieci minuti alla terza prova iniziammo a correre a perdifiato verso il campo da Quidditch sperando di riuscire ad arrivare in tempo.

Il nostro arrivo fece scalpore, ovviamente, ma giungemmo appena in tempo per evitare l’esclusione di Elizabeth dalla gara.

La vedemmo praticamente essere buttata nel labirinto dal professor Moody, dopo essere stata informata a malapena della coppa tremaghi da ritrovare tra le siepi, e mentre le stesse iniziarono a richiudersi dietro di lei io e gli altri decidemmo di accomodarci sugli spalti.

Ero l’ultimo della fila e stavo guardando distrattamente le schiene di quelli che ormai potevo considerare miei amici, quando improvvisamente venni afferrato da qualcuno e prima che riuscissi a reagire in alcun modo sentii il familiare strappo della smaterializzazione.

Quando aprii gli occhi ero in un cimitero, circondato da lapidi, e davanti a me c’era mio padre.

 

 

Pov ???

 

«Ciao figliolo!» ebbi la forza di sorridergli, nonostante tutto. Sarebbe stata l’ultima volta in cui saremmo stati insieme e volevo che serbasse un bel ricordo di me.

Mi guardò stranito per un attimo prima di sorridermi divertito.

«Avresti potuto avvisare invece di rapirmi, sai?»

Sorrisi a mia volta, prima di diventare serio di colpo.

«Harry, abbiamo poco tempo prima che la coppa tremaghi tramutata in passaporta porti qui tua sorella, e molte cose di cui parlare, quindi sarebbe meglio che tu non mi interrompessi. In ogni caso, troverai le risposte a tutte le tue domande nel mio diario personale, nel cassetto in basso a destra della mia scrivania. La password la puoi immaginare. Adesso ho bisogno che tu mi ascolti molto attentamente. Il mio nome… il mio nome è Harry, Harry James Potter, e provengo da un futuro alternativo a questo. Ho perso molte, troppe persone, prima di prendere la decisione di utilizzare un cerchio di rune per andare indietro nel tempo e cambiare lo stato delle cose. Fanny mi aveva avvisato che mi sarei ritrovato a vivere in una dimensione dove le cose potevano non essere andate nel modo in cui le conoscevo io, ma nonostante tutto ho deciso di portare avanti la mia decisione, che mi ha catapultato a Godric’s Hollow dieci giorni prima dell’attacco di Voldemort nella casa dei tuoi genitori… ho scoperto che il me di questa dimensione aveva una sorella gemella, ma ho dovuto ugualmente elaborare un piano per toglierti ai tuoi genitori, dopo averti permesso di sconfiggere temporaneamente Voldemort, al fine di darti una preparazione adeguata che ti permettesse di essere preparato al fine della sua sconfitta totale. Il resto lo sai. Ho dovuto inventare delle scuse con te, ovviamente, ma voglio che tu sappia che era necessario per la tua sopravvivenza. Spero che un giorno tu riesca a perdonarmi.»

Vidi Harry boccheggiare per un attimo, ma riprese velocemente il controllo di se stesso e quindi mi sentii libero di continuare.

«Voldemort, per sopperire alla sua paura di morire, aveva creato 7 horcrux: il diadema di Cosetta Corvonero, il medaglione di Salazar Serpeverde, la coppa Tosca Tassorosso, il suo diario di quando era adolescente, l’anello di Orvoloson Gaunt, suo nonno, il serpente Nagini… e tu. Tu sei stato l’horcrux che non avrebbe mai voluto creare, e che ha reso la sua anima ancora più instabile di quanto già non fosse. Quando ci siamo visti l’ultima volta, alla Testa di Porco, ti ho somministrato la pozione spezz’anima, e quanto agli altri horcrux me n’ero già occupato in precedenza. Adesso la tua anima è tua, e tua soltanto. E Voldemort è tornato di nuovo mortale.

Ci troviamo in questo cimitero perché quando avevo la tua età e fui invischiato mio malgrado in questo torneo, la coppa Tremaghi venne trasformata in passaporta da un mangiamorte che si era travestito da Alastor Moody tramite polisucco. Essa trasportò me e Cedric Diggory in questo cimitero, visto che decidemmo di prenderla insieme, e in questo luogo Cedric… venne assassinato, e Voldemort risorse… non mi dilungherò oltre, in ogni caso troverai tutta la mia storia nei miei diari, sappi solo che siamo qui per evitare che quello che è successo a me capiti di nuovo. Sarà Voldemort a morire questa notte, e io… io morirò con lui.»

«Aspetta, cosa? Io non voglio che tu muoia. Dovrai aver pur elaborato una strategia alternativa in tutti questi anni!» escalmò Harry con il terrore negli occhi, afferrandomi per le spalle. Mi specchiai nei miei stessi occhi con affetto.

«È giunto il momento che tu ti ricongiunga ai tuoi genitori e a tua sorella, Harry. Vivi la vita con loro che io non ho mai avuto l’opportunità di vivere. Quanto a me, ho vissuto fin troppo senza la mia Ginny, Ron e Hermione. Il mio sacrificio tramite rune farà sì che il corpo e lo spirito di Voldemort non possano più tornare in vita tramite alcun rituale, e la mia scomparsa stabilizzerà questa dimensione. Solo tu continuerai a conservare i ricordi della tua vita finora. Per gli altri sarà come tu non fossi mai scomparso: tu e tua sorella quella notte del 31 ottobre avete sconfitto Voldemort, siete cresciuti insieme ai vostri genitori, a undici anni siete andati a Hogwarts e siete stati smistati in Grifondoro. I ricordi di tutti gli abitanti del mondo magico verranno alterati. In questo torneo siete stati scelti tu e tua sorella, non Cedric Diggory, che nell’istante in cui morirò scomparirà e si ritroverà sugli spalti a guardare il torneo con suo padre. Aspetta la sua scomparsa prima di afferrare la coppa con Elizabeth. Mi raccomando, è molto importante.»

Harry ormai mi guardava spaurito, primo di tutta la sicurezza che lo aveva sempre contraddistinto. Annuì piano, prima di buttarsi tra le mie braccia.

«Ti voglio bene… papà.»

Abbracciai con forza la versione più giovane di me stesso con le lacrime agli occhi. Era stato davvero come un figlio per me in questi anni.

Improvvisamente la passaporta tremaghi fece apparire Elizabeth e Cedric nel cimitero ed io e Harry ci staccammo. Gli feci segno di nascondersi con quei due, e lui entrò immediatamente in modalità auror eseguendo l’ordine, se pur con un’esitazione iniziale dovuta alla nostra separazione.

Disilluse tutti e tre e avvertii il loro posizionarsi dietro una delle statue più grosse.

Quando vidi arrivare Codaliscia con un fagotto in mano, lo sentii discutere sulla mancata presenza di Elizabeth.

«La coppa è qui, trova la ragazza, Codaliscia.» gli sibilò Voldemort.

Prima che potesse dire o fare altro, mi mostrai a loro, facendoli bloccare sul posto.

«Cosa succede, Codaliscia? Perché ti sei fermato? Cosa sta succedendo?» gli sibilò contro il signore oscuro. Peter Minus, infatti, si era bloccato alla vista della copia di James Potter, che non vedeva di persona dal giorno del suo tradimento, e aveva iniziato a tremare di fronte all’espressione feroce del suo ex amico e ai suoi sensi di colpa, che tornarono prepotenti a farsi sentire.

«James… James…» iniziò a piagnucolare il ratto.

«Pagherai per quello che hai fatto alla mia famiglia.» sentenziò l’Harry proveniente dal futuro prima di lanciargli un’Avada Kedavra dritto in petto.

E fu così che morì Peter Minus.

Il corpo di Voldemort cadde a terra con un leggero tonfo, e tra i lamenti il signore oscuro vide piombare su di sé un’ombra.

«Chi sei?» sibilò il lord, non riuscendo a distinguere bene la figura sopra di lui. Improvvisamente, però, la luce della luna illuminò il volto del giovane, e Tom Orvoloson Riddle ebbe un fremito di paura. Perché l’uomo che gli stava davanti era l’incarnazione stessa della morte, tramite le sembianze di un uomo che lui era convinto di avere ucciso ma con gli occhi di una donna che lo aveva affrontato a testa alta fino alla fine.

«Sono Harry James Potter, il prescelto della profezia, venuto qui da un’altra dimensione per porre fine alla tua esistenza, Tom Riddle.»

E fu in quel momento che Voldemort iniziò a sentire il gelo della morte scendere su di lui. Vide l’uomo tracciare delle rune in cerchio, al cui centro posizionò entrambi. Lo vide iniziare a cantare una formula antica in runico, e quando il cerchio iniziò ad illuminarsi iniziò a percepire sempre meno il suo corpo.

E fu così che morì Tom Orvoloson Riddle.

 

 

Harry Pov

 

Vidi mio padre scomparire per sempre davanti ai miei occhi insieme a Voldemort, e d’improvviso ci fu uno scoppio di magia proveniente dal cerchio di rune così forte da far cadere me, Elizabeth e Cedric.

Cedric scomparve appena toccò terra, e vidi l’espressione di Elizabeth farsi vacua per un momento.

Trattenendo a stento le lacrime, le afferrai una mano e appellai la coppa Tremaghi, che ci riportò immediatamente ad Hogwarts.

Tra gli applausi di tutti, fummo proclamati Campioni Tremaghi a pari merito. I miei genitori biologici mi vennero incontro e abbracciarono me e mia sorella come se niente fosse, fieri di noi, come se non mi fossi mai allontanato veramente dalle loro vite.

Harry Evans non esisteva già più. Ero Harry Potter. Harry James Potter. E piansi.

 

 

Dimensione ???

 

Mi ritrovai in quella che sembrava essere la stazione di Kings Cross, solo molto più bianca e pulita. Dal fondo del binario vidi venirmi incontro delle figure, e quando capii chi fossero i miei occhi si riempirono di lacrime.

Ron, Hermione, Ginny, Remus, Sirius, James e Lily erano proprio davanti a me e mi sorridevano.

‘In fin dei conti, per una mente ben organizzata la morte non è che una nuova, grande avventura,’ non potei fare a meno di pensare con un sorriso, correndo con le persone che amavo lungo il binario e scomparendo con loro in una luce bianca.

Sarebbe andato tutto bene.

 

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E finalmente è finita! Mi spiace di averci messo così tanto tempo per scrivere il finale, ma la voglia di scrivere era davvero a zero. In ogni caso non mi sembrava corretto non concludere la storia e quindi eccoci qui per l’ultimo capitolo! Spero che non abbia deluso nessuno, in ogni caso, specie dopo tutto il tempo aspettato. Vi mando un bacione forte, con affetto, Mary Evans

 

  
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