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Autore: evelyn80    17/06/2020    5 recensioni
Raccolta di piccole one-shot partecipanti alla Challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Soul_Shine sul forum di EFP.
Vari momenti divertenti con protagonisti Terry Kath e/o Danny Seraphine, la mia BROTP nel fandom dei Chicago.
Il capitolo n° 10, "Invasioni barbariche", partecipa anche alla Challenge "Real life challenge" indetta da ilminipony sul forum di EFP
Il capitolo n° 17, "Disastri enologici", partecipa anche alla sfida "Prompts, our Wires" indetta da Soul Dolmayan sul sito di EFP
Il capitolo n° 19, "Io ce l'ho più grosso", partecipa anche alla Challenge "Let's Hope this Challenge will make this Christmas right" indetta da Asmodeus EFP sul Forum di EFP
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Danny Seraphine, Nuovo personaggio, Terry Kath
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Make me smile'
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Outfit stravaganti e somiglianze impreviste

 


 

Chicago, 17 dicembre 1967

 

Terry salì sulla sua Chevrolet Impala e mise in moto, facendo rombare il motore. Anche quella sera – la quinta di fila – i “The Big Thing” avrebbero suonato al “Barnaby's”. E anche quella sera, come di consueto, il chitarrista avrebbe dovuto dare un passaggio al suo amico, nonché batterista della band, Danny Seraphine. Anche se doveva allungare il tragitto di molto, a Terry non dispiaceva affatto fargli quel favore. Lui e Danny si conoscevano già da qualche anno, da quando avevano iniziato a suonare insieme nei “Jimmy Ford and the Executives” insieme a Walter, il loro sassofonista, e il ragazzone si era sempre trovato benissimo in sua compagnia. Nonostante il batterista fosse un ragazzo semplice, proveniente da una famiglia operaia che viveva in un quartiere di Chicago noto soprattutto per le lotte tra gang rivali, aveva un grandissimo senso dell'umorismo e aveva un talento naturale per le percussioni che, a suo modesto parere, l'avrebbe portato molto lontano.
Quando arrivò sotto casa sua, Danny lo stava già aspettando accoccolato nel vano del portone, per ripararsi dal vento gelido che spirava dal lago e si intrufolava tra le strade della città. Il ragazzo si mosse rapido e salì sull'auto, crogiolandosi subito nel calore dell'abitacolo.
«Ahhhh», sospirò, «adesso va molto meglio».
Prima di ripartire, Terry gli lanciò una lunga occhiata obliqua, esaminando il suo abbigliamento. L'amico indossava un paio di pantaloni neri, una giacca grigia dal taglio all'antica e un foulard bianco a motivi dorati stretto attorno al collo.
«Ma come diamine ti sei vestito?», chiese, inarcando le sopracciglia. «E quello da dove l'hai pescato?», aggiunse, indicando il foulard.
«Dal cassetto della biancheria di mia mamma», rispose Danny scrollando le spalle. «E poi, scusa, perché mi chiedi come mi sono vestito? Non ti ricordi cosa ha detto Walt, ieri sera?». Terry scosse il capo e il giovane batterista continuò, scimmiottando il vocione del sassofonista: «Perché domani sera non ci vestiamo eccentrici?».
Terry si grattò la testa e ingranò la marcia, dirigendosi verso il locale. «Io non avevo mica capito, sai? Mi sono vestito normalmente», disse, accennando a ciò che indossava al di sotto del giubbotto di pelle: pantaloni bianchi e maglione a collo alto marrone a righe beige.
Danny si strinse nelle spalle. «Pazienza... magari pure gli altri si sono vestiti normali».
«Sarebbe un peccato. Chissà quanto hai penato per trovare quella giacca!».
«No, ho semplicemente frugato nell'armadio dei miei, te l'ho già detto».
Mentre guidava, Terry continuava a lanciare occhiate furtive all'amico che, ben presto, se ne accorse.
«Si può sapere perché continui a guardarmi così? Cos'ho di tanto strano, a parte i vestiti?».
«Non lo so...», rispose il chitarrista, dubbioso. «È solo che mi ricordi qualcuno, ma non riesco a capire chi...».
Danny scosse il capo e si accese una sigaretta.
«Ehi, occhio alla tappezzeria. Se mia mamma ci troverà qualche bruciatura sopra penserà che fumo», si raccomandò Terry, e il batterista si voltò a guardarlo, stupito.
«Ma tu fumi per davvero!».
«Sì, ma mia mamma mica lo sa», replicò il ragazzone, stendendo le labbra in un enorme sorriso che lo fece somigliare a un cavallo.


Gli altri ragazzi erano già arrivati e stavano aspettando davanti all'ingresso del locale. Terry li passò in rassegna con lo sguardo e vide che tutti, tranne Lee, indossavano giacche rétro.
«Anche tu non hai ascoltato Walt, ieri sera, eh?», chiese, accostandoglisi.
«In realtà sì, l'ho ascoltato, ma non mi andava di vestirmi da pagliaccio», replicò il trombettista, arricciando il naso.
Mentre entravano nel ristorante, lo sguardo del chitarrista cadde su un tavolinetto da fumo sistemato in un angolo dell'ingresso, pieno di giornali e riviste. Proprio in cima alla pila stava un albo a fumetti con ritratto in copertina un uomo magro, dalle lunghe basette e l'espressione furba, che indossava una giacca verde scuro. “Le avventure di Lupin III”, recitava il titolo. Subito si staccò dal gruppo e corse a prenderlo.
«Ehi, Danny, ora ho capito a chi mi somigli!», esclamò, alzando il giornalino e facendolo vedere a tutti.
Il batterista aggrottò le sopracciglia, poi scosse il capo. «Non mi somiglia per niente...», sbuffò, per poi incamminarsi di nuovo verso il salone principale del locale, seguito da tutti gli altri.
Terry rimase per qualche istante a fissare la faccia furbetta del ladro gentiluomo ritratto sull'albo e fece una smorfia. «Eppure io avrei detto di sì...», commentò tra sé e sé prima di correre a raggiungere i suoi compagni.

 

 

Prompt n° 5 - “Da dove l'hai pescato?”

 

Spazio autrice:

Visto che oggi è il mio compleanno voglio farmi anch'io un piccolo regalo, e così ho deciso di pubblicare questo nuovo capitolo.
Stavolta siamo tornati indietro nel tempo agli esordi dei Chicago, quando addirittura non avevano ancora adottato il loro nome definitivo ma si facevano ancora chiamare “The Big Thing” e facevano piccoli concerti come cover band in giro per i locali di Chicago e dintorni.
In questo periodo Terry aveva 21 anni e Danny 19, e siccome il batterista proviene, come detto anche nel testo, da una famiglia della classe operaia che viveva in un quartiere abbastanza malfamato della città, ho immaginato che non avesse ancora l'automobile (anche perché i pochi soldi che guadagnava come musicista doveva passarli alla sua prima moglie per il mantenimento di sua figlia Maria) e che Terry, quindi, lo passasse a prendere spesso e volentieri. I due si conoscevano già da qualche anno, perché appunto suonavano già insieme, e Walter con loro, in altri piccoli gruppi.
Mi sono ispirata, ovviamente, alla foto a inizio capitolo, in cui abbiamo, da sinistra a destra: James, Robert, Lee, un paggetto non meglio identificato XD, Walter, Danny, Peter e Terry. Ultimamente Pinterest mi manda un sacco di foto interessantissime dei Chicago. E, come si può vedere, sono vestiti tutti (a parte Terry e Lee) in maniera abbastanza eccentrica. In effetti a quel tempo vestivano in modo un po' “vintage”, perché secondo loro faceva moda XD.
Ho messo che Lee storge il naso alla vista dei vestiti “da pagliaccio” perché lo immagino come un tipo piuttosto altezzoso, visto che proveniva da una famiglia benestante.
E secondo voi, Danny somiglia o no a Lupin III? Non so perché ma io ce lo vedo tantissimo.
Tra l'altro, Lupin III è nato proprio nella metà del 1967. Non so se i manga arrivassero già in America, ma in fondo siamo in un universo alternativo, quindi tutto può essere, no?
Spero di avervi fatto sorridere.

 

  
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