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Autore: ArrowVI    17/06/2020    0 recensioni
L'Arcadia, un luogo idilliaco dove chiunque vive in tranquillità ed armonia, la nazione con meno criminalità e la qualità di vita migliore fra tutte...
Fino a quando rimani all'interno delle mura della sua capitale.
Dietro la facciata di "Nazione perfetta", si cela un lugubre teatro dove chi non è considerato utile alla nazione viene rapidamente allontanato, un mondo dove coloro che sviluppano abilità speciali sono considerati demoni e prontamente eliminati.
Si dice che la luce della speranza possa nascere anche nei luoghi più bui... Sarà veramente così?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 7-4: Domande [1-2]



Non riuscii a credere alle parole che Yuu disse, in quel momento. Credetti di aver sentito male, o che mi stesse prendendo per i fondelli... Ma realizzai ben presto che non fosse così.

Nel suo comportamento, fui in grado di vedere il riflesso delle parole che mi disse Jeanne.

"Odia stare da solo."
"Non è cattivo... Vuole fidarsi delle persone, ma ha paura di farlo. Ed è troppo orgoglioso per ammetterlo."


Subito dopo avermi detto quelle parole, Yuu evitò di scatto il mio sguardo, cominciando a digrignare i denti silenziosamente.
La sua espressione sembrava un misto fra imbarazzo e rabbia... Probabilmente cominciò a rimpiangere di avermi detto quelle parole subito dopo averlo fatto.
Per un po' mi venne quasi da ridere, ma subito dopo cominciai a realizzare che, in effetti, avevamo qualcosa di più simile di quanto mi fossi aspettata fin dall'inizio.


Feci una promessa a me stessa, quindi: l'avrei aiutato come meglio potevo. Non mi avrebbe mai chiesto aiuto, direttamente, ma quella sua richiesta d'aiuto, seppur indiretta, colpì in pieno il bersaglio.


Decisi, quindi, di mostrargli la base nella sua interezza. 
Partimmo dal piano terra, dopo aver preso delle scale. La prima cosa che vide fu una massiccia porta metallica, scura, che faceva da entrata alla base.
Arrivava a toccare il soffitto della caverna, ancora visibile, da cui scendevano alcune stalattiti in roccia.

L'entrata era stata fatta grazie all'aiuto di un uomo che poteva controllare la terra ai suoi piedi. Insieme, creammo una massiccia porta metallica che, semplicemente premendo un pulsante, avrebbe cominciato a muoversi per permettere a chiunque di entrare, o uscire, dalla base. Dall'esterno, invece, nessuno avrebbe mai potuto vedere dove fosse l'entrata della base.

Grazie a quell'uomo, infatti, la porta era nascosta da rocce e terra, mimetizzandosi perfettamente con il paesaggio circostante.


Yuu sembrò sorpreso dal fatto che qualcosa di così grande potesse rimanere nascosta, anche se mimetizzata. A differenza di una porta normale, questa si muoveva verticalmente. Poteva nascondersi sotto il terreno, per permettere alle persone di entrare o uscire, per poi sollevarsi di nuovo verso il soffitto per chiudere l'entrata della caverna senza spostare i massi che quell'uomo piazzò in modo da coprire la porta metallica.

C'erano sempre delle guardie armate, vicino all'entrata. Tramite un telescopio, simile a quello di un sottomarino, era possibile vedere se qualcuno si stesse avvicinando o meno. Molto utile per sapere quando poter aprire, o meno, la porta.


Non ci era permesso disturbare le guardie durante il loro servizio quindi, nonostante Yuu sembrasse interessato a far loro domande, lo invitai a parlare con altre persone che avremmo incontrato più avanti.
All'inizio sembrò titubante, ma accettò la mia richiesta senza fare troppe domande.


Camminammo per qualche decina di metri, fino a quando incontrammo un bivio ramificato a tre strade. Prendemmo quella di sinistra, che portava alla "sala riunioni". 

Non c'erano molte persone, di norma, ma qualcuno era sempre solito sedersi li per stare in tranquillità.


Quando raggiungemmo l'Auditorium, Yuu rimase sorpreso dal fatto che sembrasse un palco scenico, per come era strutturato.

C'erano una infinità di sedie, messe in fila davanti a un palco sospeso qualche metro più in alto. La stanza, per il resto, era quasi del tutto deserta. 

"La vostra scelta stilistica è davvero pessima. Le vostre stanze sembrano tutte uguali"
Lo sentii borbottare.

Eh, non fui in grado di dissentire. Muri e soffitti erano tutti uguali: avevano tutti lo stesso motivo e gli stessi colori. Ma, per ciò che offriva quel posto, era più che sufficiente.


C'erano tre persone, sedute in un angolo dell'Auditorium.
Non appena Yuu le notò, s'incamminò ben presto verso di loro.

Era una piccola famiglia che accettammo due anni prima. Due uomini, entrambi di colore, accompagnati da un ragazzino che decisero di adottare dopo averlo trovato da solo per strada.

Nessuno di loro riconobbe il ragazzo che mi accompagnava, ma riconobbero me all'istante. Mi salutarono caldamente, dopotutto era da qualche settimana che non li vedevo.
Yuushi sembrò incuriosito e sorpreso da quanto fossero felici dall'avermi incontrata, quindi gli spiegai rapidamente che fui io a portarli qui per la prima volta.


<< Sei nuovo da queste parti? Non mi sembra di averti mai visto prima d'ora. >>
Disse uno dei due uomini, alzandosi da terra e porgendo la mano a Yuu che, seppur titubante, decise di stringere.

<< Il mio nome è Viole. Loro sono Joe, il mio compagno, e Lauré. Tu sei? >>
Gli domandò, sorridendo.

<< Yuushi Hikari. >>
Rispose Yuu, senza perdersi in troppi giri di parole.

<< Ah. E' un piacere conoscerti, Yuushi. >>
Continuò Viole, posando poi il suo sguardo verso di me.

<< Hai un nuovo amico piuttosto serio, eh Sera? >>
Mi domandò, ridacchiando.

<< Serio? Mh. >>
Dissi, con un tono divertito.

<< "Irritabile" è la prima parola che mi viene in mente. >>
Continuai, sfottendolo.

Yuu cominciò a digrignare i denti dalla rabbia, senza rispondermi.
Viole rise di gusto per qualche secondo, prima di riprendersi.

<< Quindi, cosa posso fare per voi? >>
Ci domandò subito dopo.

<< Vorrei farti qualche domanda, se non ti dispiace. >>
Viole accettò senza troppi problemi la richiesta di Yuu, fortunatamente.


<< Come siete arrivati qui? >>
Domandò alla coppia, ben presto.

<< Vivevo fuori dalle mura fin da quando ho memoria, esattamente come fecero i miei genitori. Era difficile, ma in qualche modo riuscimmo a sopravvivere.. Poi toccò a me. Vivere da solo fu difficile, ma i miei genitori non potevano più sostenere se stessi e me... Dovevo cavarmela da solo. >>
Cominciò a raccontare Viole, il più grande dei due. Aveva quarantatré anni, se non ricordo male. Era pelato, occhi scuri, una cicatrice sull'occhio sinistro che lo rese cieco da quell'occhio, causata da un proiettile. 

<< Fui abbastanza fortunato da essere scelto per lavorare all'interno di una fabbrica, ma non durò a lungo. Quando tutto andò in malora... Sembrò quasi essere una strada senza uscita. Fu in quel momento che li incontrai... >>
Non appena disse quelle parole, Viole sollevò la sua manica, mostrandoci un tatuaggio di un corvo stilizzato appena sotto il gomito.

Yuu sembrò andare in shock.
Poi cominciò a digrignare i denti.

<< Fai parte del gruppo che ci ha attaccato?! Uno dei vostri mi ha pugnalato! >>
Esclamò, colpendoci entrambi alla sprovvista.

<< Mi... Dispiace. Non ho nulla a che fare con loro, comunque... Non più, ormai, da molto tempo. >>
Gli rispose Viole, abbassando la manica. 
Yuu non sembrò comunque apprezzare quella rivelazione.

<< Avevano armi, persone, un tetto, cibo... Soldi. >>
Continuò subito dopo, abbassando lo sguardo, rattristandosi.

<< Quando non hai opzioni... La via d'uscita più facile, anche se pericolosa, improvvisamente sembra la più allettante. >>
Aggiunse subito dopo, sollevando di nuovo lo sguardo verso di noi.

<< Non incontrai mai il leader. Mi fecero quel tatuaggio, poi una rapida visita medica. Fu li che incontrai Joe, era l'assistente del dottore. >>
Ridacchiò.

<< Passò il tempo, durante il quale m'insegnarono a usare armi bianche e da fuoco, poi mi mandarono finalmente in missione. Potevo fare soldi per comprare del pane, finalmente... Considerando avevano smesso di darmelo da qualche giorno. Dovevo cominciare a "guadagnarmi il pane", mi dissero, abbastanza letteralmente. Io e Joe fummo mandati nella stesso team e il ci venne dato il compito di rubare tutto da una carovana militare di passaggio. Non fu difficile, ma... Quando mi venne ordinato di premere il grilletto non fui in grado di farlo. E, per questo motivo... >>
Viole indicò la cicatrice nel suo volto, senza finire quella frase.

<< Imparai nel modo peggiore che se non sei tu a premere il grilletto, allora lo farà il tuo nemico. Passai mesi infernali, pur avendo Joe insieme a me: non potevo resistere in quel posto e quelle missioni, ma non avevo dove andare... Durante una missione incontrai un ragazzino che decisi di prendere con me... Se non l'avessi fatto, avrei dovuto lasciarlo per strada a morire. Il suo nome è Lauré. Non può parlare, è muto. Quella mia scelta cominciò a ritorcersi contro di me: da quel momento ogni pezzo di pane era da dividere in tre, non potevamo andare avanti... Poi, qualche mese dopo, durante una missione, incontrai Serilda. >>
In quell'istante, il suo volto s'illuminò, e sorrise.

<< Grazie a lei ed Evans riuscimmo a scappare dalle grinfie della fazione Azzurra, e ora possiamo almeno riposarci in pace senza dover ricorrere a violenza. Non ci sono troppe persone, qui, e abbiamo parecchie scorte. E, generalmente, non uccidiamo i soldati che derubiamo. Questo è... Un passo avanti. Preferirei non dover ricorrere a questi metodi in primis, ma... Alcuni di quei soldati hanno visto le nostre facce. Prima o poi, mi riconoscerebbero. Non posso semplicemente... Uscire e provare a trovarmi un lavoro, ormai, capisci? >>
Concluse.


Viole sorrise verso di me, ma ben presto la sua espressione mutò in uno sguardo confuso, quando posò il suo sguardo su Yuu.
Notai una espressione cupa nel suo volto, quasi come se ci fosse qualcosa che non lo convincesse.

<< Quante persone hai ucciso? >>
Quella domanda mi colse alla sprovvista. 
Quello... Non era un argomento di cui Viole amava parlare.

<< Io... >>
Borbottò Viole, evitando i nostri sguardi.

<< ... Ti prego, fammi un'altra domanda. >>
Continuò subito dopo.


Prima che Yuu potesse insistere, lo bloccai. Sembrò sorpreso dalla mia reazione, ma bastò il mio sguardo per fargli capire che quello non fosse un argomento di cui fosse necessario parlare.
Yuu sbuffò, ma sembrò recepire il messaggio.

<< D'accordo. Cosa puoi dirmi di Evans, allora? >>
Domandò, quindi, cambiando argomento.

<< Cosa vorresti sapere, di preciso? >>
Chiese spiegazioni, Viole.

<< Come si comporta? Quando l'avete incontrato? Cosa ha fatto? Qualunque cosa ti possa venire in mente su di lui. >>
Domandò, di nuovo, Yuu.

Viole ci pensò su per qualche secondo, prima di rispondergli.

<< Beh, cominciamo da questa stanza, allora. Questo è l'Auditorium: solitamente, Evans riunisce tutte le persone dell'Uroboro in questa stanza, quando deve fare delle comunicazioni importanti. >>
Quelle parole sembrarono prendere Yuu alla sprovvista.

<< Tutti i membri della fazione dell'Uroboro stanno in questa stanza? >>
Domandò, incredulo, guardandosi intorno.

<< Non siamo molti. >>
Gli spiegai.

<< Siamo meno di duemila, motivo per cui l'Arcadia non ci vede come una minaccia importante. Se dovessi fare una lista, al primo posto ci starebbe la Strega, Freyja Vanadis, seguita dalla fazione Azzurra. Considerando quella Gialla non vuole nulla a che fare con i militari, noi siamo al terzo posto. >>
Conclusi subito dopo.

<< Si... Evans è una brava persona: calmo, composto, gentile.. Ci ha dato un tetto, del cibo, e non ci chiede molto in cambio se non di proteggerci e aiutarci a vicenda. Ovviamente, siamo ancora criminali negli occhi dell'Arcadia, però... Mi piace sperare che, un giorno, potremo finalmente cambiare il nostro status. >>
Continuò Viole.



Quando lasciammo la stanza, notai sul volto di Yuu una espressione confusa e diffidente.

<< Ventidue. >>
Quel numero sembrò coglierlo alla sprovvista: mi fissò in silenzio con uno sguardo confuso, senza proferire parola per qualche secondo, non riuscendo sicuramente a capire di cosa stessi parlando.

<< Viole ha ucciso ventidue persone, prima di entrare nella nostra fazione. Da allora, non ha più premuto il grilletto. >>
Quella mia rivelazione scosse Yuu, palesemente. Impallidì di colpo: non credo avesse mai sentito prima d'allora di qualcuno che aveva un numero così alto di vittime.

<< Di cosa ti sorprendi? >>
Gli domandai, sbuffando.

<< Nella fazione Azzurra, o uccidi o vieni ucciso. Non giudicarli da ciò che hanno fatto, giudica i loro motivi. Nessuno qui è un santo... Se ti stupisci del numero di persone che Viole ha dovuto eliminare per poter sopravvivere, allora è meglio che tu non faccia quella domanda a Mist... Perché il suo numero ha superato da tanto tempo le tre cifre... >>
Yuu sembrò scioccato dalle mie parole.
Eppure, in qualche modo, non sembrarono aver intaccato la sua determinazione ad andare avanti.



"Questo mondo... E' sbagliato."
Le parole che disse, in quel momento, non riuscirono a smettere di riecheggiare nella mia testa.
Erano, dopotutto, quelle che anche io continuai a ripetermi per fin troppo tempo.

<< Su questo... Credo possiamo tutti concordare. >>
Fu la mia semplice risposta.


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Fine del capitolo 7-4. Grazie di avermi seguito e alla prossima.


 

   
 
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