Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: hapworth    17/06/2020    1 recensioni
Era frustrante, ma non gli disse nulla, catturato da quell'espressione rapita, da quelle dita sottili e quel contatto tra di loro, tra i corpi nudi e già appagati da un orgasmo precedente, che aveva lasciato su Erwin la deliziosa spossatezza della libido soddisfatta.
[Levi/Erwin] ~ Scritta per la Bottom Erwin Week
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Erwin Smith, Levi Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Another World'
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Anche oggi, ecco una piccola shot per la week. Niente da dire, è una au con un piccolo spaccato di vita quotidiana.
E niente, buona lettura!

hapworth

Questa fanfiction è stata scritta per la Bottom Erwin Week 2020.
17/06/2020: domestic (day 4)
Questa fanfiction è stata scritta per la Six Fanfiction Challenge.
prompt: regalo | fandom: l'attacco dei giganti


Piece

La mano affusolata e sottile di Levi scivolò lungo il petto ampio dall'amante, delineandone i muscoli sodi e gonfi sotto le unghie e i polpastrelli. Una sensazione piacevole, che irradiò in Erwin un brivido – o meglio una serie di brividi – lungo tutto il suo corpo già nudo.
Dalle labbra emerse un gemito compiaciuto, mentre socchiudeva gli occhi chiari e languidi, osservando in quelli grigi del compagno che, apparentemente concentrato, rimaneva adagiato su di lui, a tracciare il suo petto con le dita.
Era frustrante, ma non gli disse nulla, catturato da quell'espressione rapita, da quelle dita sottili e quel contatto tra di loro, tra i corpi nudi e già appagati da un orgasmo precedente, che aveva lasciato su Erwin la deliziosa spossatezza della libido soddisfatta. Levi rimaneva appoggiato, il corpo molto più piccolo del suo, ma altrettanto delineato, altrettanto forte, mentre i suoi occhi sottili lo studiavano.
La pelle arrossata e umida, il lieve strato di sudore e le gocce viscose di seme, che impiastricciavano il bassoventre e il punto dove i loro corpi erano più a contatto. Erwin sentiva il piacevole e conosciuto bruciore tra i lombi, quello tra le natiche. Il senso di pienezza e di vuoto al tempo stesso, perché ormai non erano più uniti in una sola entità.
Sospirò rumorosamente, facendo distrarre Levi dal suo “compito” e facendosi guardare direttamente in viso. Avrebbe dovuto trovarlo intimidatorio, ma gli piaceva l'espressione di Levi: quel suo cipiglio corrucciato, che dopo l'amplesso era sempre più morbido, come la sua espressione meno severa.
Vivevano assieme da diversi anni, ma ancora non si era stancato di quell'uomo così particolare, così singolare. Lo amava, amava i loro momenti assieme, i loro litigi, i bronci, le discussioni, i baci, le carezze e tutto ciò che veniva dallo stare insieme. Non erano perfetti, non andavano sempre d'accordo... ma la vita di coppia era così, no? La ricerca di qualcuno che potesse correggere con le sue caratteristiche, ciò che mancava. Levi era quello, era tutto. Insieme erano la cosa più vicina alla perfezione si potesse trovare, almeno nel suo cuore.
«Che c'è?» la voce di Levi era scettica, come la maggior parte del tempo. Era un tono a volte voluto, a volte no; era la sua voce, la sua espressività. Erwin sorrise, scuotendo la testa appena, ancora un po' provato e coinvolto dal post-coito. «Pensavo a noi.»
Levi assottigliò lo sguardo, come se cercasse di comprendere ciò che stava cercando di dirgli, per poi allargare un poco lo sguardo sottile e ammorbidire la contrazione delle labbra. «Pensi cose stupide.» non era una cattiveria, lo dimostrò il fatto che Levi si allungò sul suo corpo, scivolando verso l'alto solo per poterlo baciare sulla bocca.
A dispetto delle sue parole, il bacio era dolce e carico di quel sentimento condiviso, del fatto che Levi fosse compiaciuto e grato, malgrado il suo modo di esprimerlo. Erwin era contento, anche mentre gli passava la mano sulla nuca, tra i capelli scuri, chiudendo gli occhi per poterlo baciare meglio. Un gemito, due, tre, da parte chi non era dato sapere e lui sapeva che quello, alla fine, era il miglior regalo che avrebbe mai potuto ricevere in tutta la sua vita.


Fine
   
 
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