Anime & Manga > The Seven Deadly Sins / Nanatsu No Taizai
Segui la storia  |       
Autore: NonLoSo_18    18/06/2020    1 recensioni
[Percy Jackson AU!][Presenti personaggi dell'opera di Riordan]
I nostri personaggi preferiti nei panni dei semidei del Campo Mezzosangue.
Una raccolta di Oneshot in esploreremo i loro comportamenti... in un contesto già strambo di suo come quello del Campo Mezzosangue!
Tra risate, fluff, divinità assurde e ambrosia a colazione, le avventure dei Seven Deadly Sins vi aspettano!
1: Non tutti i figli di Ade sono cattivi (MeliodasxElizabeth)
2: Un giorno ti farò mia (BanxElaine)
3: Ciò che voglio dirti (MonspeetxDerieri)
4: Il semidio non riconosciuto (Arthur)
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un giorno ti farò mia
 


Ban: Figlio di Hermes
Elaine: Figlia di Demetra


Se C’era qualcuno che Elaine, della casa di Demetra, mal sopportava in tutto il campo, quello era Ban, figlio di Hermes.
Era uno di quelli sempre lì, pronto a fare scherzi di cattivo gusto e, certe volte, a far anche sparire i portafogli –lei lo sapeva perché suo fratello King c’era andato di mezzo, e più di qualche volta-
 
Soprattutto, di Ban odiava visceralmente il suo “se vedo qualcosa e mi piace, è mio”, e spesso se lo prendeva, senza nemmeno pensare a quanto facesse soffrire la persona a cui l’aveva tolto.
 
Non aveva un cuore, quel Ban. O, se ce l’aveva, era fatto solo di puro egoismo. E di uno smisurato amore per l’alcool, visto che l’aveva visto veramente poche volte da sobrio. E dire che il Signor D aveva vietato gli alcolici al campo! Ma a lui non sembrava nemmeno importare più di tanto, come quasi di tutte le leggi del campo.
Del resto, era un figlio di Hermes, e tutti i figli di Hermes erano così: ladri, imbroglioni, e più di tutto egoisti. Come Ban.
 
Quel giorno, Elaine stava innaffiando un cespuglio di rose direttamente fuori dalla sua stanza, come le aveva chiesto Miranda Cosgrove, capogruppo e sua sorellastra, quando lo vide: la maglietta del campo che gli andava piccola, vista la statura, i jeans strappati sul ginocchio, quell’andatura dinoccolata… non ci credeva, era davvero lui!
Che cosa voleva da lei?!
Finse di ignorarlo, prima o poi se ne sarebbe andato, no?
 
Peccato che quello si girò verso di lei, con quel suo sorriso sghembo «Oh, Elaine» Le disse, con quella sua voce fastidiosamente cantilenante.
«Che vuoi?» Rispose lei, lottando per reprimere il fastidio –e la voglia che aveva di sollevarlo sfruttando le radici delle fragole-
«Niente, fatina, volevo solo salutarti»
«Bene, ora vattene» Non vedeva il motivo di fingere cortesia, meno lo avesse avuto tra i piedi meglio sarebbe stata.
«Perché fai così, fatina, io non ti ho fatto niente!» Anche nelle sue lamentele era finto, lo vedeva in quello stupidissimo tono canzonatorio.
«Perché tu non hai un cuore» Disse, facendo per rientrare.
 
«E smettila di chiamarmi fatina!» Gli urlò, prima di sparire dietro la porta della cabina.
Poco dopo, sdraiata sul suo letto, si raggomitolò in preda alla rabbia: come si era permesso?!
Pregò di non rivederlo mai più.
 
Verso il pomeriggio, si fermò a chiacchierare con Deldry, della casa di Afrodite. Più che altro lei che si lamentava di quello stupido di Arden, arciere di Apollo, e qualche altro pettegolezzo che sinceramente Elaine non aveva molta voglia di ascoltare.
Chiacchierando di questo e di quello, erano alla fine arrivate nel bosco dietro il campo.
Le era sempre piaciuto, quel posto, da figlia di Demetra, il contatto con la natura risultava sempre essere rilassante.
«Dico sul serio» Stava dicendo Deldry «Alle volte si comporta come un tale idiota, e certe altre si diverte a mettersi in pericolo. Chi l’ha mai detto che i figli di Apollo sono intelligenti?»
Ad Elaine, sembrava soltanto che lei si preoccupasse perché provava qualcosa per lui.
 
Di colpo, però, la loro chiacchierata fu interrotta da un fruscio improvviso, tanto che le due semidee si girarono in simultanea verso il cespuglio da dove era arrivato il suono, la cui causa non si fece attendere: un’arpia.
 
Ma perché? Le arpie non erano tipo le spazzine del campo? Non erano amiche?
Quella però era strana: denti aguzzi e capelli neri scarmigliati, con tanto di occhi iniettati di sangue. Faceva veramente paura.
 
Prima ancora di formulare il pensiero, quella le fu addosso. Sentì Deldry gridare, terrorizzata, prima che l’arpia, con un colpo d’ala ben assestato, la mandasse a sbattere contro un albero, facendole perdere i sensi.
 
E così lei si ritrovò da sola, tra gli artigli di quel mostro. Usare i suoi poteri fu la cosa più logica: comandò alle liane di stringersi intorno al mostro, trattenendolo. Quella cosa mostruosa si dibatteva, emettendo stridii fortissimi e spaventosi.
E soprattutto dava strattoni sempre più violenti alle liane, fino a quando queste non cedettero sotto la violenza degli strappi, e l’arpia, emettendo un ultimo, lacerante, stridio, si liberò, precipitandosi verso di lei a piena velocità.
Elaine in quel momento si diede per spacciata.
 
Ma fu solo un secondo: Una spada luccicò davanti a lei, e qualcuno si frappose, ponendosi di fronte al mostro.
 
Ban.
 
Ma che ci faceva lì?
Prima di darle il tempo di capire cosa stesse succedendo, il ragazzo albino si girò verso di lei, con lo sguardo cupo. «Fatina, vattene, e prendi la tua amica»
In altre circostanze, Elaine si sarebbe offesa a morte per quel nomignolo, ma non era quello il momento di pensarci su e di offendersi.
Raccolse Deldry e cercò di trascinarla in un luogo più sicuro. Forse sarebbe scappata mettendosi in salvo, ma udì un urlo: Ban era stato ferito dagli artigli dell’arpia, e ora la sua maglia arancione faceva vedere tre graffi, profondi e sanguinanti.
 
Urlò «Ban!» Prima di gettarsi irriflessivamente sul ragazzo, facendogli da scudo. Stavolta fu lei a gridare di dolore, quando il mostro le scavò dei segni profondi sulla spalla. Ruzzolò sul fianco, tenendosi il braccio ferito, mentre il ragazzo si alzava, con la spada sguainata, e si lanciò all’attacco contro la bestia.
«QUESTA ME LA PAGHI, BASTARDA!» Disse, menando un fendente che le staccò di netto la testa, lasciando solo una polverina gialla a vorticare nell’aria.
 
Subito dopo, Ban corse da lei.
«Ehi, Elaine, resisti, ora noi…» Perse i sensi prima di poter sentire il resto della frase, e tutto divenne un buio indistinto.
 
 
Si svegliò in infermeria, con il braccio bendato e un gran mal di testa.
Della serata precedente ricordava ben poco: la chiacchierata con Deldry, l’attacco dell’arpia e…
«BAN!» Gridò, alzandosi di scatto a sedere, gesto che le fece sentire fitte dappertutto.
Il ragazzo era lì, aveva la mano fasciata ma stava bene, appoggiato ad una sedia e con il pugno a reggersi la fronte. Come la udì si girò verso di lei.
«Oh, fatina, tutto bene?» Anche stavolta, lei era troppo preoccupata per arrabbiarsi con lui.
«Oddei, Ban, ma che è successo?» Chiese lei, confusa.
«L’abbiamo sconfitta, non ti ricordi?» Fu la risposta, data con quel lieve tono canzonatorio che tanto la faceva infuriare. Ma non in quel momento.
In quel momento lei era solo troppo occupata a ricordarsi di come Ban avesse freddato quell’arpia.
 
E tutto per difendere lei, che aveva dei pregiudizi su quello stupido figlio di Hermes.
Forse era il caso di chiedergli scusa.
 
«Senti, Ban…» Incominciò, venendo subito zittita da quest’ultimo «La tua amica sta bene, è uscita un paio d’ore fa»
Fu sollevata nell’apprendere che Deldry se l’era cavata, ma non era quello il punto.
«Senti… ti ho trattato male… e tu non te lo meritavi. Non sei… come gli altri figli di Hermes… ti chiedo scusa»
«Keh. Sono abituato ad essere trattato così. Vedessi come mi guarda tuo fratello certe volte… e non solo lui.» Era la verità, Elaine gliela vide dipinta negli occhi «Tu però mi sei sembrata più simpatica, più… alla mano, per così dire. Non eri arrogante o brusca, e speravo… che potessimo diventare amici. Ma poi tu mi hai respinto in quel modo… forse non c’è posto in questo mondo per quelli come me…» Il tono stavolta non era canzonatorio, solo… deluso. Spento. Elaine sentì una stretta al cuore verso di lui. Così, incurante delle fitte si alzò, si diresse verso di lui, e gli prese la mano.
«Tu non sei assolutamente come loro, sei migliore. Sarai anche avido, ma sai essere generoso»
E per la prima volta, sul viso di Ban si dipinse un sorriso sincero.
«Sarà ma… Avido lo sono comunque. E un giorno ti farò mia» Dichiarò.
 
Elaine sorrise.



Angoletto di Elly
Ritorno in grande stile con una delle coppie più amate sul fandom. Devo dire, la Banlaine mi ha preso il cuore, e volevo condividere con voi... e inoltre sta diventando semre più una campagna contro la discriminazione e gli stereotipi sui semidei, devo dire.
Ci risentiamo prossimamente (Se il 21 non finisce il mondo) nel prossimo capitolo, vediamo se indovinati di chi parlerò la prossima volta. Unico indizio... sono una delle coppie più sottovalutate del manga. 
Baci,
Elly.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > The Seven Deadly Sins / Nanatsu No Taizai / Vai alla pagina dell'autore: NonLoSo_18