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Autore: Floryana    18/06/2020    1 recensioni
Un messaggio inviato nello spazio può portare a conseguenze disastrose nella Galassia...
Genere: Comico, Satirico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Gli alieni e la Terra

 

Il 16 novembre 1974 dall’antenna di Arecibo, a Porto Rico, venne inviato nello spazio un segnale nel quale si spiegava, con cifre binarie, chi siamo, dove abitiamo, quanti eravamo all’epoca (circa 4.3 miliardi), di cosa siamo composti.
Un messaggio breve, scritto in una lingua per noi “universale” - la matematica appunto.
Certo, gli scienziati che lavorarono al progetto sapevano le difficoltà di comprendere tale messaggio, o peggio: che esso potesse rivelarsi impossibile da decifrare! O ancora: poteva giungere su un pianeta abitato, ma con una popolazione troppo arretrata per captarlo.
Ma ci provarono, ben consci del fatto che sarebbe stato inequivocabilmente identificato come artificiale: un messaggio cosmico creato da una specie non meglio definita.

Il messaggio, a discapito di quanto si pensasse, arrivò dopo duemila anni su un piccolo pianetino che ruotava attorno ad una stella identificata dagli scienziati terrestri con un lungo nome formato da tante lettere e numeri, che eviterò di riportare in favore del ben più aggraziato nome datogli dagli inquilini del Sistema, nome che provvederò anche a tradurre nel nostro alfabeto: Zeriun, che nella lingua degli abitanti significa “vita”.
Per anticipare eventuali domande sibilline che possano farsi i lettori, la popolazione del pianeta era guerrafondaia. Amavano tantissimo la guerra. Non pensavano ad altro e, dopo aver conquistato tutte le civiltà che abitavano il loro Sistema Solare, non avevano più nulla da fare se non farsi la guerra fra loro, almeno finché non ricevettero il messaggio dei terrestri.
Fu quella che si può definire “una manna dal cielo”, una “benedizione”: finalmente qualcosa per ammazzare il tempo!
Subito venne preparata un’astronave con direzione la “Terra”, che nel loro linguaggio soprannominarono “Pianeta di imbecilli”.
Certo, non avevano la tecnologia per fare viaggi spaziali così lunghi, né si aspettavano che la loro generazione giungesse su tale pianeta: il piano era vivere sull’astronave per altri duemila anni, riprodursi ed addestrare nuove generazioni di soldati che avrebbero portato avanti i loro piani di conquista.
E visto che erano anche pochi per il fatto di essersi ammazzati per secoli a vicenda, si imbarcarono tutti e iniziarono il loro lungo viaggio spaziale.

Tremila anni dopo la partenza.
Forse ho dato alcuni dati sbagliati: è vero che avevano conquistato tutto il loro Sistema Solare, è vero che avevano sterminato tutti gli abitanti, ma alcuni sopravvissuti erano rimasti. I superstiti di una piccola e insignificante luna di un pianeta ai confini del Sistema di Zeriun riuscirono a ricevere il messaggio e a decifrarlo, così anche loro si misero in viaggio verso la Terra, ma con qualche anno di ritardo rispetto agli alieni guerrafondai.
Non impiegarono poi tanto che i loro discendenti riuscirono a raggiungerli e li ammazzarono tutti, pregni dell’odio dei loro antenati.
Inizialmente volevano tornarsene a casa, poi constatarono che una casa in effetti non ce l’avevano più, e così i loro pensieri andarono alla Terra…
“Ma si” - si dissero - “conquistiamola!”.
E il loro viaggio continuò.

Quattromila anni dopo la partenza.
Il messaggio di Arecibo, nel sul lungo viaggio, attraversò anche una zona della nostra galassia già da allora controllata da degli alieni, ma questi non se ne accorsero.
L’astronave dei sopravvissuti si ritrovò perciò ad attraversare tale territorio. Venne intercettata e distrutta, ma il messaggio arrivò nelle mani dell’alto consigliere dell’impero, che chiameremo Zalbon.
Zalbon, nella sua lungimiranza, decise di conquistare la Terra, ma non pensò a un piccolo, importante elemento: il modo di contare il tempo per i terrestri e la sua razza erano diversi. Così, se per Zalbon erano passati venti anni, per i terrestri ne erano passati già quattromila, e noi sappiamo quanto può fare l’uomo in qualche millennio…

Cinquemila anni dopo la partenza.
Pressi della Terra. Un ormai anziano e sciupato Zalbon si apprestava a mettere in posizione le truppe per conquistare la Terra, quando all’improvviso dal suolo terrestre partirono delle astronavi che arrivano alla sua flotta e la distrussero completamente nel giro di pochi minuti.
Da lontano, il nostro meraviglioso puntino blu che siamo abituati a vedere nelle immagini della NASA era ormai diventato un ammasso di terra nera; gli oceani si erano prosciugati e la popolazione si faceva guerra da millenni per il controllo della superficie.
I sopravvissuti abitavano tutti nel sottosuolo, sperando di tornare un giorno a rivedere la luce.
Dopo aver distrutto la flotta nemica, i governi terrestri vennero a sapere di un enorme impero galattico e, dopo una veloce riunione, dichiararono un armistizio con l’obiettivo di conquistare la galassia: così arrivò il tempo di abbandonare la Terra.

Seimila anni dopo la partenza.
Per una serie di circostanze, nella Via Lattea non esiste più alcuna forma di vita.
Ma il messaggio, in tutti quegli anni, aveva continuato a vagare nel cosmo fino ad essere intercettato da una civiltà non meglio definita di un’altra galassia.
Gli abitanti, saggi ed intelligenti, in breve tempo riuscirono a decifrarlo e si teletrasportano nella Via Lattea, non trovando più nulla.
Solo rovine di antiche civiltà li attendevano in giro per la Galassia. E così com’erano arrivati se ne andarono, stanchi di trovare ovunque desolazione e distruzione.

Settemila anni dopo la partenza.
Da qualche parte nel cosmo una civiltà aliena che riceveva grazie alla loro avanzatissima tecnologia i messaggi radio terrestri con un ritardo minimo di duemila anni, all’improvviso non ricevette più le soap opere.
Fu caos sul loro mondo.
E così vennero riproposte le repliche mentre gli autori di fanfiction scrivevano i loro finali.

Si può dire che da un piccolo messaggio dell’umanità era scaturito il caos nell'Universo.



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Inizialmente creata come prologo a una mia long, questa storia si è tramutata ben presto in una one-shot senza senso... beh, spero che almeno a qualcuno abbia fatto sorridere. Non ho voluto tener conto dell'effettivo tempo di trasmissione del messaggio, ho solo voluto sbizzarrirmi ad inventare una storia assurda.  
Saluti, Flory :) 
 

  
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