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Autore: Floryana    19/06/2020    4 recensioni
Tanto tempo fa una regina malvagia uccideva tutti i pretendenti al trono che ambivano a sposare sua figlia. Ma un giorno giunge a corte un giovane aiutato da tre animali magici. Riuscirà a superare tutte le prove e sposare la principessa?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I tre animali magici


C’era una volta tanto tempo fa, una regina che aveva una figlia molto bella e ambita da tutti i principi dei reami.
La principessa, conscia della sua bellezza, era orgogliosa e altezzosa, tanto che faceva bruciare sul rogo tutti coloro che l’avessero chiesta in sposa e non fossero riusciti a superare tre prove.
Accadde per caso che il figlio di un umile fornaio venne a conoscenza della sua esistenza da alcuni viandanti che gli mostrarono un suo ritratto, ma non avendo il coraggio di andare a corte decise di rinunciarci.
Passava perciò le giornate e le notti sul davanzale della finestra, piangendo e disperandosi.

Un giorno in città giunse una vecchina che si fermò sotto la sua finestra.
-Oh caro ragazzo, perché piangi? - gli domandò.
-Sono innamorato della principessa, ma ella metta alla prova tutti i suoi pretendenti e non avrò modo di sposarla.
-Caro ragazzo, penso di avere qualcosa che farà al caso tuo.
E gli diede tre animali: un topolino piccolo piccolo che passava per la cruna di un ago, un falco maestoso che poteva vedere perfettamente fin sulla cima della montagna più alta del mondo e un gattino così furbo da poter imbrogliare anche il più abile dei mercanti.
-Però ricorda - gli intimò la vecchina - dovrai promettermi di invitarmi al tuo matrimonio.
-Certamente, non mi dimenticherò di te e della tua gentilezza – la rassicurò il ragazzo.
Rincuorato da questi doni, si mise in viaggio e dopo una settimana di cammino giunse finalmente al cospetto della bellissima principessa e di sua madre, la regina del regno.
-E così tu vorresti mia figlia in sposa? Ti avverto che nessuno è mai riuscito a superare le mie prove.
-Regina, dimmi solo ciò che devo fare. Completerò tutte le prove!
-Allora, come prima prova dovrai trovare l’ago d’oro della principessa che ella ha perso da qualche parte nella foresta. Da allora mia figlia è molto triste perché non può più cucire.
Il giovane allora, arrivato dinanzi alla foresta, liberò il maestoso falco: -Va’, amico mio, trova l’ago della principessa!
Egli si librò in volo e trovò l’utensile in men che non si dica, riportandoglielo.
Il ragazzo si presentò a corte, tutto contento.
-Ragazzo, sono passate appena un paio d’ore, non mi dire che hai già rinunciato… - ma le parole gli si bloccarono in gola quando vide l’ago d’oro.
-Questo è ciò che mi avevi chiesto, vero?
La regina e la principessa rimasero senza parole, ma si ripresero ben presto dallo stupore, questa volta intenzionate a farlo fallire.
-Mio giovane pretendente – gli disse la principessa – vorrei tanto avere l’anello della regina delle fate, mi è stato detto essere bellissimo.
-Sarà fatto! Lascia pure fare a me.
Il giovane quindi si congedò, ma giunto all’entrata del regno delle fate, si disperò poiché troppo piccola, così minuscola che poteva essere come la cruna di un ago. Quindi si ricordò delle parole della vecchia e prese dalla tasca il suo topolino.
-Mio caro compagno, vai dalle fate e portami l’anello della loro regina.
Quindi il topolino andò nel loro regno e rubò il prezioso gioiello.
Quella sera il ragazzo si presentò a corte, portando con sé il meraviglioso dono alla principessa.
Ella, non sapendo più che cosa fare, si disperò, non volendo sposare qualcuno di così umili origini.
-Non ti preoccupare, mia cara, quest’ultima prova, non importa quanto sia abile e scaltro, non riuscirà mai a superarla – le disse la regina. Quindi si rivolse a lui: -Ragazzo, se riuscirai a superare questa prova entro l’alba, domani ti darò mia figlia in sposa e potrete già celebrare il vostro matrimonio, in caso contrario, morirai. Ai confini del regno c’è un mercante molto abile, fatti dare lo specchio magico che porta in borsa, ma attento, in cambio chiederà la tua anima. Se perderai l’anima e otterrai lo specchio, è come se avessi fallito la prova.
Quindi il giovane si recò dal mercante, non sapendo più cosa fare.
-Non ti preoccupare – gli disse il gatto – lascia fare a me e ti farò ottenere non solo lo specchio, ma anche tutti i beni del mercante.
E così, già all’alba, il ragazzo si presentò in pompa magna alla corte, con un sontuoso abito addosso, stuole di servitori e il magico specchio, tutto appertenente al mercante che, dopo la conversazione con l'astuto animale, aveva perso tutto.
Quella sera, con grande rammarico della principessa e della regina, venne celebrato il matrimonio, al quale però non venne invitata la vecchina perché il giovane si vergognava troppo.
A metà della festa, quella si presentò al banchetto: -Ragazzo, perché non mi hai invitata alle nozze? Eppure ti avevo avvertito! - puntandogli un dito contro, gli lanciò una maledizione – Avrai una splendida bambina, sarà la più bella del reame, ma compiuti sedici anni, sarà mia.
Adirato a quelle parole, il re si alzò dal trono e la fece portar via dalle guardie; quindi condannò a morte lei e i suoi tre animali magici.
E quando nacque la sua bambina, ci fu una meravigliosa festa in tutto il regno ed egli non diede retta ai suoi consiglieri, convinto che non c’era nulla di cui preoccuparsi.
 

Gli anni passavano e la principessa cresceva in salute e in bellezza, finché, nel giorno del suo sedicesimo compleanno, non si presentarono alle porte del castello un uomo accompagnato da una minuscola e graziosa creaturina con le ali che si offrirono di fare per la principessa il più bel spettacolo che ella avesse mai visto.
Il re, incuriosito a quelle parole, li accolse con gioia.
La sera ci fu un meraviglioso banchetto al quale i due improvvisarono uno spettacolino con graziose marionette.
-Ora, cara principessa, inizieremo a narrare di una storia avvenuta sedici anni fa, poco prima del matrimonio dei tuoi genitori.
E così i due narrarono di un giovane fornaio che aveva ricevuto tre doni da un’anziana donna per poter conquistare la figlia di una malvagia regina che uccideva tutti i suoi pretendenti.
A metà racconto, il re si alzò dal trono e urlò contro i due: -Come fate a sapere tutte queste cose?
Questi quindi si tolsero le maschere, mostrandogli i loro volti: erano la regina delle fate e il mercante imbrogliato.
-Oh re malvagio – iniziò la regina – la donna che tu hai fatto impiccare sedici anni fa richiede la vita di tua figlia. Consegnacela, o aspettati la tua rovina.
Il re, a quelle parole, divenne rosso di rabbia e richiamò le sue guardie ordinandogli di uccidere i due, ma il mercante cambiò improvvisamente aspetto divenendo una creatura mostruosa mentre la fata crebbe a dismisura, occupando tutta la stanza, e fece di un sol boccone tutte le guardie e tutti gli ospiti alla festa, risparmiando solo il re, la regina e la principessa.
-Domani sera dovrai sacrificare sull’altare tua figlia, altrimenti sai già come finirà.
Dopo quelle parole, i due sparirono in un fumo nero.
La regina si accasciò a terra piangendo mentre la principessa cercava di consolarla, ma il re non si lasciò scoraggiare e fece venire per quella notte un famoso cacciatore che aveva già sconfitto innumerevoli streghe, dandogli il compito di uccidere i due.
Infine si recò da solo alla tomba della vecchia donna, controllando se fosse tutto in ordine, ma arrivato nei pressi di questa trovò solo un enorme buco: ella era uscita e cercava vendetta!
Tornato al castello, aumentò le guardie attorno ad esso e rinchiuse la principessa nella torre più alta con decine e decine di soldati sparsi in ogni angolo a sorvegliare che nessuno potesse salire.
Intanto le ore passavano e del cacciatore nessuna notizia.
 

Giunto il tramonto, uno stuolo di fantasmi arrivò al castello.
Si potevano intravedere fra loro bardi, guerrieri, principi e principesse, che cantavano una melodia nella quale esprimevano tutta la loro gioia per la loro regina.
Al centro del corteo vi era infatti una splendida carrozza dorata trainata da cavalli bianchi.
-Fate largo, fate largo! - urlava il bardo in testa alla processione -Sta arrivando la nostra regina per richiedere la gentile principessa. Fate largo, fate largo!
Arrivati dinanzi al castello, si fermarono e dalla carrozza scese la loro sovrana.
-Re, forse così non mi riconoscerai, ma sono la donna che ti ha aiutato sedici anni fa e pretendo l’anima della principessa, come da accordo.
Il re si sporse da una finestra del castello e le urlò contro: -Va’ via, strega! Non mi fai paura. Sono pronto a tutto pur di difendere mia figlia e il mio regno.
-Come tu desideri.
Quindi alzò la sua bacchetta e tracciò delle linee in aria: un violentissimo terremoto scosse il regno, che fu distrutto tutto in pochi secondi, quindi alzò al cielo un’ampolla piena d’acqua, che versò a terra. Dal punto bagnato uscì un enorme drago che distrusse tutto il castello, lasciando solo la torre integra.
Del re, della regina, delle guardie e dei sudditi non rimase più nulla, l’unica in vita era ancora la principessa.
Si recò perciò da lei, accompagnata dal gatto imbroglione, dal topolino piccolo come la cruna di un ago e dal maestoso falco.
Arrivata in cima alle scale, il falco afferrò gli occhi della principessa, strappandoglieli, il topolino le mangiò il naso e il gatto la lingua.
Quindi la donna le diede dei cenci e le lanciò una maledizione: -Rimarrai così finchè qualcuno non ti sposerà, e solo allora riotterrai la tua bellezza e il tuo regno! 
Quindi se ne andò, lasciando la principessa sola nella torre del castello.

Si dice che ancora oggi, da qualche parte, si possono udire i suoi pianti e si può intravedere, nel fitto della vegetazione, l'oscura torre in cui risiede.


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Ho provato a fare una fiaba un po'... come dire, "distorta". Avrei voluto dare un lieto fine, ma poi mi sono detta che anche così va bene xD
Saluti, Flory :)

 

 

  
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