Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Khaleesi_97    19/06/2020    0 recensioni
Davide è un giornalista con la passione per la fotografia e la testa perennemente tra le nuvole. Giordano è un neo avvocato con le idee chiare su cosa vuole fare della sua vita, ma che sente tremendamente la solitudine di una casa vuota. Cosa li unisce? Un amicizia che dura da anni, e una chiamata improvvisa che li porterà a maturare nella vita sotto ogni aspetto, per il primo nell’ ambito famigliare, per il secondo in quello amoroso. Un sentimento inaspettato quanto spontaneo, nato dalla costanza e la dolcezza che mostra l’amore nella sua ennesima manifestazione di completezza.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

oOo

 

Rientro a casa stanco morto, il cliente di cui avevo accettato la causa non faceva altro che assillarmi giorno e notte. È dall'ultima discussione fatta che sua moglie che lei gli sta impedendo di vedere le figlie, e lui è uscito di testa. Mira ad ottenere la loro completa custodia adesso, oltre che al divorzio, e la situazione non è certo facile da gestire.

Giovedì finalmente ci sarà l'udienza decisiva, non vedo l'ora. Quelle bambine potranno essere finalmente lasciate in pace, e io avrò di nuovo il tempo di dormire come si deve.

 

Mi levo la giacca mentre avanzo verso il salotto, dove trovo Jane addormentata sul divano, infilata in una delle mie camicie, le gambe rannicchiate da un lato e la testa poggiata sul bracciolo come una bambina.

 

Dopo giorni che quasi non la vedo per via del lavoro, trovarla così mi leva quel poco di autocontrollo che mi ero imposto finora, la voglia che ho di stare con lei è troppa.

 

 

Maledizione, sto impazzendo. 

 

 

Non mi era mai capitato di 

 

amare

 

Desiderare tanto una donna, e certe volte non ho idea di come muovermi.

 

 

Jane è entrata nella mia vita dopo aver fatto irruzione in quella di Davide, tanto inaspettata quanto amata da entrambi.

Fu una mattina di Dicembre che il mio amico mi chiamò all'alba, impanicato perché nominato a ventitré anni tutore legale di una ragazzina appena quindicenne. I genitori di lei erano molto legati a Davide, tanto da affidargli la figlia in caso d'emergenza. E questa emergenza era arrivata, in un incidente d'auto che per poco non si portava via anche Jane.

Lo avevo raggiunto in casa, trovandolo con la lettera del tribunale ancora stretta in mano, lo sguardo perso.

Ci volle tutto il giorno perché prendesse coscienza dell'accaduto. La sera stessa mi telefonò per chiedermi di accompagnarlo in tribunale nel giorno dell'udienza : avrebbe tenuto Jane con sé.

 

Levavo gran parte del mio tempo al lavoro per poter stare vicino a Davide, ma mi ero fatto un nome tra gli avvocati e potevo permettermelo. Volevo che il mio amico potesse contare su di me in una situazione così nuova per entrambi.

E poi c'era Jane da imparare a gestire. Non era solo il convivere con un'altra persona, con i suoi orari e le sue abitudini, no. Perché Jane non parlava. Aveva smesso nel momento in cui si era svegliata in ospedale, una volta capito che i suoi genitori non c'erano più. I medici dicevano che il suo atteggiamento era dovuto al trauma, che con il tempo si sarebbe abituata al cambiamento, ma lei non ne voleva sapere.

Mettici pure la convivenza con quelli che reputava due perfetti estranei ed ecco che la sua ritrosia nei nostri confronti era già salita alle stelle neanche tre giorni dopo averci l'averci incontrati.

Dalla psicologa si comportava in maniera scontrosa, non si lasciava avvicinare al pari di un cucciolo randagio, finché non abbiamo deciso di prendere in mano la situazione, cambiando totalmente approccio. 

È da allora che è iniziato tutto.

 

Con l'arrivo della ragazzina era aumentato man mano il bisogno per il mio amico di rientrare a lavoro. Faceva il giornalista e non riusciva a stare fermo per più di qualche mese. Penso ne avesse bisogno anche per non sentirsi improvvisamente imprigionato, era il suo modo per riuscire ad elaborare il lutto e in generale una situazione che lo aveva completamente destabilizzato.

 

Per organizzarci meglio abbiamo allora pensato di dividere la settimana in due : Jane rimaneva a casa con Davide fino al giovedì sera, poi lui la portava da me e passavamo insieme tutto il weekend. 

 

 

È così che Jane ha iniziato a venire sempre più spesso, e più il tempo passava meno i miei sentimenti per lei erano quelli di un padre. La aspettavo sempre, lei con il suo zaino blu pieno di libri da leggere accanto a me sul divano. Mi ero ormai abituato ad averla sempre intorno, mi piaceva la sua compagnia.

Per la notte in teoria c'era la stanza degli ospiti, ma chissà come i suoi vestiti erano finiti nel mio armadio, e lì erano rimasti. A nessuno dei due piaceva l'idea di dover dormire da soli, e puntualmente prima di addormentarmi la sentivo stringersi e incastrarsi a me perfettamente.

 

La mia piccola ninfa è cresciuta in fretta, e tra le chiamate e i messaggi Davide è riuscito a instaurare con lei un bel rapporto, sono come fratelli loro. 

Quando stiamo insieme tutti e tre l'atmosfera è serena, siamo una famiglia particolare noi, di quelle che comunicano con lo sguardo.

 

Dalla morte dei suoi genitori oltre alla parola Jane aveva perso anche il sonno. Ero preoccupato, volevo stabilire un rapporto con lei, ma non sapevo come fare. 

La prima sera che è rimasta a dormire da me ho provato sensazioni nuove.

Avevo passato la giornata a cercare di farla sorridere, con film e cibo spazzatura illimitati. Non era un comportamento che avrei adottato normalmente, era stato un esperimento per entrambi, ma ero soddisfatto di come fosse andata.

Avevo preparato una camera tutta per lei, ma quando è arrivata l'ora di andare a letto Jane mi si è stretta al petto chiedendomi di dormirei insieme. Non parlava da oltre un mese. Ho deciso che avrei fatto di tutto, pur di sentirla ancora una volta così vicino a me. È stata la prima volta che l'ho sentita così vicina. 

 

 

Così mia.

 

 

Dal mio primo consenso di quella sera ne seguirono molti altri, alternati a regole più o meno severe che le avevo imposto per il quieto vivere. Sembrava aver bisogno del contatto fisico come conferma del mio affetto per lei, e la cosa non fece che legarci ulteriormente.

Il problema è sorto quando è iniziata la nostra relazione, circa due anni fa, e lei ha cominciato a essere languida quando voleva attenzioni o coccole, indossando solo le mie magliette o le camicie per coprirsi. 

Faceva sì di mettere sempre il mostra il ben di Dio che aveva, sventolandomelo sotto al naso in ogni occasione. Il mio autocontrollo ha iniziato allora a sgretolarsi pezzo dopo pezzo, mentre si andava a formare un legame che inevitabilmente portava a una strada di non ritorno.

Il nostro rapporto ogni giorno diventava più stretto, e la nostra vita è così rimasta in un limbo. La consapevolezza di star passando un limite tra una carezza e un bacio sfiorato sulle labbra, ma nessuno dei due intenzionato a fermarsi.

 

Sto perdendo la testa al pensiero che Davide possa scoprirci e portarmela via.  

 

 

Ho paura, ma non riesco a rinunciare a lei.

 

Perché sto dicendo tutto questo mi chiedi? Per chiederti di difendermi quando Davide verrà a sapere di noi, caro lettore. Ora che sai tutta la storia puoi far sì che anche lui capisca, e che non porti via ciò che ho di più caro.

Con questi pensieri mischiati ai ricordi vedo Jane svegliarsi e stropicciarsi gli occhi come una bambina delle pubblicità. A volte mi sembra più grande dei suoi diciott'anni, anche se ogni tanto in lei vedo ancora quegli atteggiamenti infantili di quando l'ho conosciuta.

Non resisto e mi avvicino al divano, accarezzandole dolcemente i capelli. 

La vedo realizzare d'improvviso che sono tornato a casa e saltarmi addosso con tutto il suo metro e cinquanta di bassezza.

Mi abbraccia come un cucciolo di panda : mi stringe le braccia al collo e stringe le gambe sui miei fianchi. 

Le labbra che subito si trovano e le lingue che si cercano, i corpi che si avvicinano e si incastrano come tessere di un puzzle.

 

Non riesco a lasciarla

 

La stringo a me e la porto dritta in camera da letto, la bocca che si è spostata sul suo collo candido, le mani che toccano e stringono senza sosta.

Mi stendo su di lei e la venero come la più sacra delle creature. 

 

Non posso smettere.

 

Ancora e ancora, mentre affondo in quel corpo e tocco quelle curve e sento quel profumo. 

 

Mi fa uscire di testa.

 

Jane si fa fare tutto sotto di me, mi miagola nell'orecchio come una gatta mentre la faccio mia. 

 

 

 

 

E' in questi momenti che ringrazio il cielo, il fato o chiunque sia stato, di avermi dato la possibilità di arrivare a casa e trovare lei ad aspettarmi, in ogni momento.

 

 

 

 

 

 

Ho revisionato la storia, mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate

A presto!

 

Khaleesi_97

 

 

oOo

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Khaleesi_97