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Autore: annapuff    19/06/2020    1 recensioni
Anna Lily Black ragazzina di 11 anni vive in Italia con i suoi tutori. Non sa nulla del suo passato o della sua famiglia.
Un'infanzia per niente allegra, ma finalmente riuscirà ad andare a scuola in Italia, una scuola diversa, lì troverà se stessa, la libertà, amicizia e amori.
Riuscirà con il passare degli anni questa ragazzina a capire i misteri del suo passato? chi sia suo padre? E riuscirà a cambiare le sorti del suo futuro già programmato dai suoi zii?
Incomincia il suo primo anno di scuola nel 1990 un anno prima rispetto a Harry Potter.
Lei è casinista, allegra e amante degli scherzi e nel trovarsi nei guai, sempre pronta a tutto una vera e proprio malandrina!
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 1 Lettera, Un nuovo inizio, Nera come la pece


Tutti i bambini magici di undici anni aspettano con ansia quella famosa lettera che finalmente li potrà dare l’opportunità di andare alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Ma una bambina di 11 anni non aveva la più pallida idea di cosa fosse quella famosa lettera.
Una mattina di Agosto questa bambina seduta a tavola  faceva colazione con il solito latte e cereali, quando all’improvviso un barbagianni entrò dalla finestra con una lettera attaccata alla zampetta.
“Anna, cara prendi la lettera dal gufo, non stare lì impalata non la vedi sto pulendo i piatti.” Disse una signora vicino al lavello mentre incantava, con la bacchetta le stoviglie per pulirle.
“Si, si zia, ora la prendo!” disse la ragazzina sbuffando scendendo dalla sedia dirigendosi verso il barbagianni facendo fluttuare per aria i sui capelli neri come la pece.
Presa la lettera, diede dei cereali al volatile che a quanto pare non gradiì.
Si fermò a osservare la lettera e  su di essa trovò scritto il suo nome Anna Lily Black.
Era la famosa lettera di Hogwarts, di cui lei non sapeva nulla.
“Zia la lettera è per me, viene da Hogwarts! Cos’è Hogwarts?” chiese dubbiosa la bambina  avvicinandosi alla Zia
“Per nome di Merlino! Come ha fatto Silente a trovarti fino a qui!” esclamò la zia con disappunto. “è una scuola di magia, dove io e tuo zio andavamo quando eravamo ragazzi.”
“Ma io non devo andare all’Aristin?” Disse Anna dubbiosa
“Si, tu andrai all’Aristin, Hogwarts è in Scozia non puoi andare lì è troppo lontano, manderò una missiva al Preside dicendo che già sei iscritta alla scuola in Italia, ora per cortesia dammi quella lettera e finisci la colazione e poi rimetti a posto il tutto.” Così dicendo le strappo a lettera dalle mani e andò via con la sua solita camminata altezzosa.

Anna Lily Black era solo una ragazzina di 11 anni che viveva dall’età dei suoi 2 anni e mezzo con i suoi zii Maddalena Flawey e Claus Rosier. 
Maddalena aveva preso con sé la bambina dopo la morte della sorella Megan avvenuta un mese dopo la caduta di Voldemort, morte causata per un avada kedavra secondo il ministero ma per opera di chi proprio non si sapeva, il caso era stato subito chiuso come irrisolto e nessuno seppe mai chi fu ad ucciderla.
Maddalena, dopo un paio di mesi quando le acque si furono un po’ calmate sulla caccia ai mangiamorte rimasti, riuscì finalmente a trasferirsi in Italia così da poter raggiungere il suo amato Claus che si fosse dato alla macchia, dopo la caduta dell’Oscuro Signore, no che qualcuno lo avesse mai beccato essere un mangiamorte, ma c’erano dei sospetti dato che il fratello Evan Rosier fosse morto per mano dell’Ordine della Fenice durante un attacco ai babbani.
Claus quella bambina proprio non la sopportava,  secondo lui era feccia dell’ordine della fenice, dato che i suoi genitori erano parte attiva del gruppo, ma dovette accoglierla pur non volendo poiché il sangue della piccola fosse Puro. 
 
Anna non era acconoscenta di nulla che riguardasse la guerra Magica avvenuta nel Regno Unito, né di Voldemort, del bambino che era sopravvissuto,  di come era morta sua madre, e non sapeva neanche il nome di suo padre, sapeva che lui le aveva abbandonate e che non fosse una brava persona. Non sapeva nulla del passato di suo Zio. Lei non sapeva nulla di nulla, anche di quella Hogwarts in cui non sarebbe mai andata.

Aveva una vita molto tranquilla, anche se lei non lo fosse, non vedeva l’ora di poter andare a scuola così da poter finalmente essere libera di essere se stessa, senza la rigidità impostale dai suoi tutori.
Andare a scuola per lei significava finalmente fare amicizia, sperava vivamente che gli altri ragazzini non fossero tutti come Anthony il bambino che ogni tanto veniva a casa loro insieme ai suoi genitori  colleghi di suo zio.
Anthony era l’unico ragazzino con cui lei poteva avere rapporti, ma lo annoiava da morire non parlava quasi mai a meno che non ripetesse le cose dette dal padre, era sempre piuttosto pomposo e rigido nel modo di parlare, di camminare, di sedere. Qualunque cosa lui facesse risultava agli occhi di Anna freddo e rigido.
Lei da  l'altra parte era l’energia fatta persona, che brillava per la fantasia, era allegra e spericolata si arrampicava sugli alberi di nascosto, catturava animali in giardino e per portarli in casa facendo urlare come una megera sua zia, cosa che faceva spesso anche senza animali per casa.
Una volta tramite la magia quella che avviene casualmente nei bambini solo pensando a qualcosa, fece diventare il bagno una piscina scaturendo le urla anche di suo zio che si era ritrovato con una quantità immensa di bolle di sapone e schiuma in qualunque parte del suo corpo.
Non aveva molti amici, ogni tanto si fermava a guardare i bambini fuori in cortile  giocare, lei non poteva andarci perché non erano bambini come lei, lei aveva la magia e non poteva stare con loro, lo zio li chiamava feccia.
E Le ricordava ogni volta che non si poteva immischiare con quel sangue perché il suo era puro. 
Che cosa volesse dire non lo capiva proprio, il sangue era sangue e scorreva nelle vene, nulla di particolare, quindi lo ignorava, come d’altronde anche i suoi zii ignoravano lei per la maggior parte del tempo, a meno che non dovessero rimproverarla, per qualche birichinata che faceva.
Questa era lei una vera e propria malandrina.
 
Incuriosita come sempre da tutto, nel pomeriggio provò a richiedere alla zia di spiegarle meglio cosa fosse Hogwarts ma lei la scaccio con il suo solito modo acido dicendole che non fossero affari suoi.
La piccola decise che fosse meglio non continuare, non era molto in voglia di sentirla urlare, quindi andò in camera sua e mise un appunto sul suo diario sul cercare informazioni di quella scuola appena le sarebbe stato possibile.
 
Dopo giorni di attesa finalmente arrivò il 13 settembre e la piccola fu portata all’Aristin. Finalmente poteva essere libera di essere se stessa.
La scuola situata in un vecchio castello Bizantino in un luogo nascosto della Sicilia su una scogliera vicino al mare, era resa insegnabile sulle mappe e nessuna persona non maga poteva avvicinarsi dato la zona nascosta e nel caso che qualcuno si avvicinasse troppo al luogo, apparivano cartelli ovunque con scritta zona pericolante, pericolo di frana e morte.
Era parecchio grande e ospitava tutti i ragazzi maghi dagli 11 ai 18 anni. Nella parte ovest si trovavano i dormitori divisi per ragazzi e per le ragazze, nella parte est le aule delle lezioni il castello era circondato da cortili e sempre a ovest oltre il cortile c’era una campagna con una piccola foresta, dove all’interno abitavano le creature magiche.
Al centro c’erano una grande area ristoro con la mensa e la stanza svago con tanti divani, dove i ragazzi potevano stare tra di loro.
Quello era il posto in cui Anna sarebbe sfuggita ai suoi zii.
 
Si erano appena smaterializzati davanti a un enorme cancello lei e i suoi zii alle 17 meno dieci, i suoi zii rigidi come due tronchi nei loro abiti di marca.
 La zia indossava un sinuoso abito verde smeraldo i capelli erano avvolti in una crocchia alta che la facevano apparire con la puzza sotto il naso più del solito, lo zio indossava una semplice veste da mago ma tenuta a lucido con la compostezza invidiabile a chiunque, e guardava l’ammassarsi di gente vicino al cancello con aria di sufficienza. Anna era tutta eccitata nella sua divisa e osservava le famiglie con i figli tutti della sua età, cercava di mettersi sulla punta dei piedi tenendosi alla valigia per vedere meglio il castello davanti a se, rischiando di far cadere il trasportino con all’interno il suo gatto nero chiamato Foot per via di una sua zampetta bianca.
“Anna per l’amor di Circe!  Sta composta! E Smettila di saltellare in quel modo!” esclamò la zia in modo scocciato.
“Immagino che in questa scuola come in tutta l’Italia non si facciano distinzione di sangue! Ma tu sei una purosangue comportati a modo!” Diede manforte a sua zia lo zio
Anna si ricompose sbuffando, non vedeva l’ora di poter allontanarsi da quei due manichini che si trovava come tutori.
Ed ecco avvicinarsi a loro la famiglia Cimino con il loro figlio Anthony.
Di conseguenza gli sbuffi di Anna aumentarono e le occhiate ammonitrici della Zia anche.
I suoi zii incominciarono a conversare con la famiglia appena arrivata dopo i soliti saluti cordiali. Anthony si avvicinò a lei con la sua solita stretta di mano e dove Anna con un ghigno strinse più del necessario solo per vederlo vacillare.
Si divertiva tanto e vedere la compostezza del ragazzino cedere.  Athony si avvicino a lei cercando di fare conversazione, cosa a cui il povero ragazzo rinunciò quasi subito, dato alzamento del sopracciglio di quest’ultima.
Finalmente il cancello si aprì Anna sarebbe voluta correre all’interno e lasciare finalmente i suoi tutori ma dovette reprimere tutto e camminare lenta al fianco della zia.
Si avviarono tutti verso il parco a guidare il gruppo di genitori e figli erano due centauri, che si presentarono prima dell’apertura dei cancelli dicendo di essere i guardiani della scuola.
Si sedettero e ascoltarono il discorso della preside Geltrude Giordani sulle regole della scuola, su come sarebbero gestite le giornate, le lezioni, e le presentazioni degli insegnanti. Dopodiché la preside congedo i genitori augurando un in bocca al lupo ai ragazzi e un buon anno e un arrivederci a Cena.
 
Anna si alzò immediatamente dalla sedia pronta a dire ciao ai suoi tutori quando lo zio incominciò a parlare.
“Devo farti un avvertimento prima che tu vada ricordati che provieni da due  delle famiglie purosangue delle nobili 28 dell’Inghilterra, e ti è severamente proibito fare amicizia con chi a genitori senza magia, qui non si fanno differenze di sangue e ciò lo trovo raccapricciante, ma è una cosa che dobbiamo sopportare. Tu sei inglese e come tale hai un’eredità che devi rispettare, ci siamo capiti signorinella?”
“Si signore ci siamo intesi!” Rispose in modo secco Anna sperando che la ramanzina finisse velocemente.
“Ottimo, ora vai con Anthony lui è rispettabile di sangue anche perché ha origini antichissime inglesi” dicendo questo porse la mano alla piccola, e lei la strinse con tenacia.
“Mi raccomando comportati bene. Non vogliamo scocciature!” disse la zia con severità.
“Ora possiamo andare, Ringrazio Salazar che qui non ci sono case in cui la smistano o sarebbe stata una Grifondoro sicuramente come i suoi” disse stizzito lo zio.
“Cos’è un Grifondoro?” chiese Anna incuriosita, sicuramente era un qualcosa che riguardasse Hogwarts
“Non è una cosa che ti riguarda ora, vai e buon anno.” Così dicendo prese sotto braccio la consorte e incominciarono a incamminarsi verso l’uscita.
Anna fece spallucce si guardò intorno per capire cosa dovesse fare e notò i genitori degli altri bambini abbracciarli, e fare raccomandazioni, si domandò cosa si provasse ad avere un abbraccio e una famiglia normale.
Si sentiva tanto diversa da tutti quei ragazzini, come estranea a quel posto, però almeno sapeva che quel luogo era diverso rispetto la fredda casa in cui abitava, cerco di bloccare i pensieri e si avviò verso il portone, dove altri ragazzini stavano andando per raggiungere i due centauri pronti a far vedere a tutti la scuola.
Pronta a visitare la scuola non si era resa conto che Anthony la tallonava,  pensava di essersene finalmente liberata, ma, invece eccolo lì vicino a lei. Sicuramente i suoi genitori gli avevano ordinato di non lasciarla sola neanche un secondo, sbuffava mentre camminava, ma decise di non pensare a Anthony e di seguire la visita dentro la scuola.
L’ultima tappa della visita furono i dormitori dove i ragazzi e le ragazze furono divisi, era un’ampia aria del castello e c’erano parecchie stanze poiché erano divise per 10 posti letto, lei entro nella terza stanza con altre ragazze e riuscì a prendersi il letto vicino alla finestra, e inizio a sistemare le cose.
Parlò con alcune ragazzine presentando e alle 20:00 si avviò con loro a cena. La scuola si era popolata di ragazzi di tutte le età anche quelli degli altri anni erano arrivati a scuola dopo le matricole. La scuola contava su per giù 100 ragazzi per ogni anno, erano in totale sugli 800.
Finita, la cena Anna tornò al dormitorio con e sue compagne e preparò il tutto per il giorno dopo e dopo un po’ di chiacchiere. Aveva un po’ di difficoltà a comunicare con le altre, e ascoltava più che altro, lei era abituata solo a Anthony che non sopportava, quindi, si trovava a essere parecchio impacciata.
Finite le chiacchiere si mise a dormire, felice di essere in quel posto.
 
 

   
 
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