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Autore: Mr Lavottino    20/06/2020    7 recensioni
E se Efp non fosse altro che una grossa industria che presta i personaggi dei vari fandom ai giovani scrittori in erba?
La storia vede come protagonisti i personaggi di ATR/TD che, annoiati dal poco lavoro, interagiscono fra di loro ricordando il passato e ragionando sul futuro. Riusciranno i nostri eroi a tornare allo splendore di un tempo?
Capitolo I - Duncan e Courtney
Capitolo II - Dawn e Scott
Capitolo III - Noah ed Emma
Capitolo IV - Trent e Cody
Capitolo V - Duncan, Gwen, Zoey e Mike
Capitolo VI - Troppi.
Capitolo VII - Noah ed Ezekiel
Capitolo VIII - Heather e Gwen
Capitolo IX - Tutti.
Capitolo X - Gwen, Zoey, Tyler e Leshawna
Genere: Comico, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Trent
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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- No, sul serio, come diavolo hai fatto a resistere ad una cosa del genere?! Ti hanno umiliato e ridotto ad un’orribile mascotte per le due ultime stagioni più brutte mai viste. Dannazione, al tuo posto mi sarei ucciso già da tempo. - disse Noah, mentre con gli occhi sgranati guardava Ezekiel. Il ragazzo stava bevendo, come se nulla fosse, della cola da un grosso bicchiere di vetro con una discutibile cannuccia rosa e gialla.

Si divertiva un sacco nel vedere la bevanda passare attraverso quel piccolo tunnel, che lo faceva diventare di un colore più scuro rispetto a quello originale.

- Ehi, Zeke, mi stai ascoltando? - l’indiano gli passò la mano davanti alla faccia e roteò gli occhi - Dannazione, ancora mi chiedo perché perdo tempo con te. - scosse la testa.

In effetti non lo sapeva, ormai Noah era diventato un personaggio, più o meno, importante all’interno della serie. Nella terza stagione aveva fatto un bel percorso ed in quella a coppia si era addirittura fidanzato.

Non avrebbe avuto motivo oggettivi per voler passare il suo tempo assieme ad uno caduto nel dimenticatoio come Ezekiel.
Eppure era più forte di lui, almeno una volta al mese andava da lui e lo trovava, ogni dannata volta, fermo a fissare il cielo, se così poteva definire quell’immensa distesa di bianco accesso, con un mezzo sorrisetto sulla bocca.

- Terra chiama Zeke. - Noah si sentiva molto legato a lui, in passato avevano trascorso molto tempo assieme, principalmente quando la terza serie non era ancora approdata nel paese, in compagnia di Sadie, Katie e tutti gli altri personaggi bistrattati dalla serie. Poi, però, più o meno tutti avevano trovato la loro strada. Anche Ezekiel l’aveva trovata, ma più che strada poteva essere definita una via di punta di Chernobyl, nella quale la radioattività aveva una certa importanza.
Ovviamente il vero Ezekiel non si era mai “trasformato” in un Gollum della Conad, anzi, aveva mantenuto intatto il suo carattere spaesato e spesso assente. Tuttavia ciò che restava di lui nella serie era quello: un relitto segnato dalla sua perenne eliminazione per primo in ogni stagione a cui aveva partecipato.

Era diventata una gag, simpatica secondo i produttori, noiosa secondo tutti gli altro, che per Noah rappresentava un coltello piantato nel collo del povero Zeke. Però, nonostante tutto, lui non se ne era mai lamentato.

-  Questa bibita è molto zuccherata. - quelle furono le prime parole che Ezekiel rivolse a Noah. L’indiano non potè che sbattere gli occhi con fare incredulo.

- Dannazione, è questa l’unica cosa che hai da dirmi?! Io inizio un argomento profondo e serio sul tuo personaggio e tu mi rispondi che la tua bibita è molto zuccherata? - replicò Noah, imitando la sua voce robotica e senza sentimento per dire l’ultima frase.
- Il colore di questa cannuccia mi piace. - disse Ezekiel. Noah si sentì ferito nell’orgoglio, sentì che qualcuno stava cercando di ledere alla sua intelligenza.
- Ah, Zeke, mi chiedo di diavolo ci vengo a fare qui. - sbottò, per poi alzarsi di colpo - Me ne vado da Owen, almeno lui mi risponde. - roteò gli occhi e si diresse a grandi falcate verso la porta.
- Il mio personaggio fa schifo. - Noah si bloccò di colpo. Si rese conto di aver appena attivato una bomba di cui non sapeva la capacità distruttiva - Pensi che non lo sappia? Mi consideri così stupido da non rendermi conto di quanto mi abbiano umiliato? - lo sguardo di Ezekiel era lo stesso di sempre. I suoi occhi, spenti e vuoti, erano puntato verso il bianco e la sua bocca era digrignata in un mezzo sorrisetto paragonabile a quello di un Hannibal Lecter - Mi hanno preso in giro, fatto trasformare in un mostro, fatto finire dentro ad un vulcano, bloccato su un’isola piena di mostri radioattivi che poi, per di più, hanno fatto saltare in aria. Si sono presi gioco dei miei sogni, delle mie speranze e dei miei obiettivi. Per di più, non mi hanno fatto partecipare nemmeno alla stagione da bambini. - si zittì per un istante. Gli angoli delle sue labbra si piegarono in un dispotico sorriso - Hanno avuto il coraggio di portarmi fino a quel punto. - sussurrò, con voce talmente bassa che Noah fece fatica a sentire. Quella frase sembrò essere la carica di una molla, come se stesse girando l’ingranaggio per poi partire, esplodere in un fiume di rabbia e disperazione che aveva rinchiuso all’interno del suo gracile corpo. Un ruggito, un boato, un insieme di parole sputate fuori come fossero veleno acido, che trasformarono quella stanza da bianca a grigia, grigia come le sensazioni slavate, scolorite e putride che Ezekiel sentiva di dover esternare. Con gli occhi sgranati, iniziò la narrazione della sua tragedia teatrale - Mi hanno preso in giro, mi hanno umiliato, mi hanno distrutto! Come hanno potuto farmi una cosa del genere? Come hanno potuto pensare che fosse divertente? Com’è possibile che ci sono ancora dei fan che vogliono vedermi uscire per primo?! Dannazione, non posso più sopportarlo! Che cosa ho fatto di male? Che dannazione ho fatto per meritarmi un trattamento del genere?! Volevo solo vincere una stagione, volevo solo riuscire ad arrivare un pelo più vicino al mio obiettivo. E invece sono stato trasformato in un maledetto cliché da quattro soldi!  Addirittura, nella mia ultima storia vengo visto come un disadatto sociale che vuole distruggere il mondo!  Né i produttori né i fan provano un minimo di pietà per me! - batté con entrambi i pugni chiusi sul tavolo, facendo cadere per terra il bicchiere di vetro che, proprio come il suo personaggio, finì per sgretolarsi un una marea di pezzi di vetro taglienti.

Noah rimase immobile. Non disse nulla, riuscì soltanto a tenere gli occhi fissi e increduli puntati verso di Ezekiel. Non sapeva cosa dire, non riusciva a pensare ad una frase che potesse anche solo rincuorarlo o a farlo sorridere.

Che poteva fare per lui? Una pacca sulla spalla, ecco cosa. Ma sarebbe stata un’ammissione di sconfitta, l’ennesima conferma che in quello show tutti vedevano Zeke come un semplice manichino da maltrattare per qualche gag divertente.

- Sai, Zeke, penso che tu abbia ragione. Non si sono comportati bene con te. Tuttavia, i veri fan della serie ti vogliono bene. Loro non possono odiarti, questo te lo assicuro. - disse Noah, con la gola talmente arida da sembrare un deserto in pieno Agosto. Puntò gli occhi verso di Ezekiel e lo vide mentre, con estrema calma, riassumeva la sua solita espressione. Gli occhi erano di nuovo spogli e lo sguardo ancora più assente.

- Ciao Noah, è stato un piacere sentirti. - disse, con tono robotico.
- Anche per me, Zeke. Ci vediamo presto. - Noah gli rivolse un’ultima occhiata di soppiatto: era un personaggio distrutto, non c’era altro da dire.

Aprì la porta e la attraversò, pensando a quanto fosse stato fortunato.

 

 

ANGOLO AUTORE:

Ehilà!

Vi aspettavate l’ultimo capitolo? E invece no, ah! Ho deciso ingarbugliare un po’ le fila di questa storia, inserendo capitoli anche nel bel mezzo della trama.

Povero Ezekiel, qualche giorno fa ho visto su una pagina di Instagram un sondaggio dove chiedevano di eliminare un personaggio per un reality fangame. Indovinate chi è stato il primo eliminato? Esatto, Zeke.

Ci sono rimasto talmente tanto male che ho buttato giù di getto questa storiella.

 

Passiamo adesso alle cose serie: perché è passato tutto questo tempo? Il motivo è semplice: il mio computer si è freezato🥳!

E, come avrete intuito dall’emoji, sto scrivendo da cellulare. È una cosa odiosa. Dico solo questo.

Quindi scusatemi se il capitolo è corto, ma non ho il senso della misura, qua sulle note del cellulare.

E, siccome rischio di perdere tutti i file, forse anche la storia ad OC va a farsi fottere. Yeeeee🎉!

Ovviamente sono ironico. Incazzato, ma ironico.

Comunque sia, in qualche modo me la gestirò.

In programma per PSS c’era una storia su Gwen ed Heather (che è rimasta bloccata nel computer) e l’ultimo capitolo che spero vivamente di non dover riscrivere.

Cooomunque sia, io adesso vi lascio. Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

E scusate per l’inconveniente!!!😵

 

   
 
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