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Autore: Legeia    20/06/2020    0 recensioni
In un Presente alternativo, vari conflitti portano alla disgregazione delle nazioni in problemi interni ed esterni. In una si queste, un gruppo di persone di presenta come Agevolatori o Risolutori per le persone o enti su vari ambiti. Tuttavia cè qualcosa di più profondo e intricato che muove i personaggi principali sia tra loro che per i Continenti e le decisioni e scelte sono fondamentali per la questione cardine. Il futuro. P.S. storia scritta anni fa, mai ritoccata e modificata, così come era scritta.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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chapter 2 Capitolo 2

Ricordo che è un vecchio progetto e mi hanno consigliato di postarlo. Non è stato rivisto o modificato.

***********************

Rimasero tutti a osservare l'entrata e delle ombre in avvicinamento, finchè tre persone non apparirono, fianco a fianco, parlando e discutendo su un tablet. Al centro vi era una donna, gli altri due uomini le stavano spiegando qualcosa, che arrivava a  sprazzi per il leggero vociare degli ospiti.

"Fate silenzio per favore" urlò l'uomo con la famiglia.

Tutti fecero silenzio pian piano, accorgendosi che tutti gli uomini al di sotto li stavano osservando attirati dallo scompiglio.

La ragazza si voltò verso di loro mentre gli altri due ancora parlavano con il tablet in mano e le stavano al passo.
Quello chiamato Jd urlò di salutare il Comandante e per primo fece il saluto che non era quello che conosceva, seguito dagli altri. Faccia a faccia, la ragazza chiese lo stato della sistemazione mentre firmava sul tablet con un pennino digitale, ridandolo ai due uomini dietro di lei.

Dopo qualche secondo di silenzio Jd le rispose qualcosa, non comprensibile perchè sembrava un'altra lingua e lei continuò brevemente la discussione in quel modo.

"Seriamente? Comandante quella ragazza? ma non dovrebbero essere militari di una certa esperienza e anni di comando?"

Joseph spostò gli occhi verso l'uomo con la famiglia, che non si era mai degnato di presentarsi, e sorrise sfacciatamente.

"Cosa avevo detto fino a poco fa? Questi mi sembrano tutto fuorchè militari. Il loro comportamento non ha due livelli"

"Che intendi dire?" voltandosi di scatto quasi urlando.

"fa silenzio, così come noi sentiamo loro se parlano abbastanza forte, anche loro possono farlo con noi. I militari di solito hanno uno e un solo modo di porsi. Da militare. Anni di addestramento, regole ferree, comportamenti che devono adattorare e il sapere sempre che ci sono delle posizioni da considerare e rispettare... cerco di rendertela chiara ovviamente... bhè, per farla breve solitamente ci sono quelli che restano militari fino al midollo e lo sono anche nel privato, ci sono quelli che riescono a tornare  loro stessi fuori dall'ambiente militare e quelli che proprio non riescono ad apparire almeno dei militari. Ecco cosa intendevo. Sono stati ben coordinati nel saluto, davvero bravi, ma se vedi attentamente anche la discussione tra quella ragazzo e quel tipo chiamato Jd, è parecchio informale. Quindi le cose sono due, o quei due sono molto, molto amici e non è un mistero per come si atteggiano tra loro davanti agli uomini, oppure non seguono o non sono capaci di seguire regole militari. Ecco spiegato nel modo più semplice possibile cosa intendevo" sistemandosi sul letto con le mani intrecciate dietro la testa, come a suo agio.

Non vi fu risposta ma tornarono a guardare di sotto. La donna si voltò verso di loro mentre tornarono tutti e occuparsi delle loro faccende. Solo Jd e chi stava con lui restarono dove si trovavano.

La donna si avvicinò e scorreva lo sguardo sui due livelli, sulle persone che occupavano sia la zona dormitorio che la living. L'uomo con la famiglia la osservò bene, incerto.  Poteva avere dai venti a trent'anni, anche se pareva comunque giovane si comportava come fosse più matura. E vestiva in maniera strana per lui, impedendogli di capire oltre. Aveva pelle molto chiara, occhi grandi ed espressivi verdi, capelli castano chiaro corti un tagli oad angolo che sfioravano la guancia destra, gli altri corti, lisci. La cosa che colpiva subito di lei erano proprio gli occhi che sembravano osservare tutto e tutti, soffermandosi varie volte su varie cose. Quando si voltava colpiva il naso all'insù, la cui punta rialzava il naso ad arco dando un senso armonico e diverso al viso di fronte, ovale. Di fronte colpivano gli occhi mettendo in secondo piano il naso mediamente grande, non piccolino, e la bocca dalla forma che gli sembrava a cuore. Come muovesse le labbra, e lo faceva molto mentre osservava e sembrava riflettere, restava sempre in primo piano il centro con il labbro inferiore più gande del superiore. Sembrava quasi un cuore, più visibile se imbriciata. E di nuovo si trovò gli occhi di lei su di sè, indagatori e gli mettevano inquetudine. Erano grandi senza rovinare l'insieme e profondi, sembrava che restassero a fissare un'eternità qualcosa e l'unica opinione che si fece era che non davano modi di capire cosa pensasse, ma facevano notare molto bene il suo umore, come le sopracciglia  non sottili e ben tenute, ch si muovevano molto con l'espressione che assumeva. E poi qualcosa lo colpì.
Quando rifletteva invece si capiva, socchiudeva di poco gli occhi se qualcosa la faceva riflettere e allora assumevano un aspetto più a mandorla enfatizzando il taglio superiore dell'occhio con le ciglia, e la testa la inclinava in due modi diversi. Di alcuni gradi di lato se osservava le cose, non sapendo se con curiosità o altro, ma quando rifletteva voltava il volto, non tutta la testa mostrando principalmetne un lato del viso, come quando anni addietro gli spiegavano come mettersi per le fototessere. Poi ricordò, era il busto ad esser e leggermente girato ma lei lo faceva con il viso. Anzi, ora che lo rivedeva notava che voltava il viso alnzando leggermente il mento, così che l'effetto fosse di notare prima l'occhio e la mascella. Poi si voltò indietro e vide che inclinava di nuovo la testa, questa volta, osservando la gente che lavorava.

Alla fine tornò con gli occhi verso gli ospiti e iniziò a parlare. Senza accenti particolari e in maniera chiara.

"Buongiorno, signori. Intanto mi presento, sono il Comandante Kianta e sono io che gestisco il processo di prelevamento e messa in sicurezza di questo settore. Ossia di questa città, ma molti nostri gruppi stanno svolgendo la medesima cosa nelle città vicine più piccole. Voi siete stati indirizzati qui, il nucleo principale dell'operazione. E per essere chiari, siamo stati incaricati dal vostro governo di procedere con lo svuotamento delle città in sua vece, avendo certe... specializzazioni che ci permettono di operare per loro. Le sue truppe invece sono occupate a riempire le strade e controllare zone ed edifici per scovare eventuali cellule nascoste e non giunte qui. Oltre che controllare che evenuali sciacalli possano cogliere l'occasione per entrare nelle vostre case. Il governo ha bisogno di voi, vuole proteggere voi ma anche le vostre cose. Dico questo perchè sia chiaro che la città non sarà incustodita. Vi verrà dato l'avviso ufficiale per voi dal Primo ministro che indica tra le varie cose anche questo elemento. Se vi saranno intrusioni ed eventuali furti, è chiaramente indicato che se ne prenderanno la responsabiltà dopo analisi e considerazioni della situazione. E avrete il loro aiuto in caso di perdite. Questo perchè oltre che cercare di salvare voi, hanno intenzione di proteggere le vostre proprietà, che sia beni materiali e di risparmio, per il vostro ritorno ma anche per le tasse. Ma troverete tutte le informazioni nel bollettino."

Mentre parlava faceva un piccolo tratto in circolo, prima con le mani tenute strette dietro la schiena, poi muovendloe per enfatizzare il discorso. Dritta di schiena ma elastica, sembrava non fosse la prima volta che faceva un discorso a qualcuno. E mentre faceva quella piccola passeggiata tornando indietro e rifacendo il percorso, intervallato da momenti in cui si fermava per guardare verso gli ospiti, passava accanto a Jd, mostrando come fosse più bassa di lui. Una spanna buona sembrava, ma il tipo di calze che portava rendevano impossibile  capire l'altezza esatta.
Portava infatti degli stivali alti a metà coscia di pelle scura, dalle suole si vedeva che erano usati e non nuovi ma la pelle che cirondava le gambe non sembrava consunta o rovinata, ma tenuta bene. Il piccolo tacco quadrato, forse cinque centimentri, impediva di capire l'altezza esatta. I pantaloni erano verde oliva con tasche dietro e trattenevano una camicia nera,  un piccolo colletto e maniche strette fino a quasi il gomito da laccetti e poi   un taglio ampio fino alla spalla. Sopra questa, un corpetto in pelle senza spalle che si fermava sopra il seno, decorato in vari modi e stretto da lacci a un fianco. Una strana cintura a due strisce teneva sia i pantaloni che alcune armi, diversamente dagli altri che avevano una cintura per i pantaloni e un'altra per le armi. Teneva nella mano sinistra, nell'anulare un anello color argento ma non si vedeva altro e non portava altri gioielli all'infuori di una collana argentata con una strana perla quanto mezzo dito, tutta bitorzoluta, che splendeva con le lampade.
Che abiti strani, pensò.

"Restere qui con noi il tempo di ricevere dal Governo l'autorizzazione a condurvi al sicuro nel luogo che vi hanno predisposto, quindi abbiate pazienza perchè è solo temporaneo. Alcuni uomini passeranno in determinati momenti della giornata per sapere se avete bisogno di qualcosa, se volete che siano i nostri cuochi a prepararvi i pasti o volete farlo voi. A tal proposito come avrete visto avete elettrodomestici a vostra disposizione in qualunque momento, e cibi disponibili e riforniti nei due controlli al giorno. Questo per venire incontro alle vostre esigenze e voglie durante la giornata. I bagni sono nella parte posteriore, per ogni piano e divisi già in donne e uomini e sono sufficienti per un utilizzo igienico. Vi è una zona per giochi, sia vecchio stampo che videogiochi, alcuni cabinati e computer saranno portati tra poco, ma non vi sarà collegamento internet ne telefono. Se cercate qualcuno che conoscete, chiedete all'uomo con un Compilatore e vi saprà dire se è registrato e dove si trova, e nel caso provvedere a spostare qualcuno per farvi stare insieme. Prima che lo chiediate, internet e telefono sono  schermati, almeno per voi ospiti, questo perchè è proprio a causa di questo che la situazione è peggiorata, e in alcuni casi, precipitata. Essendo una sistemazione temporanea e l'attesa è esclusivamente per ricevere l'autorizzazione del vostro Primo Ministro per condurvi in una zona sicura, vi prego di comprendere e aspettare. Per qualunque cosa, come già vi sarà stato detto, vi sono dei gruppi atti a occuparsi di voi ed essere a vostra disposizione.
Per ultimo, la zona che vedete di fronte a voi" voltandosi dall'altra parte dell'edificio "è predisposta per i Sorveglianti e Gestori, ossia chi tramite i compilatori può rispondere alle vostre domande, se in loro facoltà, e provvedere ai vostri bisogno ove possibile. I sorveglianti invece sono le squadre di controllo e protezione, non vanno disturbate e passeranno il tempo nell'altra zona, appunto. Se ve lo state chiedendo, vi sono altri edifici, solamente destinati a noi e uno per la zona docce, raggungibile da quella porta" indicando nel piano inferiore una porta opposta a quella di ingresso ma sempre all'interno del perimetro dei vetri. 
"Spero di aver chiarito le linee principali per questa temporanea situazione. Se vi sono domande sono a disposizione, altrimenti i Gestori resteranno fino al cambio disponibili qui. Ultima cosa, per parlare con qualcuno, potrete farlo attivando l'interfono vicino la porta, che sarà sempre chiusa per sicurezza ma aprta e utlizzata principalmente per i Gestori e le squadre di pulizia e ricambio beni. Se volete parlare con qualcuno premete l'interfono che avviserà un gestore che sar a vostra disposizione. Come vedete la parete, che è un vetro particolare anti proiettile e ingrangibile,  non è montata tutta fino al soffitto e non abbiamo deciso di isolare acusticamente la vostra zona perchè no nsiete reclusi ne carcerati. Ma vi prego di non urlare o avviare discussioni a voce troppo alta perchè, come voi sentite noi anche con la porta chiusa, noi da qui sentiremo voi. L'aria è gestita da ventole e regolata da un apparato che gestisce un valore di umidità e temperatura adeguati. Se volete uscire fuori per una boccata d'aria, oggi non sarà possibile ma provvederemo domani per una zona sicura per voi all'aperto. Sarà solo per poco tempo al giorno, dobbiamo proteggervi, ma sarà nostra cura cercare di allievare le vostre pene per la situazione al meglio. Secondo le nostre possibilità. Ci sono domande particolari?"

Un silenzio profondo riempì l'edificio, il comandante Kianta passò con gli occhi in rassegna i volti uno  a uno finchè non non fece un cenno di comprensione.
"Molte bene, se vi vengon o domande o richieste, vi ricordo di nuovo dei Gestori. Sono il gruppo con gli abiti blu scuro e bianco, non potete sbagliare. Il gruppo di igiene e controllo dei beni sono in rosso e bianco. Questi sono i gruppi che sono a vostra disposizione. Tornerò più tardi per parlare ancora con voi, ma per ora volevo solamente darvi il benvenuto e spiegarvi che siete al sicuro e sotto le direttive governative. A dopo".

Con un cenno del capo salutò e si voltò, osservandosi intorno.

"Kianta" disse Jd "non sono ancora stati portati tutti i suppellettili di base, ma entro un'ora sarà tutto pronto. Armiamo adesso il primo gruppo di sorveglianza?"

"Vuoi cambiare adesso le attrezzature?" osservando due degli uomini armati fermi rigidi vicino la porta di vetro.

"preferirei di si, sono le nuove che Jessamine ha prodotto. Quelle che abbiamo per ora secondo me vanno controllate e aggiornate"

"Conviene davvero armare con queste adesso, con un solo test di prova?"

"Sei stata tu a decidere che fosse la loro squadra a testarle" sorridendo divertito.

"Lo ricordo bene, intendevo equipaggiarle adesso con i pattern satellitari"

"Non abbiamo ancora montato del tutto la Consolle ma sono arrivati i Crell. Se hai bisogno di attivarli puoi farlo dal tuo ufficio, la porta  sotto la prima scala" indicando verso la prima rampa di scale della zona dei Sorveglianti, una porticina anonima."

"QUindi l'ufficio è pronto? Bene, li attiverò da lì. Procedete con le consolle, là sopra " indicando il piano rialzato con le gradinate

"Vuoi davvero lì? Avevo dato indicazioni per qui dietro, di fornte le porte lasciando quella zona per..."

"Ho capito, ma secondo me è meglio lì, cè già la scrivania e direi che gli schermi vadano meglio lì sopra, così che siano visibili sia da sopra che da qui. Ora fatemi vedere le casse" andando verso una serie di casse dietro Jd, facendolo sorridere per come aveva posto fine alla discussione.

La vide parlare con uno degli uomini accanto ad esse, farsi aprire una di quelle in alto e controllare il contenuto. Lei prese l'arma, una grande
6p62 di ultima generazione, totalmente automatico e collegabile in via satellitare per funzioni aggiuntive, anche tramite cavi assiali. Scelti perchè rietnuti antiquati e quindi ormai poco utilizzati, ottimi per sistemi non subito hackerabili. Una delle decisioni del loro Leader.
Kianta sistemò l'arma prima sulla spalla attivando il pannello a cristalli liquidi, poi sull'anca , controllando sempre le informazioni sul display.
Jd chiuse gli occhi e fece un sospiro sonoro.


Un anno e quasi nove mesi prima , municipio.

Arrivarono con l'AirOl vicino la spiaggia, con mare mutevole a causa del vento. Non pioveva ma il cielo era plumbeo, nonostate fosse Aprile inoltrato e in quella zona le temperature erano sempre più alte del normale.
Uno dopo l'altro corsero in fila aspettando il leader e le istruzioni. Jd, con Lubo, il gigante del gruppo, il sempre critico Alaric e Brayden controllavano, essendo tenenti, la squadra.
Il leader scese dall'ereomobile e si fermò a controllare il tempo, sotto gli occhi di Jd. I suoi lineamenti slavi, o almeno le sue origini come diceva lui, trasparivano quando era meditabondo e accentuavano i tratti sottili e acuti del viso. Anche se definirlo era difficile, nonostante lo conoscesse da anni e sapesse il minimo che l'uomo aveva rivelato. Di origine diceva, aveva preso i tratti della madre più che del padre, anche se le labbra sottili sembravano non molto adatte per quei tratti affilati di profilo che sembravano divergere dall'aspetto del viso, che pareva più ampio. Era una cosa che Jd non aveva mai capito, quella della genetica. Come poteva un viso di una certa grandezza di fronte, presentare tratti come ravvicinati al centro. Detta così, si disse, dipingeva un mostro ma non era quello il caso. Se lui stesso aveva tutto proporzionato anche se non si vedeva come un 'bell'uomo ma nella media, i tratti del Leader sembravano differire se visto di lati diversi. Sembrava aduto e serissimo di profilo per i tagli affilati di naso, occhi e bocca, ma di fronte sembrava diverso. Le prime volte che lo aveva visto lo aveva confuso per un russo o un americano classico, o almeno i vecchi corrispettivi delle nazioni dei Continenti. I capelli biondo cenere naturali erano tenuti tretti in una coda bassa, molto diverso da anni prima che li teneva più corti, fino a metà orecchie. Adesso li curava un pò ma a volte le ciocche frontali sgusciavano dalla legatura e e gli ricadevano ai lati delle tempie, come in quel momento, dando un altro aspetto al suo viso. Per molti stava meglio così che tutti raccolti.  La zona delle sopracciglia pareva più sporgente  e rendevano gli occhi grigio scuro come più profondi rispetto al resto del viso. Per Jd però a rompere il tutto era la bocca, davvero troppo sottile per quel viso, perfino la smascella per niente affilata risaltava, dando a tutto il viso come una prospettiva di linee dal centro che in realtà non cèrano.  Come diceva sempre, il leader era un soggetto difficilmente catalogabile. Era come un puzzle di fattezze diverse ma armonioso allo stesso tempo, un pò come il naso di Cleopatra. Anche se da ragazzino lo aveva visto il profilo dalle foto delle monete e non gli sembrava una donna così magnifica da catturare l'attenzione della gente. Ma poi gli tornò in mente una cosa, anche se gli uomini la trovavano bella, Cleopatra splendeva per il carattere e le sue qualità intellettive. Stesso cosa per il leader.

Il suo pensiero fu rotto dall'arrivo del Leader davanti la fila di uomini pronti. Diede le indicazioni riepilogative della situazione e mostrò il suo phonvlet, collegato alle telecamere degli elmetti della primaguardia, che dovevano aprire la pista di avvicinamento.  L'avanguardia ruppe le righe dopo il saluto e iniziò ad avviarsi con cautela. La zona era sicura, il municipio distava circa 250 metri e giungere dinnanzi con un mezzo era più rischioso. la polizia li avrebbe fatti passare senza problemi, il perimetri di un kilometro era stato reso zona rossa.  La cellula aveva già fatto saltare un lato dell'edificio con il plastico, facendo cadere già una porzione del prrmo piano, più le colonne che ornavano la facciata e l'interno. Un'opera antica ancora in piedi.

"Jd e Alaric, portate i vostri gruppi in posizione e procedete per le entrate che abbiamo deciso. Ci hanno chiesto di prenderne qualcuno vivo dei soggetti ricercati e nel caso andarcene con loro, senza fare altro."

"Phw, dovremmo fare piazza pulita e ci dicono solo di prendere due capocce e scappare come conigli. Spero almeno che ci paghino bene!" Esclamò snervato Alaric, mostrando indignazione perfino con il naso, che si dilatava a ogni parola peggiorando la vista adunca e un pò grossa, mentre gli occhi piccoli lampeggiavano irati. Con l'umidità i capelli grossi e crespi lo facevano sembrare Einstein. Quei capelli non avevano forma come diceva, pensò Jd. Lo facevano sembrare più vecchio ma lui non voleva tagliarli più corti, "sembro un idiota" diceva. E il naso non aiutava, visto anche il mento quasi inesistente.

"E' tutto ok" disse con calma il leader "ci hanno chiesto questo, mi hanno assicurato che le forze di polizia hanno l'ordine di lasciarci passare e agire solo quando avranno il segnale, ossia quando saremo di ritorno AirOl. Semplice."

"Se lo dici tu..." poco convinto, Alaric si portò l'arma più vicina e strinse i denti.

"Ne riparleremo allo Chateau. Ora andate", portandosi una sigaretta alle labbra senza ancora accenderla.
Se Jd non avesse saputo che non era una normale sigaretta ma qualcosa creata dal Dottor David, avrebbe avuto da ridire. Per il loro lavoro erano un cancro ai polmoni già dall'inizio, ma non era questo il caso. Sapeva solo che non erano nocive come quelle comuni o quelle elettriche vaporizzanti. Ritenute dannose da anni per le composizioni liquide troppo simili a quelle classiche. Ma quelle erano diverse, doveva chiedere in seguito informazioni, si disse. Sapeva che molti uomini ancora fumavano le classiche o quelle vapo e a volte si notava dalla voce o respiro troppo profondo dopo l'addestramento mensile, invece di eliminarle le usavano per scaricare i nervi.

"Quali nervi, poi...?" si chiese guardando di sfuggita le file vicino a lui. Una volta fumava, poi aveva smesso dopo un ricovero in ospedale allo Chateau perchè lo faceva stare peggio. E ne era contento adesso, anche ancora adesso dopo tanto tempo, l'istinto di rigirarsi una sigaretta immaginaria gli era rimasto e se ne accorgeva solo perchè gli altri lo fissavano ridendo. E il pensiero di quali nervi facessero, proprio loro, non lo capiva.

"Andate... "

All'ordine del Leader scattarono tutti in formazione, ogni gruppo si preparò e si avviò da direzioni diverse. Jd come il resto del gruppo originario era a capo e condusse gli uomini per i metri mancanti fin all'esterno del municipio che era situato vicino a un piccolo parco verde di fronte  e una piazza usata perlopiù per arrivo e partenza dei mezzi pubblici elettrici a lato. Una volta si chiamavano autobus, si disse, ed erano un arancione orribile. Adesso erano automatizzati e di due categorie. Uno elettrico senza pilota che seguiva una linea a terra elettrica a vernice e su quella si muoveva, era usato per le prenotazioni dei cittadini dalle loro case o altri posti, mentre quelli pubblici in generale erano monitorati e gudati da varie telecamere da personale umano, ma aveva funzioni ripetitive indipendentemente se cèrano persone o meno. NOn vide la vernice da nessuna parte che attivava il mezzo, quindi non passavano da lì quelli, che sono a volte confusi con i vecchi taxi.

Intravide la polizia all'esterno disposta distante dal cerchio che avevano fatto sulla zona. C'erano urla e sporadici spari, ma il tutto avveniva all'interno.

"J, qui A. Quella breccia che hanno creato è pulita, stiamo entrando. Anche L è entrato, dalle finestre a ovest, tanto erano già devastate. Mancate voi, senza di voi non possiamo fare rastrellamento. Procedi e indica la posizione".

"Si, qui J. Ci stiamo avvicinando all'entrata, nessuno."

Jd si voltò verso i due uomini con lui. Pensava fossero troppo pochi ma a lui era destinata la missione principale, recuperare i due soggetti mentre gli altri erano di copertura e fare pulizia in caso di problemi".

"Andiamo, Dame con me. Pip tu vai da retroguardia. Dieci passi. Gairdaci le spalle."

Pip restò fermo dopo aver dato l'ok, Dame seguì Jd fino all'entrata principale.

" J la polizia qui non fa niente ma ci tengono d'occhio. Sicuro che non faranno niente vedendoci entrare?"

"Confida nel leader, gli dissi" e dal silenzio sapeva che era così. Tutti si fidavano del Leader.

Jd e Dame entrarono nell'atro, un quadrato ampio con delle colonne a dividere l'ambiente. Alla sua sinistra una parte era crollata, la zona dove avevano aperto una breccia e vide sulla scala di marmo più avanti, alla balaustra del piano superiore uno dei gruppi che li guardava e facevano segnalazione. Procedevano.

"Dame, proseguiamo di sotto. Loro sono di sopra, se trovano anche uno dei due ci avvisano, noi cerchiamo sotto."  poi attivando il collegamento chiamò il Leader.

"Qui J, posso sapere se ci sono informazioni sulla posizione dei soggetti?"

"Qui Alpha, negativo. Sappiamo che hanno preso l'edificio e parte del personale per accedere a delle informazioni, non sappiamo ancora quali ne dove si trovano. E' certo però ci sono due uffici importanti per loro, anagrafe e  uno sezione catastale. Un impiegato ha fatto una telefonata cercando di nascondersi, dicendo che volevano informazioni da questi uffici ma poi la comunicazione è stata troncata. Niente altro. So per certo però mi è stato segnalata l'ubicazione degli uffici. Uffici catastali al pianterreno, hanno una stanza adibita alla catalogazione e conservazioni delle visure catastali e mappe per i beni architettonici. Ufficio anagrafe e di stato civile, primo piano, terza porta zona ovest.  Indicami la posizione":

"Atrio, seconda colonna verso destra, stavamo controllando dopo la prima squadra il pianterreno. Richiedo ordini".

"procedi, A ha riferito di controllare con l'altra squadra il primo piano, dove partono ancora sparatorie. Riferisce di aver steso tre soggetti nel corridoio. Raggiungi l'ufficio catasti"

"Ricevuto" Poi di voltò verso Dame "Proseguiamo agli uffici qui sotto. Loro si occupano di quello sopra. Pip cambio di programma. Tu resta qui, noi controlliamopiù avanti. Sii la boa per noi" mentre quello acconsetiva.

"Ok, ma quanto è grande questo posto?" chiese Dame.

"So è che è alto più di tre metri d'altezza a piano, anche a causa degli alti soffitti, come vedi" alzando gli occhi verso il soffitto a vela suddiviso dalle colonne "e comunque non so la dimenzione esatta. Ma l'hai vista da fuori, fattene un'idea"

"Va bene... qui però è parecchio silenzioso a parte i ragazzi sopra. Perchè?"

Jd si fermò ad un angolo, guardò brevemente il compagno e poi usò lo spiecchietto per osservare il corridorio. largo una persona e mezza, contava tre porte da un lato, il sinistro, quattro a destra e una alla fine di fronte. Un'ombra passò da una delle porte, fugace ma cèra.

"Prendi il termoscanner, cè qualcuno".

"Prenderà con queste mura così antiche e spesse?" estrando l'oggetto, un quadrato poco meno grande di uno smartphone con una bacchetta allungabile dietro.

"Certo, dovrebbe"

Ne era sicuro, allo Chateau funzionava. NOn doveva essere diverso dal tipo di costruzione dove si trovava, pensò.

Dame lo puntò e iniziò a osservare la situazione.

"Ci sono delle figure, vedo che un paio stanno quasi volando..." rise leggermente "deve esserci una scala, corrono veloci.

"Sanno che siamo qui..." poggiò un dito all'orecchio "Qui J, Alpha mi confermi che cè una seconda scala nella zona posteriore dell'ediificio?"

"Alpha, confermo, meno grande ed elaborata di quella dell'atrio, di servizio, porta ai piani superiori. Avviso anche che le stanze posteriori presentano collegamenti tra loro, oltre le porte verso il corridoio."

"Ricevuto" poi si voltò verso il compagno "scala più piccola, stanze comunicanti alla fine,n on cè solo il corridoio"

Un urla e delle imprecazioni si levarono dal fondo.

"non veniva da su. Cè qualcuno" disse Dame.

"Procediamo" incitò Jd.

Avanzarono, le prime due stanze avevano dei cecchini di vedetta, che fecero fuori una con un gas stordente e una con un colpo secco in testa.

"bel colpo, sei sempre il migliore cecchino, amico" rise Dame mentre avanzava cauto verso le altre porte "Quello l'ho sistemato con il gas, non abbiamo neanche bisogno di chiudere la porta"

Jd si voltò di nuovo verso l'altro. Avevano una divisa che sembrava pelle ma era un materiale che Brayden chiamava solo "strafigo" senza mai ricordare il nome. Guanti speciali e caschi li proteggevano sia per gas e varie sostante che per restare nascosti. Il casco sembrava un tipo di maschera a gas totale con vetri allungati  e senza filtro esterno. Erano interni come l'apparecchiatura di comunicazione. La zona dell'orecchio presentava una attivazione a pressione come aveva fatto, dove sceglieva il canale. Sorrise anche lui al ricordo che Brayden la prima volta che ebbero quel nuovo casco correva per il dormitorio con quello indosso e la nuova divisa urlando che gli alieni erano tra loro. E anche la punizione del Leader, prendere in consegna la sera gli stivali di tutti e dargli una ripulita. Ancora ricordava le lamentele dell'amico per la puzza e l'aver finito all'alba. Non erano affatto pochi eppure era riuscito a pulirli tutti e pure deodorarli in una notte intera. E dovette pure seguire l'addestramento senza dormire fino a fine giornata.

"J, qui cè una porta che da verso le altre. Deve essere comunicante"

Jd si portò verso l'altra e osservò "anche qui".

"Quanto cazzo è grande e collegato questo posto? Siamo in due, cazzo."

"Lo so, li senti i ragazzi su? Stanno pulendo, nel caso chiederemo rinforzi."

"Spiegami questa situazione, perchè Noi dovremmo prendere questi tizi in queste condizioni"

Tuttavia Jd non potè rispondere perchè altre urla giunsero dal fondo. proseguirono veloci per un'altra serie di porte ma nessuno.

"Perchè non cè nessuno, cazzo" urlò al microfno Dame e Jd ringraziò che i caschi isolavano anche per l'esterno. Stavano giungendo alla scala a sinistra, adesso visibile che precedeva la porta di fronte. Vedeva anche una libreria a vetri dopo la scala e prima della porta.

Un colpo schizzò verso il muro di fianco a Jd e si accovacciò pronto a sparare.

"Chi siete, parola d'ordine"

Jd e Dame si voltarono verso l'altro, anche se di fatto vedevano solo una fisionomia sfocata. Era possibile con attenzione vedere vagamente la zona degli occhi ma finiva lì, ma sapevano di fissarsi negli occhi. La voce proveniva dalla penultima porta, quella a destra e prima della porta di fronte. La porta era chiusa mentre quella da dove veniva la voce era aperta, come le altre.

"PAROLA D'ORDINE!"

"..." i due restarono fermi.

"So che siete lì stronzi, e so che ci sono anche sopra. Abbiamo degli ostaggi, se non volete che muoiano fatevi vedere allontanando le armi. O spariamo"

"J,  che facciamo, chiamiamo i rinforzi?"

Ma prima di rispondere all'amico un rumore di scarponi li sorprese alle spalle.

"Cazzo i collegamenti del..." urlò Dame girandosi e sparando al tizio che stava mirando.

Jd si spostò di lato verso la stanza vicina e restò sulla soglia mirando con l'arma.

"Era solo? Solo Questo?" sbraitò nel panico Dame.

"D, calma. Respira a fondo e torna concentrato."

"Cazzo, J. Ci stava alle spalle. Era dietro! QUanti ce ne sono? In due come facciamo a controllare tutte le stanze collegate?

Uno scricchiolio e Jd si voltò, venendo preso in pieno al fianco sinitro e volando per un metro all'indietro, finendo nel corridoio. Aveva scordato di controllare la porta comunicante.  Dame sparò come copertura mentre ai suoi piedi l'amico era ancora disteso.

"Uno giù" urlò ma un altro seguiva e sparò a Jd di nuovo, questa volta al casco. "Crepa!" urlò Dame eliminando anche questo.

"J, è tutto ok? Cazzo, siamo in una trappola. Stai bene?" agitandosi e puntando intorno a sè in cerca di bersagli.

"Si... credo..." cercando di rialzarsi.

Tutto taceva, anche se si sentiva un lieve vocio smepre dal fondo. E rumori.

"ero sicuro di aver sentito degli spari cazzo, dai J... alzati"

Jd cercò con difficoltà di rimettersi almeno a sedere, il casco ticchettava a ogni movimento perchè rotto in un punto con pezzi penzolanti. Jd sembrava in difficoltà nei movimenti e Dame si voltò veloce verso di lui.

"Il casco...come hanno fatto? Di solito resiste a più colpi. Stai bene?"

Jd aveva la parte sinistra non a pezzi ma quasi, un buco frastagliato metteva a nudo la mascella, dei fili tenevano come potevano dei pezzi non ancora caduti, varie crepe colpivano i vetri e parte del casco, ma peggio nei vetri. E peggio quella che loro chiamavano "divisa" ma che altri avrebbero chiamato tuta, aveva squarci e brandelli svolazzanti.

"Come diavolo... non è possibile, di solito non..."

"Sono le Oliver Twist..."

Dame perse concentrazione e tornò con lo sguardo verso Jd, proiettili ad Azoturo di piombo e lame, una versione peggiore dei Devastator. Ma arrivare a fare questi danni al nostro equipaggiamento, pensò? E se hano queste armi, miragliette e armi non moderne, come potevano sparare quei distruttori?

Due soggetti giunsero dalla penultima porta a destra e li puntarono, gridando loro di buttare di lato le armi e alzare le mani.

"Avanti, stronzi. Anche con voi come ostaggi riusciremo. Avanti, avanti!"
incitò uno coperto dall'altro.

I due amici restarono zitti e fermi, anche se Jd ansimava parecchio e mugolava di dolore.
Un colpo di arma da fuoco. I membri della cellula si bloccarono rigidi, quello di copertura si voltò ma tutto taceva. Poi alcuni rumori profondi

"Che succede? Noah! Cosa succede?" urlò quello che li puntava all'altro.

Dame cercò di approfittare dello sguardo dell'uomo puntato verso l'altro spaventato, ma questi tornò a puntare e urlò di fermarsi e che li voleva vivi per ottenere cosa volevano. Dame dovette allontanare l'arma, sapeva che non si poteva fare ma pensava prima a Jd.

"Eh, Car..." ma l'uomo di copertura che si era voltato verso l'altro fece un balzo come se qualcosa lo spingesse dal centro delle  spalle e finì a terra ai piedi dell'altro. Questi si voltò ma non vide nessuno. Uno sparo, potente gli risuonava nelle orecchie, fucile a pallettoni, pensò. Era l'arma di Dominic?

Niente, si voltava con l'arma puntata per ogni porta, poi un rumore lo riportò con gli occhi e l'arma verso la porta da cui erano venuti e avevano sparato all'amico. Fece un passo titubante verso quella direzione, poi un gemito di Jd lo riportò agli uomini armati e li osservò. E poi strabuzzò gli occhi, gli divennero enormi e li rovesciò.

Dame restò sconvolto dal momento in cui vide quella figura spuntare alle spalle del tizio.  Giungeva non da dove avevano sparato all'altro ma dalla stanza di fronte. Jd al suo fianco ansimava parecchio e gli posò un braccio sulla spalla, dame cercò di  richiamarlo e tenendolo stretto con le mani sulle spalle.
"Tutto ok, J?, Ehi..."

Jd voltò come poteva il corpo e poi la testa verso la figura che giaceva a terra con occhi così fuori dalle orbite da far paura. Un coltello da caccia spuntava dalla sua nuca, creando una fontanella che stava inzuppando il collo. Alzò la testa e vide una persona che allungava una mano e tirava con forza il coltello, che uscì con un rumore da far vomitare. Un fucile a canne doppie era rivolto verso di loro che puntellava il bacino, il piede ancora sulla schiena del morto per tirare fuori il coltello.

E due occhi grandi e profondi che li fissavano, una ragazza.






   
 
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