Il giovane dalla chioma ametista entra nella stanza dove, da ormai diverso tempo, un ragazzo molto più giovane è seduto su una sedia. Rimane accanto alla finestra e stringe tra le braccia una bambola dalla chioma azzurra: la bambola di Sloth. Ed il nome del giovane è Leo Glassred, figlio di Allen e di Lucrezia. Il ragazzo mantiene lo sguardo fisso e come se non avesse nemmeno notato che qualcuno è entrato nella stanza. Colui che è entrato lo guarda con i suoi splendidi occhi ora di colore ametista, che incontrano immediatamente l'azzurro oceano di quelli del giovane. " Leo... ". Mormora solamente il ragazzo dalla chioma ametista. Si avvicina al biondo per poi inginocchiarsi di fronte a lui, ponendogli una mano sul viso. " Lei, figlio mio... ". Continua. Il più giovane punta lo sguardo in quello dell'altro, stringendo a sè la bambola con una certa forza. " Quanto dolore... ". Conclude il più grande. Il ragazzo dalla chioma bionda pare percepire ciò che gli dice colui che si rivela essere suo padre e, di li a poco pone una mano su quello di lui senza tuttavia proferire un singolo verbo. " Perdonami, la colpa è solo mia. Avrei dovuto proteggerti: sei il sangue del mio sangue... ". Il ragazzo stringe maggiormente la mano del padre come se fosse alla ricerca di un maggior contatto con lui. Di riflesso Allen pare percepire la richiesta del figlio anche se questi non parla, così non toglie la mano dal suo viso. " Sono qui. Tuo padre è qui, figlio mio. Qualsiasi cosa succeda, sappi che non sarai mai solo ". Come prevedeva, Leo non ha alcuna reazione: si limita semplicemente a puntare ancora una volta lo sguardo in quello di Allen. Lui pare quasi esitare qualche istante poi, di lì a poco si avvicina al viso del figlio per poi dargli un bacio sulla guancia. " Ti voglio bene, figlio mio ". Mormora, per poi ritirare lentamente la mano e rialzarsi, dandogli le spalle per poi uscire dalla stanza. Proprio in quel momento tuttavia, Leo muove una mano.

" Pa... pà... ". Sussurra solamente come se, per un solo istante, l'umano Leo avesse prevalso su Sloth.

Nello stesso istante una donna dalla chioma rossa raggiunge Allen, ponendogli una mano sulla spalla. " Allen... ". Fa semplicemente mentre lui, accorgendosi di chi è, da prima sussulta per poi rilassarsi.

" Lucrezia, sei tu ". Mormora semplicemente. " Mi dispiace. Sai, so che non dovrei, ma... ma... insomma, lui è nostro figlio! Non posso restare... ". La donna gli si avvicina per poi mettersi in punta dei piedi. Prende il viso dell'ex marito tra le mani, i loro sguardi si incontrano.

" Tu sei un padre meraviglioso, ed anche Leo lo sa questo. Non sentirti responsabile: nascere come Accidia era semplicemente il suo... ". Esita un momento per poi tornare risoluta, di lì a pochi istanti. " Era semplicemente il suo destino ". Gli fa coraggio nonostante anche ella stessa si senta responsabile, per non aver protetto il figlio. Ma certamente, ad Allen non può mostrare questo suo lato debole. Si avvicina al viso di lui pensando che forse, per una volta potrebbe agire d'istinto: le loro labbra si sfiorano, quasi cercandosi. La rossa vorrebbe proseguire, ma non lo fa: si sposta in ultimo, dando un bacio sulla guancia ad Allen. " Buonanotte, Allen ". Mormora solamente la donna. Lui rimane un pò sorpreso: porta una mano alla guancia mentre la donna si allontana.

" Buonanotte, Lucrezia... ". Sussurra solamente l'incarnazione di Lussuria: cos'è il sentimento che ha sentito provenire da Lucrezia? Può essere una sola cosa: amore. E' evidente che la sua ex moglie lo ama ancora.

Allen lo sapeva, lo sapeva sin dal principio: suo figlio sarebbe stato l'incarnazione di Accidia, l'ultimo peccato mancante. Ma non è più così sicuro di volere che leo prenda aprte alla battaglia, ed i sentimenti dell'umano Allen prevalgono su quelli di Lust.