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Autore: Els_chan    20/06/2020    2 recensioni
Respirava, respirava profondamente Viola.
Ogni suo respiro le riempiva i polmoni, ma non si sentiva mai carica di ossigeno.
Ogni sua inspirazione la mandava in apnea, come se si trovasse sott'acqua.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Respiro

Respirava, respirava profondamente Viola.
Ogni suo respiro le riempiva i polmoni, ma non si sentiva mai carica di ossigeno.
Ogni sua inspirazione la mandava in apnea, come se si trovasse sott'acqua.
Si sentiva il petto sprofondare, schiacciarsi sotto una grande pressione, implodere come se si
trovasse in fondo ad un abisso.
Le doleva il torace. Le bruciava, infiammato.
Poi, come era iniziato, finiva lasciandola attonita per qualche secondo.
Viola allora si alzava e riprendeva le sue attività, dimenticandosene.
Tornava, però, quella sensazione ed ogni volta faceva più male della precedente, la lasciava
stordita con le lacrime agli occhi.
Succedeva soprattutto la sera, nel letto, quando le macerie della giornata iniziavano a pesare
sopra il suo debole, forte cuore.
Tutto si accumulava, si sommava, ogni piccola cosa di notte, col buio, si amalgamava alle altre
formando un enorme massa che si stabiliva nella sua psiche.
Si chiedeva cosa non andasse in lei, cosa ci fosse di sbagliato.
Si agitava, fra le coperte, si muoveva in preda alle fitte.
Il respiro corto, il cervello sul punto di esplodere, gli arti paralizzati.
Nella testa, miriade di pensieri scorrevano invadendole i sensi e le emozioni, turbando la quiete
della stanza.
Il capo stretto fra le mani, chiedeva pietà, una pietà che Viola non poteva nemmeno concedersi.
L'aria si riempiva di gemiti sofferenti, di singhiozzi mal trattenuti, di lamenti angoscianti fino a
che, satura di essi, non diveniva insopportabile per Viola stessa.
Ci provava, a calmarsi, ma ogni cosa che faceva risultava inutile.
Non era un dolore fisico, lo sapeva anche lei, ma derivava dalla sua mente e dal suo spirito.
Pensava di stare bene, di non avere grossi problemi, ma tutte le volte che stava male ogni
certezza crollava come un castello fatto di carte sfiorato da un leggero alito di vento.
Non voleva far preoccupare nessuno e, per questo motivo, si ripeteva che non era nulla, che
poteva superarlo. Che era tutta immaginazione.
Oh, Viola, lo sai anche tu che prima o poi torna.
E, così, il giorno seguente ancora dolore.
Non passa mai, vero Viola?
Iniziava a spaventarsi, forse non era normale tutto quello, ma non poteva rivelarlo agli altri, non
voleva che si preoccupassero per qualcosa che non esisteva.
Per lei ogni suo sintomo era una fandonia creata dalla sua mente.
Soffriva, però, nonostante tutto ciò che si ripeteva, nonostante non credesse in quello che
provava, nonostante non volesse l'aiuto degli altri.
Quella volta le successe in mezzo ad altre persone.
Si strinse forte il petto iniziando ad ansimare, le lacrime che si accumulano agli angoli degli occhi
lucidi.
"Non qui, per favore" si disse cercando di mantenere la calma.
La testa iniziò a pulsarle e, senza volerlo, si ritrovò in ginocchio, come se pregasse per avere una
tregua.
Le si avvicinò qualcuno che non riconobbe, forse perché non lo aveva mai conosciuto.
Il ragazzo allungò il braccio per aiutarla a rialzarsi.
Di nuovo in piedi, Viola inspirò e la mente le si schiarì.
Eri sempre occupata a non far preoccupare le altre persone, Viola.
Dicevi sempre di stare bene e che non avevi bisogno di aiuto.
Nel frattempo, però, ti stavi distruggendo da sola senza accorgertene.
L'aria non riusciva a riempire i tuoi polmoni e la tua testa si offuscava.
Ora, invece, puoi rivedere la luce.
Dovevi solo allungare la mano per poter tornare a respirare anche tu.
   
 
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