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Autore: Slane999a    21/06/2020    0 recensioni
Un mondo vasto popolato da creature magiche e dalla tecnologia. Ma all’ombra di queste grandi città si nascondono spettri di persone avide, pronte a tutto per saziare i loro desideri, che siano egoistici o meno. Ma che mondo sarebbe senza la ricerca di potere? Un’antica razza magica ha questo potere. La domanda è bisogna collaborare con loro o domarli… Lo scoprirete tra queste semplici righe.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Il nostro mondo è popolato da creatura magiche grifoni, orchi, draghi, uomini lucertola. Il nostro è un mondo fantastico e pericoloso, per questo abbiamo dovuto ideare le macchine, ci proteggono. Nel passato perdere un braccio era la fine ora può essere sostituito da un braccio meccanico senza problemi. Ma ciò nonostante una specie era rimasta sconosciuta a tutti. Quando la trovai mi stupì, non conoscevano la tecnologia. Combattevano con archi e coltelli ma sapevano usare la magia come nessun altro. Davanti a ciò chiesi il loro nome… Loro erano”
<< Nonna, la cena è pronta. >> chiamò qualcuno. La signora anziana mollò il libro che stava leggendo.
<< Lux. Quante volte ti ho detto che non devi disturbarmi durante la lettura? >> sì girò incrociando un ragazzo dai capelli rossi e gli occhi gialli. Indossava una semplice camicia che mascheravano appena i suoi muscoli.
<< Scusa nonna, ma la cena è pronta e la mamma mi ha detto di chiamarti >> l’anziana digrignò i denti.
<< Se è una zuppa passo, quella brodaglia schifosa di mia nuora Ho ancora il mal di pancia. >> Lux sospirò.
<< Non fare storie dai. >> sì avvicinò lentamente e notò il libro a terra.
<< Le cronache di Albeo Valten. >> con una mano afferrò il libro sfogliando le varie pagine. Gli occhi erano fissi e non staccava lo sguardo neanche per un secondo.
<< Però non pensavo di leggere qualcosa del nonno. >> la vecchia riuscì ad alzarsi.
<< Tuo nonno era un uomo fantastico. Sapeva corteggiare bene le ragazze, le sapeva toccare… >> gettò il libro a terra e corse fuori dalla stanza. Corse verso la cucina.
<< Non chiamerò più la nonna. >> dalla porta della cucina affacciò una giovane donna dai capelli rossi e orecchie a punta.
<< Si è di nuovo messa a raccontare le sue avventure sessuali? >> trattenendo un conato di vomito annuì.
<< La solita. Va bene allora vai da papà sì trova dal capo villaggio. >>
<< Lo farò mamma. >> puntò lo sguardo in basso.
<< Il mio piccolo elfo. >> gli triò le guance. Massaggiandosi la guancia andò verso il capo villaggio. Uscendo di casa portò lo sguardo al mondo esterno. Le case erano fatte di assi e chiodi e la gente vestita con maglie semplici nulla di troppo sgargiante, fatta eccezione per un uomo. Grasso e barbuto, con un braccio meccanico tutto d’oro al lato destro. Portava degli occhialoni sopra la testa e uno stocco alla vita.
<< Lux! >> strillò quell’uomo. Il povero elfo era abituato alle grida di quell’uomo sempre e comunque. Cercando di sorridere disse:
<< Bolg, che succede problemi con il treno? >> Bolg rise in modo goffo gonfiando la pancia.
<< No ragazzo. Ho una proposta per te, tra un paio di giorni il treno sarà completo e finalmente il villaggio sarà in contatto con la mia città. >>
<< Buon per te. >> sorrise lui.
<< Che ne diresti di venire con me? >> Lux sbarrò gli occhi.
<< Stai scherzando? >> Bolg scosse la testa.
<< Assolutamente no. Ti voglio portare a vedere il mondo esterno, sappiamo benissimo che tuo padre non ti farà andare da solo. >> non distolse lo sguardo dall’uomo mentre le sue labbra sforzavano un sorriso.
<< Io… Dammi tempo per pensarci. >> l’uomo perse il suo sorriso e gli occhi divennero minacciosi.
<< Lux, io non sono un elfo e non ho tutto il tempo del mondo. Ti do due giorni. >> Bolg svanì nella folla di altri elfi. “Solo due giorni per prendere una decisione del genere, certo che gli umani fanno tutto di fretta” sì grattò la nuca mentre cercava di ragionare senza successo.
<< Due giorni è impossibile. Basti pensare a ciò che dirà papà. >>
<< Lux! >> chiamò qualcuno. Il suo corpo sì irrigidì conosceva bene quella voce.
<< Papà, che succede? >> davanti ai suoi occhi comparve un uomo simile a lui ma molto più anziano.
<< Sono appena stato dal capo villaggio, forza seguimi e parliamone. >>
<< Allora, sapevi che il nostro capo è pro-umani? >> chinò la testa. Certo che lo sapeva aveva anche chiesto il suo aiuto per l’integrazione degli umani.
<< No. >>
<< E non è l’unica cosa. Già ero contrario al treno, ma adesso vuole installare anche tecnologie umane >>
<< Incredibile questo potrebbe risolvere un sacco di problemi. >> il padre portò la bocca verso il basso.
<< Figliolo, devi capire la situazione. Gli umani, come quel Bolg, si prendono le nostre donne, le nostre conoscenze ma non avranno mai i nostri figli, per insegnargli le loro porcherie umane. >> digrignò i denti e giunsero a casa.
<< Alia, sono a casa. >> la donna uscì dalla cucina.
<< Ecco i miei due elfi, venite a tavola dai. >> al tavolo c’era già la nonna che continuava a farneticare cose sul nonno.
<< Vedo che hai fatto la zuppa. >> la vecchia cercò in tutti i modi di trattenere il vomito con lo sguardo su quella brodaglia.
<< Te lo dicò io è veleno. >> strillò la vecchia.
<< Mamma, ti prego siamo a tavola smetti di insultare mia moglie. >> la vecchia alzò il dito rugoso.
<< Dovevi sposare… >>
<< Si lo so, volevi che sposassi Li, ma non l’ho fatto ora smettiamo di pensarci. >> ormai la vecchia divenne muta però era possibile scorgere il desiderio ardente di aprir bocca. Lux continuava a mescolare il pasto.
<< Che succede non mangi il tuo veleno? >> sussurrò la vecchia. Staccò gli occhi dal pasto per guardare la nonna.
<< Nulla di che nonna. >> lei gli regalò una smorfia e lo prese per il braccio.
<< Io e Lux andiamo nella mia stanza, niente più veleno! >> appena furono lontani dagli sguardi la nonna frugò tra i suoi cassetti.
<< Hai lo stesso sguardo di tuo nonno quando volle partire >> Lux avvicinò la mano alla spalla della nonna.
<< Questo cosa c’entra? >> lei fermò le braccia e si girò di scatto.
<< Questo >> gli occhi guizzarono nelle sue mani rugose. Davanti a ciò balbettò parecchio.
<< Che cosa è? >> la nonna mostrò il più raggiante dei sorrisi.
<< Lasciami spiegare >>
   
 
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