Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: justasimplename    21/06/2020    3 recensioni
Allegra è innamorata da tutta la vita di Brando, il ragazzo silenzioso ed un po' asociale che abita nel palazzo davanti al suo. Quando sembra metterci definitivamente una pietra sopra, il destino la sorprende, perché quando meno ce lo aspettiamo, arriva qualcosa di unico ed inatteso.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prologo
 
Mi sporgo dalla finestra ed osservo la vetrata del palazzo di fronte al mio. Alle sette e quarantadue, Brando cammina sempre a passo molto lento per le scale, raggiunge il portone, prende la bicicletta e sfreccia via per le strade di Roma, in mezzo al traffico, ma con una leggerezza e tranquillità disarmante. Sono le sette e quarantuno, aspetto ancora qualche secondo prima di schizzare verso l’ingresso, afferrare lo zaino, salutare mamma e scendere di corsa per trovarmi casualmente accanto alla sua bicicletta.

Sono tre giorni che non ci riesco. Ieri il vicino di casa mi ha fermato per le scale per lamentarsi perché sbatto con troppa forza la porta. Il giorno prima sono inciampata sul cagnolino della signora all’ultimo piano ed ho dovuto fargli una decina di carezze per tranquillizzare la padrona.

Oggi nessuno potrà fermarmi.

Scatta il minuto fatidico e corro verso la porta.

«Torni a casa per pranzo? C’è pasta e lenticchie di ieri!» Esclama dalla cucina mamma, con la voce impastata dal sonno.

«Non lo so, ciao!»

«Non puoi fare come ti pare, lo sai!» Urla lei mentre sbatto la porta. Inizio a correre. Non so l’ultima volta che io abbia corso così velocemente. Forse è stata qualche anno fa, quando stavamo perdendo l’autobus per andare al mare ed il successivo sarebbe passato un’ora più tardi. Mamma odia prendere la macchina, quindi fa di tutto pur di trascinarmi in camminate sotto il sole a mezzogiorno oppure chilometri in bicicletta con il rischio di finire sotto una macchina e rimanervi.

Apro il portone con una forza inaudita ed all’improvviso vedo Brando lì, davanti al suo portone, mentre monta sulla sua bicicletta e mi sfreccia davanti. Corro a prendere la mia e cerco di raggiungerlo, ma niente, come al solito se ne va per le sue. Affannata, pedalo velocemente fino al semaforo, dove grazie al cielo lo trovo fermo. Si gira appena e mi dice: «Non ce l’hai fatta neanche questa mattina.»

«Non mi hai aspettato! Io ero puntualissima!» Mi giustifico, ma non si gira neanche a guardarmi. Appena il semaforo diventa verde, inizia a pedalare celermente verso il marciapiede ed io dietro di lui. Gli faccio un sacco di domande, gli chiedo a che punto del programma sono arrivati in italiano, in latino, in greco, in matematica, in scienze e risponde come al solito con versi monosillabici.

«Sono indietrissimo in latino, devo fare anche Cicerone e il professore comincerà ad interrogare a breve…» Faccio un po’ la civetta, cerco di attirare la sua attenzione ed un suo “Dai, ti posso aiutare io!”, ma Brando non capta minimamente i miei segni di fumo. Forse non sono abbastanza esplicita ed i miei segnali di fumo non riescono neanche a sollevarsi di un metro, forse non si vedono bene. Poi lo osservo, mentre guarda dritto a sé assorto in chissà quali pensieri. No, decisamente il problema non sono io.

«Hai interrogazioni questa settimana?» Gli domando con enfasi, dopo aver elencato i compiti in classe che mi aspettano. Scrolla le spalle ed annuisce, senza dare informazioni ulteriori.

«Non mi dici quali?» Domando, guardando più lui che la strada.

«Matematica. E scienze.» Dice con tono neutro.

«Che cosa state facendo di matematica? Potremmo studiare insieme!»

«No.» Mi dice con tono chiaro «Tu non studi. Perdi tempo.»

«Questo non è vero! Mi impegno tantissimo! Ti ricordi l’interrogazione dell’anno scorso…»

Mi guarda scettico per qualche millisecondo e le farfalle del mio stomaco iniziano a bollire. Sono così tante che potrei cucinarci otto piatti di pasta.

«Beh, non che le interrogazioni di quest’anno non siano andate bene…» Mi giustifico, ma… chi sto prendendo in giro? Studio poco e malvolentieri, quindi mi sembra normare avere la media bassa quanto i numeri che conoscono i bambini dell’asilo nido. Brando ha provato a darmi qualche ripetizioni di matematica lo scorso anno, ma alla fine si è arreso. Perdevo tempo, senza contare il fatto che appena lo ritrovo accanto a me sento l’inesorabile voglia di parlare, di raccontargli tutto, con quella solita voce nervosa ma decisa. E così, dopo poco, mi ha quasi cacciata via di casa, perché lui doveva studiare davvero.

«Prometto che non ti infastidirò!» Esclamo con tono supplichevole, poco dopo essere arrivati davanti all’istituto. Scende dalla bicicletta e fa qualcosa di inaspettato. Si gira verso di me e mi osserva. Non mi guarda con quel solito cronometro che segna appena i tre millisecondi. Mi osserva per cinque, sei, sette… il tempo scorre. I suoi grandi occhi scuri incontrano i miei per un periodo troppo lungo, così tanto da mettermi in imbarazzo. E con lui non sono mai in imbarazzo, sono spensierata, tranquilla, sorrido alla vita e soprattutto cerco sempre di riempire quei silenzi che si creano quando entrambi tacciamo. Eppure, in questo momento così speciale, non sento bisogno di parlare, non sento il desiderio di dire alcunché. Va bene stare così, a guardarci. Anche se i miei occhi non reggono quanto i suoi e li abbasso un po’ in imbarazzo, lui continua a tenere il suo sguardo su di me, con la sua solita espressione severa.

Poi vedo che fa un movimento quasi impercettibile. Mi poggia una mano sulla testa e mi scompiglia un po’ i capelli. Si abbassa un po’ verso di me e sussurra: «Il mio piano per farti recuperare nello studio è fallito tempo fa…»

E se ne va via come fa sempre, senza salutare per bene, senza dare segni di vita, semplicemente voltando le spalle e camminando con la solita nonchalance che lo caratterizza. Non faccio in tempo a chiedergli se ci vedremo dopo scuola per tornare insieme, perché la sua figura alta e slanciata è già sparita per le scale della scuola.

----------------------------------------

Salve a tutti! Questa è una piccola prova, ho da un bel po' in mente una storiella del genere e voglio vedere un po' come va. Aspetto i vostri commenti, fatemi sapere cosa vi è piaciuto, cosa no, se la coppia vi piace... Devo dire che il bel tenebroso mi ha sempre affascinato e finalmente ho l'opportunità di riprendere anche io il solito personaggio "clichè" per renderlo un po' diverso. Bacini a tutti!
M.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: justasimplename