Oltre la nebbia
Una
larga macchia di sangue nerastro si stava allargando sul pavimento.
Mammon si passò la crema sull'ematoma che aveva all'altezza
della guancia e sull’'occhio nero.
Infilò nuovamente il largo cappello e uscì dalla
stanza, un forte odore di fumo le pizzicò le narici.
Scese al piano di sotto, dirigendosi verso la porta. Del fumo proveniva
dal piano di sopra.
La donna aprì la porta e uscì, alzò lo
sguardo e sgranò gli occhi vedendo che il primo piano
dell'edificio era in fiamme.
Di fronte all'edificio stava Xanxus, gli occhi cremisi fissi sulle
fiamme e la casacca che ondeggiava alle sue spalle. Voltò
lentamente il capo verso di lei, scrutando il lungo vestito viola e il
largo cappello che la coprivano del tutto.
“Boss dei Vongola” esalò la donna.
Xanxus la raggiunse, le si fermò di fianco e
abbassò il capo per accostarlo all'orecchio della donna.
“Ucciderò chi ti ha fatto quei lividi,
Viper” disse, roco.
Scrollò le spalle facendo qualche passo oltre la donna, con
le labbra sporte in un broncio.
“E nessuno mi chiama in quel modo!”
ringhiò.
“Vi chiamerò Boss, se mi chiamerete
Mammon” lo pregò Viper.
Xanxus si voltò verso di lei facendo ondeggiare la casacca,
le iridi cremisi riflettevano le fiamme dell'edificio.
“Mammon” scandì.
Lasciò scivolare le mani all'interno della giacca nera,
sentendo le pistole sotto le dita.
“Potrai chiamarmi come ti pare, se mi dirai chi ti ha fatto
del male”.
“Niente che non mi sia cercata. Ho bisogno di
soldi” rispose la donna.
Xanxus le si piazzò davanti sulla strada, le fiamme alle sue
spalle accentuarono d'intensità brillando d'arancio con uno
scoppio che illuminò il cielo.
“C'è un solo tipo di persone che si cerca la
violenza: chi fa del male agli altri per primo”
dichiarò, duro.
Abbassò lo sguardo per guardare la donna che gli arrivava
poco sopra i fianchi, lasciò la presa su una delle pistole
per affondare la mano nella tasca.
“Vuoi soldi? Te ne darò io. Ma devi dirmi chi ti
ha fatto questo, e perché”.
“Ti darò i nomi, ma dovrai darmi un
lavoro” rispose la donna. La voce le tremava leggermente, una
vipera le era apparsa sul capo, arrotolata su se stessa, formava
un'aureola.
Xanxus si lasciò cadere pesantemente sul marciapiede di
fronte l'edificio, il fumo stava lentamente circondando anche i piani
inferiori e offuscava la visuale. Guardò la donna,
piegò il capo socchiudendo gli occhi cremisi.
“Hai ottenuto quei lividi con uno dei tuoi lavori?”
chiese, duro.
Mammon si sedette accanto a lui, accavallando le gambe.
“Questo succede quando non hai un protettore”
ammise piano.
Xanxus mugugnò, tirò fuori dalla tasca una
mazzetta di soldi annodati da un nastro nero e li porse alla donna.
“Questi sono per permettermi di essere il tuo
protettore” disse, atono.
Mammon li prese con le mani tremanti, una lacrima le rigò la
guancia, dove c'era un triangolo viola. Xanxus batté le
palpebre.
“Hai paura, Mammon?” chiese.
Arcuò la schiena in avanti, gli scricchiolii del piano in
fiamma risuonavano alle sue spalle.
“Ascolta, ci sono tre regole. Una, devi avere un'eccezione.
Qualcosa che non faresti mai, neanche per ordine. Due, devi essere
pronta a disobbedire se l'ordine potrebbe nuocermi. Tre, devi
protestare ogni volta che l'ordine è eccessivamente doloroso
o eccessivamente stupido”.
Sogghignò, piegando lentamente il capo, la coda di procione
che aveva tra i capelli scivolò lungo la sua spalla.
“Hai ancora paura, conoscendo le regole?”.
Mammon scosse vigorosamente il capo.
“Non ho paura. Sono abituata a nascondere i visi arrabbiati
degli altri con le mie illusioni. Nei combattimenti creo lava e morte,
ma per me sono paradisi. Mi chiedevo se tu sia una realtà
sicura. Se posso fidarmi” gli disse.
Xanxus infilò nuovamente la mano in tasca, ne trasse
un'altra mazzetta di banconote e la porse alla donna.
“Queste sono per mettermi alla prova, e dimostrarmi che mi
merito di essere considerato reale”.
“Mio marito era gentile e comprensivo con me. Mi consigliava
con quali vestiti era meglio non andare in giro. Esigeva rapporti
sfrenati dalle sue amanti. Mi teneva lontano da ogni decisione che
sforzasse la mia debole mente. Tu non sei gentile, ma sto meglio con
te” ammise Mammon.
Xanxus scrollò le spalle, si alzò dal marciapiede
e le porse la mano, le fiamme dell'edificio stavano diminuendo e il
fumo si stava diradando.
“Non sarò gentile, e non sarò
comprensivo. I miei ordini sono assoluti, tranne per le regole che ti
ho elencato prima” disse.
La guardò, socchiudendo gli occhi cremisi.
“Urlerò, e ti chiederò cose che ti
sembreranno impossibili. Pretenderò tu sappia scegliere, e
non accetterò dei semplici sì come risposta a
qualsiasi domanda” disse.
Sogghignò, mostrando i palmi delle mani.
“Però non ti farò mai del male.
Ucciderò chiunque oserà fartene, e chiunque mi
dirai di volere morto. Sarai completamente libera di farti picchiare,
se lo desideri, ma quelle persone moriranno, perché ora sei
sotto la mia protezione”.
Mammon gli sorrise.
“Agli ordini, boss” rispose.