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Autore: Loka 98    23/06/2020    2 recensioni
Emma Lyra, una ragazzina di 14 anni, sta attraversando una fase molto molto particolare della sua vita. Come la prenderanno i suoi genitori?
Emma Lyra è un personaggio che non mi appartiene, ma la considero comunque come una nipotina 🧡 ringrazio la sua creatrice Nao Yoshikawa per avermi dato il suo permesso per poter scrivere sul suo meraviglioso personaggio🧡 (per leggere questa storia, vi raccomando di leggere almeno l'ultimo capitolo di "you, me and her" sempre di Nao). Gio, questa la dedico a te🧡
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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El era sempre stata sveglia. Forse fin troppo.

Era stata una neonata molto difficile da gestire, molto attiva, vivace, curiosa ed intelligente. Crescendo, le cose non erano cambiate, anzi se possibile la sua curiosità era una qualità sempre più grande. Poneva sempre domande, imparava in fretta, era molto decisa in ogni cosa che faceva e non si perdeva mai d’animo.

Capiva ogni cosa ancora prima che accadesse. E cosa più importante, era sempre stata piena d’amore nei confronti dei suoi genitori. Li amava come loro amavano lei, e aveva sempre avuto l’abitudine di confidarsi con loro e di chiedere qualsiasi cosa senza vergogna o paura.

In particolare si sentiva a suo agio con Aziraphale, la parte più emotiva e materna della coppia. Papà Crowley era altrettanto dolce con la figlia, ma tendeva ad imbarazzarsi o ad innervosirsi più facilmente.

E in quel pomeriggio in effetti, era successo.

O meglio, non era la prima volta. Due anni prima, era successo un fatto alquanto imbarazzante che aveva scombussolato la povera El e i suoi due papà, in particolare Aziraphale, che l’aveva colta sul fatto mentre si concedeva un momento intimo.

El era così arrabbiata e imbarazzata che non aveva parlato con i suoi genitori per una settimana. Non veniva nemmeno a pranzo o a cena, e i suoi genitori avevano discusso a lungo di cosa fare: la soluzione migliore era non parlarne direttamente, magari aspettando che fosse lei a riprendere il discorso.

Forse per paura, o per vergogna, non fecero più riferimento all’avvenimento, e tutti e tre se ne dimenticarono.

O almeno, lo ignorarono.

El aveva da poco compiuto quattordici anni, era ormai nel mezzo di quella fase particolare della sua vita. 

Eppure, da piccola si era domandata come nascesse un bambino, e lo aveva fatto senza vergogna. Probabilmente la sua giovane età aveva ancora protetto la sua innocenza, inoltre, quei quesiti da parte di un bambino erano molto normali.

Aveva già posto quella domanda sei anni prima, e per quel momento le era andata bene una spiegazione alquanto semplice: grazie a delle cellule del papà e della mamma, o in quel caso, di papà e papà, il bambino cresce nella pancia, poi all’ospedale addormentano la mamma (o il papà in questo caso), fanno un taglietto, e tirano fuori il bambino.

Peccato che avesse omesso il 70% delle informazioni più rilevanti: il concepimento, e il parto naturale. Il parto cesareo è meno frequente, e l’angelo non era stato così preciso nei dettagli. Aveva raccontato quello che era successo a lui, alla fine El era nata grazie ad un taglio, gli aveva persino fatto vedere la cicatrice. Crowley aveva preferito non parlare, anche se era stato vicino a loro, con le braccia incrociate.

El non ne era rimasta disgustata, perché il padre le aveva spiegato che la cicatrice all’ospedale viene cucita, e che non si prova chissà quanto dolore...forse.

El avrebbe avuto il tempo per pensarci quando sarebbe diventata madre, se avesse voluto cimentarsi in questa esperienza. Quando aveva nove anni quella risposta le era andata a genio, ma in quel pomeriggio estivo…


Crowley e Aziraphale erano in giardino, e si stavano occupando di raccogliere qualche pomodoro dall’orticello che avevano preparato qualche mese prima.


Fa caldo oggi” aveva osservato il biondo, il quale indossava una semplice maglietta bianca.


Oh non so tu, ma io adoro questa temperatura” rispose il demone, che invece era a petto scoperto. “Non potrei stare meglio”


Lo credo, hai il sangue freddo tu, ci vivresti al caldo” osservò il marito asciugandosi il sudore. “Non so che darei per essere dentro casa mentre fuori nevica, a gustarmi una buona tazza di cioccolata mentre El ci legge un libro” rispose con sguardo sognante.


Per quanto ami El e le sue letture, preferisco godermi il caldo. Possiamo prenderci una piscina” disse mentre appoggiava l’ennesimo pomodoro in un cesto. “Accidenti, questo ha una macchia. Non dirmi che devo prendermela anche con loro!”


Non farlo, altrimenti i pomodori diventeranno sugo dalla paura” alzò un sopracciglio. “Ma l’idea della piscina non è male. Ad El piacerà sicuramente, oggi la accompagnerò in città per prenderle un costume nuovo!” esclamò soddisfatto Aziraphale.


Ma ne ha due nuovi dall’anno scorso, perché gliene vuoi comprare un altro?”


Oh...beh...vedi-” Si guardò attorno per assicurarsi che la figlia non fosse nelle vicinanze. “El sta crescendo anche in certe zone e" con le dita si puntò il petto "...non credo che quei costumi le stiano più. Sai cosa intendo...” sussurrò al marito.


Oh” esclamò il rosso. “Si capisco” annuì cercando di non pensarci.


Eh si. La nostra El sta cambiando”


Non farmici pensare” alzò le spalle.


Ah a proposito, hai comprato gli assorbenti al supermercato?”


Crowley si morse il labbro, ancora più imbarazzato. “Sì” annuì.


Quelli nella scatola verde, quelli con le ali?” si premurò l’angelo.


Si, quelli con le ali, Aziraphale non farmeli immaginare!” esclamò nervoso.


Dai, è perfettamente normale tesoro, è una ragazzina ormai. Non è più una bambina, ha bisogno di cose nuove, e sta cambiando” rispose placido il marito.


“Si. Ha iniziato a cambiare due anni fa, quando tu la beccasti a...non voglio nemmeno pensarci!” scosse la testa.


“Oh...giusto, quasi me ne ero dimenticato. Non ne abbiamo più parlato da quel giorno vero?”


“No. El era troppo immatura per parlarne, e francamente è meglio così” 


“Ma è giusto che sappia che cosa le sta succedendo, so che è stato imbarazzante...quella volta lo è stato per tutti, e figurati per me che l’ho scoperta”


“Se l’avessi scoperta io probabilmente mi sarebbe venuto un infarto” il demone era molto a disagio.


“Caro, dovresti essere più...aperto su certe discussioni. Ricordi cosa dicemmo quel giorno ad El? Puoi parlarci di quello che vuoi, ogni volta che vuoi. Noi siamo i suoi genitori, e dobbiamo sostenerla anche in queste cose, non solo quando ci fa comodo”


Lo so amore, scusami...ma non mi sento a mio agio a parlare di corpi che cambiano, di costumi che non stanno più e di assorbenti...sai che per quelle cose sei più bravo tu, sei tu che l’hai partorita”


L’altro rise. “Si, ma non uso assorbenti”


Eppure qualche vestito lo hai cambiato anche tu all'epoca. E anche in certe zone sei cresciuto” gli pizzicò amorevolmente il pettorale.


Ero incito Crowley, è normale che non entrassi più nei pantaloni e nelle camice che indossavo di solito”


"Mah" l'altro gli sorrise. “Eppure ti donava tanto quel pancione. Amavo coccolarlo mentre ti addormentavi e sapere che una volta lì dentro c’era la nostra El” sfiorò l’addome leggermente sporgente di Aziraphale, con fare nostalgico.


Piaceva anche a me tesoro...” sorrise, rincuorato. "Magari potremmo farne un altro" alzò le spalle scherzando. “Ma ora basta farsi prendere dai ricordi. Vado a farmi una doccia, e poi accompagno El in centro”


Vuoi che ti accompagni?”


Da quando tu ti interessi allo shopping?” gli chiese alzandosi dall’orto.


Intendevo nella doccia angelo” disse alzando le sopracciglia.


Aziraphale arrossì. “Continua con quei pomodori Crowley, e non mettergli paura” gli disse dandogli una pacca sulla spalla.


Dai angelo, perché non posso?” gli chiese prendendo un cesto vuoto per gli ortaggi.


Lo sai perché, El è in casa a studiare” disse levandosi il grembiule da giardino. “Ci vediamo dopo amore” lo baciò sulla guancia.


Ciao tesoro” lo salutò il rosso continuando il suo lavoro, non troppo deluso.


Passò qualche ora, e Crowley aveva fatto un buon lavoro. Era poi rientrato in casa per lavarsi, e aveva cominciato a lavorare alla piscina. Non l’avrebbe fatta molto grande, preferiva una cosa semplice per una famiglia di tre, e tanto per l’inverno l’avrebbero fatta sparire.

Erano quasi le cinque, e il sole brillava ancora alto, quando sentì i passi di Aziraphale e di El farsi più forti. Eccoli infatti, che stavano arrivando. Suo marito aveva in mano una busta con all’interno dei costumi da bagno, Aziraphale ne aveva presi due per la figlia e uno a testa per loro. Ma nessuno dei due sembrava molto felice.


Bentornati!” gli disse mentre faceva spazio in mezzo al giardino. “Allora, com’è andato lo shopping?”


Bene” disse El di fretta.


Qualcuno mi vuol dare un abbraccio? Tranquilli, mi sono fatto una doccia” disse allargando le braccia.


No grazie...” disse El allontanandosi dal papà. Quest’ultimo provò una stretta al cuore.


Ma…come El, non vuoi abbracciarmi?” chiese un po’ scosso. Ci pensò Aziraphale a rimediare.


Ti abbraccio io caro” gli disse portando le labbra al suo orecchio. “Trattieniti, El ci deve parlare” sussurrò impercettibilmente.


Parlare? E di che?” chiese ad alta voce il demone.


“Shhh! Crowley!” lo rimproverò l’altro. La loro figlia intanto aveva abbassato lo sguardo.


Dovrei...parlarvi di una cosa”


El...va tutto bene?” chiese il demone.


Io non voglio che vi arrabbiate...” disse un po’ agitata, portandosi le mani dietro la schiena.


Ma tesoro, io e papà non ci arrabbieremo” la rassicurò l’angelo. “Giusto Crowley?”


Arrabbiarci? Oh andiamo El, che cosa potrai aver mai fatto? Hai di nuovo graffiato la macchina?” Rise incrociando le braccia.


Ma la ragazzina non sembrava molto intenzionata a ridere.


Suvvia” intervenne Aziraphale. “Ora entriamo e ci mettiamo a parlare con un po’ di gelato davanti, che ne dici?”


El annuì con un piccolo sorriso.


Poco dopo, i tre erano sul divano, con in mano delle ciotole: Aziraphale aveva crema e caramello, Crowley cioccolato fondente e amarena, ed El aveva optato per nocciola e pistacchio.


Ora El, non preoccuparti” disse Aziraphale. “Io e papà siamo qui per te, sai che puoi sempre parlare con noi”


El si mise in bocca un cucchiaio di gelato e deglutì.


"Va bene…" sospirò. "Potete parlarmi di sesso?"


Un'amarena si fermò in gola a Crowley. Tossì imbarazzato ed incredulo, cercando di tirarla fuori, e dopo qualche tentativo ci riuscì.

Aziraphale era rimasto di pietra.


"C-cosa?" sussurrò spaventato.


El prese un respiro, ma ripeté la domanda.


"Io vorrei sapere...qualcosa di più sul sesso"


Crowley non credeva a quello che aveva appena sentito. Rimase immobile, con gli occhi serpentini sbarrati.


El...ma non...noi....” cercò di farfugliare l’angelo. La loro piccola, dolce, innocente El, era arrivata a fare quella fatidica domanda. “Pensavo che dopo quello che accadde due anni fa tu non...”


“Papà ti prego non ricordarmelo...ho già preso tanto coraggio per essere qui. Forse non avrei dovuto chiedere” anche lei cominciò ad agitarsi. Cominciò ad arrossire e a provare il desiderio di salire in camera. “Scusate, non avrei dovuto” disse abbassando lo sguardo.


L’angelo guardò il marito, che non aveva ancora parlato, e nemmeno cambiato espressione. Guardava El come se stesse guardando un fantasma.


Crowley, caro...tutto bene?” gli chiese, cercando di destarlo dal suo stupore.


Scusate…” sussurrò El, ora più imbarazzata che mai. “Sono stupida, non avrei dovuto chiederlo, i-io vado in camera mia” si alzò, appoggiò la ciotola di gelato al tavolino e cominciò a camminare.

Ma Crowley la afferrò per un braccio, delicatamente.


El…” disse serio. “Ti prego, siediti”


La ragazzina tremò. Cosa gli avrebbe detto? L’avrebbe rimproverata perché era ancora piccola e non avrebbe dovuto pensare a certe cose? L’avrebbe sgridata?


Si sedette, davanti ai suoi papà, cominciando a sentire il cuore accelerare dalla paura.


El. Guardami” gli chiese Crowley. L’angelo intanto, rimaneva a guardare, pronto a calmare il marito, non sapendo che reazione avrebbe potuto avere.


Caro, forse dovrei-”


Angelo…” gli disse guardandolo. “Non preoccuparti” E poi si rivolse ad El. “Emma Lyra...tu lo sai che ci puoi raccontare ogni cosa vero?”


El alzò lo sguardo, colpita da quel tono calmo del padre.


Io e il tuo papà forse non eravamo pronti...o meglio, io non ero pronto ad affrontare un argomento del genere. Non lo eravamo due anni fa e non lo eravamo oggi. Ci dispiace se abbiamo...violato la tua privacy quella volta, e abbiamo cercato di insistere a parlarti di certe cose, ma dovevamo. Siamo i tuoi genitori e abbiamo il dovere di crescerti nei migliori dei modi. Ma sappi che non ti devi sentire in colpa per avercelo chiesto. Tu stai crescendo, ed è normale che tu abbia delle curiosità. Non dispiacerti, perché ora noi siamo qui” disse prendendo la mano del marito. “E non c’è nulla di cui tu debba vergognarti”


I due, erano rimasti colpiti dalla dolcezza e dalla comprensione di Crowley. Solitamente lui preferiva non parlare durante i momenti imbarazzanti, anche se era stato molto dolce con la propria bambina, quando le erano venute le prime mestruazioni. Le aveva preparato la borsa dell’acqua calda, l’aveva coccolata e le aveva dato il permesso di dormire con loro, come quando era piccola.

Ma parlare di sesso? Alla propria figlia? Quando poche ore prima non voleva parlare di seni che crescono e costumi che non stanno più?


Aziraphale era sconvolto. Ma in quel momento, la propria figlia era la cosa più importante.


Tuo padre ha ragione El” disse annuendo. “Noi ci saremo sempre per te. Sai, sono contento che tu sia venuta a chiedere a noi, specialmente da quando io...si, lo sai. Mi è dispiaciuto molto, non l’ho fatto di proposito...di solito non è semplice parlare di queste cose, e chiedere ai propri genitori è...imbarazzante. Ma apprezziamo il tuo coraggio, e noi siamo disposti ad aiutarti, come ha detto il tuo papà” annuì con un sorriso dolce. “Sentiti libera di chiederci quello che vuoi”


El sorrise, più rilassata.


“Mi sono vergognata molto quella volta, ed ero arrabbiata...non volevo che mi scopriste. Ho preferito chiedere a voi perché delle mie amiche hanno cominciato a dire cose strane... Non mi andava di chiedere a loro, e così sono venuta da voi”


Brava la mia figliola” disse Crowley. “Sai, è bello vedere che ti fidi di noi”


Anche se siamo solo due vecchi e noiosi genitori” intervenne Aziraphale


Parla per te angelo, io sono un gran fico!” disse punto nell’orgoglio. Quel teatrino faceva sempre ridere El.


Voi non siete vecchi e noiosi. Siete forti!” gli disse annuendo.


Beh, ma abbiamo pur sempre seimila anni” alzò le spalle il biondo.


Ma io vi voglio bene lo stesso. E spero di viverne altrettanti con voi”si avvicinò per abbracciarli. I due si sciolsero in un dolce abbraccio di famiglia.


Anche noi te ne vogliamo piccola” gli rispose il rosso. “Ma ora coraggio, siediti e parla con noi. Siamo i tuoi migliori confidenti dopotutto. Dopo ci aspetta un bel bagno in piscina, e ho intenzione di provare il barbecue nuovo”


El era visibilmente più tranquilla.


Quindi...che cosa vuoi sapere amore?” gli chiese l’angelo, tornando più serio. “Vuoi qualcosa più dal punto di vista biologico oppure…scusa, non sono bravo ad affrontare l’argomento”


Non lo so…” disse El. “So cosa succede ma…” rifletté, un po' imbarazzata. “Non mi è chiaro...fa tanto male all’inizio?”


Intendi dal punto di vista di una donna?” chiese il biondo.


El fece un cenno.


Beh...non saprei dirti con certezza. Ho letto qualcosa e...dipende da donna a donna. Ci si deve abituare…”


Purtroppo noi non abbiamo un corpo femminile, e non possiamo dare dei pareri in prima persona” intervenne il demone.


Potrebbe non essere subito...piacevole, diciamo. Ma sai, la cosa più importante amore, è trovare la persona giusta. Tu sei ancora giovane per quell’importante passo, ma quando ti innamorerai veramente, capirai come agire. Ma devi essere certa che quella persona sia veramente quella giusta per te”


Guarda noi, ci ho messo seimila anni per conquistare tuo padre” Allargò leggermente le braccia il rosso.


Quello è un caso a parte...era diverso caro. Avevamo incarichi, eravamo appartenenti a due fazioni opposte. Non potevamo stare insieme!” disse ridacchiando Aziraphale.


El aveva trovato la loro storia sempre molto romantica e dolce, un amore proibito, come nei migliori romanzi. Sorrise divertita.


Il punto Lyra.…” continuò Crowley. “...è che tuo padre ha ragione. La persona giusta c’è per tutti, e devi esserne sicura. Condividere certe cose può essere bellissimo, con la persona che si ama. La prima volta è una cosa che si ricorderà per sempre, e devi essere felice in quel momento. Non vale la pena affrettare le cose”


Aziraphale annuì.

“Magari, quando incontrerai qualcuno che ti piace...ci saranno altre cose, prima di quello. Avrai voglia di...emh…iniziare. E quello, può andare bene-”


“Quando avrai diciotto anni”


“Crowley...”


“Diciannove”


“Crowley!”


“...E va bene...ma minimo sedici! Sei ancora troppo bambina. Al massimo ti concedo un contatto visivo!” incrociò le braccia.


“Crowley, non esagerare”


“Ok, scusate...i baci sono concessi. Ma sono quelli!”


“El, il tuo papà sta scherzando, non prenderlo alla lettera. La cosa più importante è che tu sia sicura di quello che farai, giusto amore?”


“Si...devi averne un ricordo felice di quello che capiterà, non dovrai rimpiangere un brutto momento” 


E per voi c’è un ricordo felice?”


Come?” chiese Aziraphale.


La...vostra prima volta. Intendo... Com’è stata?”


Oh…” l’angelo si imbarazzò. “Beh….io ho passato la prima volta con tuo padre…” disse incrociando le mani. “Quindi...si, è un bel ricordo”.


Crowley alzò le spalle.

Vedi El...io non...non credo nemmeno di ricordarmela. Non mi importava, perché ero innamorato lui” disse puntando il pollice verso il marito. “Quindi io non ho dei ricordi specifici, non ho avuto pazienza, alla fine seimila anni sono parecchi. Con il tuo papà ho iniziato a crearmi dei ricordi felici” gli sorrise.


Crowley…” lo guardò sorridendo. “Grazie” gli strinse la mano.


Io pensavo che...sì insomma, avreste aspettato entrambi” gli confidò la ragazza.


Ho provato a convincerlo, ma non mi dava ascolto” ridacchiò Crowley. “Ma sai una cosa El? Abbiamo entrambi dei bei ricordi, perché ci vogliamo veramente bene. Io ero solo arrabbiato, e confuso...quindi ho, come dire, sprecato la mia prima volta con chissà chi. Sono un demone, quindi è comprensibile...ma me ne pento! Quindi tu signorina, non sognarti di fare come me nel caso in cui tu subisca un rifiuto da un ragazzo o una ragazza o chicchessia!” si assicurò il demone.


El rise, la gelosia del padre la faceva sempre ridere.


“Ora però torniamo a noi” incrociò le gambe il rosso. “C’è qualcos’altro che vorresti chiederci?”


El sorrise, più rilassata. “Si...non mi sono chiare delle cose...ho fatto una lezione di scienze su questo argomento, ma non potevo domandare all’insegnante. Se per fare un bambino la mamma ha la...si insomma, come mai voi che siete due maschi...ecco, so che tra maschi le cose sono diverse. Come avete fatto ad avermi?” a porre quella domanda si fece più imbarazzata.


Beh, ti avevo già spiegato qualcosa El” cominciò Aziraphale. Il concetto è lo stesso. L’uomo ha delle cellule, che solitamente si legano a delle cellule femminili, ma...devo dire la verità, non so bene cosa sia accaduto tra di noi. Non siamo umani, è stato tutto strano e confuso, ma non so cosa sia successo quella particolare volta. So solo che tu eri qui dentro” si toccò la pancia. “E...sono stati i nove mesi più meravigliosi della mia vita. Sai, non so se anche tu Crowley potresti rimanere incito...alla fine è toccato a me, ma è stata pura casualità”


Angelo, stai forse dicendo che vuoi un altro figlio?”


Non ho detto questo” scosse la testa. “Mi stavo solo immaginando come sarebbe vederti con il pancione”


Tsè, mi troveresti comunque attraente” gli fece una linguaccia.


Su questo non c’è dubbio… El, scusaci...ti stiamo dando solo risposte molto vaghe, non vorremmo metterti in imbarazzo…”


No, davvero, non lo state facendo…” gli assicurò El timidamente. “Beh, forse un pochino, ma non mi scandalizzerò, alla fine immagino che voi vi amiate veramente tanto...quindi è normale che voi facciate ancora certe cose” abbassò lo sguardo.


Cosa? Oh no El, noi…” tentò di mentire l’angelo. “Noi abbiamo...sì insomma, dopo che sei nata tu noi non abbiamo più fatto certe cose, e poi-"


Papà…” lo interruppe El con un sopracciglio alzato. “Lo so che non è vero”


Ma El, è così” mentì nervoso l'angelo, cercando di nascondere la verità.


Papà...so cosa stavate facendo, quella volta che avevo sei anni e sono entrata in casa. Non era proprio un gioco, non è vero? Inoltre, mi portavate molto spesso da zia Anatema a passare la notte da lei. Forse troppo spesso”


Crowley cominciò a ridere, vedendo suo marito agitarsi. Doveva aver fatto due più due e aver capito che quel pomeriggio di tanti anni fa i suoi genitori stavano solo esprimendo il loro amore. Magari non era proprio edificante come esperienza, ma El quando era bambina non aveva capito. 


Tu e la tua ottima memoria…” Aziraphale si coprì il viso con le mani. “Scusaci...noi avremmo dovuto proteggerti da certe cose”


Non preoccupatevi” El sorrise. “Dobbiamo creare un clima in cui non ci sentiamo a disagio a parlare di certe cose...alla fine è successo anche il contrario, e potrebbe ricapitare quando sarò più grande”


Il demone sentendo quelle parole smise di ridere
Come prego?” chiese acido.


Papà, sto scherzando” rise la ragazza.


Ah, vorrei ben vedere!” Si rilassò sul divano con le braccia conserte.


...cercherei di non farmi beccare”


Cosa?!”


Fu il turno di Aziraphale di ridere.


Non c’è niente da ridere!” si lamentò mentre la sua famiglia rideva. “Maledetti! Ve la farò pagare, niente piscina questa sera!”


E se andassimo al mare?" Propose il biondo "Che ne dici El, ti andrebbe?”

Si! Amo il mare! Ma prima vorrei finire il nostro discorso…"


"Oh sì certo" annuì Aziraphale. "Vai avanti tesoro"


"Ecco...e se mi piacessero sia i ragazzi che le ragazze?" Arrossì.


Entrambi spalancarono gli occhi.


"Oh. Beh...per quanto mi riguarda, non ho alcun problema, giusto Crowley?"


"Beh, sicuramente avrai più scelta" ridacchiò, prima di ricevere una gomitata. "...ma no, che dovrebbe esserci di male? Guardaci, proprio noi, dovremmo avere problemi riguardo alle tue preferenze?"


"Oh, questo è un gran sollievo...a dire il vero, io credo di essere pan"


"Oddio, ha già imparato il gergo" sussurrò nervoso il demone, lasciandosi andare ad un sorriso.


“Pan? Vuoi del pane?” chiese l’angelo confuso.


“No, angelo, è un orientamento sessuale. Significa che il genere della persona  in questione viene in secondo luogo, che non ci si dà molta importanza” disse il demone, un po’ stupito che suo marito non sapesse cosa significasse quel termine.


“Già” annuì la ragazza.


“Oh. Beh, è una buona cosa. Direi che è un bell’atteggiamento” sorrise Aziraphale. “Forse lo sono anche io...” cominciò a pensare.


“Non ho mai conosciuto qualcuno di più gay di te angelo” il demone incrociò le braccia. “Non credo proprio”


“Ma lo saprò io, in cosa mi identifico!” si innervosì l’altro.


“Ma se fino a poco fa non sapevi nemmeno cosa significasse essere pan!” ridacchiò l’altro.


“Beh, ora lo so! E ti amerei anche se fossi una donna, quindi sono pan! El ha preso da me!”


“Non si può ereditare qualcosa come gli orientamenti! Al massimo avrà ereditato la tua ingordigia!”


“Ehi!” El gridò spazientita.


“Beh, hai messo su un po’ di pancetta, ma che c’è di male?”


“Papà, ma come ti permetti?”


“Già Crowley, come ti permetti? El è perfetta, anche con uno o due chiletti in più!”


Ma da quella frase, El non trovò giovamento.


“Ma! Papà, anche tu?!”


“Oh tesoro, scusami tanto...” Aziraphale si rese conto di aver detto una cosa sbagliata.


“Ehi, ehi, calmiamoci ora, va bene? El è in un periodo di crescita, ed è normale prendere un po’ di peso. Ma ha preso da me, e sarai bella come il tuo papà demone”


Aziraphale incrociò le braccia indispettito.

“Per prima cosa, insinui che io non sia bello? E secondo, come sai che è normale? Tu non ti informi mai su queste cose!”


“Avevo un oretta libera e ho preso in mano uno dei tuoi libri. Speravo che fosse su qualcosa di più interessante...e poi, angelo, sì, che sei bello. Stavo solo scherzando. El, stavo scherzando anche con te, tu sei perfetta” sorrise ad entrambi.

Alla fine volevano bene a quel demone dai capelli rossi, nonostante quel carattere giocherellone e a volte acidulo.


“Grazie papà. Grazie a tutti e due” disse sincera.


“Figurati piccola. Vuoi chiederci altro?”


“Si...potreste smetterla di urlare durante certe notti? Ho insonorizzato la camera, ma quando esco per usare il bagno vi sento”


Entrambi avrebbero voluto discorporarsi. Divennero rossi dall’imbarazzo, coprendosi il volto con le mani.


“Oddio!” mugolò l’angelo, sperando di aver capito male.


“O quello, o una scatola di tappi per le orecchie… o in alternativa, vado da zia Anatema!” disse ridacchiando.


“Oh sssatana” il demone si passò una mano sulla fronte. “Azi, chiedi scusa”


“Cosa?”


“Lo sai, è colpa tua!”


“Non che non è colpa mia!” si mise la mano sul petto. “Dobbiamo chiedere scusa entrambi!”


“Ma che c’entro io se sei tu quello che-”


“Ehi, ora basta!” intervenne Emma Lyra. “Accetto le scuse di entrambi, a patto che...”


“A patto che cosa?” domandò Crowley.


“...a patto che mi facciate uscire con Alex sabato sera”


Entrambi aprirono gli occhi a dismisura.


“Alex? E chi è Alex?” Chiese il biondo.


“Si chiama Alex...o Alexa?” Crowley incrociò le braccia.


Come posso esserti utile?  Chiese il dispositivo Alexa nella stanza.


El scoppiò a ridere insieme ad Aziraphale.


“Non volevo chiamare te, idiota! Chi di voi ha comprato quel maledetto aggeggio? L’altro giorno gli ho chiesto di riprodurre una canzone dei Queen e mi ha dato delle informazioni sulla regina!”


“Forse è per colpa del tuo accento” El si scostò una ciocca di capelli dalla faccia, mentre ancora rideva.


“Sono un demone, non ho un accento!”


“Caro, devo ammettere che il tuo vira molto sullo scozzese, piuttosto che sul britannico”


“Ho passato molti anni in Scozia, ma questo cosa vuol dire?” allargò le braccia, cominciando ad alzare la voce, e chiunque avrebbe identificato un perfetto accento di Edimburgo. “Lei non capisce, e non è colpa mia, la odio!” contunuò ad inveire contro quell’aggeggio che voleva solo dare una mano.


“Ma...non pensare di cambiare argomento signorina” l’angelo fece un mezzo sorriso e incrociò le braccia. “Chi è questo...o questa Alex?”


El sorrise e abbassò gli occhi.


“Beh...è una Alex”


“Oh, beh, è un sollievo” sospirò il biondo. “Almeno non ci sono molti rischi”


“Angelo, lei è pan, ricordi?” il demone indicò la figlia con una mano.


“Oh, giusto...beh...” esitò qualche secondo. “Per me non ci sono problemi amore. Mi fido di te. Tu che ne pensi Crowley?” chiese gentilmente.


“Cosa ne penso?” intrecciò le mani. “...che hai il mio permesso. Ma a casa alle nove, va bene?”


“Mh, fino alle dieci?”


“Nove e mezza” contrattò il padre.


“Va bene” annuì la ragazza, felice e con le guance rosse.


“El...ti piace Alex?” chiese affettuosamente Aziraphale.


La piccola si morse il labbro e annuì.


“Che cosa romantica...” disse il biondo con occhi sognanti. “Dovevi dirmelo, avremmo comprato un bel vestito al negozio!”


“Potete sempre andarci venerdì no?” il rosso incrociò le braccia dietro la testa.


“Si!” annuì entusiasta. “Papà Cro?”


“Si?”


“Mi accompagnerai anche tu?”


A quelle parole, il cuore di Crowley si strinse, e per poco non gli venne da piangere.


“Oh cara” Aziraphale aveva già passato quella fase. “Tutto così commuovente” prese un fazzoletto dal taschino e se lo passò sugli occhi.


“Mi ha solo chiesto di venire per un vestito da appuntamento, non per il matrimonio!” Crowley cercò di sdrammatizzare, ma era felice di quella richiesta. “Ma certo piccola. Molto volentieri”


El si alzò di scatto e andò a coinvolgere in un abbraccio i suoi due papà. Li baciò sulla guancia entrambi e si lasciò stringere. 
“Vi voglio bene”


“Te ne vogliamo anche noi El” Aziraphale le accarezzò i capelli.


“Ma ora, credo sia il caso di andare” Crowley si alzò. “Prendete protezioni solari e asciugamano, io penso alla cena. El, ricordati i costumi nuovi!” disse alzandosi e andando verso la cucina.


“Oh, io penso ai libri!” Aziraphale sorrise e andò verso la parte della casa destinata alla libreria.


“Ma perché porti quei mattoni, staremo via solo per un giorno o due!” intanto la voce di Crowley si sentiva dall’altra stanza.


“Leggere è sempre una cosa buona, mio caro!”


“Ma ingombreranno l’auto! E poi leggi solo tu!”


“Ed El! Sei tu l’unico che non legge!”


“Angelo, dammi retta e pensa alla crema solare, altrimenti finirai come l’anno scorso, e non ti leverò di nuovo quell’ustione!”


El rimase seduta sul divano ad ascoltarli mentre battibeccavano amorevolmente. Sorrise e si lasciò cadere sul divano, pensando a quanto amasse la sua famiglia.



   
 
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