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Autore: DANYDHALIA    23/06/2020    2 recensioni
Una ventata di cambiamento si comincia a respirare nuovamente per le vie della Metropoli popolata unicamente da animali.
l'ex-sindaco Lionheart dovrà affrontare un processo. Judy e Nick in questa nuova avventura faranno la conoscenza d'un avvocatessa felina..molto particolare, che porterà una ventata di nuovi imprevisti e novità nelle loro neo vite da agenti.
Vecchie e nuove conoscenze, rivelazioni e segreti, un piano da svelare, amici e ideali da salvare coloreranno la trama che farà da sfondo per un nuovo capitolo ambientato nella città che almeno una volta nella vita vorremmo visitare.
Detto questo a tutti voi un caloroso Miao: Ciao^^Ma un nuovo caso è alle porte per i nostri agenti preferiti, adesso che le neo elezioni sono alle porte.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Mentre si dirigevano verso la sala degli ospiti con bagno annesso per cambiarsi,  Nick e Judy ne approfittarono per buttare uno sguardo alle pareti, ornate con le foto di Alice; alcune con lei da sola, altre assieme alla sua famiglia da piccola, qualche amichetto(tipo Russell),quelle da adulta con la sua “famiglia attuale”.. perfino di Finnick. Proseguendo per le scale vi erano appese le targhe di laurea ad honorem, vari premi giovanili, certificati di teatro, cheerleading, intervallati da qualche quadretto di pittori più o meno conosciuti, perfino “scoutismo catechista” una roba del genere (scout e catechismo insieme insomma).

-Mi chiedo dove siano i premi o i riconoscimenti per il karate- osservò Nick salendo.

-Hai ragione, aveva detto di avere un sensei e poi ci ha fatto quel lungo discorso filosofico orientale sta mattina; qui appesi ci sono un sacco di premi ma nessuno riferito al karate- gli diede adito Judy continuando la salita.

-Probabilmente vorrà tenerlo per se perché nel suo..come lo chiamano?..dojo.. insegnano ad essere umili, almeno lì. Tutte queste targhe,attestati, nastri eccetera eccetera..non ti danno un po’..aria  di vanità, ostentazione?- si consultò Nick.

-Può darsi, ma allora perché non affiggerle al piano terra, così che anche eventuali ospiti o clienti li notino subito?- rispose Judy non troppo convinta.

-Già, per quello che ho potuto capire, e azzardare su Alice, sembra più esibizionista che presuntuosa..forse sono..insomma danno più l’idea di.. “traguardi raggiunti”- ipotizzò Nick.

-“Traguardi raggiunti”- dissero insieme i due agenti amici. Poi continuarono a salire.

Il resto appariva abbastanza normale nell’arredamento: dal design in stile Itreea*  con una punta di aria orientale e new age dei primi anni 2000, una punta di old english-americano coloniale all’ingresso ed al piano di sopra, ma niente di troppo estroso o ingombrante, fino alla carta da parati celeste setosa ai nastri sottili che la contornavano, il tutto sobrio tuttavia.
Chissà perche osservando Alice tutto il  giorno Nicholas si era fatto l’idea che l’abitazione della gatta fosse “assurda” quanto lei o che, sempre “lei”, fosse normale e decorosa solo nel vestire.
A quanto pare si era sbagliato, la volpe odiava ammetterlo quando ciò aveva a che fare con il capire le persone al volo, essendosi per anni ritenuto un esperto sul campo. Ma dopotutto Alice viveva.. con un uno scarafaggio mezzo egizio e mezzo chissà cosa ed un ragno saltatore vagamente tarantolino come figli, un pesce koy intelligente ma muto come creatura da compagnia.. in una casa con qualche stanza dallo spazio e misure diverse dal resto dell’abitacolo, ed una relazione tutt’altro che “semplice” col suo ex socio, e a pochi metri dalla Centrale di Polizia. Beh.. se non altro il suo intuito non aveva toppato di troppo.

-Penso che mi farò una doccia, non solo le zampe, se il bagno è fornito pure di quella sorta di “asciuga ippopotami in miniatura”. Alice ha detto di fare come a casa nostra, ci ha perfino comprato i vestiti con cui ci cambieremo  ed io..devo assolutamente rinfrescarmi le idee- affermò la volpe esprimendo tutta la stanchezza  della giornata e la voglia di riposarsi. Elencando valide giustificazioni nel caso la collega più “decorosa” avesse avuto qualcosa da ridire, una volta giunti alla camera degli ospiti.
Ma non fu quello il  caso, poiché Judy era assorta nella contemplazione delle immagini che aveva visto nelle fotografie, sperando dicessero alla coniglia qualcosa di più sulla gatta.  Come una specie di conferma che volesse dire “quella era Alice e non un’altra persona”. Entrambi i due animali stavano seguendo la stessa linea di pensiero,seppur con risvolti diversi, ma alla fine dovettero limitarsi a salire le scale facendo attenzione a non inciampare guardando in alto e avanti dato che avevano affrettato il passo…e rischiare d’incappare nelle mini corsie per “ospiti roditori” chiaramente usati da Lucas e Gregor quando non volevano usare le pareti per raggiungere il piano terra e di sopra vicino al corrimano di legno di ciliegio.
Arrivati alla camera..

-Io mi cambio in bagno, ti va bene?- chiese Judy.

-Si va bene. Dopo ti raggiungo ed uso il lavandino e forse altro..oh hai visto se c’è quell’ “asciuga pelliccia?”- chiese la volpe

-Um? Si c’è, perché?- chiese ancora la coniglia sorpresa.

-Per la doccia, ricordi?Volevo farmela nel caso ci fosse stato quell’affare(dato che a casa non ce l’ho) te l’ho detto prima no?!- rispose interrogativo Nick mentre si slacciava la cravatta.

-Ah,devo essere stata sovrappensiero. Fa come credi, io aspetterò ed eventualmente dirò che tarderai. Non credo che Alice avrebbe da ridire, ma le zampe le lavo prima io, poi il bagno è tutto tuo- disse lei.

 Mentre si lavava e cambiava Judy era come in uno stato di trans, come se facesse il tutto meccanicamente ed  il poco di buonumore appena ritrovato.. fosse in sospeso.
Quella casa, benché col proposito di essere accogliente aveva un’atmosfera strana, quasi irreale per lei.
Se c’è una cosa in cui i conigli sono bravi è avvertire i pericoli, ma là dentro non si sentiva in pericolo, solo ..osservata, perciò Judy rimase col proposito di restare gentile ma all’erta, per il momento.

-Nick qui ho finito, puoi entrare a cambiarti tu adesso e fare quel che devi- disse ella.

-Grazie Carotina, per aver fatto presto. Te lo ripeto, dato che prima non mi sei stata a sentire,ma avevo davvero bisogno di una rinfrescata dopo oggi!- affermò lui.

-“Chissà se avrà notato qualcosa anche lui e farà solo finta di essere naturale”-pensò la coniglietta.

Nell’attesa Judy buttò di nuovo uno sguardo in giro e tornata nel corridoio,  un’occhiata distratta alle pareti e..notò una porta lillà, con intercapedini rosa ed una “A” in corsivo ricamata sopra ad un centrino incorniciato circolare. Lentamente si avvicinò..

-Dal profumo..e non solo quello, sembrerebbe la stanza di Alice- la coniglietta stava quasi per aprirla come attratta da una strana forza..certamente la curiosità. Ma quando fu sul punto di sfiorare la maniglia ecco che sentì la voce di Russell dietro di lei.

-Judy..sei pronta? Nick dov’è?- chiese lo scoiattolo leggermente trafelato dopo aver “saltato” le scale.

-Oh..si..lui..si sta ancora cambiando in bagno..e..pure una doccia! Cosa c’è?- con fare il più naturale possibile dopo essersi ricomposta e ripresa dalla sorpresa.

-Alice e Finnick volevano sapere se per la cena avevate preferenze tra riso rosso e nero, cous cous di verdure o soia con quinoa e semi di girasole. Oppure cucina marocchina a sorpresa- la informò Russell.

-Va..va bene tutto! Grazie, puoi riferirlo tranquillamente- dichiarò Judy cercando di riprendersi dall’ improvvisa apparizione di Russell. “Come ho fatto a non sentirlo arrivare? E’ lui o sono io ad essere talmente assorta da abbassare la guardia al punto di non averne avvertito la presenza?” riflette alla velocità della luce come solo i conigli assennati sanno fare dopo essersi ripresi da un momento di distrazione fatale,o forse no?

-Non lo chiedi anche a Nick, scusa?- osservò Russell dubbioso.

-Giusto! Hai ragione! Gli e lo vado a chiedere subito! Sperando di non trovarlo..bhe tu sai come..- si affrettò immediatamente ad affermare lei con zelo eccessivo, tanto da sembrare forzata. E infatti..appena girata il giovane reporter le prese il polso, con gentilezza però.

-Judy, qualcosa ti turba?- provò lui a chiedere in tono comprensivo.

-No!Perchè me lo chiedi?- disse lei accortasi troppo tardi d’aver messo troppa enfasi in quel “no”.

-Non lo so. Forse perché.. ti comporti in modo strano?! Mi sembri ansiosa- spiegò Russell, provando a mettere un tono di leggera ilarità nelle parole per tranquillizzarla.

-Ah..bhe, forse si..- ammise Judith alla fine, capendo che fare come se nulla fosse non avrebbe portato a niente. Poi continuò..

- ..ma non so per cosa: appena sono salita su questo piano ho avvertito qualcosa d’insolito.. sarà solo una sensazione di straniamento, dovuto all’essere in un’altra casa diversa dalla mia- disse la coniglietta con un sorriso leggermente forzato chiudendo gli occhi.

-Ti capita in ogni casa o ambiente nuovo in cui vai?- provò ad accertarsi Russell.

-No, direi di no- ammise Judy in tono riflessivo.

-Allora la tua impressione deve essere vera – esclamò Russell in tono deduttivo. Poi si guardò intorno, tese le orecchie, vide un lumino proveniente da una presa di corrente in basso, ed allora accese l’interruttore della luce..e..

-Sarà stata questa: niente panico, è un diffusore con onde elettromagnetiche per allontanare le zanzare, il suono è alquanto fastidioso e disorientante per chi possiede un udito sensibile come il nostro. Alice li mette in casa un pò dappertutto*- spiegò sorridendo alla coniglia lo scoiattolo rasserenandola.

-Ah ecco, e io che pensavo ci fosse un intruso nascosto o cose simili- ammise Judy sollevata.

-Per questo stavi entrando in camera di Alice senza permesso? Vicino alla camera degli ospiti a vostra totale disposizione?- ri questionò Russell, scherzoso e previdente nella sua occasionale“modalità di cronista d’assalto”.

-Oh! Quindi lo avevi notato?!- Sussultò leggermente imbarazzata lei.

-Judy, non per offendere la tua intelligenza ma..sei praticamente davanti alla sua porta, è stata la prima cosa insolita che ho notato, visto che dalla porta aperta dell’altra stanza non c’eri, quando ho provato a chiamarvi-  espresse con ovvietà  Russell, senza essere indelicato.

-Giusto. Mi sa che alla fine ero io “l’intruso di me stessa”, eh eh eh!?- fece dell’auto ironia Judy, facendo riferimento, senza che Russell capisse per forza, alla canzone parodia musicale “I’m my grandpha(Sono il nonno di me stesso).

-Oppure erano i defunti nonni di Alice, Mrs Sophie in particolare, che ti stavano con “spiritico fiato sul collo”perché erano ansiosi di conoscere la nuova amichetta della loro prediletta nipotina. A volte Alice ama affermare che sua nonna la “possiede temporaneamente” quando sente di perdere il suo solito “charme”, definendosi la “Nonna di sé stessa”,  e con molta gioia aggiungerei- espresse con altrettanta ironia la propria ipotesi Russell,  facendo intendere a Judy d’aver capito il riferimento canoro.

 -Ah si?!- chiese lei scherzando tenendo le palpebre semi aperte.

-Si, i loro due ritratti ovali sono proprio sopra di noi e come vedi sorridono- confermò scherzando tenendo gli occhi semichiusi anche lui indicando i suddetti ritratti.
La giovane coniglia poliziotta ed il giovane scoiattolo reporter si guardarono per un altro secondo di silenzio..e poi risero a crepapelle insieme. Per poco non continuavano a farlo sul pavimento.

-Sei davvero sagace lo sai?- riconobbe Judith contenta. Russell cominciava a starle sempre più simpatico.

-E tu molto arguta e spiritosa, grazie di permettermi di conoscerti meglio- rispose Nobkins.

-Eh eh! Su andiamo da Nick, o faremo tardi e poi  chi lo sente Finnick se tratteniamo Alice più del dovuto- osservò saggiamente Hopps ricordando la malcelata impazienza del Fennec in merito alla condivisione, da parte degli ospiti, della sua “compagna di giochi maturi”.

-Can che abbaia non morde, ma lui secondo me è capacissimo di farlo come fosse il pupazzo di un ventriloquo- disse Nobkins continuando la conversazione sul filo delle battute.

-“Senza Nick credo verrebbe male”- affermò Hopps con finto tono pomposo.

-Al contrario, libero dal giogo di Nicholas egli adesso è come “Slappy, il pupazzo vivente dei racconti di R.L. Stain*”. Almeno c’è Alice a frenarlo quando serve, spero. Non capisco mai se lo incoraggi, lui freni lei, lei freni lui e viceversa- ammise Russell.

-Credo sia meglio non fare congetture su di un territorio inesplorato e fin troppo..ardito quanto stravagante- osservò Judy.

-Parole sante. Credi che Nick abbia finito nel frattempo che parlavamo? A giudicare dalle canzoncine e lo scorciare che ho sentito dal corridoio mi è parso il classico atteggiamento di chi, o si sta ancora facendo la doccia o di chi si fa la barba usando l’acqua del lavandino come gel temporaneo- osservò confuso e deduttivo Russell.

Facendo intendere dalle sue parole che aveva sentito e non spiato per non dare adito a voi lettori maliziosi.

-Spero di si, ho una fame! Non lo direi a tutti, ma normalmente ho l’appetito di un cavallo- disse lei.

-Ti credo sulla parola, ma non dirlo in posti pubblici, come le gelaterie dove vi è un vero cavallo presente: una volta l’ho fatto senza accorgermi di avere vicino una cavalla, per giunta incinta, e se l’è presa. Per l’imbarazzo non sono più entrato in posti con altri equini presenti per un mese- confessò lo scoiattolo.

-Davvero? Reggi male l’imbarazzo a tal punto?- chiese lei.

-Si purtroppo, ma evitare e procrastinare mi ha solo peggiorato le cose in passato..e a tratti tutt’ora. Affrontare la vergogna e la timidezza direttamente è estenuante, ma decisamente più liberatorio ed efficace.- ammise un po’titubante.

-Immagino. Come oggi, quando hai deciso di avvicinarti di più a Nick, esserti confidato con lui e poi esserne diventato amico?- chiese intuitiva e comprensiva Judy. Le sue parole erano gentili e non invasive, eppure appena Russell le udì si bloccò congelandosi..alla lettera.

-Ehi! Russell, stai bene!?- Judy lo scosse un pò per scuoterlo gentilmente, ma non si ..“svegliava”. Tuttavia non si perse d’animo ed immediatamente pensò alla manovra al collo con la digitopressione con l’indice e il medio che Alice le aveva fatto quella sera in centrale per calmarla. Non volendo allarmare nessuno per dare a tutti una più che meritata serata piacevole, Judy si replicò la manovra e ..lo scoiattolo si “rianimò”.

-Ouoh!!- gridò Russell, ma non per il dolore.

-Va meglio?Come stai?- chiese la coniglia un poco preoccupata.

-Si..sto bene..e..questo è il mio segreto. Molti roditori, leporidi e altri piccoli animali sanno paralizzarsi per fingersi morti come meccanismo di difesa. Talvolta aiutati dall’adrenalina dettata dalla paura o uno spavento improvviso. “Congelandosi”, come forse tu saprai, io invece..mi succede quando provo una dose di imbarazzo davvero, ma davvero forte. Non su tutto, solo per i punti più..sensibili per me..e che faccio ancora fatica ad affrontare a quanto pare. Pensavo di averlo superato adesso che ci eravamo chiariti e parlati..ma a quanto pare il mio inconscio non vuole saperne.- spiegò Russell triste, con gli occhi quasi lucidi.

-Se vuoi puoi sfogarti.. qualche volta fa bene piangere. Non lo dirò a nessuno, tanto meno a Nick, Finnick o Alice se non te la senti di dirlo neppure a lei per non farla preoccupare ulteriormente..o darle spunto per qualche altra battuta- rispose lei confidenziale.

-No! Io non piango, ed anche volendo..non sono più capace da molto tempo- confessò Russell.

-Quanto..tempo?- provò ad insistere ma senza invadenza Judy.

-..Anni..da quando sono molto piccolo. Ora andiamo- fece per andare lui.

-Aspetta! Cosa esattamente ti ha bloccato? Magari è una stupidaggine..ma se ti dovesse ricapitare e non c’è nessuno ad aiutarti..scommetto che ci sarebbero un sacco di persone a cui mancheresti, se sparissi nel nulla- disse lei.
Lo scoiattolo si prese qualche minuto prima di parlare, poi si voltò di nuovo verso la coniglia e disse..

-Temo che sarò un fidanzato terribile per Xander..ed un pessimo amico per Nick: questo pensiero.. che durante la nostra relazione.. il pensiero di Nick,farci delle fantasie, anche se ora siamo amici, anche se in futuro avrò superato le mie fobie e blocchi e sarò..più in intimità con Xander..temo di rovinare tutto facendo qualcosa di sbagliato a lui, o a Nick, sabotando la mia unica possibilità di essere felice. O far felice Xander.
Non sono mai stato con qualcuno..e non ho mai  “fattoniente” con nessuno..per tanto tempo ho pensato che la mia amicizia con Alice ed il mio lavoro mi bastassero..poi è arrivato lui e..
..Judy..il solo pensiero di farli stare male, di essere una brutta persona mi fa vergognare e imbarazzare a tal punto che cadere da un dirupo..diventa una tentazione fortissima.
Pensa che, prima di Alice questa sera, oggi, sta mattina, era stato proprio Xander ad incoraggiarmi a provare a parlare con Nicholas appena ne avessi avuto l’occasione, anche durante il lavoro. Per dare un taglio netto col passato e realizzare il mio sogno di un amicizia senza condizioni.. men che meno secondi fini..Ma cosa accadrebbe se dopo un  certo periodo di tempo, in cui tutto va bene..faccio una..,perdonami il termine,.. “cazzata” e..rovino tutto? Temo che se non dovessi essere felice durante il nostro rapporto sia io il problema, anche se la mia storia con Xander finisse e trovassi un altro- si confidò Russell con calma e sincera preoccupazione, nella speranza che Judy gli desse una risposta saggia.

-Bhe..sarebbe una novità anche per me onestamente. Nemmeno io sono "mai stata con qualcuno" prima.- ammise la coniglia sorridendo- Ma la sincerità e la sicurezza sono d’obbligo in qualsiasi rapporto e relazione per ricevere fiducia incondizionata in cambio. Fiducia e sincerità sembrano non mancarti Russell, assieme ad una bella dose di dubbi, ma è buono come fattore. Significa che hai a cuore gli interessi del tuo partner e dei tuoi amici: lavora di più sulla tua sicurezza e..sono certa che andrà tutto bene. Mi sembri davvero un caro ragazzo, non vedo ragioni perchè tu debba pensare di smettere di esserlo in un..pessimistico futuro ipotetico.. in questo modo- rispose infine la coniglia solidale.

-Grazie Judy. Nick è stato veramente fortunato a incontrarti-disse Russell. “Fossi stato etero, il mio tipo più affine, saresti stata certamente tu”, pensando tra se intenerito al pensiero.

-Anche tu lo sei. Pure io voglio che diventiamo amici- disse Judy porgendogli la zampa.

-Certo, ora..sono certo di volerlo anche io. Spero che duri- disse lui.

-Perché non dovrebbe durare?- chiese lei.

-Posso essere una compagnia piacevole, ma a parte Alice, non ho mai avuto molte amiche..,ad un certo punto iniziano a detestarmi,..ma neanche di amici ne ho mai avuti tanti..tranne i miei primi compagni di scuola e delle medie.. e a parte il mio amico storico Philip (che è un riccio porco spino *).. mi sono bastati per molto tempo.
Altri due tizi invece non vogliono scrollarsi da me neppure a pagarli- dichiarò Russell con una punta di fastidio.

-A sì? E chi sono?- domandò incuriosita Judy
Russell avrebbe preferito non rispondere, visto che per i suoi standard stava riferendo fin troppo. Ma cosa aveva quella sera? No meglio.. cosa gli stava capitando nell’arco di tutta quella giornata da quando il sole aveva deciso di tramontare? Da quando si apriva così, senza che le proprie parole e fatti personali venissero usati come scudo unito ad un atteggiamento fermo e diretto come aveva sempre fatto. Essere tanto confidenziale con Judy era un bene?

-(Silenzio poi).. Ti basti sapere..che erano due procioni fratello e sorella rompiscatole, prepotenti e fastidiosi, per ora non indagare oltre, okay?
Dopotutto.. mi risulta che tu non sia più in servizio, non voglio accolarti un interrogatorio per un verbale in più- volle concludere lo scoiattolo con un’altra battuta con tono leggero.

-Uh! Ah ah ah, hai ragione. A volte non so proprio come regolarmi, Nick sembra il solo che se ne accorge- ammise lei.

-Succede, tempus fugit quando si ama fin troppo il proprio lavoro, come direbbe Alice. Io non sono da meno, ed Alice altrettanto. Ma visto che il suo, di lavoro, lo odia e lo ama le viene più semplice “cadenzarlo”-spiegò il giovane reporter.

-Immagino, e..perdona la mia ignoranza ma..No..no fammi indovinare: per caso tempus..fugit vuol dire “il tempo fugge” ed è latino?!- azzardò quasi certa Judy sorridente.

-Si vuol dire proprio questo, le spiegazioni sono il modo migliore per affinare l’intuito ed arrivare ad una risposta che non si conosce del tutto. Questo metodo mi ha aiutato a destreggiarmi tra due lingue più facilmente- si espresse Russell felicemente ammirato dalla deduzione di Judith.

-Buon per te: non deve essere stato facile, hai detto che sei mezzo giapponese prima che entrassimo in casa. Ti piaceva da piccolo studiare anche quello- chiese la coniglia.

-Per niente: mi rendeva solo più impegnato, nessun’altro l’avrebbe parlato oltre me, nemmeno per gioco. Sottolineava di più il fatto che per metà fossi straniero e..nerd, l’avevo ribattezzata “l’antica e nobile arte della noia”. Almeno mi è tornata utile per insulti e parolacce che nessuno capiva quando ero veramente ma veramente arrabbiato- rispose lo scoiattolo.   

-Perché eri timido, volevi stare tranquillo e ad un certo punto non sapevi come essere lasciato in pace senza che venissi sgridato? Visto che nessuno avrebbe capito quello che dicevi?- dedusse Judy.

-A sommi capi si. Era mio padre ad impormelo, “per conservare almeno qualcosa di buono e di utile della nostra seconda terra d’origine in caso di emergenza” adorava ripetere. Mai arrivata tra l’altro. Forse l’unica emergenza che abbia mai avuto è stata quando ciò mi portò a conoscere Alice- disse Russell.

-Davvero? Me lo vuoi dire?- chiese Judy.

-Eh.., non è imbarazzante ma è personale, ed è pure divertente..ma..- provò a dire Russell confuso un’altra volta dalla piega che la conversazione stava prendendo per la troppa confidenza.

-Senti, se non te la senti va bene e per essere pari a tavola ti dirò, e a tutti gli altri, come è nato il mio sogno di diventare poliziotta. Potresti scriverci un’ articolo o ricavarne uno scoop, perdona l’insistenza ma..mi farebbe molto piacere sapere come un’amicizia duratura è nata- propose Judy e ammise poi con sincerità.

-Okay, se la metti così, allora te lo dico. Ma che resti fra noi..Ero alla finestra durante la ricreazione, sovrappensiero. Quel giorno ero di malumore; ma non ricordo per cosa..ad un certo punto Alice si avvicinò e..-

Inizio Flashback-Alice 8 anni Russell 6 anni(ricordatevi che era intelligente precoce ed aveva saltato 2 classi).

-Ehi, Russell, cosa c’è?-

-Lascialo Alice, non vedi che è sulle sue(compagna anonima impicciona)-.
-E tu zitta l’ho chiesto a Russell. Allora, qualcosa ti turba?Hai litigato con qualcuno?-

Lo scoiattolino si voltò seccato verso la gattina, se prima il suo sguardo era assente, perso nel vuoto, adesso era scocciato.
-Vai via, non devo dire a te come mi sento! Lasciami in pace!(frase in giapponese)

La gattina invece di piangere,scappare o arrabbiarsi rimase ferma, sorrise allo scoiattolino e disse                           
-Non occorre essere così scontrosi. In fondo ero solo preoccupata per te(risposta in giapponese).


Sorpreso, lo scoiattolino arrossì le orecchie e chiudendo la bocca, la gattina sorrise ancora di più, gli chiese se poteva sedersi vicino a lui, e lui sta volta le disse di si. Così nacque tutto. Poi altri deterrenti ne rafforzarono l’unione, come il fatto che il padre di Russell fosse uno dei contabili di sua madre, che iniziarono a giocare insieme, che entrambi fossero figli unici..e che in realtà neanche Alice conoscesse il giapponese alla perfezione, aveva chiesto d’imparare lo stretto necessario solo per dire espressamente qualche frase particolare giusto per far star meglio il suo compagno ed avvicinarsi a lui..infatti la settimana successiva aveva già dimenticato quella lingua. Okay tutta no, solo le regole grammaticali, ma continuava a non saper leggere i kanji, solo parlarli e pronunciarli se sottotitolati.

-Fine Flashback

-Oh, hai ragione è carino e divertente. Perché dovrebbe imbarazzarti? Prima di sotto ti ho visto rispondere a tono tenendo testa a Finnick, con tanto di espressioni allusive altrettanto forti. Come mai ti dovresti imbarazzare per così poco?- cercò di capire la giovane agente fuori servizio.

-Forse..perchè mi blocco solo quando si tratta di cose..affari che sento mi coinvolgono, a cui tengo, o che mi preoccupano. Quando si tratta di rispondere a provocazioni o reagire a situazioni che mi danno fastidio..riesco a non tirarmi indietro abbastanza spesso- spiegò lui.

-Come tutti- disse lei.
Così  la coniglia e lo scoiattolo andarono nella camera degli ospiti, raggiunsero la volpe ormai vestita, cambiata, asciugata ma con un asciugamano attorno al collo per tamponare le orecchie (sfuggite all’asciuga pelliccia a grandezza naturale, di gatto chiaramente, lasciando libera la sua testa) e gli chiesero..

-Che ne dici di cucina marocchina a sorpresa sta sera?O preferisci riso rosso e nero, cous cous di verdure o soia con quinoa e semi di girasole?- dissero i due dicendo una pietanza a turno.

-Oh, grazie camerieri, credo che opterò per la cucina marocchina, e da un bel pò che non la assaggio- decise Nick

-E forse gustandole ci abitueremo di più alle “sorprese” per aiutarci meglio dopo oggi- aggiunse Russell.

-Stavo per dirla io una cosa del genere- disse Judy fingendosi offesa.

-Troppo lenta- disse Russell fingendo di vantarsi.

Alla fine tutti e tre scesero le scale.

-Allora avete deciso cosa mangiare?- chiese Alice da sotto il lavandino, di lei si vedevano solo le gambe, la mini gonna a tubino elastica e la coda leggermente oscillante.

-Che..è successo qualcosa?- chiese la volpe trovando la gatta in quella posizione, con il coniglio e lo scoiattolo altrettanto perplessi.

-Il tubo di scarico del lavandino ha avuto una perdita e adesso la sto chiudendo sigillandola con il cric, o si chiama pinza grande a forma di pappagallo?Comunque ora il bullone è bello che sigillato, o è fissato? Comunque meglio che risparmiarvi una..mm.. “pista di pattinaggio sciolta” prima di casa in cena..No cioè, pista da pattinaggio sciolta “in casa” “prima di cena”! Scusate la disgrafia verbale*, l’euforia di avervi come ospiti non dev’essere ancora evaporata del tutto-  disse l’abissina biondo ramata che dopo aver eseguito l’operazione di “sigillaggio” uscì dal ripiano sotto al lavandino ricomponendosi. Addosso aveva il grembiule leggermente vezzoso di prima ma con adesso una cintura da tuttofare con ogni sorta di strumento da cassetta degli attrezzi addosso e con le braccia sui fianchi sorridente.                            

 -Per fortuna io ero presente, quando dovevi studiare e prepararti per gli esami d’ingresso e abilitazione alla professione legale, ogni qualvolta si ripresentava questa fastidiosa e inopportuna “sindrome dello  studente - tirocinante sbadato” aveva il vizio di ripresentarsi in lei, madre. Non ricordo mai se per ansia o insicurezza immotivate: dal momento che con o senza l’aiuto di qualcuno, nel suo lavoro è perfettamente competente..impertinenza e stravaganze anacronistiche a parte- proferì puntualmente Gregor da suo posto a fianco a Lucas e Gweny vicino al posto di capotavola.

-Grazie tesoro, mi piace quando mescoli la tua sagacia neutrale con i.. complimenti gentilmente obiettivi rivolti verso di me. Non danno l’impressione della gentilezza ottimista immotivata, ma della gentilezza realista motivata. La mia preferita! Anche se faccio di tutto per dimostrare il contrario (questa  ultima parte sotto voce aiutata con la zampa rivolta all’orecchio di Nick)- disse Alice rivolta al figlio coleottero adottivo e all’ospite “volpide” alla fine.

-“Perché”?- chiese anche Nick sottovoce per unirsi un attimo alla scenetta.

-S-e-g-r-e-t-o. PER ORA!!!- scandì Alice alla volpe per poi alzargli la voce nell’orecchio.

-Ahh! Ahio! Ma che fai?! Questo per cos’era?- domandò Nicholas massaggiandosi l’orecchio dove la gatta gli aveva urlato.

-Così, sembrava divertente!Lo è stato?!Per voi lo era?- chiese lei rivolgendosi a Judy e Russell mentre cercavano di non ridere per educazione tappandosi le bocche con le zampe.

-Ecco, proprio di questo stavo parlando- sottolineò Gregor.

-Fai così con tutte le volpi che incontri o io sono speciale?- chiese sarcastico Nick.

-Sei speciale, naturalmente, che motivo avrei di dedicare le mie attenzioni spassose a volpi rosse domestiche che non siano tu?- disse retorica Alice.

-..(Silenzio imbarazzante, poi Nick parlò di nuovo)..E’..un segreto anche questo?- chiese leggermente a disagio.

-No Bello! Sarà una rivelazione di cui sarai al corrente molto presto, se Finnick non ti ha già detto niente di persona o per telefono quando..questo pomeriggio...ti sarai certamente lamentato di me, per qualcosa. Ti anticipo solo che all’origine è ..perché per prima “io” mi sono lamentata di qualcosa che “tu” hai fatto a una certa “persona” in questa stanza..ma tutto a suo tempo. Allora, cosa volete..per cena?- chiese Alice sempre rivolta a tutti ma con Nick davanti in tono finto minaccioso spiritoso.

-Aaa. Aamm.. Marocchina! Abbiamo optato per la marocchina a sorpresa. Vero ragazzi?!- disse trafelato Nick rivolto ai piccoli animali dietro di lui testimoni della nuova scenetta.

-Si, quella- disse di colpo Judy.

-Anche io!- altrettanto imbarazzato Russell.

-Sentito Finnick, la Cucina Marocchina ha vinto!- disse Alice rivolta alla porta comunicante adibita a dispensa e piano cottura secondario per cuochi(una cucina professionale per cuochi dentro una cucina normale per famiglie ed ospiti insomma).

-Perfetto, perché ho cucinato solo quella fin dall’inizio. Vedo che vi siete cambiati e messi in ghingheri per l’occasione..voglio proprio vedere..come farete a restare puliti dopo sta notte. Vi avverto, in quel caso, non c’è prodotto, all’infuori di me ed Alice che conosciamo, in grado di smacchiarle(riferendosi alle camicie)..- disse il fennec uscendo dalla seconda cucina con addosso un grembiule anonimo bianco, un mestolo brandito come fosse la sua mazza ed un tono insolitamente basso per lui ma non meno minaccioso, ed uno sguardo dei suoi tutt’altro che rassicurante da elargire a degli ospiti.

-Alice, tutto a posto col lavandino?- chiese poi innocente Finnick come se nulla fosse alla fidanzata.

-Certo Finn.Tutto a posto- disse lei lentamente, slacciandosi altrettanto lentamente la cintura degli attrezzi, poggiandola delicatamente a terra e poi sedendosi altrettanto lentamente al suo posto in attesa del compagno, invitandolo con lo sguardo e con la coda. Finnick dopo aver messo le pietanze a tavola e non facendosi attendere, sempre lentamente, si sedette accanto a lei.

-Capisco sia da molto che non vi vediate ma.. potreste risparmiarci le vostre intemperanze sessuali almeno a tavola? In presenza di ospiti?- domandò senza mai alterarsi Gregor -Per me non fa testo, tutti lo fanno ed anche troppo dalle mie parti, ma i due della..Centrale della Porta Accanto ed il giornalista etico, non credo gradiscano- aggiunse.

-Appena capirai l’importanza dei preliminari nel momento della tua “scelta definitiva”..capirai quanto tutto questo sia istruttivo per te. E non solo tu spero- disse Finnick poggiando la zampa ad Alice, e rivolto a Gregor e presenti.

-Detto da un libero professionista freelance disoccupato non dichiarato vuol dire molto- aggiunse sta volta con fastidio il coleottero.

-Gregor!!Questa potevi tenertela!- disse come fosse offeso lui, Lucas.

-Blob blo blo!!- bollicinò Gweny seccata, che nella sua lingua voleva dire “Vero, potevi tenertelo!”.

-Okay sediamoci tutti e facciamo finta di niente, per il momento. Russell, Judy, Nick accomodatevi pure- fece gli oneri Alice cercando di stendere un velo pietoso sull’infelice uscita di Gregor.

-Blo Blo blue?- fece di nuovo la pesciolina.

-Oh ma che carina, Nick, Gweny vorrebbe che ti sedessi vicino a lei; credo che tu le piaccia- disse Alice.

La pesciolina sorrise alla volpe contenta a riprova di ciò.

-Oh, bhe..grazie- ed anche Nick si sedette. Seguito da Russell e Judy che si guardavano, ormai, con rassegnazione.

Una volta seduti a tavola, Judy e Nick continuavano ad osservare la scena esterrefatti, cercando di abituarsi il più in fretta possibile al fatto che fossero a cena con Finnick, Alice, Russell, il piccolo Lucas ed il giovane Gregor; due insetti ed una pesciolina Koy socievole al proprio fianco (a detta della padrona di casa così ben disposta nei suoi confronti perché a Gweny, Nick dava l’aria di un gigantesco pesce rosso fuori dall’acqua con tanto di coda vaporosa, pur sapendo fosse una volpe. Ma dopotutto chi sa resiste a Nick una volta preso in castagna?).                                                                                                                                                              

Prima che Alice potesse accorgersi che fissare i propri figli in quel modo fosse da maleducati, da parte dei rispettivi ospiti, i due agenti fuori servizio aspettavano che “l’invadente confidenza” di qualche attimo precedente.. facesse effetto, permettendo loro di gustarsi una buona cena, ed una notte gratis in una bella casa..tutto sommato. Ricordava a tratti l’atmosfera respirata a casa Big, solo più allentata, gentile, non tesa e più surreale.

-Come iniziamo una conversazione?Credi dovremmo mangiare e basta? Vorrei saperne di più sul fatto..cioè..come..due insetti parlino, siano diventati figli.. di Alice, o come un pesce sembri capire quello che diciamo e tutto il resto. Ma temo di essere inopportuna- bisbigliò Judy a Nick sperando comunque di non farsi sentire dagli altri (udito ipersensibile dei padroni di casa permettendo).

-Parla del più e del meno di quello che vuoi, cose banali da.. “bambini”..o “adolescenti”, del tipo “Che scuola fai?” “Cosa ti piace mangiare? Quale cartone ti piace in generale?” “A che anno sei?” e..lascia che simili particolari siano loro a dirteli a poco a poco. Se siamo fortunati questo senso di stupore imbarazzante se ne andrà e sentiremo di stare ad una “normale cena tra amici con figli”- propose Nick a voce altrettanto bassa.

-Va bene- disse Judy.

-Allora..Lucas, che classe fai e..come è andata oggi a scuola?- domandò poi.

-Bene, Agente Hopps, o..preferisce signorina: mamma dice che è un termine superato, ma a lei piace che qualche volta la chiamino così..oppure signora adesso che non è in servizio?- chiese il ragnetto cercando di essere il più educato possibile, rimediando all’improvvisa indelicatezza del fratello di poco prima.

-Oh..come vuoi tu, non ho preferenze di alcun genere in merito. Sei a casa tua dopotutto. Puoi chiamarmi tranquillamente come ti viene meglio, o ch tu preferisci, Lucas.      
-Davvero!? Le sta bene?! Yuppy!! Allora posso chiamarla direttamente Judy?- chiese Lucas con dolcezza ed entusiasmo.

-Ma certo piccolo, tutto quello che vuoi- rispose Judith, come Nicholas aveva supposto parlando ci si stava abituando alla situazione.

-Che bello!Allora..frequento la I°C della 1°elementare, ho 6 anni, faccio un corso di musica nel pomeriggio e..oggi abbiamo scritto un tema su una persona che ammiriamo, e mi è piaciuto tanto farlo- elencò il ragnetto saltatore.

-Davvero? E cosa ti è piaciuto tanto? Ah.. e grazie per le domande Judy, mi hai facilitato un passo del rituale delle “domande di famiglia nel momento della cena”- disse Alice dopo la domanda rivolta al figlio.

-Il fatto che l’altro giorno fosse sulla “mamma” e che oggi, scrivendo della persona che ammiriamo, ho potuto parlare dello zio Finnick: così è stato come parlare di tutta la nostra famiglia- disse contento Lucas.

-Um, giusto, avevi citato anche me nel primo tema- ricordò Gregor.

-Oh! Ma che carino..perchè dopo non ce lo leggi?- chiese Nick colpito dalla risposta di Lucas e naturalmente..maliziosamente incuriosito dal contenuto del suddetto tema, ma più di tutto la reazione di Finnick a tal proposito.

Il fennec per una breve frazione di secondo spalancò gli occhi, tenendo un boccone prima d’inghiottirlo. Mentre accanto a lui la gattina gli porgeva la zampa ansiosa anche lei di ascoltare il figlio parlare del suo caro, diversamente dal compagno(vergogna e imbarazzo erano difficili da procurare ad un tipo come lui).
Il fennec deglutì e poi disse..

-Ehm, grazie del pensiero, ma..non potremmo leggerlo in disparte, tra noi..in fondo si tratta di me..e sicuramente saranno cose personali i tuoi pensieri..no?!- provò lui nel tentativo di scovare qualche parere contrario. Non voleva assolutamente fare la figura di un qualsiasi tenero surrogato familiare di ogni sorta davanti a tutti coloro che si era ben bene impegnato a caricare di disagio per anni,e non solo quella sera, dopo essersi costruito una “precisa immagine e..reputazione perciò”, con l’aiuto casuale (e non) della compagna di giochi maturi. Ma ora non poteva contare nemmeno su di lei, persa nei suoi idilli materni come un ebete.

-Ma..l’altro giorno ho letto il tema sulla mamma davanti a tutti. Perché lei si e tu no?- chiese Lucas un pò triste e confuso.

-Già signor Fennec, Perché?- chiese Russell contento del ribaltamento delle sorti.                                                      

Era proprio vero: in casa Mewny il karma era di casa per tutti. Dopodiché, lo scoiattolo fece finta di concentrarsi un momento sul telefono che non smetteva di vibrare da un po’ fino ad allora ignorato, per bon ton: a tavola nulla di che, solo sms di avviso diretti a Xander in cui gli spiegava che forse avrebbe tardato quella sera. Poi ritornò con lo sguardo ai commensali.

-Potremmo tirare a sorte:  dispari = lettura a tutti;  pari = tra di voi. Chi è a favore dica “ci sto!”-propose Judy, cercando di restare imparziale ma con estro creativo, dopotutto non aveva mai avuto niente contro Finn.

-Ci sto!- dissero tutti e 8.

-..e va bene, leggi pure- disse seccato il fennec, tanto per cambiare.

Il tema di Lucas

Una persona che ammiro.

"Una persona che ammiro è il fidanzato della mamma: Finnick.
Finnick è deciso,buffo ma anche un pò scontroso,irascibile e sulle sue; il che è strano visto che la mamma ed altri suoi amici lo definiscono un tipo "fin aperto e divertente". Cosa fa? A prima vista pare non faccia niente e a volte va bene non fare niente, perché "ciò ti libera la testa e ti permette di avere nuove idee facendo fruttare  la tua fantasia ed il cervello"(lo dice sempre il mio maestro di musica quando non so più cosa comporre) e Finnick di idee ne ha sempre tante.
Ma quando vuoi fare qualcosa di più.. “concreto e complesso”..allora è più dura di quanto sembri. Da quello che mi hanno raccontato.. penso che rispetto al passato oggi sia più difficile essere adulti: è vero, non ci sono più la scuola, né voti da prendere, ma una volta fuori noto tizi che sembrano far di tutto per rallentarti nel lavoro dei tuoi sogni o  farti odiare quello che invece esegui togliendoti la passione per esso. Per questo Finn(come lo chiamiamo) sia a casa che fuori casa è un Tuttofare (come la mamma quando non è in servizio per essere un avvocato ancora più bravo, lui la ispira molto e viceversa. I gatti chiamano questo termine Jellicle*): ripara oggetti e tubature, impianti e motori nelle case ed auto degli altri quando lo chiamano, ed altri piccoli lavori per la città che nessuno nota che  sembrano da poco, ma di cui ne ha bisogno e significano tanto per lui. Fare tante cose una dopo l’altra, non sempre alle stesse ore o negli stessi quartieri può risultare faticoso.. ma Finn riesce a gestire tutto come si deve, ossia con “zelo”(anche in questo la mamma ha imparato da lui).

Quando gli ho chiesto perché non scegliesse una sola tra le cose che fa, lui mi ha risposto “la vita è troppo breve per fare la stessa cosa due volte* rischi di venire licenziato un giorno per motivi stupidi, perderti tutto ciò che l’esistenza fuori ti offre e sorbirti nel frattempo un deficiente come superiore ”: un capo cattivo e arrabbiato per chissà cosa insomma.
Finnick mi ha raccontato che una volta aveva un  “impiego statale”, credo si dica così,(di quelli che piacciono a mio fratello Gregor) ma che “non si sentiva valorizzato”; per questo dopo un paio d’ anni si licenziò, diventando “il capo di sé stesso” come ama dire la mamma.

Quando ci ripensa Finnick dice che fu come.. “un esperimento per capire se quello stile di vita facesse per lui”, constatò che non lo era e  cambiò stile.
Cosa non da poco, visto che ogni adulto che incontro ha sempre paura di cambiare vita o ricominciare da capo per colpa di una cosa chiamata "crisi", o che sarebbe difficile “iniziare una nuova carriera o attività alla nostra età” perché si sentono vecchi anche se non hanno capelli, barba, peli bianchi o il bastone. Non capisco, però, se sia più una crisi di nervi, una isterica o di soldi..perchè sembra che a loro vengano tutte assieme. E’ questo sentirsi vecchi anche se non hai rughe?

Finnick è furbo e dice che i vari lavori che fa, gli permettono quindi, di accumulare più esperienze ed avere un piano B in questi momenti di crisi, che ultimamente sembrano non finire mai.                                                    
“Piano B” inoltre è un’altra delle parole preferite della mamma: la usa ogni volta che qualcosa non va, per poi “Far filare tutto dritto” proprio come Finnick: infatti quando entrambi uniscono i loro piani i risultati sono strepitosi. Non so esattamente come facciano, però qualsiasi cosa sia funziona.

Non posso elencare tutte le mansioni che Finnick svolge, in parte perché non vuole dirmele per intero(“segreto professionale” dice), in parte perché il tema diverrebbe troppo lungo e rischio già un brutto voto solo per questo. Ma io voglio scrivere. Sappiate solo che essere un Tuttofare permette a Finnick di esserci sempre quando ho bisogno di lui, così come per la mamma e Gregor se non ci fossero l’ufficio o il liceo per loro stessi. Lui (Finnick)è come una parte importante della nostra famiglia e mi permette di chiamarlo Zio, perché gli piace sentirsi vecchio..suppongo perché sembra più giovane di quello che sembra e che papà non basti per invecchiarlo? Comunque questo è Finnick ed è una persona che ammiro.  
Fine
”.

Una volta finita la lettura Gweny salì in superficie, nuotò al bordo della boccia e sbatte le pinne per applaudire il ragnetto.

-Ma che bravo il mio Lucas, sei stato veramente ma veramente bravo a mio modesto parere. Non trovi anche tu Finni?- chiese la gatta al fennec che, per tutto il tempo dell’esposizione del ragnetto saltatore dai grandi occhi, aveva cercato di restare serio, con sguardo fisso, senza tradir la minima espressione (emozione) dinnanzi ai sorrisi sornioni di Nicholas, Russell e contenti di Gweny mentre Judith era sinceramente intenerita dallo scritto di Lucas, mentre Gregor solo.. attento e interessato dal contenuto dell’elaborato del fratello minore.

-Davvero..commovente e coinvolgente, un compito così meriterebbe di essere premiato con un “batti 5” o “un bacetto” al diretto interessato da parte dell’autore. Non trovi anche tu “zio”? O preferisci “zietto” già che ci siamo?- fece notare Nick compiaciuto una volta assunta la sua solita faccia da schiaffi rivolto, mellifluo, all’ex- socio. Per tutta risposta il fennec fece un’occhiataccia fissa al rosso, senza corrugare però le sopracciglia in modo che i “piccoli” non capissero la sua furiosa tensione e percepissero l’intento di Nick: stuzzicarlo per veder fin quando riusciva a innervosirlo e, scenata oppure no, metterlo in imbarazzo spingendolo ad assumere un atteggiamento tenero e carino in presenza di un pubblico intimo di amicali conoscenti = figuraccia!
Alice, però, era sempre un passo avanti a Nick e così..abbracciò con la zampa destra il collo dell’amato al suo fianco, posò il mento sulla testa di lui, la zampina sinistra sulla sua spalla sinistra ed ondeggiando lentamente la coda..

-Mmm..già, sarebbe proprio carino. Ma a volte certe parole sono così “sublimi” da lasciarti senza altrettante parole per esprimere quanto tu sia grato, della sincerità dei sentimenti che ti offrono. Tutto quello che puoi fare è donare un “grazie” con altrettanto trasporto: non serve altro- disse infine la gatta con uno sguardo di sfida alla volpe e sensuale diretto al compagno, mentre fra leggere fusa si coccolava al fennec smorzandone i “piccoli furenti spiriti”, facendo intendere al rosso “Ho vinto. Ti è andata male”.

-Umf..(prese un leggero respiro la volpe del deserto).Grazie, grazie davvero Lucas- disse diretto e lentamente Finnick.

-Un modo molto “atono" e "virile” di ringraziare. Molto pertinente- commentò contento e pacato Gregor.

-Prego zio- rispose felice Lucas chiudendo gli occhi mentre lo diceva. Probabilmente abituato ai modi talvolta rudi, spicci e “virili” del fennec.

Ed una volta ringraziato Finnick regalò un muto sorriso di vittoria sornione anche lui a Nick. La volpe rossa aveva toppato, ma non avrebbe mai dato a nessuno la soddisfazione di vederlo offeso, ma tanto non occorreva essere cime affinchè lo  capissero i membri più grandi seduti a tavola.
-Impressionante: ti hanno coperto di elogi per un compito scritto da un bambino della tua età?-chiese Judy gentile, curiosa e intenzionata a cambiare approccio commensale.

-A dire la verità.. con sanno che dire- ammise Lucas.

-Come mai?- domandò Nick non tanto perplesso, intuendo quale potesse essere la ragione.

-Sono confusi: da una parte credono che non l’abbia scritto io perché non sembra “farina del mio sacco” e che forse sono “troppo piccolo per scrivere un tema così”, poi “vorrebbero darmi un buon voto per il contenuto” ma allo stesso tempo vogliono darmi una sufficienza scarsa perché devo imparare ad essere più “conciso”, fare più attenzione alla grammatica e non divagare mentre scrivo. “Comunque è davvero un bel tema Lucas” hanno detto- disse Lucas un pò dispiaciuto.

-Stupido e  retrogrado come atteggiamento . Ma prevedibile pur troppo- commentò Nick.

-Quindi cosa hanno deciso queste teste vuote?- chiese Alice di sottecchi con fastidio cortesemente celato al figlio, ma non tanto nella voce.

-Che..decideranno che voto darmi dopodomani: hanno fatto una copia del mio compito per consultarlo e correggerla in privato, mi hanno fatto tenere il quaderno per leggerlo a casa, e sapere cosa ne pensavate anche voi “in..merito”. Hanno detto così- disse Lucas.

-Ma chi sono questi “loro”, non dovrebbe essere soltanto il tuo maestro d’inglese a correggerti il compito?- domandò Judy.

-Si, però il maestro di sostegno e la maestra di studi sociali vogliono essere sicuri che abbia fatto tutto io e per bene, altrimenti chiameranno alla mamma ed il preside per..valutare se sia il caso che io resti in 1° o  vada nella 2°C. Altrimenti avrò una nota e basta per aver copiato o usato parole non mie, ma sono mie. E comunque..sto bene nella mia classe, sto bene coi miei compagni e non voglio andarci..in un’altra classe- disse sicuro Lucas.

-Sicuro? Tutte tue?- chiese Gregor, per appurare la sincerità del fratello di cui però era già certo.

-Certo che lo sono!Forse non sono..parole..no.. “termini”, “agg..aggettivi” o “stature”,no! “strutture”, “frasi” che uso sempre. Ma si! Le più..non infantili..non da bambino ..complesse, si, complesse, le ho scritte perché le ho sentite da te e da mamma riordinarle, dirle e usarle più volte nelle sue “aringhe” e discorsi- spiegò il ragnetto.

-Si dice “arringhe” Lucas, e comunque se la ragione è questa di sicuro ti crederanno, se la esponiamo per bene. Portami con te la prossima volta a scuola ed organizziamo un’incontro coi tuoi maestri: nel caso non dovesse funzionare chiameremo nostra madre. Okay? E poi non credo che dei semplici maestri abbiano tutta questa autorità per organizzare un’incontro con il preside prima del preside stesso prima di essere informato dalla sua segreteria- propose la peripateta ragionevolmente.

 -Poco ma sicuro! Ci manca solo che mio figlio sia un baro! Nell’ora del tema, davanti a tutti, libero per giunta: non dovrebbe essere un’occasione per stimolare le capacità di apprendimento acquisite, la fantasia e la grammatica appresa dai cuccioli, in qualsiasi modo?! Ne ricevono uno scritto benissimo e dubitano della sua autenticità?! Ma danno per scontato che tutti i piccoli di 6 anni siano disgrafici* o distratti, pigri e casinisti mentali incapaci di pensieri profondi e ragionati per iscritto? Questo è dubitare del proprio metodo d’insegnamento miei cari! Alla mia età non era così strano fare compiti simili- protestò Alice.

-Si, ma tu avevi fatto gli studi a casa presso un maestro particolare ed anche dopo che hai frequentato la scuola pubblica, avevi una marcia in più comunque..seppur altalenante, ed ora so perché- disse Russell.

-Già, 6 mesi da genio e 6 mesi da comune non li auguro affatto(rammentate la scala di valori e difetti del profilo B.W. di tipo B), ne risento ancora quando nei momenti meno opportuni mi scordo il numero di serie di una legge o la classe del reato da presentare..fortuna che mi preparo i discorsi prima, così da non fare figuracce in aula. La vostra memoria lavoro o di archivio è sempre lineare invece, un ripasso standard e BAM!  Siete a cavallo!- si sfogò piano la gatta avvocato all’amico. Mentre il fennec sorrideva contento del fatto che ora l’attenzione non fosse più su di lui.

-Guarda che anche per noi “normotipici” non è così facile: di tanto in tanto sei mesi di preparazione lineare e senza troppe dimenticanze farebbero comodo anche a noi. Hai poco da lamentarti- proferì lo scoiattolo.

-Ha parlato quello che ripassava e leggiucchiava d’estate per prevenire lo “scivolone estivo”*- rispose Alice.

-Non volevo restare indietro per non dover incappare in ripetizioni anche io, inoltre tu non c’eri sempre ogni estate, dopo che hai compiuto 10 anni non ti vedevo praticamente mai per 3 mesi. E il motivo lo sai. Inoltre dovevo pur tenermi occupato in qualche modo.

-Facendoti una vita, ad esempio, è questo che fanno i bambini d’estate, ma tu no..sempre per conto tuo a leggere questo o quell’altro!Hai idea di quante opportunità di amicizie e libertà infantili hai rischiato di sprecarti se non ci fossi stata io? Di come avrei potuto usufruirne io al tuo posto?- Alice.

-Non venirmi a parlare d’infanzia normale o infanzia sprecata, tu sei l’ultima persona in questa stanza, a parte lui (Finnick) ,a poterne parlare. E mi dici perché parliamo..quasi come se stessimo litigando adesso, per cosa poi?- tornò ragionevole Russell.

-..Non lo so, fatto sta che quei “due idioti di maestri d’altri tempi” mi hanno proprio fatto..arrabbiare, rovinando un’atmosfera tanto piacevole dopo un tema tanto bello, su Finnick poi- ammise Alice.

-E tu invece?Perchè ti stavi alterando con me? Hai invidiato me anche tu, dopo che hai saputo la verità? O ..ho fatto e detto qualcosa di inopportuno che ti ha infastidito, tanto per cambiare- continuò Alice.

-No, assolutamente, a parte qualche segreto per l’auto difesa, non vorrei mai essere stato cresciuto come te. Anche se sei venuta su bene. Ma il fatto di non esserci sempre stati quando entrambi ne necessitavamo..mi ha impensierito, specialmente dopo neanche cinque ore fa quando credevo che fra me e te non ci fossero mai stati segreti.- ammise Russell.

….Silenzio

-Mamma, Russell..di che segreti parlate? E perché ne parlate come fossero cattivi? Non sono forse i segreti ad unire di più gli amici? Non volete esserlo più?- chiese un pò preoccupato Lucas da quel triste pensiero.

-Ma no, no Lucas, sono io che me la sono presa troppo: la tua situazione mi ha fatto pensare ad un episodio della mia infanzia scolastica di cui..non vado particolarmente fiero. Non intendo smettere di essere amico di tua madre- lo tranquillizzò lo scoiattolo.

-Davvero? Meno male. E qual’era?- chiese il ragnetto ripresosi in fretta e incuriosito.

-Ha detto che non ne va fiero, significa che se ne vergogna; non essere indiscreto- lo redarguì leggermente Gregor.

..-Russell..scusa, non volevo essere..non discreto, è una di quelle parole significano una cosa e due insieme? “Maleducato?” è questo che “in-discreto” vuole dire?- si scusò interrogativo sui propri modi il piccolo ragno allo scoiattolo.

E comprensivo il piccolo reporter rispose..

-In un certo senso si Lucas, un indiscreto può essere un maleducato se si comporta come  tale. Ma non penso affatto che tu lo sia, sei molto più educato di certi bambini e ragazzini più grandi di te che ho incontrato e mi è capitato d’incrociare. A dirla tutta..se ci pensiamo bene, analizzando dettagliatamente i nostri lavori potremmo dire di essere tutti indiscreti a questo tavolo..salvo..proprio tu e tuo fratello.
Io sono un reporter ed i “fatti degli altri” sono il mio lavoro ed il modo in cui li ottengo..bhe non è sempre cortese a dirla tutta, tua madre lavora gestendo i segreti ed i panni sporchi dei suoi clienti e quando li mette con le spalle al muro..non può andarci tanto per il sottile se non vogliono collaborare ed essere del tutto onesti con lei mentre Nick e Judy..sono poliziotti ed infrangere temporaneamente la  privacy dei sospettati durante perquisizioni ed interrogatori è loro compito. Ma noi lo facciamo per mestiere appunto ed avendo “chiesto e ricevuto il permesso” dal comune possiamo farlo. Inoltre hai ragione: i segreti uniscono di più gli amici, ma dobbiamo prima essere pronti  a dirli, l’altro ad ascoltare ed eventualmente rispettare la scelta del suo silenzio. La fiducia è una cosa seria e delicata, ma alla base di ogni amicizia deve esserci sempre. Allenarla tutti i giorni è il compito di ogni buon amico. Appena me la sentirò..vi dirò quello che è più un aneddoto che un segreto in effetti, basta solo che non  pubblichiate su ZOOGLE- disse alla fine ironico Russell.

-Anche il cyber bullismo è un  reato, in più è  cattivo da fare: non ti faremmo mai una cosa tanto brutta!- disse Lucas.

-Stava scherzando Lucas- disse Gregor.

-Perché siete sempre voi a capirlo e io no?!- fece notare con leggero disappunto Lucas.

 -Tranquillo tesoro, neanche la tua mamma da piccola li capiva,ed era anche permalosa,petulante e con la lacrima facile:fu in seguito che afferrai meglio, tutta esperienza alla fine- disse Alice confortando il figlio.

-Fatico a immaginarmelo, ma pensarlo è divertente- bisbigliò tra sè Nick.

Judy pensò che il momento adatto per la sua storia fu quello..e..

-Parlando di segreti per essere più amici..vorrei condividerne uno a cui sono particolarmente affezionata. Si tratta di come è nato il mio sogno.-

E così quella sera l’agente Hopps sarebbe stata la prima a parlare delle “origini di sé stessa” così come noi la conosciamo, come avrebbero fatto poco a poco, senza saperlo ancora, tutti i membri seduti a quella tavola.

ANGOLO DELL’AUTRICE: spiegazioni, niente commenti. Quelli li dovete fare voi. Mi leggete in tanti e mi recensite in pochi; un equo bilancio per favore. 

*L’equivalente Ikea di Zootopia, lo trovate da Every Reference in Zootopia su youtube.
*
Ricordate che per quasi tutti gli animali,gatti e cani in particolare, le zanzare anche senza esono mortali: filariosi cardiopolmonare, a voi wikipedia.

*Ossia Piccoli Brividi, oh e a Russell piace leggere prevalentemente la saga di libri fantasy REDWALL di Brian Jaques, con protagonisti topi, scoiattoli, ratti, tassi e volpi coraggiosi. P.S. il giornale per cui lavora, quando non è impegnato in proprio(o i suoi superiori non gli permettono d’indagare) è il The Daily Goo News e per il/come per il tabloid UK the daily mail, quello che s’intravede di sfuggita dietro l’auto per giraffe che Judy multa con un bellissimo slancio il primo giorno come ausiliare del traffico. Quindi si se lo state pensando(quel giorno prima di uscire per impegni, da una finestra Russell l’ha vista in azione. Il resto se avete fatto attenzione ai capitoli precedenti ed ai dialoghi lo sapete).                 

* Bel nome vero, indovinate chi è? Egli è il riccio del corto pubblicitario di natale della ERSTE BANK, aiutato da uno scoiattolo a venire abbracciato. Così ho avuto lo spunto finale, nonché decisione definitiva per far entrare in scena il personaggio di Russell (oltre allo scoiattolo usato nel DVD pirata parodia del film Giraffic/Gigantic in programmazione e poi cancellato a destra di Mewoana/Moana. E tutti gli scoiattoli Disney nelle mie storie/film preferiti). E quella è la vera natura di Russell.

*Jellicle da Jellicle Cats dal Musical “Cats”.

*Vuol dire poco più in alto del ginocchio curvo da gatto e non così mini da arrivare all’inguine. Alice ci tiene alla sensualità ma con decoro,senza rinunciare alla spiritosaggine diretta di tanto in tanto.               
 Poi è elastica perché viene usata da Alice alla stregua degli elastici da ginnastica sia quando cammina sia quando corre per tenersi le zampe posteriori toniche e rinforzate, aumentando così quando serve la forza del calcio e l’intensità del salto accorciandone la distanza desiderata. Il tutto passa inosservato, perfettamente mimetizzato come federa della gonna, e parte del suo signorile tallieur da avvocatessa.

Anche la giacca lo è, e talvolta Alice la usa come corda, accessorie per i tricipiti delle braccia da allenare quando non può lasciare l’ufficio e scaricare così la tensione usando i codici di diritto come pesi e contrappesi(gambe incluse). Metà dei suoi tallieur sono fatti da lei stessa per questo motivo ed anche perché il modello giacca blazer e gonna coordinata è il suo preferito e difficilmente fuori li trova del colore, tessuto e modello che le piace(o serve). In questo modo risparmia tenendo muscoli e siluette ben allenati e vigili all’occorrenza.

*Disgrafia: disturbo legato alla scrittura riguardante la dimensione delle lettere o la distanza tra le lettere o l’ortografia.

*Scivolone estivo: quando non studiando durante le vacanze dimentichi le materie studiate durante l’anno.
  
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