Fumetti/Cartoni americani > RWBY
Segui la storia  |       
Autore: Kizuato    24/06/2020    2 recensioni
Neopolitan ha amato una sola persona nel lungo e tormentato percorso che è stata la sua vita, e quella persona è morta. Ora vuole solo vendetta. Ma se qualcun'altro riuscisse a farle provare ancora una volta quello strano sentimento che era l'amore? E se fosse proprio un suo nemico, a farle sperimentare di nuovo quelle dolci sensazioni?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Jaune Arc, Lie Ren, Neopolitan, Nora Valkyre
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
𝑻𝒉𝒆 𝒔𝒊𝒍𝒆𝒏𝒕 𝒐𝒏𝒆

Lei non era una brava persona.
Ciò era qualcosa di così ovvio che chiunque lo avrebbe capito.
Aveva ucciso.
Aveva rubato.
Aveva deriso.
Aveva collaborato con dei ricercati. 
Comunque la si guardasse, era chiaro che lei non poteva essere considerata una brava persona.
Tuttavia— alla ragazza non interessava. 
Non gli era mai importato del parere altrui. 
Nonostante fosse maggiorenne, la sua mente era ancora quella di una bambina. 
Si sentiva superiore a molti altri, e per questo si divertiva nel vederli disperarsi nel vano tentativo di sconfiggerla. 
Già solo per questo, era, senza dubbio, una brutta persona. 

Però— se anche a una cattiva ragazza fosse concesso almeno un desiderio nella vita, lei vorrebbe poter vivere con qualcuno di gentile.
Non desiderava altro.
Roman poteva essere considerato un criminale, ma lei si rifiutava categoricamente di vederlo come tale.
Per lei era un santo, uno dei pochi che si era mai interessato a lei.
Nessun Cacciatore l'aveva mai davvero vista come la ragazza qual era, ma solo come la figlia di un'abile donna.
E l'unico uomo di quel gruppo che gli sembrava una buona persona, Qrow— l'aveva abbandonata.
L'aveva salvata, e poi se n'era andato. 
Non lo odiava, poiché il calore che quell'abbraccio che egli gli aveva dato dopo aver ucciso il Grimm minotauro l'aveva fatto sentire al sicuro.
Ogni volta che pensava di detestarlo per averla lasciata in mano ad altri, si ricordava di quella dolce sensazione, e non poteva che piangere nel rammarico di non poterla più provare.
Chi altri avrebbe mai più abbracciato una cattiva? 
Era ciò quello che ella era diventata dopo essersi unita a Torchwick. 
Ma anche se desiderava provare nuovamente il calore di un abbraccio, non provava rammarico per la sua decisione. 
Qrow glielo aveva detto: "Fai quello che ti pare. Finché sarai davvero sicura che quello che stai facendo è giusto, non sbaglierai mai".
Era stata quella frase ad accompagnarla per il resto della sua vita.
In un certo senso, era la sua scusa per non sentirsi in colpa quando toglieva la vita a qualcuno.
In un certo senso— era una psicopatica, con la mente da bambina e il corpo da adulta.
Ogni volta che affondava la punta affilata del proprio parasole nella carne altrui, sperava solo che non si sporcasse troppo.
Non apprezzava uccidere, lo faceva e basta, quando era necessario.
E per sorridere durante quell'atto, gli bastava pensare alla frase di Qrow e al fatto che lo stesso che lo stesse facendo per il suo amato Roman.

—Ma adesso non sapeva più cosa fare.
Roman era morto, e nessun criminale avrebbe mai potuto sostituirlo.
Lui era unico nella sua gentilezza.
Non gli importava in quanti lo avrebbero criticato, per lei sarebbe sempre stata una delle persone più meravigliose che abbiano mai vissuto.
Proprio per questo, non poteva neanche immaginare qualcuno di simile a lui, con la stessa eleganza e lo stesso sorriso furbesco.

Forse, proprio per questo, si era innamorata del suo antipodo: Jaune Arc.
Aveva già capito il tipo di ragazzo che era.
Gentile, onesto, determinato, testardo.
Nessuno avrebbe potuto trovarci somiglianze con l'elegante criminale dai capelli rossi.
Ma a lei era bastato solo una cosa per innamorarsi di lui: il fatto che, nonostante fosse sua nemica, lui l'avesse protetta. 

—Sì, non c'era dubbio.
Persino lei se ne accorgeva. 
Lei non era sana. 
Probabilmente, poteva essere considerata persino pazza.
Si era innamorata di Roman perché l'aveva salvata dalla sporcizia pur non conoscendola, e ora si era innamorata di Jaune Arc perché l'aveva protetta pur essendo una nemica.
Azioni semplici, che forse per loro non erano state chissà cosa, ma che per lei rappresentavano tutto e di più. 

Dal profondo del cuore, desiderava che quel cavaliere in armatura splendente potesse contraccambiare i suoi sentimenti, ma sapeva bene che non c'erano molte possibilità.
Anche se era una rarità fra gli uomini che aveva fino ad ora incontrato - dopotutto, in pochi avrebbero aiutato una nemica -, lei era pur sempre una criminale. 
Sarebbe persino disposta a cambiare per lui, ma dubitava che il mondo stesso le avrebbe dato una possibilità.
O quantomeno— non ora.
Ma se si fosse fatta perdonare, in qualche modo? 


Quelli erano i suoi unici pensieri in quel momento, mentre finiva di sistemarsi i vestiti.
Cinder era accanto a lei, con il suo solito broncio.
La odiava davvero.
Non credeva che avrebbe mai detestato qualcuno così tanto in tutta la sua vita, eppure eccola là: la personificazione umana di tutte le cose che non sopportava.
Fin dall'inizio non si era fidata di quella donna.
Però, visto che a Roman stava bene lavorare con lei, non aveva mai cercato di dissuaderlo. 
Ciò che voleva il suo capo ed amato, per lei, era legge.

E ciò aveva portato alla morte dell'unica persona che aveva amato.

La colpa era di tre persone diverse: di Cinder, di Ruby Rose... e sua, che non aveva protetto Roman.

Tuttavia, aveva rinunciato a vendicarsi della "rossa", come la chiamava il suo capo.
Certo, la mente di Neopolitan era da bambina, ma non per questo era stupida.
Al contrario, si riteneva molto intelligente. 
Quel pettirosso non poteva aver ucciso Torchwick. 
Dubitava ne avesse anche solo la forza, sia di corpo che di volontà.
All'inizio aveva ugualmente desiderato affrontarla, per assicurarsi dei suoi sospetti, e quel volere non era sparito.
Semplicemente, era posticipato. 
Non poteva certo attaccarla, ciò le avrebbe tolto a proprio ogni possibilità che Jaune si affezzionasse a lei. Di conseguenza, aveva intenzione di assicurarsi personalmente del suo coinvolgimento nella morte del suo amato successivamente. 
Al momento, il suo unico volere era— 

« Sbrigati, ci stai mettendo troppo. » —l'odiosa donna poco distante da lei.

Non sapeva bene neanche chi fosse Salem e, onestamente, poco le importava. 
Non esisteva un nemico senza debolezze, e la sua voglia di vendicarsi era ben superiore a quella di scappare.

Annuì, probabilmente per l'ultima volta, alle parole di Cinder. 
Si sistemò il cappello di Roman, l'ultimo ricordo che possedeva di lui, sulla testa.
Adesso era proprio perfetta.

Appoggiando con eleganza il parasole sulla propria spalla destra, Neo si avvicinò con calma alla corvina, chiudendo le distanze fra di loro. 
Lei la osservava con sufficienza, ma ormai non le importava più. 

« Seguimi. C'è un odioso ammasso di latta con cui devo saldare i conti. »

Non comprese la frase che Cinder disse mentre usciva dal rifugio improvvisato che avevano trovato, ma fece come aveva detto, seguendola con un sorriso sulle labbra. 
Presto si sarebbe divertita.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > RWBY / Vai alla pagina dell'autore: Kizuato