Fumetti/Cartoni europei > Sam il pompiere
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Autore: Marlena_Libby    24/06/2020    2 recensioni
A PontyPandy si trasferisce un uomo di nome Walter Newman, che viene dal passato di Dilys. Che cosa vorrà? E perché Dilys sembra tanto turbata dalla sua presenza?
Genere: Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sam non disse al capitano Steele il motivo preciso per cui doveva allontanarsi, ma per fortuna riuscì a fargli capire che si trattava di una questione importante, così ottenne il permesso di andare.
Dopo qualche minuto di cammino lui e i bambini arrivarono alla casa di Walter, suonarono il campanello e lui aprì.
- Ehm... ciao! Che ci fate qui? - chiese Walter, molto sorpreso di vedere Sam in compagnia dei bambini.
- È nostro zio - dissero in coro Sarah e James.
- I ragazzi mi hanno detto tutto di lei Walter, e vorrei darle una mano - disse Sam.
- La ringrazio molto, ma non credo ci sia qualcosa che possiamo fare - disse Walter.
- Non dica così, a tutto c'è rimedio
- Non stavolta. Norman e Dilys mi odiano e non posso biasimarli, non mi ascolteranno mai.
- Il suo errore è stato di entrare nella loro vita troppo all'improvviso, è normale che siano rimasti sconvolti. Però forse se adesso andiamo lì tutti insieme riuscirà a farsi ascoltare.
- Ne è sicuro?
- Assolutamente sì.
- Spero che lei abbia ragione. Ormai non pretendo più che mi diano per forza una seconda possibilità, ma voglio almeno che sappiano quanto sono pentito.
Così andarono verso la casa di Dilys e Norman, salirono al piano di sopra e suonarono il campanello. Ad aprire fu Dilys, che rimase sconvolta nel vedere i bambini e Sam in compagnia di Walter.
- Sam, bambini, perché siete venuti qui con lui?! - domandò arrabbiata.
- Dilys, ascolta... - provò a calmarla il pompiere.
- No! Tu non hai la minima idea di quello che ci ha fatto!
- Invece sì, Norman si è confidato con i bambini e loro l'hanno raccontato a me e penso che tu e Norman dovreste almeno provare ad ascoltarlo.
Dilys guardò Walter e nei suoi occhi vide un gran dispiacere a differenza di quando si era presentato lì il giorno prima in modo così spavaldo.
- Io non sono tanto convinta, ma mi fido di te Sam, quindi ok, potete entrare.
Tutti e cinque entrarono e videro Norman sdraiato sul divano a guardare la TV con sguardo mesto, ma si alzò di scatto quando li vide con Walter.
- Ciao, Norman - mormorò Walter.
- Non voglio parlare con te, vattene! - gridò il bambino.
- No, ti prego ascoltami! Mi dispiace di essere entrato così all'improvviso nella tua vita, non volevo sconvolgerti! Voglio solo farti capire perché ho agito così tanti anni fa e dimostrarti che sono davvero pentito!
Norman guardò la madre, gli amici e Sam che gli rivolgevano sguardi rassicuranti, così si calmò e disse: - Va bene, ti ascolto.
- Vedi Norman, quando tanti anni fa tua madre mi disse che era incinta mi prese il panico: ancora non mi sentivo pronto a diventare padre, avevo paura di combinare qualche disastro e di rovinare le nostre vite, così ho agito senza riflettere e vi ho allontanati!
- Perché invece ferire la mamma e abbandonarci è stata una mossa molto più furba, vero?! - disse Norman con tono sarcastico.
- Lo so, hai perfettamente ragione! Ma vedi, a volte, quando le persone hanno paura fanno un sacco di stupidaggini e a volte cercano di proteggere quelli che amano allontanandoli, ma è un grosso errore! Col tempo ho sentito sempre di più la mancanza di tua madre e rimpiangevo la vita che avremmo potuto avere se non fossi stato così stupido, quando alla fine non ce l'ho più fatta! Così ho indagato per scoprire dove foste e mi sono trasferito qui per conoscerti! Lo so che non è facile da credere, ma voglio davvero starti accanto ed essere tuo padre! So che sarà difficile, ma ti prego, pensi che possiamo provarci? Puoi darmi un'altra possibilità?
Norman percepì quanto dolore e pentimento ci fosse nelle parole di quell'uomo, che era piombato così all'improvviso nelle loro vite dicendo di essere suo padre. Si era sentito malissimo quando aveva scoperto che anni prima non lo aveva voluto, ma ora era lì a implorarlo di dargli un'altra possibilità. Sembrava che volesse davvero rimediare e del resto lui sapeva meglio di tutti lì cosa volesse dire fare un sacco di errori.
Così sorrise dolcemente e disse: - D'accordo, papà.
Walter sentì un tuffo al cuore nel sentirsi chiamare "papà" e abbraccio fortemente suo figlio, che ricambiò.
- Ti voglio bene, figliolo.
- Anch'io, papà.
Tutti li guardavano commossi.
Poi Walter si staccò dal figlio e si rivolse a Dilys: - Dilys, devo delle scuse anche a te. Ti ho abbandonata quando avevi più bisogno di me per la mia codardia. Non ti chiedo di amarmi di nuovo, ma pensi che potremo almeno provare ad andare d'accordo per Norman?
La donna lo guardò pensierosa, poi vide lo sguardo implorante del figlio, così sorrise e disse: - Va bene, possiamo provare.
- Comunque papà, anche se ho deciso di darti una possibilità non voglio venire a vivere con te - disse Norman.
- Stai tranquillo Norman, non ho mai avuto intenzione di portarti via da tua madre! - rispose Walter. - Però magari qualche volta puoi venire a mangiare e a dormire da me, che ne dici?
- Certo! - esclamò il figlio.
Poi Walter si rivolse a Sam e disse: - La ringrazio, Sam, per avermi voluto aiutare.
- Di niente - rispose il pompiere con un sorriso.
- E grazie anche a voi, ragazzi, per esservi preoccupati tanto per me - disse Norman ai suoi amici.
- Non devi ringraziarci, tu sei nostro amico e ti vogliamo bene - disse James.
- Comunque signor Walter, veda di non far soffrire di nuovo Norman o se la dovrà vedere con me! - gridò Mandy rivolta a Walter.
- Oh, me ne guardo bene! - esclamò Walter scherzosamente.
Tutti scoppiarono a ridere.
   
 
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