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Autore: Aladidragocchiodiluce    24/06/2020    3 recensioni
Ambientato dopo “Mekkano”
Paperink, per nulla intenzionato ad abbandonare Gorthan al suo destino, si rivolge all'unica persone che potrebbe aiutarlo
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gorthan, Paperino aka Paperinik
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Ed eccoci qui, R'ur kil o il Pozzo.- Annunciò Il Dottore una volta atterrati ed iniziata un analisi grazie alla strumentazione del Tardis.

-L'atmosfera è respirabile quindi non abbiamo bisogno di tute.

Ma tu..- Esclamò rivolta a Pikappa.

- Se questo posto è gestito da evronini avrai bisogno di un travestimento.-

-Messaggio ricevuto capo!-

Mentre l'eroe estraeva dallo scudo Extrasformer un dispositivo di mimetizzazione olografica, Angela domandò:

-E noi?-

- Ci mimetizzeremo con gli altri prigionieri cercando di non farci notare, non sembra ma ci sono molte razze simili a terrestri.- Dichiarò mentre indossava un paio di occhiali da sole.

- Come sto?- Chiese l'eroe che aveva modificato il proprio aspetto in modo da sembrare un papero con una tuta nera e gli occhi blu simili a quelli di una mosca.

-Semplice ma efficace, Doc K.- Gli rispose la ragazza mentre uscivano, per poi rivolgersi al Dottore

-Non è rischioso lasciare qui il Tardis?-

-Ho attivato un filtro di percezione, lo vediamo solo noi.- Rispose guardandosi intorno.

Ad una prima occhiata, il Pozzo sembrava una città industriale di periferia ormai in disuso dal cui terreno roccioso, di tanto in tanto, facevano capolino delle condutture.

Il Dottore si avvicinò ad una di esse ed estrasse dalla tasca un dispositivo simile ad una penna, che i due sapevano chiamarsi Cacciavite Sonico, con la quale sembrò analizzare uno di quei tubi. Osservò l'oggetto ed emise un cenno soddisfatto mentre lo riponeva in una tasca interna dell'abito ma non condivise ai suoi compagni i risultati.

Finalmente si imbatterono nei primi segni di vita: una sorta di accampamento situato fra due edifici crollati al cui interno vi erano alieni di ogni aspetto.

Nessuno sembrò badare particolarmente a loro, se non qualcuno che si limitò a guardarli.

-Chi sono esattamente?

Non mi sembrano individui amichevoli.-Domandò a bassa voce Paperinik.

-Non ne so molto, ma se le voci che ho sentito sono vere prigionieri di guerra evroniani o elementi che non valeva la pena rendere coolflame.

Riconosco la maggior parte delle razze, nel caso, lasciate parlare me.-

-Come troviamo Gorthan?-

-Semplice: chiederemo informazioni...-

Si interrompe quando quello che sembrava essere un uomo dalle fattezze dei lucertole, col viso ricoperto da scaglie verde chiaro sul viso che andavano scurendo verso la nuca e una cicatrice sulla guancia, si avvicinò a loro.

-Zona?- Domandò con voce ferma.

-Ehm, siamo nuovi e siamo capitati qui.- Rispose il Dottore.

-Allora potete fare parte del nostro gruppo. La zona è Z8, attenti a non diventare il pranzo di qualcuno o qualcosa.- Disse, allontanandosi.

-Simpatico l'amico.- Commentò Angela.

Intanto Paperinik stava osservando un gruppo di cinque evroniani ma erano strani.

In fondo conosceva i propri nemici e non gli pareva di aver mai visto nessuno di essi possedere serbatoi completamente neri. Sembravano persino a loro agio fra i prigionieri, di certo lo erano anche loro a giudicare dal fatto che fossero disarmati.

-Strano.- Commentò il Dottore comparendo al suo fianco, facendolo sobbalzare dalla sorpresa.

-Si, conosco i miei nemici e sembrano... diversi.- Rispose.

-No, i prigionieri dovrebbero odiare gli evoniani in quanto è colpa loro se sono qui.

Perché sono così amichevoli con loro?-Ragionò ad alta voce, ma sembrò perdere subito interesse per quel mistero e fece segno ai due compagni di seguirlo per trovare qualcuno con cui parlare in tranquillità.

Prima di seguirlo, l'eroe gettò un ultimo sguardo gli strani evroniani e sembrò che uno di essi si accorse di essere osservato in quanto si voltò a sua volta verso di lui.


 

Si imbatterono nuovamente nell'uomo lucertola di prima e, con la scusa di voler capire come funzionava il Pozzo, lo convinsero a fermarsi a parlare.

Dopo aver dichiarato di chiamarsi Kibo, spiegò che la regola fra i prigionieri è “se sei in grado di sopravvivere qui sei a posto” e in genere si fanno affari tramite scambi i cui prodotti più ambiti sono cibo e acqua. Gli raccomandò anche di stare al riparo nelle ore notturne se non volevano rischiare la pelle e che se volavano scappare era meglio unirsi a qualche gruppo e incrociare le dita affinché gli vada bene.

-Riguardo gli evroniani?- Domandò il Dottore.

-Carcerieri o prigionieri?

I primi li riconosci subito perché sono armati e muniti di corazza e non ti consiglio di farteli nemici. Riguardo i secondi, sono in un'altra struttura lì da quelle parti.- Mentre parlava, indicò un punto in lontananza in cui gli edifici si infittivano. - Sappiamo che sono perlopiù prigionieri politici o esperimenti falliti.

Non li tengono con noi perché sanno che non esiteremo a farli fuori o viceversa.-

- Abbiamo visto degli evroninani con dei serbatoi neri.- Commentò Pikappa.

-Sono gli unici simpatici: ribelli, hanno dato le spalle alla causa evroniana; non lo credevamo possibile ma eccoli lì.-

-A proposito, prima abbiamo sentito parlare di un evroniano di nome Gorthan.-

A quel punto Kibo scoppiò a ridere.

-Quel figlio d'un Kahiiit!

Chi se lo aspettava che quello scienziato matto sarebbe finito qui assieme alle sue creazioni fallite?

Ovviamente è con gli altri prigionieri evroniani ma dicono che una delle prossime esecuzioni sarà la sua.-

-Esecuzioni?- Ripeté incredula Angela.

-Si, hai capito bene.

Di là...- Indicò una zona dalla parte opposta delle celle evroniane. -...c'è un'arena e qualche volta ci mandano i più cattivi per farli distruggere dallo “Sterminatore” affinché siano di esempio agli altri.-

-Grazie, ci sei stato molto d'aiuto.- Lo ringraziò Angela.

-Spero di poter contare sul fatto che ricambierete il favore...come dovrei chiamarvi?-

-Oh...Bones.- Rispose Angela.

-Dottore.-

-Doc K.-

-Va bene allora, ricordatevi che mi dovete un favore.- Ripeté prima di sparire alla loro vista.

-Doc K?- Domandò Angela con un sorriso divertito.

-Sei stata ispirante.-Gli rispose l'eroe.

-Se avete finito di discutere, abbiamo ancora qualcuno da salvare.-


 

- Sappiamo che è qui, ma come entriamo?- Domandò Angela.

Il trio si era allontanato dall'accampamento, dirigendosi verso la struttura che ospitavate gli evroniani. Ormai avevano solo poche ore di luce.

Il Dottore avanzava tenendo il Cacciavite Sonico puntato verso il terreno borbottando:

- Ci siamo quasi.... Dovrebbe essere da queste parti... Eccolo!-

Erano giunti davanti ad un enorme botola circolare che spuntava dal terreno.

-I tubi che abbiamo visto, trasportano liquami e altre sostanze di ogni genere, ovviamente ci sono punti in cui gli addetti alle riparazioni devono entrare.- Spiegò, puntando il cacciavite verso il portellone per aprirla.


 

-Mi sembra di essere finita all'interno di Alien.- Commentò Angela, guardandosi attorno.

La zona era formata da varie gallerie con il soffitto ad appena un metro dalle loro teste e le pareti sia a destra che sinistra erano percorse da vari tubi di diverse dimensioni e colori ed così stretto che erano costretti a camminare in fila indiana col dottore in testa e Pikapa in fondo per assicurarsi che nessuno li prendesse alle spalle. Almeno il soffitto era intervallato da luci, rendendo il viaggio meno spaventoso .

-Quello lo conosco.- Disse il Dottore, riferito al film citato, mentre con un gessetto di tanto in tanto lasciava segni sulla parete per ritrovare la via al ritorno.

-E il titolo è piuttosto offensivo. Poi vi sorprendete che provino a conquistarvi in continuazione.-

Il commento fece ridacchiare l'eroe.

-Comunque, come siamo sicuri di essere nella direzione giusta?- Domandò.

-Sto usando il sonico per calcolarla, più che altro sono sicuro che non sia quella sbagliata.-

-Che tradotto immagino sia un “non lo siamo”.-

Dopo un paio d'ore di cammino in cui più di una volta pensarono di essersi persi, finalmente spuntarono da un portellone all'interno di una piccola stanza.

-Fin'ora è stato facile, ora tocca al difficile.- Commentò l'uomo.

-Mi sembrava strano.- Mormorò l'eroe, evocando il proprio scudo.

Stavolta dovettero girare per i corridoi della struttura ed essere silenziosi per non farsi individuare dalle telecamere o dalle guardie.

-Ho l'impressione di girare in tondo.- Si lamentò Angela dopo aver evitato per l'ennesima volta una pattuglia.

-Sono d'accordo con lei.

Di solito nella base dei cattivi mettono una mappa alla parete.- L'appoggiò Pikappa.

-Ma non tutti sono smemorati, in compenso hanno una sala controllo.- Rispose il Dottore, indicando una porta sormontata da una scritta per loro incomprensibile.

In un accordo silenzioso, Angela si mise a destra mentre il Dottore a sinistra mentre l'eroe, scudo in mano pronto a fare fuoco, davanti alla porta.

Appena l'uomo usò il sonico per aprire, Paperinik usò il Paralizzatore Bradionico sull'unico elemento presente prima che potesse dare l'allarme ed entrarono tutti e tre.

-Solo io trovo strano che ci fosse uno solo a controllare?- Domandò la ragazza, mentre spostava l'evroniano per fare spazio.

-È il ciclo notturno, e a giudicare dalle parole di Kibo non ci sono molte possibilità di incidenti a quest'ora.- Le rispose l'uomo mentre maneggiava con il computer.

Paperinik, rimasto alla porta per assicurarsi che non arrivi nessuno si voltò verso di loro.

Gli doleva ammetterlo, ma quell'uomo era decisamente più “super” di lui.

-Trovato.

Altra cosa su cui quel siluriano aveva ragione: si trova nelle celle dei condannati a morte e la sua esecuzione è programmata per domani.-

-Allora che aspettiamo? Andiamo!- Esclamò l'eroe con impazienza.

-È dall'altra parte dell'edificio, siamo già stati fortunati ad arrivare qui senza imbatterci in allarmi.-

- Allora che cosa facciamo, domani sarà morto.-

-Zitto! Sto pensando!- Esclamò, girando in tondo.

-Pensa in fretta che stanno arrivando!- Urlò la ragazza, indicando uno degli schermi che mostrava un gruppo di guardie evroniane armate dirette da loro.

-Ma come...- Il dottore guardò la porta e l'evronino. - Angela aveva ragione, c'era un allarme. Devono aver registrato l'ingresso non autorizzato!-

-Chi se ne importa, andiamo!- Dichiarò l'eroe, facendo cenno agli altri di uscire.

Il trio corse lungo i corridoi, cambiando strada ogni volta che incontravano guardie e per pura fortuna riuscirono a tornare la punto di partenza.

Ma mentre Paperinik sollevava il portellone e faceva entrare prima la ragazza, il Dottore lo prese per un braccio.

-Vi fidate di me?- Gli domandò, guardandolo negli occhi.

Il papero non fece tempo a bofonchiare un si che si ritrovò fra le mani gli occhiali da sole, una sorta di involucro di una carta d'identità nera e il cacciavite sonico. Indicando quest'ultimo, spiegò mentre lo spingeva nel condotto:

-Punta, pensa e premi, è così che funziona e non azzardarti a perderli.

Non tornate e non preoccupatevi, ho un piano.-

Finita la frase, l'uomo chiuse la botola, giusto un attimo prima che una squadra di guardie evroniane aprisse la porta.

-... Se vi dicessi che sono qui per sistemare dei tubi, mi credereste?-


 

- Pessimo servizio, avete una pessima votazione su Tripadvisor!- Si lamentò il Dottore mentre veniva trascinato da un paio di guardie in una cella.

-Non ho la minima idea di cosa significhi ma dubito ti servirà contro lo Sterminatore.- Gli rispose una delle due guardie mentre gli metteva qualcosa sulla caviglia, prima di farlo entrare.

- Addirittura tre, domani averemo un bello spettacolo.- Li sentì commentare mentre si allontanavano.

L'uomo guardò la porta chiudersi e quando sentì che si erano allontanati, si chinò a controllare la cosa sulla caviglia

-Fossi in te non proverei a toglierla.- Disse una voce alle sue spalle.

Si voltò e dalla poca luce che filtrava dalle sbarre della cella riconobbe due sagome indubbiamente avroniane, uno rivolto verso di lui e l'altro seduto, più interessato a guardare le stelle attraverso una piccola finestra dall'altra parte della stanza.

Quello che aveva parlato, continuò:

-In genere servono ad impedirci di avvicinarci l'uno all'altro ma se tenti di toglierle danno la scossa e credimi, non è una bella sensazione.-

-Lo immagino ma grazie dell'informazione.- Borbottò per poi presentarsi.

-Io sono il Dottore.-

-Hopon, membro degli “evroniani ribelli”, sono qui perché pensano che la mia morte farà parlare i miei compagni. Tu?-

-Ficcavo il naso dove non dovevo.-Sintetizzò, guardando il secondo alieno che non aveva fiatato.

Se era nelle celle dei condannati a morte, vi erano pochi dubbi sulla sua identità.

-Chi è lo “sterminatore”?-

-Come fai a non saperlo?-

-Sono arrivato oggi e a parte che è il boia del Pozzo non so altro.-

-Un robot, anche lui prigioniero, che uccide chiunque gli si avvicini. Immagino gli abbiano inserito un limitatore per evitare che elimini anche le guardie.-

-Ti ringrazio.-

L'evroniano borbottò un “prego” prima di sdraiarsi mentre l'uomo si sedette con la schiena appoggiata alla parete, fissando il terzo elemento il quale non ha mosso un muscolo per tutto il tempo.

Solo quando sentì Hopon russare si rivolse all'altro evroniano.

-Sei Gorthan?-

Al sentire il proprio nome, finalmente si mosse, voltandosi verso di lui.

-Si.- Rispose semplicemente.

-Ottimo, siamo qui per tirati fuori.-

Per tutta risposa, quello rise.

-Non mi pare che tu sia in una posizione per aiutare qualcuno.-

-Lo so.

Ma ho un piano, a cui sto lavorando il questo momento.-

A causa del buio non poteva vederlo, ma era abbastanza sicuro che l'alieno viola gli stesse rivolgendo uno sguardo interrogativo.

-Hai parlato al plurale.- Disse semplicemente.

-Sei un ottimo ascoltatore.

C'è una mia amica e la persona che ha insistito per aiutarti: Paperinik.-

-L-lui?- Boccheggiò, sorpreso.

-Perché sarebbe dovuto venire?-

-Me lo chiedo anch'io, secondo le sue parole è per dimostrati che terrestri ed evroniani sono diversi, ma secondo me è perché si sentiva in colpa per non averti aiutato prima.

Non dirgli che te l'ho detto.-

-Terrestri...sono difficili da capire.-

-Confermo, e li conosco da più tempo di te.-

Seguì un attimo di silenzio, segnato solo dal russare dell'evroniano addormentato.

-Quando dovrebbe scattare il piano di salvataggio?- Domandò Gorthan.

-Domani, mentre siamo all'arena.-

 

Angolo Autrice

Ed eccomi qui con un capitolo bello corposo... anche perché non so se lunedì aggiornerò ^^”

Un paio di note: nello scorso capitolo mi son scordata di dire che Angela è una mia Oc; riguardo quello attuale solo una piccola curiosità: Kibo vuol dire “squama” in giapponese.

E so che il Pozzo ricompare nei nuovi albi, ma non avendoli letti l'ho reinterpretato in base alle informazioni che avevo quindi se notate incongruenze è per questo.

Detto ciò, spero che il capitolo vi sia piaciuto,

Alla prossima ^^

   
 
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