Apro
gli occhi.
Turbato,
mi alzo a sedere.
A
chi appartenevano quelle voci?
Sembravano
quelle di una donna e di un bambino...
Giro
la testa da una parte e dall'altra.
Sì,
questo sembra un ambiente sicuro, ma nulla è come sembra nella
vita.
Quante
volte si nasconde il male, oltre le più belle apparenze...
Nella
mia vita, dopo la morte dei miei genitori, ho conosciuto solo l'odio.
L'unica
persona a me cara eri tu, Marlowe.
Mi
manchi così tanto...
Allontano
il tuo ricordo dalla mia mente e torno a riflettere.
– Dove
sono? Sono ancora vivo? – mi chiedo. Mi sento confuso e non
capisco perché.
Abbasso
la testa e vedo il mio petto fasciato. Sì, mi hanno aiutato.
Perché?
Giro
la testa e vedo che la porta è aperta.
Mi
alzo dal letto e, a passo lento, attraverso la stanza.
Ho
bisogno di uscire.
Con
lentezza, apro l'uscio.
Un
gemito di sorpresa sgorga dalla mia bocca.
Non
ho mai veduto un simile, meraviglioso spettacolo.
Il
cielo, libero di nubi, si accende di rosso e oro, mentre il vento
soffia tra le spighe di grano, che, docili, ondeggiano, riempiendo
l'aria di deboli fruscii.
Sembra
un mare dorato sfiorato dal vento.
Resto
immobile e i miei occhi si nutrono di tanta bellezza.
Aspiro
il profumo della terra appena coltivata.
L'amarezza,
sempre presente nel mio cuore, si scioglie, come neve al sole.
La
maschera cinica del mio cuore si sgretola, rivelando un animo
sconosciuto.
Le
lacrime sgorgano impetuose dai miei occhi, morendo sulle mie labbra.
Di
fronte ad una tale bellezza, mi sento piccolo e fragile.
I
miei occhi, prima ciechi, riescono a vedere
Piango
ancora, senza alcun freno.
Sono
patetico, ma non ci riesco.
Penso
ancora a te, Marlowe.
Perché
non sei qui a godere con me di questa meraviglia?