Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Exentia_dream2    25/06/2020    3 recensioni
Lily e James e la loro storia d'amore raccontata tra ricordi del passato e immagini del presente. Questa storia partecipa al contest "Una giornata particolare" indetto da Artnifa sul forum di EFP
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Questa storia partecipa al contest “Una giornata particolare” indetto da Artnifa sul forum di EFP-

Pacchetto scelto: Foresta Proibita. 

Premessa: Non sappiamo molto della storia di Lily e James né dei momenti che hanno vissuto insieme e ho provato a raccontarli in questo susseguirsi di ricordi passati ed attimi di presente. 

Spero vi piaccia. A presto. 



Anniversary






Se ne stava con la schiena dritta e le gambe stesse nella piccola radura al centro esatto della Foresta Proibita. 

<< Si sta bene qui. >> aveva detto Fiorenzo, comparendo alle sue spalle. 

<< Sì. Grazie per avermi permesso di occupare per un po' questo spazio. >>

<< Sei sempre la benvenuta, Lily. È un'occasione importante? >>

<< Sì, lo è. >> poi, aveva sentito i passi del centauro allontanarsi e perdersi tra le foglie del sottobosco. 

In quella mattina di San Ventino il sole brillava timido nel cielo terso di Febbraio e a Lily sembrò un segno di buon auspicio, perciò sorrise, riempiendo le labbra di quella gioia che non voleva più tenere soltanto per sé. 

Hogwarts, da lontano, sembrava abbracciarla di ricordi e promesse, di delusioni e addii. 



Severus era il suo migliore amico, l'unico che non l'avesse chiamata mostro quando aveva visto nascere un fiore dal palmo della sua mano, anzi: aveva trasformato un filo d'erba in un uccello. 

Poi, si era steso accanto a lei sulla riva di un piccolo lago. <<... lei è una persona qualunque e tu sei speciale. >>

<< Sei cattivo, Severus. >> aveva risposto Lily e, alzando gli occhi al cielo, però non faceva altro che ripensare al terrore che aveva invaso gli occhi di Petunia. 

Lui era rimasto in silenzio, la mano a toccare la pelle del suo braccio sottile. 

Avevano trascorso tutta l'estate così, all'ombra degli alberi, con i piedi bagnati d'acqua e la magia che fluiva dalle dita come fosse aria: Lily riusciva a sentirsi abitante del mondo soltanto quando era insieme a Severus che le sorrideva e non scappava lontano; si sentiva libera di far vorticare le foglie, di far levitare un oggetto qualsiasi senza che nessuno lo guardasse come se non fosse un essere umano.

Lui no, lui non la abbandonava mai: le si sedeva accanto e le faceva scoprire le magie di cui era capace. 

La loro amicizia sembrava essere il racconto dolce di una fiaba, con gli inverni passati chini a scriversi e raccontarsi, le estati trascorse a nascondersi all'ombra degli alberi fioriti e le mani a sollevare gocce di lago e sorrisi. 

<< È arrivata la lettera da Hogwarts.>> aveva detto un giorno, mentre toccava nervosa la treccia scompigliata. 

<< C'è qualcosa che non va? >>

<< Ho un po' paura… e se non sono abbastanza brava? >>

<< Sei speciale, Lily: non devi mai dimenticarlo. >>

E, dopo aver condiviso tanto, Hogwarts li aveva divisi durante lo Smistamento: Lily era diventata una Grifondoro, Severus un Serpeverde. 

Lei si era seduta sulla lunga panca di legno, circondata dai suoi compagni di casa. << Ciao, io sono James. >>

<< Ciao, io sono Lily. >>

James era un bambino con il viso paffuto, lo sguardo furbo e vispo: le sembrò simpatico. 

Quando il Preside augurò loro la buonanotte, però, Lily si trattenne sulla soglia della Sala Grande ad aspettare Severus: lo vide triste, quasi come se, smistandoli in case diverse, il Cappello Parlante li avesse divisi per sempre riducendo in macerie i giorni vissuti insieme. << Questo non mi impedirà di volerti bene. >> gli aveva detto subito dopo la fine della cena.

Lui aveva abbassato lo sguardo per un attimo, poi aveva sorriso come quel giorno di qualche anno prima. << Davvero? >>

<< Davvero. >>

Con il passare del tempo, Lily si era rivelata abile con gli incantesimi e le pozioni e, quando ricordava l'ansia che aveva provato gli ultimi giorni di quell'estate, scuoteva il capo e si dava della stupida. 

Camminava a testa alta nei corridoi, la mano sempre pronta a scattare in alto alle domande dei professori, la bocca sempre incurvata in un sorriso; Severus, invece, sembrava essersi chiuso in una bolla di tristezza, in un silenzio solitario che gli cuciva addosso una corazza nostalgica e inquietante in cui solo lei riusciva ad entrare e a prendere posto. 

Quando James lo spinse facendogli cadere i libri sul pavimento, Lily capí quale fosse il motivo di quell'atteggiamento e la simpatia nei confronti del suo compagno di casa si trasformò lentamente in una labile sopportazione. 



Una folata di gelo la fece stringere nello scialle, mentre le ciocche di capelli le solleticavano le guance e il collo: nonostante la bella giornata, il freddo vinceva sui raggi del sole, mentre Lily non smetteva di lisciare con le mani il terreno su cui si era seduta. 

In quella stretta delicata di lana morbida, chiuse gli occhi e si lasciò cullare dalle carezze del vento. 

Si sentiva coccolata dai ricordi degli anni che aveva vissuto a Hogwarts in quei racconti che spesso dedicava alla vita che stava crescendo dentro di lei, come se avesse già tra le braccia quel bambino con gli occhi stanchi di sonno e la bocca appoggiata al suo seno. 

Per giorni i dubbi sull'essere una buona madre le avevano quasi impedito di immaginare le scene che avrebbe vissuto, poi, aveva avvertito un movimento all'interno della pancia e le lacrime le erano scivolate lungo le guance come frammenti sciolti di diamante << Bimbo mio… >> aveva sussurrato in un fiato di commozione e, mai come in quel momento, capí che il suo corpo non avrebbe potuto farle una dichiarazione d'amore più bella. 



Tornare a Hogwarts per il secondo anno fu per Lily come un ritorno a casa, con il cielo del soffitto a raccogliere i suoi sogni e la luce flebile delle candele ad illuminare i suoi passi. 

Con James che non faceva altro che fermarsi di fronte a lei. << Vieni con me a Diagon Alley? >>

<< No. >>

<< Da Mielandia? Ti comprerò millemila chili delle tue caramelle preferite. >>

<< No. >>

<< Ma perché? >>

Lily guardò a lungo negli occhi di James, sempre circondato dai suoi migliori amici quasi come fosse un re. << Perché sei un bambino cattivo. E perché io voglio bene a Severus. >>

<< Quel Severus? >> aveva chiesto lui con una nota di sarcasmo nella voce. 

<< Sì. >>

<< Va bene. Allora, se smettessi di prenderlo in giro, tu diventeresti la mia fidanzata? >>

<< Forse. >>

<< Forse? >>

<< Sì, forse. >>

<< Ti prometto che da oggi in poi sarò un bambino buono. >>

<< Vedremo. >>

Lui incassò la risposta come fosse un pugno nello stomaco, mentre i suoi migliori amici ridevano rumorosamente, poi Lily diede loro le spalle ed andò via. 

La promessa di James, però, non aveva avuto il tempo di diventare reale e lei vedeva Severus sempre più distante. 



I rumori della natura, il canto dolce degli uccelli a farle compagnia in una mattina di attesa ed emozione, mentre James, forse, in quel preciso momento stava leggendo il biglietto che gli aveva lasciato sul tavolo. 

Ricordò l'emozione con cui gli aveva scritto di raggiungerla nella Foresta Proibita, il sorriso che gli aveva riempito i battiti del cuore. 




<< Ti chiedo soltanto un gelato, una burrobirra. >>

<< No. >>

<< Ma perché? >>

<< Perché… Perché sei un maleducato, un bugiardo… >>

<< Non ti ho mai detto nessuna bugia. >>

<< Ah, no? >>

<< No. >>

<< E la promessa che mi hai fatto due anni fa? Quando hai detto che non avresti più preso in giro Severus? >>

James aveva portato le mani imbarazzate dietro la nuca a grattarsi i capelli già disordinati, un'espressione colpevole sul viso. << Beh, forse sì, però eravamo dei bambini… >>

<< Non mi piacciono le persone come te, James. >>

<< Ti piacciono quelli come Piton? >>

<< Sì. Preferisco le persone come Severus piuttosto che quelle prepotenti come te. >>

Del sorriso che aveva sempre distinto James e i suoi amici, dopo quelle parole, non c'era la minima traccia: tutti guardavano Lily come se avesse avuto la bacchetta puntata contro ognuno di loro. 

Erano passati mesi in cui James aveva ancora infranto la sua promessa e lei lo aveva allontanato ancora di più: non capiva perché non facesse altro che ferire i sentimenti di altre persone, perché fosse sempre pronto a mettersi in mostra oscurando gli altri. 

Un giorno vide Severus appeso a testa in giù: James lo aveva fatto levitare al fianco di un albero e quando lei si avvicinò, lui lo lasciò cadere. << James Potter, sei la persona peggiore che io abbia mai conosciuto. Non voglio vederti mai più. >>

Poi, Severus si era alzato, aveva pulito la divisa della scuola e l'aveva guardata con uno sguardo che lei non aveva mai visto prima sul suo viso: le ricordò gli occhi di Petunia quando non riusciva ad essere al centro dell'attenzione dei suoi genitori e le si riempivano le pupille tremanti di astio e cattiveria << Non ho bisogno che tu prenda le mie difese. Non ho bisogno di te, schifosa sanguesporco. >>

Fu in quel momento che Lily, per la prima volta, aveva sentito la terra sgretolarsi sotto i piedi ed inghiottirla in voragini di vergogna e disagio; avvertì il sangue gelarsi nelle vene, sotto un'improvvisa nevicata di parole taglienti come lame di coltelli. 

Rimase in silenzio, con gli occhi bassi. 

Le sembrò che il cuore avesse fermato il suo battere ritmico per essere sostituito da un immenso vuoto che le riempì il petto. 

Cadde in ginocchio sotto l'ombra dell'albero, il rumore dell'acqua del Lago Nero mosso dal vento leggero di quella giornata.

 << Lily… >> La voce di James sembrava coperta da una distanza che non riusciva a misurare, poi gli occhi le si riempirono di lacrime: le sentì scivolare veloci sulle guance e cadere nelle profondità su cui le tremavano le ginocchia, senza rumore. 

Era colpa sua. Severus era andato via, l'aveva umiliata, l'aveva ferita ed era solo colpa sua. 

Così alzò il mento, guardò James negli occhi e avvertì il rancore verso il corpo che aveva di fronte scorrere veloce come un fiume in piena che diventava mare. << Io ti odio. >> e quando quei pensieri divennero fiato, Lily fece un respiro profondo. 

Il dolore e la rabbia che le legavano i muscoli, il tremito nelle dita, la gola secca. 

James non rispose: strinse le mani a pugno, gli occhi fissi in quelli di Lily, il freddo ad invadergli il corpo: nemmeno la presenza di Sirius e Remus sembrò tranquillizzarlo né quel pomeriggio né quelli successivi. 

Ogni sera, Lily aspettava che i suoi compagni di casa si ritirassero nei dormitori per restare da sola nella Sala Comune e godere in silenzio del calore del fuoco che ardeva nel camino: le ricordava la casetta di campagna in cui lei e Petunia avevano passato i Natali più felici e veri, quando ancora giocavano insieme con le bambole e non c'era nessuna magia a dividerle. 

Quella sera, però alcune parole riempirono le scale, perciò restò seduta su un gradino ad aspettare: riconobbe la voce di James e dei suoi amici. 

<< Beh, secondo me è inutile, una guerra persa. >>

<< Ma a me piace davvero. >>

<< Lo sappiamo tutti, James: ci riempi la testa di complimenti su Lily: che begli occhi, quanto è bella quando sorride, sì… Questo però non cancella il fatto che tu faccia lo stupido quando lei è nei paraggi, lo sai, vero? >>

<< Lo faccio per farmi notare. >>

<< Sicuro, amico, ma non nel modo in cui vorresti. >>

<< Dovresti crescere un po', James. >> era intervenuto Remus. << Io credo che tu le piaccia, sul serio… >>

<< Però? >>

<< Ti ha sempre detto che sei un ragazzino prepotente e maleducato. >>

<< Lo so. >>

<< E questa volta l'hai fatta davvero grossa. >>

<< Già… >>

Se ne stava lì, con le ginocchia al petto ad ascoltare quelle frasi di miele che sembravano scivolare ai lati della bocca sorridente perché, nonostante tutto, Lily non riusciva ad essere davvero arrabbiata con James: le ferite che le avevano graffiato il cuore erano nate dalle parole di Severus, quel veleno liquido che era diventato suono nelle corde vocali di quel bambino che aveva conosciuto grazie alla magia. 

Era arrivato maggio con i suoi fiori, i suoi odori di primavera e le giornate più lunghe, con il sole che si tuffava nel Lago Nero a pomeriggio inoltrato. 

Lily aveva immerso i piedi nell'acqua, creando dei piccoli cerchi e perdendo lo sguardo in quelle crepe illuminate di tramonto, le mani strette intorno ai fili d'erba giovani; assorta nei suoi pensieri più profondi, con il battito del cuore a scandire il tempo, non si era accorta di James che le si era seduto accanto con le gambe incrociate. << Mi manchi, Lily. >>

Mise a tacere le sue inquietudini, le vide allontanarsi come foglie portate via dal vento e il rumore pieno nel petto fece eco in tutto il suo corpo: non mosse lo sguardo da lago, ma sapeva che James aveva una mano dietro la testa e l'altra sugli occhiali nell'inutile tentativo di sistemarli. 

<< Mi manchi davvero… >> aveva aggiunto lui in soffi di voce appena udibili << e so che può sembrarti banale, che abbiamo quindici anni e forse siamo ancora dei bambini, ma ti voglio bene e farei di tutto per te. >>

<< Questo lo hai già detto. >>

<< Lo so, ma quando mi sei intorno… Sono uno stupido, scusami. >>

<< Ed io sono triste, James: ho perso Severus, mi sono sentita chiamare sanguesporco da lui, proprio da lui… >> Lily asciugò una lacrima sfuggita dalle ciglia e James poggiò la mano sulla sua: tremò a quel contatto delicato e si ritrasse come se lui avesse avuto il fuoco tra le dita, ripensò alle parole che aveva ascoltato seduta sulle scale e corse via. 

Aveva sistemato i capelli attorno al collo come fossero una sciarpa, accarezzando le punte con le dita sottili e bianche: li aveva tagliati qualche mese prima in un salone babbano, quasi fosse una persona normale. 

<< Tu sei speciale. >> le aveva detto quello che una volta era stato il suo migliore amico e che, nel tempo, era diventato un estraneo. 

Lily ripensava spesso a Severus e, nonostante fossero passati anni, sentiva ancora bruciare la ferita che su di lei aveva lasciato quella frase piena di astio e rabbia; la sentiva vibrare di dolore come se fosse stata appena inferta. 

Avvertiva forte la mancanza di quella presenza che le aveva colorato l'infanzia, impedendole di sentirsi diversa, sbagliata. 

Ripensava a lui con una sorta di fragile malinconia di tempi lontani e innocenza persa tra le mura di Hogwarts- mura che le aveva tolto affetti e gioie, ma che l'avevano ricompensata con amore. 



James se ne stava appoggiato al parapetto con lo sguardo fisso oltre le chiome degli alberi della foresta e, alla vista di quel corpo, Lily si sentì quasi infastidita. 

<< Che ci fai qui? >> gli aveva chiesto. 

Lui non aveva smesso di guardare l'orizzonte, emettendo un labile sussurro di voce. << Lasciami in pace, Lily. >>

<< C'è qualcosa che non va? >> si avvicinò a lui, la mano sulla sua schiena e il sussulto dei suoi muscoli sotto le dita. 

I capelli scompigliati dal vento, l'odore dell'inverno intorno. 

<< Hai deciso di rivolgermi di nuovo la parola? >>

<< Se ti disturbo posso anche stare in silenzio. >>

<< Tu che ci fai qui? >>

<< Non puoi rispondermi con una domanda, James. >> poi si era persa a guardare la linea che divideva la terra dal cielo, come se fossero contenuti in essa tutti i segreti dell'universo e sentì il cuore battere un po' più forte, la mano ancora poggiata alla schiena di James. 

<< Lily… >>

<< Vengo qui quando sono triste. >>

<< Già… E perché sei triste? >>

<< Tu perché lo sei? >>

<< Non puoi rispondere ad una domanda con una domanda. >>

<< Sì che posso: questo è il mio posto e tu sei venuto qui senza il mio permesso. >>

<< Quindi sei la proprietaria della Torre di Astronomia? >>

<< Esattamente. >>

James sorrise, ma la tristezza che aveva negli occhi impedì a Lily di scorgere quel piccolo movimento di labbra. << Non riesco a trasformarmi. >>

<< Cosa? >>

<< Lily, questo è il segreto più importante che io abbia mai custodito… >>

<< Non tradirò la tua fiducia. >>

Vide la sua mascella contrarsi e lo sguardo abbassarsi sotto il peso di quella confessione. << Remus è un lupo mannaro e noi, io, Sirius e Peter, abbiamo deciso di diventare degli animagi. >>

<< Ci sono delle leggi da rispettare, James: il registro… >>

<< Non mi importa di niente, Lily: vorrei solo che Remus non fosse solo quando si trasforma. >>

<< Non è pericoloso stargli accanto? >>

<< Sì, ma solo se restiamo in forma umana. Siamo amici dal primo anno e non è giusto abbandonarlo: è più di un fratello… Io voglio stargli vicino. >>

Fu come aprire la porta di casa ed accogliere quelle parole come fossero carezze; Lily lo guardava con occhi che non vedevano più soltanto un ragazzino dispettoso e prepotente: ora, davanti a lei,  James si era spogliato di tutti i difetti che mascheravano l'animo che conservava dietro le ossa. << Ed io che credevo fossi bravo soltanto a Quidditch. >>

Le sembrò che gli anni in cui lo aveva quasi odiato si dissolvessero nell'aria come fumi di Amortentia e si chiese che odore avesse James, perciò, quasi come fosse il gesto più naturale del mondo, appoggiò la testa nell'incavo del suo collo e respirò il profumo di sandalo ed ambra: si fece avvolgere da quelle note, coperte di pelle che non lasciavano più spazio al mondo esterno. << Hai un buon odore. >>

<< Io ti voglio bene davvero, Lily… >>

<< Non hai mai mantenuto la tua promessa. >>

<< Lo so. >> e se ne andò via e lei ebbe paura di quel tremito di cuore che avvertì quando lo vide allontanarsi. 



In mezzo a quella radura, nel cuore della Foresta Proibita, Lily capí che l'amore che la legava a James era esistito dal primo momento in cui lo aveva visto e si era trasformato più volte in disapprovazione, si era travestito da odio e poi semplice sopportazione, si era nascosto dietro mesi di silenzio, ma era sempre stato lì, fedele, forte. 

Lo scricchiolio delle foglie le fece capire che presto non sarebbe più stata da sola, ma lei rimase con gli occhi chiusi, il viso rilassato e il naso all'insù. 



Severus, ormai, viveva in totale solitudine: non rivolgeva la parola a nessuno ed era sempre chino a scribacchiare qualcosa sul suo libro di pozioni; Lily lo guardava da lontano, avvertendo ancora una fitta al cuore quando ripensava alle estati trascorse insieme. 

Vide James avvicinarsi a lui, dandogli una pacca sulla spalla. << Che ne dici di mettere da parte i vecchi rancori? >>

<< Cosa vuoi, Potter? >>

<< Lo scoprirai venendo al Platano Picchiatore. >> e si allontanò. 

Era notte fonda quando li vide varcare il portone principale ed uscire nel gelo di quella notte: Lily li seguí in punta di piedi, facendo attenzione a non farsi scoprire. 

La luna brillava alta e piena nel cielo nero senza stelle e più si avvicinava al luogo dell'incontro, più sentiva il sangue scorrere denso nelle vene. 

<< Dove sono gli altri due? >> chiese Severus.

<< Peter è qui con noi, anche se non lo vedi e Remus… Oh, beh, lo scoprirai presto. >> e James, Sirius e Severus scivolarono in una piccola buca scavata alla base dell'albero. 

Subito dopo li seguí un piccolo topo e Lily ne approfittò per imitare tutti loro. 

Si ritrovò in un corridoio angusto e tetro, una scala invecchiata e marcia come scappatoia da quei fili di ragnatele e polvere buia. 

Gli ululati le fecero irrigidire il corpo e quando si rese conto di essere nella Stamberga Strillante, Lily avvertì il terrore puro pietrificarla quasi come se fosse avvolta dalle spire del Tranello del Diavolo; sentiva le voci giungere dal piano superiore, la voglia di capire cosa stesse succedendo e di far smettere quelle urla, eppure non riuscì a muovere un passo. 

<< Remus, fermo, NO! >> e, qualche minuto dopo, vide Severus scendere le scale di corsa, seguito da un bellissimo cervo che splendeva di una luce quasi eterea. 

Si accorse di essere rimasta al buio e da sola soltanto quando sentì la voce di Sirius riempire lo spazio attorno a lei << Lumos. >>

<< Cosa avete fatto? >>

<< Che ci fai qui, Lily? >>

<< Cosa avete fatto? >>

<< Andiamo. >> Sirius le prese la mano, stringendola con una delicatezza di cui lei rimase sorpresa e la portò all'esterno, lontana dai rami del Platano. << Ora sei al sicuro. >>

<< Cosa avete fatto? >> lo chiese a James, seduto su una pietra, gli occhi incollati al suolo e le sopracciglia aggrottate e severe, gli occhiali storti sul naso e le dita intrecciate in una preghiera sconosciuta. << Lily… >>

<< Non è come credi. >> disse Sirius. << James… Ecco, sì, noi volevamo fare uno scherzo a Severus, ma lui gli ha salvato la vita. >>

<< Tu.. Tu… >>

<< È la verità. >> non aveva remore nella voce, non un'ombra di insicurezza né di indecisione: Sirius stava fermo a sovrastare entrambi con il fisico slanciato. 

James non aveva mai alzato gli occhi né proferito parola, mentre Lily aveva incatenato i suoi a quel corpo teso, a quel respiro pesante: capì che quel cervo non era stato un sogno vissuto da sveglia, che quella luna nel cielo non era un disegno, che quegli ululati erano i lamenti di Remus e che sì, quella era la verità. 

Avvertì quello strano sentimento che la teneva legata a James volteggiare nello stomaco e incurvarle le labbra in un lieve sorriso. << Ci sei riuscito… >>



<< Per te. >> un meraviglioso bouquet di ranuncoli tra le mani, un bacio dolce sulla fronte. James si sedette accanto a lei.

<< Ciao… >>

<< Perché siamo qui? Dovremmo essere in un lussuoso ristorante a festeggiare il nostro primo anniversario. >>

<< Qui è iniziato tutto. >>

<< Lo so. >>

<< James, ti ho mai fatto soffrire? >>

<< Oh sì, per sei lunghissimi anni: ogni rifiuto era uno Schiantesimo. >>

<< Non essere sciocco. >>

<< Sono serio. >>

<< Mi dispiace. >> 

<< Sì, beh, ma ora siamo insieme. E poi, quel giorno è stato il più bello della mia vita. >>

<< Il matrimonio? >>

<< No, l'altro. >>

Lily sorrise a quel ricordo e si lasciò avvolgere dalle braccia dell'uomo che aveva scelto di avere accanto per la vita. 

E lì, in quel momento, non c'era spazio per gli obblighi dell'Ordine, la minaccia di Voldemort e i suoi seguaci, per la paura. 

Lì, in quel momento esistevano solo loro due e il frutto del loro amore che lei portava in grembo. 




Erano passati mesi da quella notte di luna piena e gli occhi di Lily si erano posati spesso su di lui come calamite attratte da una forza invisibile e si chiedeva quanto fosse cambiato il suo sguardo e quanto in realtà fosse cambiato James: aveva smesso i suoi atteggiamenti arroganti e presuntuosi, sembrava essersi vestito di quell'io che le aveva lasciato intravedere qualche anno prima sulla Torre di Astronomia. 

E, infine, si chiedeva quanto fosse cambiata lei stessa che avvertiva le guance colorarsi di imbarazzo ogni volta che lui le sorrideva, che sentiva la mancanza della sua voce, che desiderava tornare a poggiare la testa sulla sua spalla e riempire ancora i polmoni del suo profumo. 

<< James… >> un giorno aveva preso il coraggio tra le mani, lasciando scivolare via tutti i silenzi che gli aveva dedicato e si era avvicinata a lui. << tu mi vuoi ancora bene? >>

<< Domani è il mio compleanno… mi farebbe piacere se tu venissi alla mia festa. Alla Torre. >>

<< Oh, si. Va bene. >> ed aveva trascorso l'intera notte a guardare il cielo pieno di stelle, affidando ad ognuna di loro la speranza di poter essere felice. 

La Torre di Astronomia era vuota e Lily sentì le lacrime salire in gola: James l'aveva presa in giro, non ci sarebbe stata nessuna festa, non lì almeno. 

E sentì la mente riempirsi del pensiero che quei no che tante volte gli aveva rivolto adesso le stessero presentando il conto.

Perse gli occhi lucidi nel buio, con i gomiti poggiati al parapetto e il viso sporto verso l'esterno. 

<< Sì. >> piano, con passi lenti si avvicinò a lei, le ciocche dei suoi lunghi capelli mossi dal vento di marzo a solleticargli il petto. 

<< Dovresti essere a festeggiare il tuo compleanno. >>

<< Lo sto facendo. >>

<< Bene, allora divertiti. >> non si era voltata a guardarlo, il viso rigato dal pianto. 

<< Lily, sì. >>

<< Sono davvero contenta per te. >>

 << Sì. >>

<< Ora dovresti tornare dai tuoi amici. >>

<< Sì. >>

<< Sì, cosa? >> chiese in uno scatto d'impazienza che la prese per le spalle e le allontanò lo sguardo dall'orizzonte. Si ritrovò ad un fiato di distanza dal naso di James, i suoi occhi dolci a sorriderle sugli zigomi e le mani nelle tasche: sentì la rabbia franare sotto la dolcezza di quel viso che lei aveva imparato a conoscere con una memoria senza occhi. 

<< Sì, ti voglio ancora bene. >> un attimo dopo, sentì la bocca di James annullare quella piccola distanza che ancora le impediva di vivere nella marea alta ed attesa di quel sentimento che da un po' le faceva tremare le gambe. 

Fu un bacio dolce, carico di tempo sprecato e desiderio, colmo di promesse da mantenere e amore esploso. Il primo bacio di Lily, pezzi di un puzzle che finalmente mostravano un meraviglioso disegno. 

Poi, James poggiò la fronte alla sua. << E tu? Mi vuoi bene? >>

<< Sì. >>

<< Quanti ricordi… >> disse accarezzando quell'accenno di maternità. 

<< Sei stata il regalo più bello e, se fosse possibile, pagherei tutti i galeoni che ho alla Gringott per tornare indietro nel tempo. >>

<< Quindi, vorresti ancora aspettare prima di conoscere nostro figlio… >>

<< Beh, no, ma ci sarà tem… >> gli occhi di James si illuminarono di stelle e sogni avverati. << Nostro fi-figlio…? Ora? >>

<< Beh, non proprio… Mancano ancora cinque mesi. >> Lily sorrise con dolcezza. 

Quando lui posò la mano sul suo ventre, Lily sentì l'emozione genuina di aver vissuto soltanto per gioire di quell'immagine che avrebbe impresso nella memoria come uno dei ricordi più dolci di tutta la sua esistenza, in quei tocchi delicati di dita incredule e speranza nel futuro. 

<< Dobbiamo comprare una scopa e tutta l'attrezzatura per permettergli di diventare il miglior giocatore di Quidditch: lo allenerò personalmente. E Sirius sarà il suo padrino, sì. Potremmo chiamarlo Andrew o o Jacob. O Harry. Sì, Harry è perfetto. >>

<< Sì, è un bel nome. >>

<< Vorrei che avesse i tuoi occhi, Lily. E la mia abilità di Cercatore. >>

<< Potrebbe anche essere una bambina, James. >>

Lui alzò il mento, quasi pensieroso. << No, è sicuramente un maschio. Harry. Harry Potter. >>

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Exentia_dream2