Fumetti/Cartoni americani > Transformers
Ricorda la storia  |      
Autore: evil 65    25/06/2020    1 recensioni
Shatter non ha mai avuto grandi aspirazioni, nella vita. Tutto ciò di cui le importava davvero era il combattimento.
Un incontro fortuito con un ex gladiatore dell'arena di Kaon la indirizzerà verso un futuro molto diverso.
( Megatron x Shatter )
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Megatron
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buongiorno!
Ok, questa è la prima fan fiction che scrivo dedicata all’universo di Transformers, quindi siate gentili ;)
Sono quel tipo di persona a cui piace creare ship fuori di testa o fuori dal comune, motivo per cui ho deciso d’imbarcarmi in questo piccolo esperimento ( che, se avrà successo, potrebbe portare alla creazione di altre storie ambientata nella stessa AU ).
I protagonisti, come specificato dalla descrizione, saranno Megatron ( antagonista indiscusso del verse dei Transformers ) e Shatter, che i fan ricorderanno sicuramente dall’ultimo film dedicato ai robottoni intercambiabili, Bumblebee ( se non lo avete visto, ve lo consiglio assai ).
Sebbene nella descrizione della fic abbia scelto la sezione Transformers: Prime, in realtà questa storia sarà inserita in un contesto che integrerà aspetti provenienti da molte opere dedicate al franchise.
Il Megatron della storia è ispirato soprattutto alla sua controparte in Transformers : Prime, mentre Shatter è ispirata alla sua controparte nel film Bumblebee.
E ora…vi auguro una buona lettura!




The Gladiator and the Triple Changer

98478439-668115110647016-7938879298671214592-n  105427245-266179071359248-3113745144831187274-n

Shatter compì un'altra oscillazione sul manichino d’addestramento e osservò con aria soddisfatta mentre la sagoma di forma vagamente cybertroniana veniva scaraventata a circa una decina di metri dalla sua posizione. Immaginò l'effetto che un simile colpo avrebbe avuto su un vero avversario e si ritrovò a sorridere. Non sarebbe stato carino.
Finalmente, l’allenamento stava cominciando a dare i suoi frutti…ma in cuor suo, non si sarebbe aspettata niente di meno. Dopotutto, era sempre stata una bot molto adattabile.
Si era iscritta all’Accademia di Combattimento di Kaon circa quattro mesi fa, rivelandosi una delle reclute più promettenti nell’arco di pochissimo tempo. 
Al momento, si sentiva abbastanza forte da poter affrontare anche i suoi stessi istruttori!
Il combattimento era la sua attività preferita. Era l'unica cosa in cui era sicura di essere veramente brava. 
Sapeva che sua madre non approvava, ma non le era mai importato davvero. In fondo, era l'unica costante che aveva avuto per quasi tutti i suoi diciotto cicli stellari di vita.
Da quando riusciva a ricordare, la sua famiglia era sempre stata in movimento, senza mai restare in un posto molto a lungo. Una volta, quando aveva otto anni, si erano trasferiti tre volte nello stesso ciclo. 
Suo padre era un membro importante del corpo militare di Cybertron e la riassegnazione costituiva una parte fondamentale della sua carriera. Per certi versi, Shatter rappresentava l’esempio perfetto del “marmocchio cresciuto nell’esercito”, come alcuni bots(1) amavano indirizzare gli sparklings(2) come lei.
In tenera età, aveva capito l’inutilità di perseguire amicizie con i suoi coetanei. 
Perché mai avrebbe dovuto creare allegati che non sarebbero mai durati? Aveva spesso sentito dire che gli amici dovevano essere per sempre. Eppure, ogni volta che la sua famiglia si trasferiva, non avrebbe più avuto altre interazioni con i suoi vecchi compagni di gioco. 
Proprio per questo motivo, all'età di otto anni, giurò a se stessa che non avrebbe mai più fatto amicizia.
Elaborò un piano infallibile: sarebbe stata la persona più fredda e cattiva di qualunque accademia a cui sarebbe stata iscritta. Se qualcuno avesse cercato di essere amichevole con lei, avrebbe detto qualcosa di orribile per spaventarli. In poco tempo, era riuscita a crearsi una maschera perfetta. 
Ormai, era conosciuta da tutti gli altri membri dell’accademia come una femme caustica, sarcastica e talvolta irraggiungibile. Nonostante ciò, molte femme(3) avevano cominciato a vederla come una sorta di modello di ruolo. Niente di così scioccante, considerato il fatto che era una degli unici cybertroniani Triple Changers in circolazione.
La maggior parte dei bots, infatti, era limitata ad un singolo modulo: via terra o via aria. Shatter, al contrario, era capace di trasformarsi sia in veicoli capaci di viaggiare su ruote, sia in grado di sorvolare i cieli.
Per un po ', quando era più giovane, sua madre aveva cercato di incoraggiarla a prendere lezioni d’informatica,  come aveva fatto quando aveva la stessa età di Shatter. Lei si era categoricamente rifiutata. 
Non voleva trovarsi in una posizione in cui sarebbe stata costretta a collaborare con altri bots.
Alla fine, sua madre si era arresa e aveva lasciato che la figlia rimanesse il maschiaccio ruvido e tumultuoso che era diventata. Non che Shatter non fosse capace di simulare un atteggiamento elegante e accomodante, quando la situazione lo richiedeva.
Simili tattiche le erano state molto utili per guadagnare il favore degli istruttori, nonostante fosse convinzione comune che il telaio di una femme fosse troppo debole per poter affrontare un combattimento in maniera efficace.
“ Idioti, tutti loro” pensò Shatter, sorridendo mentalmente.
Il suo intenso amore per il combattimento era nato a causa del padre. Quando aveva quattro anni, aveva iniziato a insegnarle semplici mosse di autodifesa, che lei era riuscita a ricreare in pochissimo tempo. Tuttavia, non era mai riuscita a sconfiggere il suo vecchio in una rissa.
Ben presto, i suoi giorni dopo la scuola avevano cominciato ad amalgamarsi in una routine quotidiana: pratica di lotta, esercizio fisico e, naturalmente, i compiti a casa. Era sempre ai vertici della sua classe e non avrebbe mai lasciato che i suoi hobby interferissero con lo studio. In questo modo, i suoi genitori non avrebbero mai potuto lamentarsi, nonostante la sua mancanza di amicizie li disturbasse non poco. Ma non c'era niente che avrebbero potuto dire o fare per indirizzarla verso altre attività. Inoltre, tra qualche mese si sarebbe diplomata all’accademia e sarebbe stata finalmente libera di iniziare la propria vita in solitaria.
Diede al manichino qualche altro colpo, seguito da un paio di calci laterali, prima di decidere che aveva avuto abbastanza allenamento, quel giorno. 
Si passò un po’ di olio sulle giunture e si voltò per raccogliere l’attrezzatura. Fu allora che notò di non essere sola.
Ce n'erano in tutto sette, un gruppo di cybertroniani non molto più vecchi di lei. Erano tutti seekers(4), a giudicare dalle ali ripiegate che avevano sulla schiena, forse addirittura militari. In poche parole, bots dell’aviazione planetaria.
La stavano fissando intensamente attraverso le loro ottiche scarlatte…ed era abbastanza sicura di sapere cosa volessero da lei.
<< Posso aiutarvi? >> chiese con voce fredda e misurata.
Quello in piedi nella parte anteriore del gruppo sorrise in maniera apparentemente gentile. 
<< Le tue mosse erano piuttosto impressionanti >>
<< Grazie >> rispose lei, mentre si chinava per recuperare il manichino.
<< Dove le hai imparate? >> chiese un altro, squadrandola da capo a piedi.
Le sue ali scarlatte fremettero per il fastidio, ma Shatter fece in modo di nasconderlo. L’ultima cosa che voleva, dopotutto, era causare problemi indesiderati.
<< Alcune da mio padre. Altre le ho apprese in solitaria. >> 
Detto questo, incrociò ambe le braccia davanti al petto metallico. << Serve altro? >>
Quello che sembrava essere il leader fece un passo avanti e la guardò. << Sì. Che ne diresti se io e te andassimo in qualche luogo più privato per una…lezione individuale? >>
Shatter alzò mentalmente gli occhi. Tutti i mech(5) erano così prevedibili? 
<< Mi dispiace, non do lezioni. Ora, se vuoi scusarmi, ho altre cose da fare >> rispose con un sorriso falso, per poi dirigersi verso l’uscita della palestra.
Improvvisamente, il seeker allungò la mano e le afferrò il braccio, costringendola a fermarsi. 
<< Non così in fretta, tesoro. Ti ho chiesto qualcosa, e non andrai da nessuna parte finché non la avrò. Non mi piace essere ignorato. E quando non mi piace qualcosa…posso diventa molto cattivo >> terminò con un luccichio malizioso delle ottiche.
I suoi compagni iniziarono a ridacchiare. A giudicare dalla loro reazione, Shatter dedusse che questa doveva essere una routine abbastanza comune. E aveva la sensazione che, nella maggior parte dei casi, si rivelasse un successo. 
Probabilmente, quasi tutte le femme con cui entravano in contatto erano troppo spaventate per poter reagire. Sfortunatamente per loro…Shatter non era mai stata come le altre femme.
Altri mech avevano provato simili tattiche con lei, negli ultimi cinque anni. Era cominciato tutto quando aveva raggiunto la maturità e il suo telaio aveva assunto una forma assi più esile e ricurva rispetto a quella dei suoi coetanei maschili.
Non riusciva a capire il perché, sinceramente. Forse era a causa della sua natura di Triple Changer. Per il resto, aveva sempre ritenuto il suo aspetto fisico nella media, se comparato a quello di altre femme.
Non che non volesse che gli altri bot la considerassero attraente, sia chiaro. Dopotutto, Shatter era sempre stata una cybertroniana molto orgogliosa; i lineamenti del suo telaio non erano certo esenti dal ricevere apprezzamento. 
Aveva avuto molte cotte nel corso degli anni, ma la sua determinazione al non voler soffrire l’aveva spinta ad abbandonare ogni pensiero di una possibile relazione. 
Forse, una volta libera da questo stile di vita incerto, quando non si sarebbe mai più dovuta preoccupare dell’abbandonare le persone a cui teneva, avrebbe finalmente abbassato la guardia e lasciato che gli altri si avvicinassero.
Ma, fino a quel giorno…aveva una reputazione da proteggere e mantenere. E dato che la sua personalità sgradevole non sembrava sufficiente a scoraggiare questi mech…era ormai sicura che avrebbe dovuto ricorrere alla violenza. Aveva perso il conto di quanti bot aveva mandato in infermeria, nell’ultimo ciclo.
Con calma, alzò gli occhi color sangue verso il suo "corteggiatore", lo guardo dritto in faccia e disse: << Se non mi lasci andare il braccio entro tre secondi… ti romperò la mano. >>
Il resto dei seekers simularono un sussulto scioccato.
<< Dai, Skyfire >> disse uno di loro, il volto adornato da un ghigno divertito. << Lascerai che ti parli in quel modo ? >>
<< Nemmeno se fosse Unicron in persona >> sorrise il rinomato Skyfire. << Andiamo, piccola, non fare la difficile. Sai che lo vuoi tanto quanto me.>>
<< Veramente? >> chiese Shatter, con finta sorpresa. << Immagino di non conoscermi bene come te, allora.>>
Senza battere ciglio, allungò la mano libera e afferrò quella del seeker, applicandovi abbastanza forza da rompergli le giunture. 
Il bot urlò per il dolore e ritrasse il braccio, mentre la femme sorrideva sadicamente. E poi, per aggiungere la beffa al danno, gli tirò un forte calcio in mezzo alle gambe, prima che avesse la possibilità di riprendersi.
Skyfire si chinò a terra e lanciò un guaito sommesso, mentre le ali che aveva sulla schiena si drizzarono come una coppia di pali.
Prima che gli altri potessero reagire, Shatter si precipitò verso la porta. Sapeva che l'avrebbero seguita…e voleva essere pronta per loro.
Sentì Skyfire gridare un rabbioso "prendetela!" , mentre assumeva la forma di un veicolo da corsa a quattro ruote e percorreva il lungo il corridoio, fino all'entrata posteriore dell’edificio.
                                                                                          
                                                                                                        * * * 

Megatron, ex gladiatore dell’arena di Kaon, percorse a grandi falcate il tratto di strada che conduceva fino all’accademia di combattimento della cittadella, attirando gli sguardi incuriositi di alcuni passanti.
La sua imponente figura superava in altezza tutti i cybertroniani presenti nell’area circostante, e il volto sfregiato dalle innumerevoli battaglie affrontate nel corso degli anni contribuiva a creare attorno al mech un’aura minacciosa e intimidatoria.
Al momento, l’ex gladiatore si stava dirigendo verso l’accademia con la sola intenzione di convincere uno dei suoi istruttori principali - un Triple Changer noto con la designazione di Blitzwing – ad unirsi al movimento politico nascente di cui era il fondatore: i Decepticons, un’organizzazione di bot che aveva come unico obbiettivo il raggiungimento dell’uguaglianza tra tutte le caste sociali di Cybertron, la cui corruzione per mano del Senato era divenuta così profonda e radicata da costringere perfino i Prime ad abbassare la testa e sottostare al volere di ricchi burocrati che avevano solo in mente i propri interessi, a scapito dei cittadini più umili.
Megatron aveva a lungo tentato di denunciare tali misfatti, attraverso manifestazioni pacifiche e articoli pubblicati dagli holo-video del pianeta. Ma ogni sua iniziativa era stata brutalmente soppressa dalle stesse enti che aveva cercato di smascherare agli occhi del pubblico.
Proprio per questa ragione, e dopo un cospiscuo numero di fallimenti, Megatron aveva deciso di tentare un approccio decisamente più aggressivo e creare un corpo militare a se stante, reclutando tutti quei cybertroniani che erano scontenti del regime attuale.
In giro, aveva sentito voci riguardanti il fatto che alcuni membri dell’aviazione, tra cui lo stesso Blitzwing e il leader dei Seekers in persona, Starscream, avevano cominciato a nutrire un forte dissenso per l’attuale situazione sociale in cui vessavano i bot più umili. Ed ecco spiegato il motivo della sua visita all’accademia.
Stava per varcare l’entrata del complesso, quando la sua attenzione fu catturata dal suono di numerose esaltazioni provenienti dalla parte posteriore dell’edificio.
<< Combatti! Combatti! Combatti! >> fu l’urlo che venne ripetuto più e più volte, accompagnato da applausi occasionali.
Rilasciò un sospiro esasperato. Non riusciva davvero a capire il fascino degli altri bots per i combattimenti di strada.  Per lui non erano altro che una perdita di tempo ed energie che avrebbero potuto essere utilizzate meglio per intraprendere dei veri allenamenti e diventare dei bravi soldati. E se c'era una cosa che Megatron odiava più del Senato di Cybertron…erano gli sprechi.
Blitzwing poteva aspettare un altro paio di minuti. Sistemare queste reclute era molto più importante.
Seguì le grida fino al retro dell'edificio e trovò una grande folla disposta in cerchio attorno a qualcosa. I combattenti, senza dubbio. 
La massa di spettatori era diventata un tripudio di urla e applausi.
Megatron inarcò un sopracciglio. Questa rissa sembrava essere molto più eccitante del normale. Un motivo in più per interromperla seduta stante, prima che qualcuno avvertisse le autorità.
Marciò fino alla folla e cominciò a farsi strada tra i bots che la componevano. Circa a metà strada, si fermò ad osservare i progressi dei combattenti…e la sua bocca si spalancò. 
La vista che gli si parò davanti fu completamente inaspettata.
Al centro di quell’arena improvvisata…c’era una femme. 
Il suo telaio era praticamente immacolato, simbolo del fatto che fosse ancora molto giovane, probabilmente appena uscita dalla pubertà. Il suo corpo, d'altra parte, possedeva lineamenti esili e aggraziati, non certo qualcosa che un individuo normale si sarebbe aspettato da una combattente. 
Aveva le gambe leggermente divaricate e le braccia piegate in avanti, con le mani poste di fronte a sé in una posizione intimidatoria.
Megatron notò che non stava combattendo contro un singolo bot, bensì un totale di quattro seekers. Erano in piedi di fronte a lei e sembrava che stessero discutendo su quale sarebbe stata la loro prossima mossa.
Altri due bot giacevano a terra, i loro corpi martoriati e coperti di olio. L’ex gladiatore non riuscì a capire se fossero incoscienti o meno.
<< Che cosa state aspettando? >> sfidò la femme con tono setoso. << Coraggio, non volevate darmi una lezione? Mi sto annoiando. >>
Uno dei seeker si lanciò contro di lei, ma la bot lo attese con uno sguardo impassibile. 
Quando il mech fu abbastanza vicino, si chinò in avanti e lo colpì dritto allo stomaco, una, due, tre volte, per poi tirargli un montante alla testa. Megatron si ritrovò incantato dalle azioni della femme; non aveva mai visto nessuno muoversi come lei in vita sua. Era come un animale selvaggio, sia bello che mortale. 
<< Andiamo >> incitò la femme, mentre il corpo del seeker crollava a terra. << È davvero il  meglio che sapete fare? >>
<< Prendetela! >> urlò qualcuno dalla folla. << Coraggio, idioti, è solo una femme! >>
Per la prima volta da molto tempo, Megatron si ritrovò a sorridere. 
Potrebbe essere stata "solo una femme", ma era la più talentuosa combattente naturale che avesse mai visto dal suo scontro con Soundwave – il suo braccio destro - nell’arena di Kaon. 
Sì, i suoi metodi erano indisciplinati e la sua tecnica era sciatta, ma con un po 'di addestramento sarebbe potuta diventare un’arma da non sottovalutare.
I tre seekers rimasti sembrarono consultarsi per un momento e poi, senza nemmeno una parola di resa, corsero via, lasciandosi dietro i loro compagni caduti.
<< Vigliacchi! >> urlò la bot, per poi voltarsi in direzione della folla. << La prossima volta che una femme vi dice di lasciarla in pace…vi suggerisco di ascoltarla. >>
Capendo che la lotta era finita, i vari spettatori cominciarono a disperdersi. 
Un paio di loro aiutarono i seekers martoriati a rimettersi in piedi, e questi si allontanarono zoppicando, senza nemmeno girarsi a guardare il volto compiaciuto di Shatter.
Megatron rimase dov'era, ormai desideroso di poter parlare con questa bot. Dopotutto, non capitava spesso d’incontrare una femme capace di affrontare sette avversari in contemporanea…e uscirne vincitrice.
Presto, furono gli unici due rimasti.
<< Sei una combattente incredibile >> disse dopo qualche attimo di silenzio.
La bot si voltò di scatto, apparentemente scioccata dal fatto che qualcuno avesse deciso di avvicinarla anche dopo una simile dimostrazione di violenza.
I suoi occhi si spalancarono brevemente, forse a causa della mole dello stesso Megatron. Non che la cosa sorprese l’ex gladiatore nel minimo. Dopotutto, era ben conscio del fatto che il suo telaio fosse tra i più imponenti di tutta cybertron, capace di rivaleggiare con quello degli stessi Prime.
Apparentemente ripresasi dal suo shock iniziale, la femme indurì lo sguardo e incrociò le braccia davanti a sé.
<<  Vorrei ben vedere. Mi alleno da quando avevo quattro anni >> rispose con tono freddo e decisamente ostile.
Fu così che Megatron ebbe la possibilità di guardarla in viso per la prima volta. Era bella. 
Aveva occhi rossi come il sangue che brillavano nella penombra dell’edificio, lineamenti affilati e un corpo esile, ben proporzionato. 
In questi quartieri, era assai difficile trovare femme di tale bellezza. E lo era ancora di più trovare femme che fossero capaci di combattere in maniera così efficiente. 
<< Non ho alcune problema a crederlo >> disse dopo averla analizzata a dovere. << Non ho mai visto nessuna femme muoversi come te. >>
<< Grazie >> fu la semplice risposta di Shatter. Non sembrava affatto influenzata dalle adulazioni dell’ex gladiatore. Quello era un buon segno. 
Forse sarebbe stata aperta a qualche critica costruttiva. Se voleva diventare una combattente ancora più capace, doveva sapere su cosa avesse bisogno di lavorare ulteriormente.
<< Tuttavia, avrei due suggerimenti per te >> riprese con tono colloquiale.
La femme inarcò un sopracciglio. << Ovvero? >>
<< La tua tecnica è sciatta >> dichiarò con tono di fatto.  << E sei molto indisciplinata. Se continui a combattere in questo modo, potresti uccidere qualcuno senza volerlo. >>
Il viso di Shatter sembrò oscurarsi.  << Forse il mio intento era quello >> disse freddamente. << Non sai perché li stavo combattendo. >>
<< Vero >> concordò l’ex gladiatore, mantenendo un’espressione impassibile. << Ma un buon combattente non lascia mai che le proprie emozioni abbiano il sopravvento. Deve sempre mantenere la testa libera da pensieri inutili, se vuole vincere. >>
<< Beh, ho vinto >> ribattè lei, con un chiaro sottofondo d’irritazione. 
Probabilmente non era mai stata criticata prima…e le sue parole la stava facendo arrabbiare. Non le piaceva l'implicazione che ci fosse un difetto nel suo metodo di combattimento. << Stai cercando di dire che non sono una buona combattente? >>
Suo malgrado, Megatron si ritrovò a ridacchiare. Questa femme aveva sicuramente uno spirito impetuoso. << Niente affatto. Tutto quello che sto dicendo è che l'unica ragione per cui hai vinto questa battaglia…è perché stavi affrontando dei dilettanti. Hai utilizzato uno stile completamente offensivo, non ho visto alcun segno di difesa nei tuoi attacchi. >>
Detto questo, la indico con un dito artigliato.
<< Prova a comportarti nello stesso modo sul campo di battaglia…e non dureresti neanche un minuto. >>
<< E perché mai vorrei trovarmi su un campo di battaglia? >> lo interrogò sarcasticamente. << Inoltre, non capisco perché il mio stile di combattimento dovrebbe interessarti. Sei forse un istruttore? >>
<< Qualcosa del genere >> rispose con tono vagamente ironico.
Gli occhi di Shatter si assottigliarono in un paio di fessure. << E pensi che questo ti renda un combattente migliore di me? >>
<< Non l'ho mai detto >> la corresse Megatron, sebbene ne fosse assolutamente convinto. In una rissa vera e propria…non sarebbe durata un secondo contro di lu.
<< Ti va di scoprirlo? >> lo sfidò la femme, compiendo un minaccioso passo in avanti.
Megatron sorrise leggermente. Ora ne era sicuro: non aveva davvero la minima idea di chi fosse. 
<< Forse un'altra volta >> rispose con una scrollata di spalle. <>
 Si voltò e cominciò ad allontanarsi, borbottando un rapido: << Piacere di averi conosciuto. >>
Non si girò neppure quando la sentì camminare dietro di lui. 
Aspettò finché non fu sicuro  che stesse per attaccarlo e compì un semplice passo di lato, per poi voltarsi e afferrarla per un piede.
La sorpresa sul volto di Shatter era più che evidente.
Il sorriso di Megatron si fece molto più predatorio. << Come ho detto…non dureresti un minuto. >>
<< C-come hai fatto? >> balbettò la fem, ancora intrappolata nella presa dell’ex gladiatore.
Megatron si limitò a scrollare le spalle una seconda volta.
<< Ti ho sentito arrivare. Non hai il minimo senso di furtività o strategia >> rispose con tono di fatto.
Poi, lasciò cadere il piede e fece un passo all’indietro, mentre la cybertroniana incespicava a terra. 
<< Lavora sulla tua tecnica, bambina. Hai il potenziale per essere una grande combattente >> disse mentre si voltava nuovamente. << Una volta che avrai raggiunto livelli accettabili, vieni a cercarmi. I Decepticons potrebbero fare buon uso di qualcuno con le tue capacità. >>
Cominciò ad allontanarsi, ma non prima di aver lanciato un’ultima occhiata in direzione della femme. << A proposito…mi chiamo Megatron. >>
E, detto questo, superò l’entrata della palestra e scomparve alla vista di Shatter.
La triple-changer si alzò da terra, pervasa da un insolita sensazione di disagio, mista a umiliazione…e qualcos’altro. Era la prima volta che un altro cybertroniano riusciva a batterla, al di fuori di suo padre.
No, si corresse mentalmente. Ciò che era successo non poteva nemmeno essere definito un combattimento, quanto, piuttosto, un semplice pestaggio a senso unico. E il suo avversario non aveva nemmeno tentato di ferirla seriamente.
All’improvviso, la scintilla di Shatter venne invasa da un’ondata di pura determinazione.
Megatron…quello era un nome che avrebbe sicuramente ricordato.
Le parole del mech riecheggiarono ancora una volta nella sua matrice dati: “Una volta che avrai raggiunto livelli accettabili, vieni a cercarmi. I Decepticons potrebbero fare buon uso di qualcuno con le tue capacità”.
Non aveva la minima idea di chi fossero i Decepticons, e sinceramente non le importava. Tutto quello che voleva fare ora…era seguire il consiglio di Megatron e diventare ancora più forte. E, una volta migliorate le sue lacune, lo avrebbe trovato…e lo avrebbe nuovamente sfidato.
Questa era una promessa.
 



Dizionario: 

1: termine con cui i cybertroniani si indicano l’un l’altro. Più avanti sarà usato solo per indicare gli Autobot, mentre i Decepticon cominceranno ad essere indicati come Cons.

2: termine utilizzato per indicare i giovani cybertroniani

3: termine utilizzato per indicare le femmine cybertroniane

4: cybertroniani che hanno un modulo aereo militare, solitamente coinvolti con l’esercito. Starscream ne è un esempio perfetto.

5: termine utilizzato per indicare i maschi cybertroniani


Spero che la shot vi sia piaciuta, fatemelo sapere in un commento!
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Transformers / Vai alla pagina dell'autore: evil 65