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Autore: Captain Riddle    26/06/2020    2 recensioni
Finalmente Lord Voldemort riesce a organizzare la fuga da Azkaban dei suoi mangiamorte più fedeli. La migliore luogotenente Bellatrix freme all'idea di rivederlo, nonostante i segni indelebili della lunga prigionia. Come reagirà la strega oscura quando finalmente rivedrà il suo padrone?
Genere: Dark, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Lo sentiva. Erano giorni, mesi che ormai sentiva il marchio nero bruciare sull'avambraccio sinistro. Era stato splendido quando aveva ripreso a bruciare appena qualche mese prima, quella era stata la prova schiacciante di quanto avesse sempre avuto ragione, lui era ancora vivo. Era così bello, le bruciava nella carne, mandandole scariche di piacere intenso che irradiavano in tutto il corpo. Sublime, era un piacere sublime, sentiva tanta eccitazione, tanto calore nella pelle che persino l'inverno ad Azkaban stava trascorrendo più sereno. Ma da quando aveva ripreso a bruciare, la strega nera aveva per la testa un unico, martellante, ossessivo persiero: lui. Perché ancora non l'aveva fatta uscire? Perché tardava tanto? Era forse arrabbiato perché lei non era riuscita a trovarlo e per questo stava prolungando quella maledetta prigionia?

Domande alla quale Bellatrix cercava disperatamente di darsi delle risposte, senza trovare mai un attimo di pace. Non aveva mai perso la speranza, mai un giorno durante quei quattordici anni di inferno aveva smesso di pensare che lui sarebbe tornato a prenderla. Da quando il marchio aveva ripreso a bruciare la strega lo sognava spesso. Quanto si sentiva ferocemente eccitata quando si svegliava. Alcune volte si svegliava proprio a causa del pizzicore intenso che sentiva al braccio, erano quelle le volte in cui, in preda al desiderio e alla follia, tentava di strusciarsi l'avambraccio tra le cosce. Le sembrava quasi di sentire lui e questo per poco la faceva stare di nuovo bene, come se non si trovasse in un luogo gelido e inospitale, circondato dai dissennatori ma in una camera calda con lui.

Quella sera la mangiamorte più fedele era addormentata, dormiva serenamente, rabbrividendo appena per il freddo. Poi il vento improvvisamente si alzò, straziando ancor di più la pelle della strega, tuttavia senza riuscire a svegliarla. Fu poi il turno del marchio nero, l'avambraccio bruciò violentemente, quasi rischiarando quella cella buia, fu allora che la strega aprì gli occhi. Era leggermente confusa, teneva gli occhi scuri fissi davanti a sé, mentre il vento forte le scompigliava il groviglio di capelli. Non appena se ne rese conto la donna balzò in piedi, improvvisamente vigile e attenta come non mai. Lo riconosceva quel vento, non era un vento naturale, era un vento troppo potente per essere generato dalla natura, no, era un vento speciale, un vento di morte. Un segno di lui.

Sentì una fitta allo stomaco, non era vero, non era possibile che finalmente fosse lì a prenderla, eppure, perché mai non avrebbe dovuto essere reale? Bellatrix si avvicinò alle sbarre, tentando di captare qualcosa. Udì i suoi compagni, erano agitati anche loro. Allora la strega sorrise, pervasa da una gioia quasi dimenticata. Era veramente lui, era davvero Lord Voldemort tornato per liberarli, per liberarla, dopo quattordici anni. Bellatrix si avvicinò alla finestra, tentando di guardare fuori, tuttavia sentì il marchio bruciare come mai prima d'ora. Tornò a sedere dove poco prima era sdraiata. Il braccio le duoleva, bruciava come mai prima d'ora, era una tortura sconosciuta eppure tanto desiderabile da lei. Che fare? Chiuse gli occhi, eccitata ed euforica, per poi avvicinare il volto al marchio.

Lo leccò tutto, assaporò ogni minima parte. Voleva che il bruciore si alleviasse, invece quello bruciò di più e lei di sentì invadere da scariche elettriche di piacere. Forse stava solo sognando un'altra volta, pensò sconsolata la strega, tuttavia un istante dopo la parete esterna della sua cella esplose, provocando un enorme buco nella parete. Bellatrix si alzò, no, decisamente non sognava. Sentì gli occhi umidi di gioia e dal cuore partì una risata, euforica e folle, che sapeva di libertà. Aprì appena le braccia, lasciando che il vento di morte di lui la invadesse del tutto, scompigliandole la veste da carcerata e i capelli sfibrati e nodosi. Avanzò e sentì i gridi di gioia dei suoi compagni di prigionia, lui li aveva liberati veramente.

Poi la vide, scura come l'anima della sua padrona, la corda del cuore di drago che vibrava, la sua bacchetta era a terra, al bordo della cella distrutta. La afferrò senza attendere oltre e poi si voltò, sperando finalmente di poter rivedere lui. Non c'era. Bella sospirò e nonostante quella delusione sorrise, lo avrebbe rivisto presto, questo era l'importante. Senza pensarci si smaterializzò a villa Malfoy, sulla soglia di casa di sua sorella Narcissa. Chissà cosa avrebbe detto Narcissa dopo tanto, probabilmente non sarebbe stata felice di rivederla, o magari si? Senza indugiare oltre ne crogiolarsi nel dubbio, Bellatrix bussò con decisione alla porta principale. Attese qualche istante prima che un elfo andasse ad aprire. La fissò terrorizzato, come se avesse visto il diavolo in persona "Voglio vedere mia sorella Narcissa Black-Malfoy" disse Bella, senza aspettare un invito.

L'elfo continuò a fissarla terrorizzato, poi quando si decise che lei non era un allucinazione, un incubo, allora rispose "Chi deve annunciare Shar alla padrona?" Domandò tremolante, balbettando "Bellatrix Black-Lestrange" rispose prontamente Bellatrix "Sono sua sorella e ho bisogno di restare qui per qualche giorno, poi non la disturberò più". L'elfo annuì senza cessare di tremare e corse via, presumibilmente per annunciarla alla sorella. Bellatrix però entrò lo stesso dalla porta bianca e lustra, accostata dall'elfo. Fuori faceva freddo, era appena gennaio e lei aveva in dosso solamente la misera veste di Azkaban dove sicuramente aveva preso abbastanza freddo per compensare tutto il resto della sua vita, inoltre trovava assurdo dover aspettare fuori per poter parlare con sua sorella. Decise comunque di aspettare all'ingresso, era consapevole dello scompiglio che stava venendo a creare e voleva lasciare a Narcissa almeno un attimo per metabolizzare le cose. E così dopo qualche minuto la vide, poco più bassa di lei, esile, con la pelle pallida e i capelli chiari, Narcissa era splendida come era sempre stata, solamente più vecchia.

Indugiò con gli occhi azzurri sulla sorella maggiore, poi si avvicinò ancora, quasi fronteggiandola "Bellatrix" la salutò semplicemente, senza mutare espressione "Narcissa" rispose la nuova arrivata di rimando "Allora è vero che sei qui" continuò Narcissa "Sei tornata". Le due si fissarono in silenzio e Bella annuì appena, mentre la sorella la scrutava da capo a piedi. Poi si avvicinò ancora e inaspettatamente la strinse a sé, abbracciandola. Bellatrix, stupita da un tale gesto, ricambiò l'abbraccio rigidamente "Grazie Narcissa" sussurrò "Devo ammettere che non avrei sperato in una tale accoglienza" l'altra si allontanò, pareva quasi ferita da quelle parole "Io sono felice di vederti, Bella" rispose, sorridendo leggermente.

Anche Bellatrix sorrise, soprattutto dopo aver sentito l'altra chiamarla con il soprannome d'infanzia "Ti prometto che tenterò di disturbare il meno possibile" assicurò, grata "Troverò un posto dove stare e mi sistemerò lì, mi serve solo qualche giorno". Narcissa annuì "Certamente" rispose "Ti faccio preparare una stanza subito, domani ne parlerò a Lucius". Bella si sforzò di continuare a sorridere, non era una buona idea insultare il marito di sua sorella ora, finché sarebbe stata loro ospite. "Potresti farmi preparare anche un bagno?" Domandò subito Bellatrix "Ma certo" rispose l'altra "Se hai fame, e immagino che ne avrai, posso farti preparare una cena degna di questo nome". Bella sorrise ancora "Mangio quello che c'è per questa sera" si affrettò a rispondere "Ho veramente bisogno di lavarmi".

E così fu, Bellatrix salutò la sorella poco dopo e salì nella stanza appena preparata per lei, per potersi finalmente lavare. La stanza era bella, non di certo in linea con i suoi gusti ma comunque elegante, il pavimento era di marmo bianco, il copriletto grigio perla, i comodini bianchi con le maniglie in argento e c'era una grossa specchiera ovale sulla destra, vicina al camino nell'angolo, mentre sulla sinistra del letto c'era una finestra enorme e sulla parete di fronte alla spalliera del letto c'era la porta del bagno privato della camera. Bellatrix entrò e poi si trovò davanti alla grande vasca fumante. Si tolse la veste e la gettò a terra, poi prima di infilarsi nell'acqua restò fissa a guardarsi nello specchio del bagno.

Era tremenda, gli occhi erano incavati, la mascella squadrata era tanto ossuta da far apparire gli zigomi taglienti. Aveva delle occhiaie scure e pronunciate, la pelle era bianca e cerosa e gli strati di pelle morta la disgustavano. Abbassò lo sguardo sul suo fisico. Il seno non era sodo come lo ricordava, fortunatamente non era neanche floscio come temeva ma di certo non era più invitante come una volta, braccia e gambe erano fin troppo magre, mentre i fianchi erano spigolosi, sul torace si potevano contare le costole. Bellatrix sospirò, un tempo erano così sinuosi e generosi, mentre adesso....

Afferrò una spazzola prima di sprofondare nell'acqua, guardandosi i capelli per ultima cosa. Erano spezzati, sfibrati e cespugliosi, un ammasso informe e scolorito che forse mai più sarebbe tornato definito e lucente com'era una volta. Bella si immerse nell'acqua e iniziò a strofinarsi il corpo scheletrico con energia, forse era meglio se lui non si era presentato quella sera, non doveva vedeva in quello stato pietoso. Passò molto tempo nella vasca da bagno, quasi un'ora ma era assolutamente necessario per tentare un minimo di recuperare l'irrecuperabile bellezza di gioventù. Quando uscì era quasi mezzanotte, si avvolse prima i capelli in un telo, tamponandoli prima di asciugarli senza troppa cura con la bacchetta, poi si avvolse un telo che andava dal seno e finiva sotto le cosce.

Voleva indossare qualcosa, qualunque cosa e poi infilarsi in quel bel letto comodo, finalmente avrebbe dormito decentemente dopo quattordici anni. Aprì la porta del bagno, sentendo il calore disperdersi velocemente, fuori faceva decisamente più freddo. Non appena la nuvola di vapore si fu dispersa, lasciandole la visuale libera, la strega restò di stucco e spalancò gli occhi, in piedi, vicino al letto, c'era lui. Lord Voldemort non sembrava cambiato per niente, alto, emaciato, la pelle pallida, il volto serpentino e gli occhi scarlatti, era fermo davanti a lei avvolto in una lunga, elegante, veste scura da mago. Gli occhi del padrone la fissarono con intensità e Bellatrix restò del tutto senza parole, incapace di dire o fare qualsiasi cosa.

"Non saluti il tuo signore, Bellatrix?" Domandò in tono beffardo il mago oscuro. A quelle parole la strega si riprese, cadde in ginocchio, reggendosi strettamente il telo per non lasciar trapelare le brutture del suo corpo e baciò l'orlo della veste dell'altro "Mio Signore!" Esclamò, sentendo gli occhi bruciare di adorazione e amore, di ossessione "Oh, perdonate questa povera serva, io non sapevo che voi foste qui, altrimenti subito io" "Taci adesso" la liquidò lui dolcemente, facendole cenno di alzarsi. Bellatrix in un attimo obbedì e tornò in piedi, per poterlo ammirare. Lo trovava bellissimo, la voce era talmente soave e fredda, il ghigno sulla bocca senza labbra sublime e gli occhi rossi poi, brillavano di meravigliosa, eccitante, malvagità.

"Non hai null'altro da dirmi?" Domandò ancora lui, continuando a fissarla. Bella si sentì arrossire e abbassò gli occhi "Io" balbettò "Io vi ringrazio, mio Signore" rispose finalmente lei "Mi avete portata via da quel posto e mi avete restituito la bacchetta. Io vi ringrazio eternamente e non appena me ne darete l'occasione io vi dimostrerò ancora la mia lealtà". Voldemort annuì,  non sembrava troppo interessato a quelle parole "Avrai modo di tornate in azione molto presto, mia Bella, vedrai". L'uomo fece una pausa mentre la strega era estasiata, l'aveva veramente chiamata ancora 'mia Bella' e tanto era bastato per renderla felice oltre ogni limite. "Ma questa sera non sono certo venuto da te per discutere di tali questioni, ci sarà tempo nei prossimi giorni per parlare con tutti gli altri mangiamorte, in una riunione come facevamo ai vecchi tempi".

Gli occhi di lui esaminarono per intero la figura di Bella, guardando con disappunto la stoffa che ne celava una buona porzione, la più invitante. Bellatrix si sentì ardere dal desiderio ma decise ugualmente di non farci caso, d'altronde non voleva certamente farsi vedere in quelle terribili condizioni da lui. "Sarebbe proprio il caso di riprendere le vecchie abitudini, non credi anche tu, Bella?" L'uomo si avvicinò, fermandosi davanti a lei, con una mano le strinse delicatamente il mento e le fece alzare il volto. Quando lo guardò negli occhi Bella sentì i brividi, aveva timore per come era diventata, eppure lo desiderava tanto da sentire dolore fisico nel respingere il corpo di lui. Lo vide ghignare mentre inclinava il capo "Oh, Bella" sussurrò in tono beffardo "Quante sciocche preoccupazioni albergano nella tua mente" la canzonò dolcemente lui "Pensi veramente che il tuo corpo sia così rovinato da non meritare più attenzioni?"

Bella aprì la bocca, senza trovare le parole giuste per rispondere "Vediamo allora" continuò lui, palesemente divertito se non di più "Lascia che sia io a giudicare". La strega lo guardò negli occhi, preoccupata "Togli questo telo e mostrati completamente a me". Non aveva scelta, doveva obbedire, l'ordine era stato molto chiaro e se un tempo si sarebbe sentita smaniosa di eseguirlo, adesso si sentì impallidire al pensiero di mostrare al padrone un corpo tanto deturpato dalla prigionia. Lasciò ugualmente che il telo cadesse, lo sentì scivolare sui fianchi, forse addirittura in modo sensuale, lasciandola completamente nuda ed esposta, fragile, completamente alla mercé di lui, il suo amore e padrone. Voldemort la studiò attentamente, soffermandosi su ogni lembo di pelle sottile, senza curarsi minimamente del disagio che causava alla sua strega preferita. Poi finalmente parlò "Sapevo che le tue preoccupazioni erano inutili" sentenziò con sicurezza "Non hai nulla che non vada". Strinse i fianchi spigolosi ed esposti di Bella e la avvicinò di più, facendo fremere e bagnare l'altra più che mai "Allora, iniziamo e riprendere le vecchie abitudini?"

Il tono della voce del mago oscuro era equivoco e malizioso, non lasciava spazio a dubbi e Bellatrix si sentì realmente grata, trovava così assurdo che lui la desiderasse ancora, nonostante il suo aspetto attuale. Annuì senza aggiungere altro, emozionata e grata, sentendo gli occhi umidi. Allora lui la strinse di più a sé, iniziando ad assaporare la pelle sottile della sua strega oscura. Bella a quell'istantaneo tocco si sentì rinascere veramente, si avvingiò a lui e ne sentì l'erezione sotto la veste. Sorrise beata, con gli occhi spalancati per il desiderio, l'ossessione pulsante. Lord Voldemort le graffiò la pelle sulla schiena, facendola sanguinare e poi la spinse sul letto ordinato, in quella stanza tanto perfetta ed elegante. Immediatamente il copriletto si macchiò di rosso ma Bella non ci fece caso, era troppo felice per badare a qualsiasi cosa che non fosse il suo Signore. Le fu addosso in un istante, lo vide scoprirsi e poi tornarle vicino. Bellatrix chiuse gli occhi e divaricò le gambe, era veramente eccitata e vogliosa, l'unica cosa che desideravano era sentire finalmente lui dentro di sé.

Si preparò ad accoglierlo, sempre più estasiata, ma si fece attendere, torturandola nell'attesa e dedicandosi prima a quello che evidentemente desiderava tornare ad assaporare prima. Le succhiò la pelle del seno, facendola ansimare, poi scese sulla pancia e sui fianchi, inondandoli di passione. Bellatrix emise un lieve gridolino, muovendo dolcemente il bacino, invitandolo ad andare oltre. Ma Voldemort tornò su, questa volta sul collo, vicino alla bocca. Bella si sentiva ardere, si dimenò appena ma lui la fermò, stringendole forte il braccio marchiato. Indugiò per diverso tempo sul collo, mentre l'altra con gesti e gridolini lo pregava di sbrigarsi e non farla attendere oltre. Poi lo vide attendo, le carezzò il collo e lo studiò, allora Bellatrix capì, guardava il marchio che le avevano impresso quando era ad Azkaban.

Voldemort allora tornò a parlare "Hanno osato marchiarti anche loro" disse a voce bassa, pensieroso "Solo io posso marchiarti". Bella sorrise "Non importa che non lo abbiate fatto voi" rispose dolcemente, con gli occhi che brillavano di amore e adorazione "Quello è un marchio che mi hanno fatto per voi, perché ho giurato ancora una volta di esservi fedele, ma al cospetto di tutta la comunità magica questa volta". Bellatrix trattenne il fiato, lui la guardò con intensità, gli occhi rossi brillavano nella semi oscurità . Si avvicinò di più a lei, al suo volto e Bella allora chiuse gli occhi, magari l'avrebbe baciata dopo tutti quegli anni. E in effetti accadde qualcosa, ma non di certo il bacio che si aspettava; lo sentì affondare dentro di sé e poi lui iniziò a muoversi ritmicamente. Bellatrix si avvingiò alle spalle di lui e ne seguì il ritmo, nonostante lo ritenesse troppo lento e languido per il desiderio che lei sentiva e la fretta che aveva.

Fortunatamente non ci volle poi molto perché aumentassero il ritmo sempre più, sino all'apice del piacere, allora la fece voltare e la prese da dietro, facendola godere sempre più. Andarono avanti così per diverso tempo, quasi senza parlare. Prima seguendo un ritmo lento e languido, poi uno più frenetico e passionale, senza fermarsi, ma d'altronde avrebbero parlato in seguito, adesso l'importo era estinguere quel vuoto che avevano sentito per tanto, troppo tempo. Solo quando lui si sentì soddisfatto, dopo averla fatta inginocchiare tre le sue gambe, allora si separò da lei per rivestirsi. Era felice, per la prima volta da quando era tornato Voldemort si sentiva bene, si sentiva appagato. Bellatrix restò sdraiata ad ammirarlo, gli occhi sempre accesi dall'amore e dall'ossessione dirompenti che provava per quell'uomo. Anche lei adesso si sentiva bene, esausta ma felice. Lo guardò andare via, senza dire una parola, solamente sulla soglia della porta si voltò "Domani pomeriggio devo parlarti della prossima missione" disse con voce atona, come se tra loro non fosse accaduto niente.

Bella sorrise e annuì "Certamente mio Signore" rispose allegramente, allora lui annuì rigidamente e poi si smaterializzò lontano, lasciandola nuovamente sola. La strega si sentì leggera, piena e viva dopo aver avuto lui di nuovo dopo tanto tempo. Sentiva i brividi di gioia e poco dopo crollò, esausta e beata, chiedendosi solamente se lui si fosse fatto vedere quella stessa sera solo per tornare a godere con lei o se avesse provato un minimo di gioia nel rivederla ancora dopo tanti anni. Purtroppo Bellatrix non l'avrebbe mai scoperto ma quella sera grazie a lei Voldemort era stato felice come mai era stato negli ultimi quattordici anni.
 

Salve a tutti, come state? Mi ero già cimentata con personaggi di altri fandom nello scrivere delle one-shot ma mai con i miei amati Bellatrix e Voldemort, così ho voluto tentare. Spero che la storia vi sia piaciuta e mi auguro di aver scritto della fuga di Bella e dell'incontro con il padrone dopo quattordici anni in modo credibile. Detto questo a presto,
Captain Riddle

 

   
 
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